Una 'ndrangheta particolare. Clan calabresi a Bollate

Autori

  • Eleonora Cusin Collaboratrice occasionale Osservatorio sulla criminalità organizzata

DOI:

https://doi.org/10.13130/cross-5093

Abstract

Aspetti di continuità e tratti di novità si intrecciano nel modello di insediamento della ‘ndrangheta a Bollate. Si consolidano le linee preferenziali dell’espansione ‘ndranghetista: l’hinterland milanese si conferma l’ambito ideale per le strategie di insediamento mafioso, più che il capoluogo.
Le commistioni tra mafia e politica locale si ripropongono in una logica di reciproca convenienza nel perseguimento di interessi condivisi; l’assoggettamento della società al metodo mafioso emerge marcato in settori dell’economia locale e nei confronti di specifiche categorie professionali (imprenditori edili, professionisti locali…). In parallelo, le caratteristiche peculiari del caso Bollate si discostano dal “postulato” di colonizzazione ‘ndranghetista di precedenti studi di comunità.
Bollate non è prerogativa esclusiva di un’unica ‘ndrina calabrese. Due sono le realtà mafiose che interagiscono sul territorio del comune lombardo: una di Guardavalle, l’altra di Rosarno. Due dinastie criminali che diramano la propria discendenza genealogica sull’area comunale. Due famiglie a spartirsi le competenze nei diversi settori dell’economia, legale ed illegale. Due strade percorse, movimento terra e appalti pubblici da un lato, traffico di stupefacenti dall’altro, ma in continua interazione tra loro secondo un principio di reciproco ausilio.
Un modello inedito di insediamento mafioso che arricchisce di nuovi elementi il quadro della presenza della ‘ndrangheta in Lombardia.

Dowloads

Pubblicato

2015-07-14