“Mne govorjat, kakaja bednost’ slovarja...” Il protosamizdat del periodo staliniano alla ricerca di un’espressività

Autori

  • Massimo Maurizio Università degli Studi di Torino

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-2426/4944

Parole chiave:

Letteratura non ufficiale, stalinismo, Samizdat, estetica letteraria

Abstract

L’estetica della letteratura afferente al circuito samizdat dopo il XX congresso del PCUS (1956) è strettamente legata alla produzione non ufficiale del periodo staliniano, a sua volta definitasi secondo una relazione antitetica alla poesia proletaria degli anni Venti. Molte delle figure di rife- rimento di questo periodo hanno attinto il proprio linguaggio e gli strumenti poetici dall'arsenale espressivo e formale del Secolo d’Argento, sebbene differenziadosene notevolmente e adattan- dolo all'estetica che essi perseguivano, intimamente alternativa a quella realsocialista. La com- plessa poetica di autori quali E. Kropivnickij, Jan Satunovskj (come anche, in un periodo succes- sivo, il “discepolo” del primo G Sapgir) e molti altri hanno attinto i tratti distintivi della propria produzione dalla rielaborazione dell’arte proletaria della prima metà degli anni Venti alla luce di una visione dissacrante e grottesca della contemporaneità, che emerge in primo luogo dall'aspetto delle loro opere poetiche. 

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Pubblicato

01-07-2015

Come citare

Maurizio, M. (2015). “Mne govorjat, kakaja bednost’ slovarja.” Il protosamizdat del periodo staliniano alla ricerca di un’espressività. ENTHYMEMA, (12), 51–61. https://doi.org/10.13130/2037-2426/4944

Fascicolo

Sezione

Studi
Ricevuto 2015-06-30
Accettato 2015-06-30
Pubblicato 2015-07-01