2024-03-29T13:07:29Z
https://riviste.unimi.it/index.php/index/oai
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/544
2020-04-09T07:14:59Z
DoctorVirtualis:qq
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/DoctorVirtualis/article/view/544
2020-04-09T07:14:59Z
Milano University Press
N. 9 (2009): Laicità e Medioevo
Un'eco d'Oriente. Sekherezada di Rimskij-Korsakov
Riccardi, Letizia
2010-03-29
Gli autori che pubblicano su questa rivista accettano le seguenti condizioni:
a. Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, contemporaneamente licenziata sotto una Licenza Creative Commons - Attribuzione che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.
b. Gli autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione della versione dell'opera pubblicata (es. depositarla in un archivio istituzionale o pubblicarla in una monografia), a patto di indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su questa rivista.
c. Gli autori possono diffondere la loro opera online (es. in repository istituzionali o nel loro sito web) prima e durante il processo di submission, poichè può portare a scambi produttivi e aumentare le citazioni dell'opera pubblicata (Vedi The Effect of Open Access).
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it_IT
Oggi come in passato l'Oriente è vittima di stereotipi derivati dalla tradizione orientalistica ottocentesca che ha contribuito a plasmare una miriade di cliché esotici dai quali fatichiamo a renderci indipendenti. In questo intervento si cerca di segnalare, e in parte demitizzare, alcuni di tali luoghi comuni, con particolare riferimento al contesto musicale russo di fine Ottocento. Nel quadro dell'immaginario dell'Oriente che si sviluppa nella cultura russa si colloca la suite sinfonica Sekherezada op. 35 di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov: temi popolari di sapore orientaleggiante si sviluppano su impianti sonori di grande effetto che trasportano gli uditori in un mondo lontano, sconosciuto, immaginato, chiamato Oriente As a consequence of the multitude of exotic cliché shaped by the eighteenth-century orientalistic tradition, the East has always fallen victim to a series of misleading stereotypes from which we can hardly set free.The aim of this paper is to bring to light and demythologize some of those cliché, with particular attention paid to the eighteenth-century musical output in Russia. Among the Russian musical works that focus on the theme of the East is the symphonic suite Sekherezada op. 35 composed by Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov: oriental-sounding folk themes develop on impressive sonorities taking the listener to a far-away, unknown, imaginary place, called “East”.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/595
2020-04-09T07:14:59Z
DoctorVirtualis:qq
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2020-04-09T07:14:59Z
Milano University Press
N. 9 (2009): Laicità e Medioevo
Hārūn al-Rashīd e al-Muqtadir. Come distinguere un buon califfo da un cattivo califfo
Osti, Letizia
2010-06-23
Gli autori che pubblicano su questa rivista accettano le seguenti condizioni:
a. Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, contemporaneamente licenziata sotto una Licenza Creative Commons - Attribuzione che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.
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c. Gli autori possono diffondere la loro opera online (es. in repository istituzionali o nel loro sito web) prima e durante il processo di submission, poichè può portare a scambi produttivi e aumentare le citazioni dell'opera pubblicata (Vedi The Effect of Open Access).
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it_IT
In questo articolo ci si occupa di come il regno e la vita di due califfi abbasidi siano ritratti e valutati dalle fonti narrative arabe medievali. Hārūn al-Rashīd (r. 170/786-193/809) e al-Muqtadir (r. 295/908-320/932) divennero, pochi decenni dopo la loro morte, il paradigma del buono e del cattivo califfo rispettivamente; tuttavia, i loro lunghi califfatia le loro biografie personali presentano diversi elementi comuni. Un'analisi di temi simili presenti nelle rappresentazioni dei due sovrani illustrano mezzi e strategie narrativi impiegati dalle fonti, nel tentativo di stabilire quali fattori determinino lo sviluppo di una reputazione post-mortem positiva o negativa.This paper looks at how the lives and reigns of two Abbasid caliphs are portrayed and evaluated in medieval Arabic narrative sources. Hārūn al-Rashīd (r. 170/786-193/809) and al-Muqtadir (r. 295/908-320/932) became, only a few decades after their death, the paradigm of the good and the bad caliph respectively. However, their long caliphates as well as their personal biographies share several elements. An analysis of similar themes in the portrayals of the two rulers illustrates narrative means and strategies employed by the sources, in an attempt to establish which factors determine the development of a positive or negative post-mortem reputation.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/813
2020-04-09T06:11:08Z
DoctorVirtualis:qq
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2020-04-09T06:11:08Z
Milano University Press
N. 10 (2010): Musica medievale e musica contemporanea
In difesa dello studio critico: l’eredità intellettuale di Nasr Hamid Abu Zayd (1943-2010)
Baracchi, Benedetta
2011-01-18
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Un saggio in memoria di Nasr Hamid Abu Zayd (1943-2010), filosofo e teologo egiziano che ha contribuito in modo fondamentale alla diffusione dell’approccio letterario applicato al testo sacro dell’islam e al successivo sviluppo di un’ermeneutica di tipo umanistico in grado di affermare la portata rivoluzionaria e antidogmatica del concetto di Corano come insieme di discorsi. Nominato professore onorario all’Università di Leida, dove insegna a partire dal 2000, il professor Abu Zayd è costretto all’esilio nel 1995, dopo la condanna per apostasia che gli viene mossa in ambito giudiziario proprio a causa del suo interesse per un terreno di studio così delicato. An essay written in memory of Nasr Hamid Abu Zayd (1943-2010), Egyptian philosopher and theologian who substantially contributed to the spread of the literary approach to the sacred text of Islam and to the subsequent development of a humanistic hermeneutics being able to affirm the revolutionary and anti-dogmatic significance of the concept of the Qur’an asset of discourses. Appointed honorary professor at Leiden University, where he began teaching in 2000, the professor Abu Zayd is obliged to go into exile in 1995, after his judicial conviction for apostasy due to his interest in such a delicate field of study.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3201
2020-04-09T06:11:08Z
DoctorVirtualis:qq
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2020-04-09T06:11:08Z
Milano University Press
N. 10 (2010): Musica medievale e musica contemporanea
Quale proposta al futuro. Filologia immaginaria tra Berio e Abelardo
Salvestrini, Amalia
2013-08-06
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c. Gli autori possono diffondere la loro opera online (es. in repository istituzionali o nel loro sito web) prima e durante il processo di submission, poichè può portare a scambi produttivi e aumentare le citazioni dell'opera pubblicata (Vedi The Effect of Open Access).
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Lo scritto fa riferimento al contributo di M.Ophälders, Severino Boezio e Luciano Berio, contenuto in questo numero della rivista. Riprende il tema beriano del ricordo al futuro e ne sviluppa l’aspetto etico-politico, attraverso un confronto fra Berio e alcuni aspetti del pensiero logico di Abelardo a proposito del rapporto con la tradizione e sull'analogia fra discorso musicale e discorso verbale.Berio si allontana dai compositori del Novecento che si sono posti in radicale rottura con la tradizione musicale, ma che pure hanno aperto nuovi orizzonti, e considera fondamentale il dialogo con il passato, che non consiste in una sua accettazione acritica, ma in un costante e costruttivo confronto che consente ai nuovi elementi di prendere consapevolezza delle proprie origini e agli elementi del passato di rivivere trasfigurati. Si delinea così una Filologia immaginaria creatrice di un'opera aperta al futuro in cui il nuovo linguaggio e le nuove forme risultano significativi per il mondo contemporaneo.Il confronto con Abelardo mira a chiarire in che senso il nuovo linguaggio risulta significativo. Intendendo il significato dell'elemento musicale come sermo e quello del discorso musicale come dictum, emerge con più chiarezza come la consapevolezza della convenzionalità del linguaggio, che pone le premesse della rottura con il sistema tonale e della creazione del nuovo linguaggio e insieme l'esigenza di garantire un legame con la realtà – in musica l'esperienza storica –, rendano possibile all'idea del compositore di concretarsi nell'opera musicale e farsi proposta di verità per il pubblico contemporaneo. This paper refers to the contribution of M. Ophälders, Severino Boezio and Luciano Berio, published in this issue of the magazine. It takes up the berian theme of ricordo al futuro of which develops the ethical and political aspects through a comparison between Berio and some aspects of the logical thought of Abelard on the subject of the relationship with the tradition and on the analogy between musical discourse and verbal speech.Berio moves away from the twentieth century composers who radically break with musical tradition, but also open new horizons, and emphasizes the importance of the dialog with the past, that is not an uncritical acceptance, but a constant and constructive comparison that allows new elements to be aware of their origins and the past elements to live again transfigured. In this way the author proposes a Filologia immaginaria that produces a work aperta al futuro in which the new language and new forms are significant for the contemporary world.The comparison with Abelard aims to clarify the sense in which the new language is significant. If we intend the meaning of the musical element as sermo and the musical discourse as dictum, we understand more clearly that the awareness of the conventionality of language – which lays the foundations for the rupture with the tonal system and for a new language – with the need to ensure a link with reality – in music with the historic experience – allow the idea of the composer to materialize in the musical work and become proposta di verità for the contemporary public.