2024-03-29T10:37:29Z
https://riviste.unimi.it/index.php/index/oai
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/414
2019-09-05T13:25:41Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"091222 2009 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/414
doi
dc
Gioco, letteratura. Alcune riflessioni
Ballerio, Stefano
Università degli Studi di Milano
L'articolo propone alcune riflessioni su gioco e letteratura. Nel primo paragrafo si pone il problema della definizione di gioco e letteratura e si riconosce un'analogia tra le rispettive strutture categoriali. Nel secondo paragrafo si identificano alcune funzioni e alcuni aspetti del gioco – apprendimento, divertimento, socializzazione rituale, libertà e alterità –, integrando spunti provenienti da etologia, psicologia, antropologia e filosofia. Nel terzo paragrafo, infine, si guarda alla letteratura, e in particolare all'esperienza del lettore, e si conduce una comparazione con il gioco in ordine alle proprietà rilevate.
Milano University Press
2009-06-23 14:37:01
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/414
ENTHYMEMA; N. 1 (2009)
ita
Copyright (c) 2009 Stefano Ballerio
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2019-11-04T14:06:38Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"091222 2009 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/415
doi
dc
Wolfgang Iser, Lo spettro dell'interpretazione
Rossi, Laura Lucia
Università degli Studi di Milano
Proponiamo la traduzione di due capitoli di The Range of Interpretation di Wolfgang Iser, in cui il teorico tedesco svolge un'analisi dell'interpretazione con particolare attenzione alle tre modalità operative paradigmatiche del circolo ermeneutico, del loop ricorsivo e del traveling differential, in un'ottica volta a sottolineare il valore di dispositivo antropologico dell'interpretazione, attraverso una sempre più pregnante istanza costruttivista che conduce, infine, ad una serie di conclusioni etiche.
Milano University Press
2009-06-23 14:37:01
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/415
ENTHYMEMA; N. 1 (2009)
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Copyright (c) 2009 Laura Lucia Rossi
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2019-09-05T13:25:41Z
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nmb a2200000Iu 4500
"091223 2009 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/416
doi
dc
Thomas Pavel, Come ascoltare la letteratura?
Sotgiu, Antonio
Université Paris III
Nella prolusione al suo corso al Collège de France, pronunciata il 6 aprile 2006, Thomas Pavel si interroga sugli aspetti emotivi ed etici dell'attività della lettura, sull'“abbandonarsi” di chi legge all'opera letteraria. Come avviene la trasfigurazione del quotidiano nel mondo finzionale? Come si svolge il processo di identificazione dell'io nell'opera? Lo studioso rintraccia il fondamento di tale processo nella non coincidenza di principio tra io e vita, quindi nella facoltà del lettore di accogliere e riconoscere il senso dell'opera. Un senso che tuttavia non si palesa una volta per tutte nella sua interezza e trasparenza, ma che diviene oggetto di continuo dialogo fra i lettori, un senso quindi affidato alle loro cure.
Milano University Press
2009-06-23 14:37:01
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/416
ENTHYMEMA; N. 1 (2009)
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Copyright (c) 2009 Antonio Sotgiu
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2017-01-12T14:50:00Z
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"091223 2009 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/417
doi
dc
John Pier, Configurazioni narrative
Diazzi, Alessandra
Università degli Studi di Milano
Il presente lavoro si muove in direzione di una narratologia intertestuale che integri una riflessione semiotica e strumenti di logica, ponendo al centro il concetto di «configurazione» quale modello di comprensione (Mink, Ricoeur). Il concetto di «sceneggiature intertestuali» permette di accostarsi all‘atto di lettura interpretandolo come procedimento di abduzione, attraverso cui il Lettore Modello (Eco) trova nella propria enciclopedia intertestuale le cosiddette «sceneggiature» ossia «strutture di base» più o meno riconoscibili in ogni racconto. Tramite una lettura di Lolita si giunge a delineare l‘atto interpretativo come un procedimento abduttivo in cui ricorrono «sceneggiature intertestuali», potendo così individuare nel testo quei percorsi, spesso latenti, che una lettura critica deve essere capace non solo di seguire ma anche di tracciare.
Milano University Press
2009-06-23 14:37:01
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ENTHYMEMA; N. 1 (2009)
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Copyright (c) 2009 Alessandra Diazzi
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2017-01-12T14:50:01Z
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"091223 2009 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/418
doi
dc
Alain Rabatel, Homo narrans
Pianzola, Federico
Università degli Studi di Milano
La nozione di 'punto di vista’ è fondamentale per cogliere i valori e la visone del mondo comunicati da una narrazione, per comprendere le diverse soggettività che possono dialogare in una storia. Ogni narrazione fornisce un contesto propostivo adeguato per rendere efficace ma non invadente l'argomentazione implicita da cui è attraversata trasversalmente, e Alain Rabatel, con la sua competenza di linguista, fornisce indicazioni preziose di come le proprietà del discorso possano essere indicatori delle strategie argomentative in atto.
Milano University Press
2009-06-23 14:37:01
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ENTHYMEMA; N. 1 (2009)
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"091223 2009 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/419
doi
dc
Meir Sternberg, Raccontare nel tempo (II): Cronologia, Teleologia, Narratività
Passalacqua, Franco
Università degli Studi di Milano
Perché unire tempo e racconto? Come definire la narrazione e con essa la narratività? Meir Sternberg offre in questo articolo una rinnovata lettura di alcune importanti questioni che hanno animato la discussione critico-letteraria novecentesca. L'autore, attraverso un vivace confronto con altre posizioni emerse in questo ambito di ricerca, come quelle di Chatman, Genette, Labov, Prince, apre nuovi percorsi alle metodologie d'analisi narrativa, togliendole dai ristretti binari nel quale talune esperienze critiche, strutturaliste e non, le hanno confinate. Affidandosi all'insegnamento della Poetica, ma rifiutandone la specificità delle conclusioni, la riflessione di Sternberg indaga il nesso tempo-narrazione senza il ricorso a principi di ordine normativo o all'aiuto di rigide tassonomie, ma a partire dagli effetti creati nell'opera letteraria in modo da volgere la domande guida dell'esperienza narratologica in una sfera pragmatico-retorica. Cosa produce il processo cronologico durante la pratica narrativa? Quali effetti comporta porre la correlazione tra teleologia e temporalità a fondamento della narratività? Le risposte che si troveranno in queste pagine hanno reso la riflessione sternberghiana una tra le più interessanti proposte critiche alternative alla narratologica classica.
Milano University Press
2009-06-23 14:37:01
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2017-01-12T14:50:27Z
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"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/577
doi
dc
Manfred Bierwisch, Linguistica, Poetica, Estetica
Versace, Stefano
Università degli Studi di Milano
Il saggio riassume brevemente la proposta fatta nel 1963 secondo cui la «competenza poetica» è la base per creare e valutare la poesia. Il fatto che questa competenza si basi sulla competenza linguistica, ma ne sia al contempo distinta, è esemplificato da uno sguardo ravvicinato alla struttura segmentale, soprasegmentale, morfo-sintattica, lessicale e concettuale del poema di Hölderlin A Zimmer», rivelando una struttura sorprendentemente complessa ed equilibrata dei quattro versi, apparentemente semplici, che compongono il poema. La seconda parte del saggio discute il problema se i giudizi riguardo alla poesia debbano essere studiati come fondati sulla relazione tra specifiche proprietà dei poemi e delle persone. Infine si solleva il problema se l’arte letteraria sia davvero basata su una specifica competenza poetica, o se essa dia forma a una generica abilità estetica applicata a oggetti linguistici. Quest’ultima è costruita come una domanda sì speculativa, ma al tempo stesso anche empirica.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
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Copyright (c) 2010 Stefano Versace
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2017-01-12T14:50:27Z
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"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/579
doi
dc
Michael Toolan, Progressione narrativa nel racconto: primi passi in una stilistica dei corpora
Pianzola, Federico
Servendosi di strumenti ricavati dalla linguistica dei corpora, Toolan propone una serie di principi e tecniche di analisi stilistica per individuare quegli elementi testuali che inducono il lettore a crearsi aspettative sull'avanzamento della narrazione. Particolare attenzione è riservata a uno di questi elementi: l'uso del discorso indiretto libero. L'intento è quello di ricorrere a criteri di selezione esclusivamente lessicali e sintattici, così da permettere una ricerca automatizzata su ampi corpora testuali per verificare le ipotesi teoriche avanzate.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
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Copyright (c) 2010 Federico Pianzola
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2019-11-04T14:17:20Z
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"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/580
doi
dc
Ann Banfield, Lo sviluppo storico dello stile narrativo
Sullam, Sara
Università degli Studi di Milano
Il capitolo tratto da Unspeakable Sentences (1982) presenta un'ipotesi circa la nascita e lo sviluppo dello stile narrativo e in particolare dello stile indiretto libero. In opposizione alle teorie che ritengono che quest'ultimo si sia diffuso per imitazione, Banfield – lavorando all'interno del paradigma generativista – propone una teoria per cui esso sarebbe una pos- sibilità innata del linguaggio, che si realizza per la prima volta, e già nella sua forma compiuta, con la nascita del genere romanzo.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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2019-11-04T14:12:03Z
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"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/581
doi
dc
Meir Sternberg, Raccontare nel Tempo (II): Cronologia, Teleologia, Narrativita
Passalacqua, Franco
Università degli Studi di Milano
In questa sezione centrale di Telling in Time II, Meir Sternberg rivolge la propria riflessione alle questioni sorte dall’incontro tra temporalità e narrazione osservato nella parte iniziale del saggio: strategie retoriche di controllo discorsivo, effetti narrativi, dinamica teleologica della sorpresa, sono tutte problematiche, queste, appartenenti a quella dimensione pragmatica che caratterizza la prospettiva di indagine dell’autore. Il percorso argomentativo dei primi capitoli di queste pagine affronta infatti il discorso sugli effetti narrativi, presente nella storia degli studi letterari fin dalla Poetica aristotelica, a partire da premesse che consentono di gettare nuova luce su di essi: se i concetti aristotelici di «rovesciamento», «riconoscimento» e «sorpresa» sono entrati nelle teorizzazioni novecentesche – Sternberg osserva in particolare i lavori pioneristici di Propp e le implicazioni introdotte nell’esperienza narratologica – in forma pressoché immutata, conservando un ancorag- gio alla realtà narrata più che alle modalità narrative, Telling in Time II propone invece di concepirli in relazione al loro «funzionamento comunicativo» e al cosiddetto «principio di Proteo». Nei capi- toli conclusivi dell’articolo, delineata una tale cornice concettuale, queste dinamiche – cui si aggiungono quelle di «suspense» e «curiosità» – vengono assunte quali fattori invarianti del genere narrativo, posti alla base della rete di rapporti teleologici tra il livello rappresentativo e il livello comunicativo che costituiscono il nucleo essenziale della proposta critica sternberghiana.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
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Copyright (c) 2010 Franco Passalacqua
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2017-01-12T14:50:27Z
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nmb a2200000Iu 4500
"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/582
doi
dc
Wayne Booth, Perché la critica etica ha attraversato tempi difficili?
Sotgiu, Antonio
Università degli Studi di Milano
Nel presente articolo Wayne Booth immagina un dialogo intercorso tra lui e il noto cri- tico inglese vissuto nel XVIII secolo Samuel Johnson, quest’ultimo mostra la sua indignazione nei confronti della reticenza dei critici contemporanei nell’esprimere giudizi di valore ben argomentati sulle opere letterarie. A partire dalla constatazione fittizia di Johnson, Booth sviluppa una riflessione sull’importanza e la validità dei giudizi di valore e si fa promotore di una critica etica delle narrativa. Mettendo in risalto i fattori che hanno condotto al discredito di tale critica all’interno del panorama contemporaneo, e rintracciandoli in ordine nel «rigetto teorico di un’indagine sui valori», nel convincimento moderno secondo il quale la «vera ragione possa avanzare solo tramite il dubbio critico», nella «consapevolezza dell’immensa variabilità» dei giudizi di valore e nel «trionfo delle teorie dell’arte come forma astratta». Successivamente, Booth illustra cinque peculiarità auspicabili per una critica etica della narrativa: universalità, riflessività, reciprocità, interrogazione sulle questioni ultime, anti-utilitarismo.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Antonio Sotgiu
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2017-01-12T14:50:27Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/583
doi
dc
William Franke, Sulla verità poetica che è superiore alla Storia: Porfirio e la critica filosofica della letteratura
Rossi, Laura Lucia
Università degli Studi di Milano
In questo articolo è presentata la traduzione del saggio di William Franke Sulla verità poetica che è superiore alla Storia: Porfirio e la critica filosofica della letteratura, in cui lo studioso americano presenta il metodo ermeneutico degli antichi commentatori di Omero, con particolare riferimento alla critica praticata dal neoplatonico Porfirio, proponendo e auspicando il ritorno ad una modalità interpretativa, detta filosofica o speculativa, anche per la critica contemporanea.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
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Copyright (c) 2010 Laura Lucia Rossi
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2017-01-12T14:50:27Z
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nmb a2200000Iu 4500
"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/584
doi
dc
Ibridare, problema per artisti. Alcune tesi
Bottiroli, Giovanni
Università degli Studi di Bergamo
L’articolo presenta una riflessione di carattere teorico sulla nozione di «ibridazione», e una critica dell’uso ideologico. Il concetto di «ibrido» viene considerato come un punto di partenza, e non come un punto di arrivo. Ci si interroga sulla possibilità di una tipologia, e questo avviene a partire da alcune fondamentali riflessioni di Nietzsche, che, in Al di là del bene e del male, introduce questa distinzione: ci sono ibridazioni feconde, in cui la mescolanza rafforza gli elementi e le forze che si intrecciano, ma ci sono anche cattive ibridazioni, ibridazioni sterili, nel cui ambito le forze, anziché stimolarsi reciprocamente, si ostacolano e si paralizzano. L’autore ritiene che questa distinzione possa svolgere un ruolo decisivo sia in campo artistico sia in campo politico.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Giovanni Bottiroli
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/585
2017-01-12T14:50:27Z
enthymema:SG
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"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/585
doi
dc
Neuroscienze e teoria letteraria. I – Premesse teoriche e metodologiche
Ballerio, Stefano
Università degli Studi di Milano
La forte crescita delle neuroscienze ha suscitato anche in campo filosofico e critico-estetico un diffuso interesse per i risultati che esse hanno raggiunto. Per evitare gli opposti estremi di un sincretismo superficiale e di un rifiuto aprioristico, tuttavia, occorre riflettere sulle questioni teoriche e metodologiche che inevitabilmente emergono qualora si faccia riferimento alle categorie e ai metodi delle neuroscienze in ricerche rivolte alla letteratura. L’articolo cerca di offrire un contributo in questo senso. Attraverso l’osservazione di alcune ricerche neuroscientifiche e seguendo le riflessioni degli stessi neuroscienziati, si esamina il problema della correlazione e si delinea una posizione epistemologica che si colloca tra il monismo anomalo di Donald Davidson e il monismo nomologico. Infine, si formulano alcune ipotesi su ciò che le scienze e le discipline che riflettono sulla nostra esperienza, o sulla nostra psiche, possono auspicare dal rife- rimento alle neuroscienze. Per valutare la fecondità delle conclusioni e delle ipotesi delineate, successivamente, si proverà a leggere sulla loro base la Vita di Vittorio Alfieri.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Stefano Ballerio
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2017-01-12T14:50:27Z
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nmb a2200000Iu 4500
"100622 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/586
doi
dc
L’intero irrequieto: sulla poligenesi dell’idea strutturale nel pensiero russo del primo Novecento
Sini, Stefania
Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" - Vercelli
Si rintraccia la genesi del concetto di opera letteraria e artistica come struttura nel pensiero russo del primo Novecento, con attenzione privilegiata ai Formalisti dei quali si evidenziano molteplici letture filosofiche. Ci si sofferma in particolare sulla fortunata traduzione russa (1911) di Philosophie der Kunst del filosofo tedesco Broder Christiansen, scritto fondamentale per larga parte dell’estetica, della teoria della dell’arte e della letteratura russe del periodo. Di questo saggio si mette a fuoco la nozione di dominante, la quale otterrà ampia diffusione grazie soprattutto a Roman Jakobson. Del pensiero del grande linguista emerge la forte matrice teleologica, che pervade del resto l’idea di opera come intero propria di molti Formalisti. Si conclude con qualche rapido accenno all’immagine del dispositivo, oggetto di recenti discussioni in ambito francese.
Milano University Press
2010-06-22 23:46:48
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/586
ENTHYMEMA; N. 1 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Stefania Sini
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/750
2017-01-12T14:53:07Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/750
doi
dc
La funzione testuale secondo Daniel Dubuisson. Fondamenti di etica letteraria in Anthropologie poétique
Lopopolo, Mariangela
Nei tempi di crisi che stiamo attraversando, l’interrogativo sul ruolo e sull’utilità della opere letterarie sembra proporsi con una certa insistenza e rinnovarsi anche nel nostro paese. A cercare di rispondergli, sono, in particolare, gli studi dei rapporti tra l’etica e la letteratura, tradizionalmente concentrati su contenuti testuali espliciti, messaggi e ideologie. Tali studi, però, specie di recente, hanno mostrato di sapersi rivolgere anche al testo letterario in quanto forma artistica autonoma e dunque libera. Nella libertà del testo, l’etica della letteratura ha, quindi, scorto responsabilità cognitive, educative nonché orientative dei testi nei confronti degli uomini.
Svolgendo ricerche in una chiave antropologico-metafisica, Daniel Dubuisson ha individuato proprio la conoscenza, l’educazione e l’orientamento come costitutivi della funzione testuale in generale e ha riservato alla questione il libro Anthropologie poétique (1996). Questo contributo ripercorre alcuni punti del lavoro dell’antropologo e storico delle religioni francese, con l’intento di presentare fondamenti di un’etica letteraria che si segnala all’attenzione della teoria e della critica della letteratura.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
ita
Copyright (c) 2011 Mariangela Lopopolo
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2017-01-12T14:51:58Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/753
doi
dc
Neuroscienze e teoria letteraria. II - Un esperimento di lettura
Ballerio, Stefano
Questa seconda parte dell'articolo sviluppa le premesse teoriche e metodologiche definite nella prima parte. Dalle conoscenze neuroscientifiche sulla memoria si ricavano alcune idee che quindi sono ripensate in termini psicologici e usate come euristica per un esame della Vita di Vittorio Alfieri. Lo scopo è valutare se le conoscenze neuroscientifiche, attraverso le mediazioni descritte, possano contribuire all'interpretazione di un'opera letteraria. L'autobiografia alfieriana è quindi studiata per il modo in cui il passato è rievocato e raccontato. Infine, si propongono alcune conclusioni teoriche e metodologiche.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Stefano Ballerio
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2017-01-12T14:51:58Z
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"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/755
doi
dc
Dispositivi e critica letteraria
Talamo, Roberto
Università degli Studi di Bari
Si affronta il concetto di «dispositivo» attraverso l’analisi della relazione con i suoi antecedenti nel pensiero foucaultiano: «formazione discorsiva» e «positività». Definito il dispositivo come una ‘rete’ destinata a incrinarsi e superarsi, si chiarisce la teoria di questi punti di frattura attraverso le riflessioni sui tempi storici di Koselleck e Ricœur. L’iniziativa (o «forza del presente») che permette a un sistema di trasformarsi è individuata, nell’ambito della critica letteraria, in una complessa funzione-autore, luogo di congiunzione e conflitto di un’ontologia delle intenzioni e un’ontologia degli eventi. Utilizzando i concetti di dispositivo e di funzione-autore si rilegge una delle più grandi opere critiche del XX secolo: Mimesis di Erich Auerbach.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Roberto Talamo
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2017-01-12T14:51:58Z
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"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/756
doi
dc
Considerazioni mimetiche su Il perturbante (Das Unheimliche)
Antonelli, Emanuele
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Si affronta una revisione della categoria psicanalitica del perturbante, con attenzione alla genesi della nozione nell’opera di Freud. Si propone quindi un’ipotesi di lettura, mediante applicazione del paradigma offerto dalla teoria mimetica di René Girard, al fine di rivedere le fondamenta antropologiche dell’esperienza codificata nel testo freudiano. Attraverso un’analisi etimologica del lemma italiano, si discute l’opportunità delle critiche rivolte alla traduzione originale, mettendo anzi in luce la complessità semantica di tale soluzione e le potenzialità esplicative che essa aggiunge alla già ampia, e nota, estensione del lemma tedesco. Con riferimento alla filosofia della storia di matrice girardiana, si mette a fuoco il ruolo della temporalità sia dal punto di vista della genesi della determinazione analitica, sia dal punto di vista delle condizioni di possibilità storiche dell’esperienza in esame.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/756
ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Emanuele Antonelli
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/757
2017-01-12T14:51:58Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/757
doi
dc
Rhetoric of Seduction and Seduction of Rhetoric in Paul de Man's ‘Allegories of Reading’
Mirabile, Andrea
Vanderbilt University
The essay analyzes the work of Paul de Man (1919-1983), in particular Allegories of Reading. Even though his posthumously revealed ties with Nazism reduced his academic influence, de Man is still considered the leader of Deconstruction in America, and his favorite metaphor of 'seduction' summarizes his Nietzschean theory of rhetoric as illusionism, i.e. a strategy that provoke an affective reaction, independent from logic or facts. Yet, this metaphor seems to be in contrast with other tendencies of Deconstruction, namely the self-referential, non-voluntary, autonomous status of writing, the absence of critical meta-language, the reduction of psychology in criticism.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Andrea Mirabile
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/758
2017-01-12T14:51:58Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/758
doi
dc
«Humourism» in European Literature
Marcheschi, Daniela
What is Tradition? We usually (and wrongly) think it coincides with History. It would be better to think of Traditions, that is various experiences that co-exist in history and can be picked up to build on one’s system of values to be passed on to future generations. Our knowledge is actually based on traditions, and literature makes no exception. In this paper the author shows how one tradition, i.e. the comic-humoristic one, has marked European culture and literature. Its extraordinary genealogy has been written down by Gerard de Nerval: from Apuleius through Petronius, Swift, Diderot, Voltaire, up to Lawrence Sterne. Nevertheless, in the course of time, the comic-humoristic tradition has been able to attract many other novelists, poets and artists who have brilliantly enriched our cultural experience. It is possible to go back to the nineteenth century and track down many lines of the comic-humoristic tradition acting in European cultures, in order to show their dynamics, their interactions and their influence even at the outset of children’s literature.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Daniela Marcheschi
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2017-01-12T14:51:58Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/759
doi
dc
Griffin and Sabine di Nick Bantock. Arte, racconto, scrittura e calligrafia.
Sindoni, Maria Grazia
Università degli Studi di Messina
Questo contributo prende le mosse dalla problematica definizione di racconto, variamente interpretato in sede critico-letteraria di area inglese ed angloamericana. Si prenderà in esame un esempio che sfida tale categoria, Griffin and Sabine di Nick Bantock (1991), opera scritta e illustrata. Tale opera si configura come difficilmente inquadrabile in un genere letterario canonico di tradizione occidentale, perché si presenta come un carteggio «illustrato» fra i due personaggi protagonisti, raccogliendo un insieme di lettere e cartoline dipinte e variamente decorate. Le lettere sono inserite in buste postali cui il lettore ha accesso fisico. La lettura richiede manipolazioni operative preliminari, come l’apertura della busta, lo spiegamento e il tocco della carta, la decodifica della calligrafia dei personaggi. L’esperienza sensoriale a cui è sottoposto il lettore è rinforzata dall’ uso funzionale della calligrafia, che in quest’opera viene sfruttata in tutte le sue potenzialità espressive, per assumere connotati visivi ed estetici oltre che meramente comunicativi e referenziali. Infine, si suggeriranno possibili percorsi di lettura, che contemplino l’incorporamento dell’esperienza visiva e sensoriale a completamento del processo classico (intellettuale, cognitivo) di lettura dell’opera narrativa.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Maria Grazia Sindoni
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2017-01-12T14:51:58Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/760
doi
dc
La Storia del De Sanctis: un romanzo ‘popolare’
Quadrio, Benedetta
Università degli Studi di Torino
Il confronto tra i criteri stilistici e compositivi con cui è organizzato il materiale narrativo della Storia della letteratura italiana di De Sanctis e i dettami ricavabili dalla lezione napoletana del 1872 Cesare Cantù e la letteratura popolare rivela che la Storia è stata costruita secondo il modello di un grande romanzo popolare dell’Ottocento. Se applicati alla Storia, i principi che rendono «popolare» un’opera si rinvengono oltre che nell’aspetto riguardante la «superficie della forma», anche in quelli che attengono alle sue «parti essenziali» e alla «sostanza». Ripercorrendo l’evolversi dello spirito italiano attraverso la storia letteraria, la struttura stessa rende l’opera uno strumento efficace all’interno del progetto desanctisiano di diffusione di una coscienza nazionale unitaria.
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2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Benedetta Quadrio
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2017-01-12T14:51:58Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101221 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/761
doi
dc
Los diálogos lucianescos de Francisco Sobrino
Arribas, Nieves
Università dell'Insubria
En 1708, el impresor François Foppens publica en Bruselas los Dialogues Nouveaux [...] de Francisco Sobrino, un oficial reformado y maestro de Corte que plagia, incrementándola, la colección de César Oudin (Dialogos muy apazibles [...] Marc Orry, 1608), quien a su vez había hecho lo propio con los siete de John Minsheu (Pleasant and Delightfull Dialogues, Londres, 1599) en una de la líneas editoriales más importantes, paralela a la de otras constelaciones (como la inaugurada por Noel de Berlaimont) de la riquísima tradición paneuropea de coloquios didácticos creados para dar muestras de conversacionalidad a quienes desearan aprender segundas lenguas. De los seis diálogos originales de Sobrino, cuatro son fantasiosos y de éstos, hay tres lucianescos en el sentido de que usan la ‘estrategia de Luciano’ pues sus interlocutores son personajes muertos (Mahoma, Colón, Moctezuma, etc.). Será trazado aquí un análisis de las características de los mismos, con especial atención a los componentes didácticos e ideológicos.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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2017-01-12T14:51:59Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101222 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/775
doi
dc
Nikolaj I. Nikolaev, La critica non ufficiale al «metodo formale» nella cultura russa degli anni '20
Larocca, Giuseppina
Università degli Studi di Pisa
Il brano che presentiamo in traduzione è tratto dall’articolo M. M. Bachtin, Nevel’skaja škola filosofii i kul’turnaja istorija ’20-ch gg. (M. M. Bachtin, La scuola filosofica di Nevel’ e la storia culturale degli anni ’20), uscito nella curatela di V. L. Machlin intitolata Bachtinskij sbornik (Moskva 2004). Esso intende ricostruire la storia della critica non ufficiale (e quindi non marxista) al metodo formale nel corso degli anni ’20 attraverso una ricca documentazione bibliografica fra cui spiccano i carteggi, gli articoli e le recensioni pubblicate fra il 1921 e il 1930 da parte di numerosi intellettuali del periodo, come il poeta e critico Vladislav Chodasevič (1886-1939), il teorico simbolista Vjačeslav Ivanov (1866-1949), il poeta Andrej Belyj (1880-1934) e il filosofo Michail Bachtin (1895-1975). A questo composito materiale si aggiungono le testimonianze e i saggi di coloro che invece hanno gravitato attorno agli ambienti formalisti e che poi ne hanno preso le distanze; è questo il caso di Viktor Žirmunskij (1891-1971), dei membri del gruppo della rivista «Hermes» legati all’ermeneutica filosofica di Gustav Špet, e dello studioso Viktor Vinogradov (1894-1970).
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2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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2017-01-12T14:51:59Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101223 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/785
doi
dc
Cartografia e corporeità: strategie narrative nella letteratura ebraico-americana
Zangari, Sostene Massimo
Università degli Studi di Milano
Un percorso di evoluzione interessa la letteratura etnica americana nei primi decenni del Ventesimo secolo. A una prima generazione che si rifà a schemi narrativi e ideologici presi a prestito dalla letteratura mainstream, succede una seconda generazione che guarda con interesse alla sperimentazione modernista e vuole portare alla luce aspetti problematici legati ai cambiamenti sociali provocati dall’immigrazione di massa. Nell’ambito della letteratura degli ebrei americani, l’analisi parallela dei romanzi The Rise of David Levinsky di Abraham Cahan, rappresentante del primo gruppo, e Jews Without Money di Michael Gold, appartenente al secondo, illustra le differenze di ordine strutturale e ideologico tra i due momenti. Il testo di Cahan, riscrittura polemica della forma rags to riches, propone un percorso narrativo incentrato sulla costruzione dell’individuo e sul tentativo di assimilazione all’ordine dominante, mentre il romanzo di Gold propone una segmentazione del punto di vista che trasforma il narratore in un testimone passivo delle vicende di altri personaggi, fornendo una prospettiva collettiva rappresentativa dei destini della comunità.
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2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Sostene Massimo Zangari
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2017-01-12T14:51:59Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101223 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/786
doi
dc
Scritto sul vento. Aspetti della questione retorica in Ulysses
Patey, Caroline
Università degli Studi di Milano
Nel capitolo in cui Joyce rilegge e riscrive l’incauta liberazione omerica dei venti contrari, foriera di ulteriori ostacoli al ritorno dei navigatori, il gioioso e scanzonato avvicendamento di tropi e figure – entimema e paranomasia, palindromo e metatesi – capovolge il segno negativo dell’ipotesto e invita a riconsiderare Ulysses alla luce di dialettiche e strategie testuali che ne moltiplicano i sensi e interrogano in modo impellente la forma stessa del genere.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Caroline Patey
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2017-01-12T14:51:59Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101223 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/788
doi
dc
Vitalij L. Machlin, Dopo l'interpretazione
De Michiel, Margherita
Università di Bologna
Una riflessione insieme lucida e accorata sulla contemporaneità umanistico-scientifica oggi, in Russia come in occidente, in un’epoca che si confronta con l’esperienza del «dopo» a molteplici livelli del «mondo della storia» e del «mondo della vita». Approcci a un’«epistemologia umanistica» come «filosofia della seconda coscienza», ermeneutica dialogica che è insieme filosofia del linguaggio e ontologia sociale. La postulazione di una nuova «filologizzazione della filosofia» che riproponga il genere discorsivo del «commento» nella sua duplice anima della «comprensione» e della «spiegazione». Nella nostra epoca «postbarbarica», la ripresa di un discorso interrotto per una nuova disputa tra «antichi» e «moderni». La parola di un filosofo, e il suo appello a un ritorno alla valenza etica dell’insegnamento.
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
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Copyright (c) 2010 Margherita De Michiel
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2017-01-12T14:51:59Z
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nmb a2200000Iu 4500
"101224 2010 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/789
doi
dc
Meir Sternberg, Raccontare nel Tempo (II): Cronologia, Teleologia, Narrativita
Passalacqua, Franco
Università degli Studi di Milano
In quest’ultima sezione di Telling in Time (II) l’autore porta a compimento l’analisi condotta sulle condizioni di esistenza del discorso narrativo fornendo una definizione conclusiva delle nozioni chiave incontrate lungo l’intero saggio: narratività, narrazione e universali narrativi (individuati negli effetti di suspense, curiosità e sorpresa). Fornite queste definizioni – che assumono tanta più rilevanza se si considera la notevole diffusione che esse hanno avuto nell’ambito degli studi narratologici – l’attenzione si sposta sulle conseguenze di carattere epistemologico che una tale proposta implica nella configurazione degli studi narrativi e, in particolare, in merito all’adattamento, che non può essere più di tipo realistico, rispetto al proprio oggetto di studio. A conclusione del lavoro, Sternberg specifica la propria proposta: essendo la narratività – ecco, in sintesi, l’argomento finale – il procedimento che qualifica il discorso narrativo attraverso criteri anti-rappresentazionali, transmediali e dialogici, l’indagine critica sulla narrazione deve porsi co- me obiettivo primario quello di analizzare i meccanismi cognitivi e le strategie discorsive che so- no alla base dell’interazione dialogica tra lettore e opera (in modo da ancorare le proprie premes- se sulla specificità stessa del genere narrativo) e, secondariamente, di comprendere come tale procedimento invariante entri in relazione e modifichi, «narrativizzando», i fattori variabili dell’universo narrativo (al fine di stabilire una disposizione gerarchica tra i diversi fattori narrativi).
Milano University Press
2010-12-24 19:55:41
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ENTHYMEMA; N. 2 (2010)
ita
Copyright (c) 2010 Franco Passalacqua
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2017-01-12T14:53:07Z
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nmb a2200000Iu 4500
"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1139
doi
dc
Il metodo orlandiano come strumento per interpretare controversie comparativiste: il caso di Griboedov e Molière
Cioni, Lorenzo
Università di Pisa
L’articolo, nato nel 2009 sotto la supervisione del prof. Francesco Orlando, ha come scopo di mostrare come il metodo orlandiano, o meglio alcune sue parti (soprattutto il concetto di ritorno del represso nella sfera dei contenuti) possano nella pratica dell’analisi letteraria essere strumento prezioso per risolvere complesse diatribe interpretative, anche non immediatamente legate a letture di tipo freudiano dei testi. Nella fattispecie, l’articolo mostra come il lungo dibattito attorno al legame tra la commedia di Griboedov L’ingegno che guaio e la sua lontana antenata francese, il celeberrimo Misantropo di Molière, possa essere visto in una nuova luce analizzando il rapporto repressione sociale-represso che vigeva nelle società che partorirono questi testi, e prescindendo dunque dal corto circuito causato dall’eccessiva insistenza sulla parallelenjägerei testuale a favore di una visione più globale (e, soprattutto, sociale) delle due pièce.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
ita
Copyright (c) 2011 Lorenzo Cioni
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2017-01-12T14:53:07Z
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nmb a2200000Iu 4500
"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1190
doi
dc
Ol'ga Slivickaja, Un ‘incontro ideale’: Lermontov e Tolstoj
Illarionova, Elizaveta
Università Statale della Cultura e delle Arti di San Pietroburgo
Il saggio indaga l’antropologia culturale in Un eroe del nostro tempo di Lermontov a confronto con i romanzi di Tolstoj. L’analisi della novella Maksim Maksimyč permette di scoprire nella contrapposizione di Pečorin e Maksim Maksimyč il tema del conflitto culturale tra un uomo eccezionale e un «uomo semplice» e, in una visione più ampia, tra l’intelligencija e il popolo. Tale conflitto, irrisolto nel romanzo di Lermontov ad eccezione del tema del fatalismo comune a tutti i personaggi, verrà sanato nella figura di Pierre Bezuchov di Guerra e pace. In conclusione, si riafferma il duplice ruolo di Lermontov come antesignano di Tolstoj ma anche artista autonomo dalle scelte artistiche non inferiori ma radicalmente diverse da quelle tolstoiane.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
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2017-01-12T14:53:07Z
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"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1191
doi
dc
Sconfinamenti tra generi nella narrativa spagnola tra Otto e Novecento: alcuni esempi
Siviero, Donatella
Università di Messina
La prefazione è un elemento paratestuale ricco di contraddizioni, paradossi e tranelli per il lettore. Un caso interessante è quello delle prefazioni che fanno parte integrante del gioco finzionale, come quelle anteposte alle false scritture autobiografiche, molto praticate nella Spagna tra Otto e Novecento. Qui l’autore lancia la sua sfida al lettore fingendo un’identità altra o mascherandosi e mettendo in pratica degli sconfinamenti tra generi. L’articolo propone l’analisi delle prefazioni autoriali e/o fittiziamente autoriali presenti in quattro opere narrative scritte tra la seconda metà dell’Ottocento e il Novecento (Mariquita y Antonio e Pepita Jiménez di Juan Valera, Jusep Torres Campalans di Max Aub e Quizá nos lleve el viento al infinito di Gonzalo Torrente Ballester), che si rivelano delle ingegnose, ambigue e complesse trappole argomentative.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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Copyright (c) 2011 Donatella Siviero
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2020-10-20T11:03:45Z
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nmb a2200000Iu 4500
"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1192
doi
dc
Dei cataloghi nello stile documentario della Grande Depressione
Scarpino, Cinzia
Università degli Studi di Milano
Il presente saggio si propone di analizzare alcune opere letterarie in senso lato (poesie, libri-documentario, script di film-documetario) scritte negli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione (1929-1941) alla luce della presenza ricorrente di cataloghi, liste e inventari. Partendo da un excursus storico circa la centralità del catalogo come forma narrativa atta a rendere l’abbondanza del Nuovo Mondo nella cultura e nella letteratura dell’Ottocento (dai diari dei primi esploratori agli scritti di Thomas Jefferson, dalle geremiadi puritane agli almanacchi e ai diari rurali, dalle teorizzazioni estetiche di Ralph Waldo Emerson al «poeta catalogatore» Walt Whitman e al Walden di H. D. Thoreau), il saggio si sofferma su alcune opere-documentario degli anni Trenta del Novecento; un periodo che, segnato profondamente dalla crisi economica e testimone di una riconfigurazione della geografia reale e simbolica del territorio nazionale, punta nuovamente a cataloghi e inventari, secondo una scelta retorica funzionale alla rappresentazione del rovescio del mito di abbondanza delle origini.
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2011-07-01 13:48:06
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"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1193
doi
dc
Dal racconto allo stage: percorsi della memoria in Brian Friel
Cambria, Mariavita
Università di Messina
Numerosi scrittori sono arrivati alla stesura di testi teatrali dopo aver sperimentato altri mezzi espressivi, che spesso hanno costituito una sorta di laboratorio artistico ed esperienziale di tematiche, metodi e strumenti. Tra questi, l’irlandese Brian Friel (1929-), che, dopo un’iniziale carriera come scrittore di racconti brevi, si è affermato sulla scena internazionale grazie ai suoi plays. Attraverso l’analisi di elementi di continuità tra Foundry House, un racconto breve del 1962, e il dramma Aristocrats (1979), questo contributo si propone di mettere in luce il fil rouge che lega i due testi costituito da una riflessione sui processi di memoria collettiva ed individuale che permea i lavori di Friel.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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"110701 2011 eng "
2037-2426
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doi
dc
Nikolaj Ivanovič Nikolaev, La critica non ufficiale al «metodo formale» nella cultura russa degli anni ’20
Larocca, Giuseppina
Università di Pisa
La complessa e multiforme storia del formalismo russo è da tempo oggetto di ricerche che ne mettono a nudo tanto le contraddizioni e dispute interne quanto l’intricata rete di relazioni con personalità di circoli e gruppi critico-letterari contemporanei. Lo studio che viene qui presentato in traduzione – la seconda di tre parti – mira a far luce sulla storia della critica non ufficiale al formalismo, ovvero sulla storia di tutti quegli intellettuali – singoli o appartenenti a precise correnti estetico-letterarie – che, ora a Mosca, ora a Pietrogrado/Leningrado, hanno offerto un’alternativa metodologica alla pratica critica del gruppo di Ėjchenbaum. Attenzione privilegiata viene qui riservata all’attività di studiosi come Grigorij Vinokur e Viktor Žirmunskij, così come anche a quella dei seguaci e allievi del filosofo Gustav Špet operanti presso la GAChN moscovita.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
ita
Copyright (c) 2011 Giuseppina Larocca
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2017-01-12T14:53:07Z
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"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1195
doi
dc
Epifania dell’astanza. Brandi, Joyce e il modernismo tradito
Borsa, Davide
Politecnico di Milano
Davide Borsa analizza prestiti terminologici, riuso, invenzioni e ‘fossili’ lessicali come epifania, fulgurazione, astanza, nell’opera, nell’estetica e nel linguaggio di Cesare Brandi, individuando alcune caratteristiche dell’archetipo letterario italiano nel delicato momento di transizione dal postcrocianesimo allo strutturalismo, approfondendone alcune costanti ideologiche. Pur muovendosi nel segno della ricerca della continuità nei valori tradizionali, Brandi compie un’originale rilettura dell’avanguardia europea modernista e di Joyce che gli consentirà di sviluppare un originale approccio terminologico al restauro e all’estetica.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
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Copyright (c) 2011 Davide Borsa
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1196
2017-01-12T14:53:07Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1196
doi
dc
Il campo dell'arte: regole e valori dell'istituzione letteraria
Avella, Paola
Università degli Studi di Milano
Si considera in questo articolo il campo artistico, descritto da Pierre Bourdieu, come il teatro di una lotta per la conquista del monopolio della legittimità letteraria tra (dis)posizioni sociali, a cui corrispondono precise strategie simboliche, concorrenti. Viene, così, messo in discussione il mito della gratuità e del disinteresse del lavoro intellettuale insieme a quello dell’esperienza estetica come identificazione immediata e contemplazione dell’opera. Le istanze di legittimazione interne al campo, infatti, determinano i modi della produzione, ma anche quelli dell’appropriazione. Solo un fruitore dotato della competenza adeguata sarà in grado di riconoscere il valore esemplificazionale inscritto nel testo.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
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Copyright (c) 2011 Paola Avella
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1197
2017-01-12T14:53:07Z
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"110701 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1197
doi
dc
Joseph Slaughter, Lettura umanitaria
Zangari, Sostene
Università degli Studi di Milano
Nell’ambito della discussione sulle potenzialità della lettura e dello studio letterario come strumento di alfabetizzazione nei diritti umani, il saggio intende proporre un’alternativa alle strategie di lettura proposte da Richard Rorty e Martha Nussbaum, le quali pongono l’accento sull’identificazione tra lettore e vittime. Prendendo a oggetto di analisi Un ricordo di Solferino, opera di Henry J. Dunant, il saggio esplora la possibilità di identificazione tra lettore e il volontario impegnato nella cura dei feriti e dei bisognosi, sostituendo all’empatia metaforica proposta da Rorty e Nussbaum un rapporto metonimico di contiguità. La sostituzione consente di superare la divisione lettore/vittima, che ripropone una relazione asimmetrica di potere tra l’Occidente e il resto del mondo, e avviare un discorso diretto a tutta l’umanità senza distinzione.
Milano University Press
2011-07-01 13:48:06
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ENTHYMEMA; N. 4 (2011)
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Copyright (c) 2011 Sostene Zangari
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1745
2017-01-12T14:53:41Z
enthymema:SG
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1745
doi
dc
Northrop Frye, Verso e prosa
Sullam, Sara
Università degli Studi di Milano
La voce Verso and Prosa, compilata da Northrop Frye per la Princeton Encyclopedia of Poetry and Poetics (1974), riprende le riflessioni del «Manuale di stile» ne Il Critico ben temperato (1963) e può essere letta come appendice al quarto saggio dell’Anatomia della critica (1957).
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2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Sara Sullam
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1748
2017-01-12T14:53:41Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1748
doi
dc
Stanley Fish, Chi ha paura di Wolfgang Iser?
Massari, Laura
Università degli Studi di Milano
Presentiamo qui la traduzione del saggio di Stanley Fish, Why no one’safraid of Wolfgang Iser, pubblicato nel numero di Marzo 1981 della rivista Diacritics. L’articolo fu scritto in risposta all’intervista a Wolfgang Iser, pubblicata nel numero precedente della stessa rivista, ma prende spunto per lo più da una delle massime opere di Iser, ovvero L’atto di lettura. Una teoria della risposta estetica (Il Mulino, Bologna, 1987). In esso l’autore valuta, critica e confuta molti dei capisaldi della teoria letteraria iseriana, a partire dalla natura ontologica degli agenti coinvolti nell’atto di lettura, fino all’esame fenomenologico dell’interpretazione, che Fish applica sia al testo letterario che alla percezione del mondo reale.
Milano University Press
2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Laura Massari
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1751
2017-01-12T14:53:41Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1751
doi
dc
Igor’ Alekseevič Pil’ščikov, Il retaggio scientifico del formalismo russo e le scienze umane moderne
Cadamagnani, Cinzia
Università di Pisa
Lo stretto legame che unisce le teorie narratologiche degli anni Sessanta e Settanta agli studi pionieristici della scuola formale e, in particolare, della Società per lo studio del linguaggio poetico (Obščestvo po izučeniju poètičeskogo jazyka – OPOJAZ), è ormai da tempo ampiamente riconosciuto. Il presente intervento, nel proporre una ricostruzione sintetica del formalismo russo, intende soffermarsi soprattutto sui contributi apportati alla metodologia dai rappresentanti del Circolo linguistico di Mosca (Moskovskij lingvističeskij kružok – MLK) al fine di evidenziarne il retaggio nelle scienze umane moderne. Particolare attenzione verrà dedicata alla figura di Boris I. Jarcho e all’applicazione del metodo statistico-induttivo nello studio del fatto letterario e linguistico.
Milano University Press
2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Cinzia Cadamagnani
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2017-01-12T14:53:41Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1754
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dc
Un’analisi strutturale: Il corvo bianco di P. Bigongiari
Vitacolonna, Luciano
Università G. D'Annunzio di Chieti-Pescara
Presentiamo qui un'analisi strutturale della lirica Il corvo bianco di Piero Bigongiari. Vengono così messi in luce sia gli strati del testo, sia le relazioni intra- e intertestuali. Attraverso lo scandaglio degli aspetti compositivi della poesia ne proponiamo infine una complessiva lettura simbolica.
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2011-12-27 21:26:11
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Copyright (c) 2011 Luciano Vitacolonna
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1756
doi
dc
L’immaginazione al lavoro. Che cosa e come conosciamo dal romanzo
Consoli, Gianluca
L’articolo delinea i fondamenti di un’epistemologia del romanzo, rispondendo alle domande di base: che cosa e come possiamo conoscere attraverso il romanzo. A partire dalla definizione del romanzo come racconto di finzione, viene sviluppata una posizione di cognitivismo radicale, per la quale il romanzo (a) produce conoscenza modale; (b) giustifica questa conoscenza in base al principio della verosimiglianza; (c) favorisce l’apprendimento per esperienza in virtù dell’esemplificazione immaginativa. Le tesi proposte vengono corroborate in riferimento ai recenti dati sperimentali ottenuti dalle scienze cognitive, in particolare dalla psicologia cognitiva, sull’immaginazione, la finzione, la simulazione.
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2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Gianluca Consoli
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1757
2017-01-12T14:53:42Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1757
doi
dc
Hojear y ojear un diccionario
Arribas Esteras, Maria Nieves
Università degli Studi di Firenze
En los últimos años se ha multiplicado la publicación de diccionarios especializados para aprendices de lengua española como lengua extranjera. Este trabajo se propone analizar uno de los productos lexicográficos pioneros de este sector, el Diccionario de Salamanca de 1996, para mostrar ciertas pautas sobre los criterios que nos ayudan a calibrar la calidad de una obra así. Se trata de comprender hasta qué punto debe ser diferente del elaborado para usuarios nativos en general comparándolo con dos volúmenes representativos de lexicografía no especializada en ELE: el de la Real Academia (DRAE) y el Diccionario del Español Actual (DEA), considerado hoy en día como uno de los mejores que hay en el mercado. Se reflexionará por tanto sobre cuáles son los elementos útiles, necesarios e incluso imprescindibles en el sector dedicado a este tipo de usuarios.
Milano University Press
2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
spa
Copyright (c) 2011 Maria Nieves Arribas Esteras
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2017-01-12T14:53:42Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1759
doi
dc
Implicazioni stilistiche della metrica giudiciana: L’enjambement ne La Vita in versi
Conte, Marco
Università degli Studi di Milano
Mediante l’analisi del ricorso all’enjambement nella raccolta poetica La Vita in versi di Giovanni Giudici, nella valutazione delle sue conseguenze metrico-ritmiche e della sua intensità, e nella descrizione delle sue implicazioni stilistico-espressive, si verifica l’interazione del livello metrico-semantico e del significante poetico nel determinare l’efficacia e la memorabilità dei versi della silloge, uno dei più notevoli episodi di realismo poetico del Novecento italiano.
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2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
ita
Copyright (c) 2011 Marco Conte
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1760
2017-01-12T14:53:42Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1760
doi
dc
Nikolaj Ivanovič Nikolaev, La critica non ufficiale al «metodo formale» nella cultura russa degli anni ‘20
La Rocca, Giuseppina
Università di Pisa
Nell’ultima parte della traduzione del testo di Nikolaev viene conclusa la trattazione relativa alla critica non ufficiale al «metodo formale». Il saggio continua a discutere le posizioni di personalità quali Vinokur, Žirmunskij, Vinogradov, ma anche Pumpjanskij e Kagan alla luce della «periodizzazione» del metodo formale offerta da Bachtin ne Il metodo formale nella scienza della letteratura. Si riflette contestualmente sulle reazioni dei formalisti e sugli sviluppi dello stesso movimento, presentando i risvolti che esso ha avuto in Europa attraverso il prisma della storiografia occidentale.
Milano University Press
2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Giuseppina La Rocca
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2017-01-12T14:53:42Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1761
doi
dc
Rilevanza della forma grafica dello scritto giuridico (sul rapporto autore-editore-lettore)
Mignone, Gianni
Università di Torino
L’editoria giuridica degli ultimi anni, anziché tendere all’adozione di criteri redazionali uniformi, sembra volgersi alla ricerca di modalità originali, apparentemente finalizzate al risparmio del singolo carattere tipografico. L’informatizzazione dei sistemi, che avrebbe potuto ampliare la gamma delle modalità comunicative, nella prospettiva di tali editori pare invece averla ridotta. In questo contesto l’autonomia espressiva dell’autore resta condizionata in un modo che non sembra giustificato né da un autentico risparmio, né da altre più elevate esigenze. La pubblicazione on-line può scavalcare di netto questi problemi.
Milano University Press
2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Gianni Mignone
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1764
2017-01-12T14:53:42Z
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"111227 2011 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/1764
doi
dc
Michail Bachtin, Su Flaubert. Per una stilistica del romanzo
Sini, Stefania
Università del Piemonte Orientale
Presentiamo in traduzione italiana due testi di Bachtin redatti intorno agli anni 1944-1945 quali appunti preparatori a un lavoro su Gustave Flaubert. Da queste pagine lo scrittore francese mostra di rappresentare per il pensatore russo una figura molto più importante di quanto si supponesse finora. Fra i tanti motivi di estremo interesse qui presenti segnaliamo la riflessione sul ruolo degli animali in letteratura in riferimento al tema flaubertiano della bêtise – con aperture teoriche che troveranno ampie conferme negli studi letterari degli anni più recenti – e, ad essa legato, l’insistito richiamo sulla «possibilità di una visione del mondo completamente diversa», che ammetta la «curvatura» dello spazio e del tempo, quale presupposto della parola romanzesca.
Milano University Press
2011-12-27 21:26:11
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ENTHYMEMA; N. 5 (2011)
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Copyright (c) 2011 Stefania Sini
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2017-01-12T14:54:07Z
enthymema:SG
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"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2212
doi
dc
L’esercizio e gli Essais. La retorica filosofica di Montaigne
Ronchetti, Emanuele
IULM, Milano
La scrittura degli Essais crea una forma di discorso filosofico pirroniano originale, adatto a esprimere la varietà infinita del mondo. Apre così la strada a un metodo senza fine di indagine: la zetetica.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
ita
Copyright (c) 2012 Emanuele Ronchetti
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2017-01-12T14:54:07Z
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"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2213
doi
dc
Liberare il molteplice Una valenza etica della letteratura
Menzio, Pino
Il saggio analizza come la letteratura, in quanto pietas memoriale e conoscenza affettivamente connotata, dia vita a una forma di opposizione o contenimento della dimensione economica, in particolare per la sua capacità di liberare la molteplicità del mondo dall’abbraccio soffocante del cosiddetto “pensiero unico.” Queste riflessioni etiche mettono capo a una filosofia della letteratura, e non a una pragmatica del testo letterario.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Pino Menzio
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2017-01-12T14:54:07Z
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"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2214
doi
dc
Fiction e identità narrativa
Talamo, Roberto
Università degli Studi di Bari
Nell’articolo si compie una ricognizione dei principali indirizzi di teoria del romanzo che leggono questo genere narrativo come forma della vita interiore svelata. Confrontando queste teorie con il concetto di “identità narrativa” sviluppato da Ricœur, si propone un’idea originale di analisi delle vite interiori narrate nella fiction, a partire dalla definizione auerbachiana di “realismo moderno” come tentativo di avvicinarsi alla realtà oggettiva tramite “molte impressioni soggettive avute da molte persone”.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Roberto Talamo
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2017-01-12T14:54:07Z
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nmb a2200000Iu 4500
"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2215
doi
dc
(Trans)letteratura
Oropallo, Lorenzo
Università degli Studi di Verona
Secondo i principi della semiotica, disciplina a tutt’oggi ancora molto praticata, la letteratura è caratterizzata da una particolare strutturazione segnica e semantica che la distingue da tutte le altre espressioni artistiche; tuttavia, tale concezione poggia in realtà su una base estetica tradizionale che sola è capace di garantire l’autonomia (e l’eteronomia) del fatto letterario.
According to semiotics, which is still very practiced nowadays, literature is characterized by a particular sign and semantic configuration that distinguishes it from all other arts; however, such conception is actually based on a traditional aesthetics that only can guarantee the autonomy (and the heteronomy) of literature.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Lorenzo Oropallo
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"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2216
doi
dc
Sven Birkerts, Il volo della civetta
Calarco, Giovanni
Traduzione del capitolo «The Owl Has Flown» da The Gutenberg Elegies.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Giovanni Calarco
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2017-01-12T14:54:07Z
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"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2217
doi
dc
Ol’ga V. Slivickaja, L’ottica di Tolstoj
Illarionova, Elizaveta
Università degli Studi di Milano
Si presenta di seguito la traduzione del saggio di Ol’ga Vladimirovna Slivickaja Il sistema ottico dell’Anna Karenina: approcci al tema della modernità dell’antropologia tostoiana, in pubblicazione a giugno 2012 nel “Jasnopoljanskij Sbornik” n. 26. Il saggio è dedicato alla foca- lizzazione nel romanzo di Tolstoj Anna Karenina, con particolare attenzione a come il cambiamento del punto di vista influenzi la rappresentazione dei personaggi. Viene in- dagata l’ottica della distanza da cui si osservano gli eroi tolstoiani: un’ottica che varia in base ai particolari scopi comunicativi delle diverse parti del romanzo.
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2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Elizaveta Illarionova
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2017-01-12T14:54:07Z
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"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2218
doi
dc
Per un'idea di infanzia (e dell'età adulta): immagini del bambino nella narrativa europea dell’Ottocento
Marcheschi, Daniela
Fondazione Nazionale "Carlo Collodi"
Il bambino come incarnazione di una libertà nuova a cui aspira l'uomo dell'Ottocento. Alla luce di tale evidenza, a partire dal valore nuovo che Rousseau attribuisce all'educazione del bambino e dalla creazione, da parte di Hugo, del personaggio di Gavroche, “gamin de Paris,” birichino o ragazzo di strada autonomo e sovversivo, ma innocente e libero, sono qui analizzate diverse immagini o figure trasgressive del bambino nella narrativa europea dell'Ottocento: da Twain alla Sand, da Flaubert a Dickens, da Andersen a Collodi e al suo immortale, monello per eccellenza, Pinocchio.
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2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Daniela Marcheschi
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2017-01-12T14:54:07Z
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2037-2426
10.13130/2037-2426/2219
doi
dc
Tres lecciones de tinieblas, de José Ángel Valente: naturaleza musical, claves de poética e implicaciones simbólicas
Escobar Borrego, Francisco Javier
Università degli Studi di Firenze
El presente artículo ofrece un estudio circunscrito a la caracterización musical de Tres lecciones de tinieblas (1980), de José Ángel Valente (1929-2000). Para ello, se parte, en primer lugar, del análisis de las claves de poética que ofrece el escritor en distintos textos (entrevistas, ensayos, discursos, diario …) para, con posterioridad, identificar las fuentes de dicho poemario, ya sean musicales –desde el canto gregoriano hasta Webern, Boulez o Schenker–, literarias (Gonzalo de Berceo), filosóficas (Miguel de Molinos), etc. En el conjunto de modelos presentado sobresale, en particular, la asimilación por parte de Valente del género de las Leçons des Ténèbres –sobre todo, Couperin y Charpentier–, así como de la tradición áurea española, con ecos de Tomás Luis de Victoria, Quevedo y sus Lágrimas de Hieremías castellanas, la «música silente» de San Juan de la Cruz o la «poesía musical» de Góngora, entre otros señeros referentes. Por último, dada la compleja naturaleza genérica de Tres lecciones, se presta especial atención, en fin, tanto al simbolismo pitagórico como a las propiedades musicales de las letras-números para concluir con unas notas sobre la poética del fragmento.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Francisco Javier Escobar Borrego
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2220
2017-01-12T14:54:07Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"120621 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2220
doi
dc
Le cento tempere delle Rime di viaggio per la terra di-pinta di Alfonso Gatto
Affinito, Mara
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Alfonso Gatto, con la personale del 1943 a Milano negli spazi della Galleria dell’Annunciata, rende pubblica, per la prima volta, la sua intima aspirazione pittorica. Ventisei anni dopo, nuovamente a Milano, nei locali della Galleria del Naviglio, il poeta espone un corpus di cento pitture, nate dall’intento di dar vita ad un’opera che fosse contestualmente d’immagine e di parola. Di essa resta l’esclusiva traccia poetica nel volume Rime di viaggio per la terra dipinta, pubblicato per volontà editoriale senza corredo iconografico. Il ritrovamento di un fondo fotografico correlato alle originarie pitture ha permesso di restituire al componimento poetico la sua fonte figurativa ed approdare ad una lettura d’insieme dell’intera operazione artistica.
Milano University Press
2012-06-21 20:49:22
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ENTHYMEMA; N. 6 (2012)
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Copyright (c) 2012 Mara Affinito
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2016-12-17T21:22:24Z
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nmb a2200000Iu 4500
"121219 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2654
doi
dc
Dall’estetica alla teoria. Note sulla transestetica della letteratura
Oropallo, Lorenzo
Università di Verona
Come ha messo in rilievo Paul De Man, la teoria della letteratura nasce insieme alla letteratura stessa, dunque a partire dal primo romanticismo tedesco e la sua riflessione intorno alla natura dell'arte. In questo senso, la teoria letteraria non si oppone alla pratica della scrittura, ma alla sua estetica, che quindi è necessario superare.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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Copyright (c) 2012 Lorenzo Oropallo
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nmb a2200000Iu 4500
"121223 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2676
doi
dc
La metafora e i neuroni: stato dell’arte
Calabrese, Stefano
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
La metafora costituisce un dispositivo cognitivamente complesso, basato sulla mappatura di due domini in conflitto, che si impone in tutte le dimensioni della vita quotidiana. La prospettiva neuroscientifica consente oggi di riconoscere nel pensiero metaforico non solo un attivatore della plasticità del cervello, e in quanto tale partecipe attivo della storia evolutiva della mente umana, ma un grado successivo di elaborazione cognitiva rispetto alle mappature implicite nella metonimia.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
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Copyright (c) 2012 Stefano Calabrese
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nmb a2200000Iu 4500
"121223 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2677
doi
dc
Alex Woloch, Caratterizzazione e distribuzione
Zangari, Sostene Massimo
Università degli Studi di Milano
Le opere narrative mostrano un’innata consapevolezza della tensione che deriva dalla necessità di distribuire l’attenzione su diversi personaggi in quantità disomogenee. L’autore si propone di creare un modello teorico per affrontare una serie di questioni legate alle scelte distribuzionali nel romanzo dell’Ottocento. Vengono introdotte le categorie di spazio-personaggio – l’incontro/scontro tra individuo rappresentato e spazio narrativo – e sistema-personaggi – la disposizione di personaggi multipli in una struttura narrativa. Le categorie intendono ovviare alla scissione che ha dominato la critica sul personaggio, divisa tra due posizioni antitetiche: da un lato chi ha ridotto il personaggio a mero accorgimento formale, dall’altro coloro i quali ne hanno enfatizzato l’aspetto referenziale e umano. L’intento delle categorie qui proposte è invece quello di recuperare la dialettica che lega questi due aspetti del personaggio finzionale. In particolare, mettere in evidenza come gli esiti strutturali del romanzo dipendano dal problema di rappresentare personaggi minori ridotti ai due principali paradigmi del bizzaro e del lavoratore. I meccanismi del romanzo e i disequilibri strutturali che derivano dall’incorporazione dei personaggi sono interpretati dall’autore come rispechiamento del difficile rapporto tra diseguaglianza e democrazia, che ha contrassegnato un secolo, l’Ottocento, dove alla mobilità sociale della borghesia faceva da contraltare la marginalizzazione delle classi subalterne. L’intervento si conclude con cenni al trattamento del personaggio nei lavori di Jane Austen, Dickens e Balzac.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
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"121223 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2678
doi
dc
Voci di creature incatenate. Amelia Rosselli ascolta Ingeborg Bachmann
De March, Silvia
Università degli Studi di Padova
Numerose dichiarazioni di Amelia Rosselli istituiscono un rapporto saldo tra l’ultimo suo poemetto, Impromptu, edito nel 1981, e le poesie di Ingeborg Bachmann. Alla luce dei documenti conservati nel Fondo Amelia Rosselli del Centro di Tradizione Manoscritta di Pavia, analizziamo le convergenze testuali tra le due produzioni poetiche e le premesse teoriche affini. Concludiamo che l’ispirazione alla Bachmann è piuttosto labile e che di contro l’insistenza nel proclamare un’ascendenza genetica da una parte convalida una corrispondenza maggiormente retrospettiva, dall’altra rientra nella strategia di autocostruzione di una figura autoriale da parte della Rosselli.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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Copyright (c) 2012 Silvia De March
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2016-12-17T22:42:06Z
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"121223 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2679
doi
dc
Per uno studio sulla procedura delle concordanze
Di Martino, Luca Andrea
La procedura delle concordanze individua una tecnica interpretativa che solo in apparenza ritrova la propria ragione nello strutturalismo più sorvegliato: prima ancora di essere un metodo di studio, è di fatto una possibilità del testo, dal punto di vista del lettore, del critico e dell’autore. Qui si guarda alle concordanze anzitutto attraverso l’esperienza di tre filologi del secolo scorso (Barbi, Contini e Avalle), per proporne infine un esame per dir così tecnico, richiamando una categoria in particolare riproposta da Franco Brioschi (l’esemplificazione).
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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"121223 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2680
doi
dc
Breve fenomenologia del lettore ai confini del nonsense (o Il lettore provocato)
Rossi, Laura Lucia
In questo articolo esaminiamo alcuni generi letterari che sono stati spesso accostati al nonsense letterario. In particolare prendiamo in considerazione il ruolo del lettore all’interno di questi testi e ne proponiamo una sorta di fenomenologia. Invitiamo, infine, a riflettere su come considerare la dimensione del lettore all’interno di un genere letterario possa condurre a risultati rilevanti circa la definizione del genere stesso.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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2016-12-17T21:50:48Z
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"121224 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2692
doi
dc
Per un umanesimo contemporaneo. Michail Bachtin e gli sviluppi della teoria del personaggio in Michel Houellebecq, John M. Coetzee, Javier Marías e Philip Roth
Lombardi, Chiara
Università degli Studi di Torino
Questo contributo intende mettere in luce l‟importanza del pensiero di Bachtin e della sua teoria del personaggio nella definizione di un «umanesimo contemporaneo» e nei suoi sviluppi narrati-vi. Si riferisce perciò, senza pretesa di esaustività, ad alcuni romanzi di Michel Houellebecq, John M. Coetzee, Philip Roth, Javier Marías. A partire dai concetti bachtiniani di dialogismo e di extralocalità, si analizzano le forme dell‟intertestualità, i modi dell‟ironia e del paradosso, e la simbologia della morte come collocazione del personaggio sull‟estrema soglia.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
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Copyright (c) 2012 Chiara Lombardi
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2016-12-17T13:17:24Z
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"121226 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2717
doi
dc
Konstantin Sigov, «Pravda» nel contesto del vocabolario europeo degli «intraducibili». I parte
Sini, Stefania
Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" - Vercelli
Presentiamo in prima traduzione italiana dal russo la parte iniziale di uno studio dedicato al termine pravda, al suo complesso spettro semantico e alla storia di questo concetto nei suoi usi, effetti e valori molteplici e interdipendenti: filosofici, teologici, giuridici e politici. Lo studio si inscrive nella cornice dell’esperienza del Vocabulaire Européen des philosophies. Dictionnaires des intradui-sibles, del quale pravda costituisce un lemma esemplare.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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Copyright (c) 2012 Stefania Sini
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"121226 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2718
doi
dc
Michel de Montaigne. Per una lettura degli Essais
Bottiroli, Giovanni
Università degli Studi di Bergamo
Si riflette sullo stile di pensiero degli Essais, in cui, come afferma lo stesso Montaigne «vi è gran libertà di parlare in ogni senso, e pro e contro». Si rileva la capacità del pensatore di conferire un nuovo significato a termini tradizionali, recuperati in accezioni inedite. Emerge per esempio una nozione di forma che sa includere il molteplice senza irrigidirlo nell‟Uno. Ciò che Montaigne ri-fiuta è la concezione tradizionale di forma come essenza rigida, come insieme di tratti o di proprietà; l‟identità del soggetto umano – l‟ humaine condition – è invece una condizione flessibile, cioè aperta a destini divergenti. Il pensiero di Montaigne si può interpretare dunque come un pensiero della flessibilità.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
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Copyright (c) 2012 Giovanni Bottiroli
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2016-12-17T21:31:55Z
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"121226 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2721
doi
dc
Sociologia, semiotica e critica filosofico-letteraria. Ideologia dell’arte e arte dell’ideologia da Rossi-Landi e Bourdieu ad oggi
D'Urso, Andrea
Università del Salento
Questo studio propone d‟integrare la riflessione teorico-filosofica e l'approccio semiotico-sociologico all'interno della teoria della letteratura, mostrando le convergenze inesplorate tra la critica di Bourdieu nei confronti dell‟ontologia di Heidegger e le analisi di Rossi-Landi sulla filosofia e l‟ideologia in generale, dando inoltre degli esempi concreti di applicazione e dei prolungamenti ulteriori della metodologia proposta per la critica dell‟ideologia nei discorsi sull‟arte e la letteratura.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
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Copyright (c) 2012 Andrea D'Urso
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2016-12-17T21:37:53Z
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nmb a2200000Iu 4500
"121226 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2722
doi
dc
Dalla fenomenologia all’ermeneutica. Il pensiero analogico di Bachtin come strategia epistemologica
Pellizzi, Federico
Università degli Studi di Bologna
Si presenta la filosofia etica ed estetica di Michail Bachtin nel suo spazio originale tra fenomeno-logia ed ermeneutica. Riflettendo sulla peculiare logica "analogica" proposta dal pensatore russo, si mostra come tale pensiero riesca a porre in relazione soggettività e mondo, unicità della per-sona e spazio complesso della cultura.
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
ita
Copyright (c) 2012 Federico Pellizzi
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2723
2016-12-17T21:58:21Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"121226 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2723
doi
dc
Le traduzioni di letteratura inglese in Italia dal 1943 ai primi anni sessanta. Una ricognizione preliminare.
Sullam, Sara
Università degli Studi di Milano
Come si configura il campo di ricezione della letteratura inglese novecentesca nell’Italia del secondo dopoguerra? Quali sono le linee di continuità con la stagione dell’entre deux guerres e quali i fattori di innovazione?
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
ita
Copyright (c) 2012 Sara Sullam
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2016-12-17T22:15:08Z
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nmb a2200000Iu 4500
"121226 2012 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2724
doi
dc
Un romanzo d’addio. "Giovanni e le mani" di Franco Fortini
Daino, Luca
Università degli Studi di Milano
Milano University Press
2012-12-30 09:18:20
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ENTHYMEMA; N. 7 (2012)
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Copyright (c) 2012 Luca Daino
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2854
2017-08-29T06:55:24Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2854
doi
dc
Retroprospecciones Intertextuales: a propósito de Pierre Bayard y el plagio por anticipado
García Landa, José Angel
http://www.garcialanda.net
Este artículo expone la noción de plagio por anticipado desarrollada por el crítico francés Pierre Bayard, así como sus precedentes, y la sitúa en el marco de una teoría narrativa de la experiencia humana y una teoría hermenéutica de la lectura entendida a través de los fenómenos de la retroprospección y la retroacción.
This paper expounds the notion of plagiarism by anticipation, put forward by the French critic Pierre Bayard, as well as its precedents, and situates it within the framework of a narrative theory of human experience and a hermeneutic theory of reading based on the phenomena of prospective hindsight and retroaction
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
spa
Copyright (c) 2013 José Angel García Landa
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2017-08-29T06:55:25Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2884
doi
dc
Della poesia come amore per il mondo
Menzio, Pino
Si prendono in esame alcune analogie tra le posizioni etico-letterarie di Todorov e il concetto di pietas, al centro dell’ontologia debole di Gianni Vattimo. Nell’uno e nell’altro caso il punto di riferimento è la poetica di Rilke, che opera come modello diretto in Todorov, e in maniera più indiretta e implicita, attraverso la mediazione di Heidegger, in Vattimo.
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
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Copyright (c) 2013 Pino Menzio
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2017-08-29T06:55:25Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2901
doi
dc
Un episodio del contributo di B. Tomaševskij allo studio del ritmo poetico: la pentapodia giambica puškiniana
Achilli, Alessandro
Università degli Studi di Milano
Oggetto di questa trattazione è uno dei testi fondamentali dell’insieme degli studi sul ritmo poetico del Formalismo russo. L’utilizzo del metodo linguistico-statistico ha permesso a B. Tomaševskij di dare nuovo stimolo alle ricerche sull’evoluzione delle forme poetiche nella letteratura russa, nel contesto del suo dialogo con le tradizioni dell’Europa occidentale. Il testo tomaševskiano, debitore dei pionieristici lavori dei poeti simbolisti, è stato punto di partenza di tutti i contributi successivi sulla questione.
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
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Copyright (c) 2013 Alessandro Achilli
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2017-08-29T06:55:25Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2915
doi
dc
Ser Cepparello e il «giudicio» degli uomini
Di Martino, Luca Andrea
Un’ipotesi sulla prima novella del Decameron, sulla complessa figura del suo protagonista; e brevi considerazioni sul quadro assiologico boccacciano secondo alcune istanze narrative dell’opera.
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
ita
Copyright (c) 2013 Luca Andrea Di Martino
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2017-08-29T06:55:25Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2948
doi
dc
Eleonora Duse interpreta Gor'kij (Parigi-Milano, ottobre 1905)
Pagani, Maria Pia
Università degli Studi di Pavia
Questo contributo porta alla luce alcuni problemi relativi a traduzione e allestimento de I bassifondi (L’albergo dei poveri) di Maksim Gor’kij – l’unico dramma russo che Eleonora Duse riuscì a includere nel suo repertorio. La grande attrice lo portò in scena due volte, a distanza di pochi giorni, al Théâtre de l’Oeuvre di Parigi con la compagnia di Aurelien Lugné-Poe (23 ottobre 1905), e al Teatro Manzoni di Milano con la compagnia Talli-Gramatica-Calabresi (28 ottobre 1905). Il critico Gaio (pseudonimo di Adolfo Orvieto) assistette a entrambe le rappresentazioni e scrisse un’attenta recensione per «Il Marzocco» evidenziandone le differenze.
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
ita
Copyright (c) 2013 Maria Pia Pagani
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2017-08-29T06:55:25Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/2973
doi
dc
Il motivo del passante nella letteratura contemporanea: incontri pluridimensionali
Paone, Pina
Attraverso il presente saggio mi propongo di aprire una finestra sulle nuove prospettive offerte in tempi più recenti dal motivo dell’incontro con il passante, inteso come sconosciuto incontrato per caso in un luogo pubblico. Si tratta, in questi termini, di un’invenzione modernista, anticipata da alcuni esempi ottocenteschi: l’avventura del passante – sempre temporanea, effimera eccezione al quotidiano – è un’avventura cittadina, anzi metropolitana, e presuppone un fondamentale cambiamento di mentalità della persona rispetto a quella ancora raffigurata nelle opere della prima metà dell’Ottocento. In un assetto sociale tipicamente urbano, l’individuo deve adattarsi ad una nuova realtà composta da velocità, frantumazione della catena cronologica, privatizzazione del destino, accresciuta importanza del caso, epifanie nel quotidiano della folla. Il discorso sul passante letterario si incrocia, così, con quello sull’incontro casuale quale momento tematico e compositivo caratteristico della produzione letteraria a partire dalla fine dell’Ottocento, e con la questione del cambiamento del personaggio e dei luoghi coinvolti in tale incontro. Osserveremo, mediante l’analisi di tre esempi letterari contemporanei, l’evoluzione ultima del motivo del passante.
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
ita
Copyright (c) 2013 Pina Paone
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2017-08-29T06:55:25Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3038
doi
dc
La lista impensabile
Diazzi, Alessandra
Università di Cambridge
Il saggio si propone di analizzare il tema del collezionismo e la figura del collezionista inserendo i due soggetti in questione all’interno di una costellazione di nozioni correlate per tracciare, intorno al tema, una mappa concettuale multidisciplinare. Nello specifico, verranno focalizzati i seguenti aspetti: il rapporto dell’uomo con l’oggetto, e dell’oggetto con la serie; la dinamica del desiderio riguardante il problema della scelta d’oggetto; il feticismo -punto d’incontro tra l’oggetto e il desiderio- ed inteso come parafilia in senso lato; l’emblematica personalità del collezionista di cui se ne investigheranno gli aspetti più rappresentativi; la complessità del rapporto tra passato e presente, e la sopravvivenza del primo nel secondo alla luce del collezionismo, specialmente d’antiquariato.
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2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
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Copyright (c) 2013 Alessandra Diazzi
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3056
2017-08-29T06:55:26Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3056
doi
dc
Konstantin Sigov, «Pravda» nel contesto del vocabolario europeo degli «intraducibili». II parte
Sini, Stefania
Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"
Presentiamo in prima traduzione italiana dal russo la seconda parte dello studio di Konstantin Sigov dedicato al termine pravda, al suo complesso spettro semantico e alla storia del concetto nei suoi usi, effetti e valori molteplici e interdipendenti: filosofici, teologici, giuridici e politici. La prima parte del saggio è stata pubblicata nello scorso numero di Enthymema (7, 2012: 15-25)
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2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
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Copyright (c) 2013 Stefania Sini
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2017-08-29T06:55:26Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3057
doi
dc
Eloquence (‘Beredsamkeit’) and Rhetoric (‘Rhetoric’) as Terms and Lexemes. The Concept of Rhetoric in the Dictionary Deutsches Wörterbuch of Jacob und Wilhelm Grimm in the Context of European Idea of the ‘National Language’ in the 19th Century
Haase, Fee-Alexandra
University of Nizwa. Oman
This article focuses on the European heritage of rhetoric in the 18th century within the dictionary Deutsches Wörterbuch by the brothers Jacob und Wilhelm Grimm as a case of transformation of knowledge from the classical language of scholarship - Latin - to the vernacular of Germany in scholarly literature. The dictionary Deutsches Wörterbuch begun by the Grimm brothers was finally edited in the 20th century. It is a source for the historical terms used in the German language in the written and published books prior to the first half of the 19th century. The Deutsches Wörterbuch presents historical terms, which are documents of the usage of the German language since the time of Luther, and also newly created terms resulting from translations. The concept of «rhetoric» in the dictionary demonstrates this dichotomy. The effects this dictionary had on its readers’ understanding of language will be shown in contrast to other European movements of national identity in the 19th century.
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2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
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"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3058
doi
dc
Dal particolare al planetario: Spunti di riflessione a partire da alcuni paradossi della letteratura nordamericana globale contemporanea
Iuli, Cristina
Università degli Studi di Firenze
Questo intervento propone alcuni spunti di riflessione intorno alla questione della letteratura globale a partire da alcuni paradossi che hanno caratterizzato la letteratura nordamericana e i Transnational American Studies nell’ultimo quindicennio. Chi scrive ritiene che la rilevanza del caso nordamericano nella formulazione di un concetto di letteratura globale sia centrale poiché ha ispirato, sia sul piano narrativo che su quello critico, molti dei discorsi a partire dai quali si è poi sviluppata una discussine che ha interessato vari ambiti di ricerca letteraria.
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2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
eng
Copyright (c) 2013 Cristina Iuli
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"130623 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3059
doi
dc
Ser Cepparello e il «giudicio» degli uomini
Di Martino, Luca Andrea
Università
abstract
Milano University Press
2013-06-30 15:59:44
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ENTHYMEMA; N. 8 (2013)
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Copyright (c) 2013 Luca Andrea Di Martino
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2016-11-21T10:54:07Z
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"131223 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3586
doi
dc
«Vdrug» in Tolstoj: l’inaspettato nell’universo del logico
Slivickaja, Ol’ga V.
Università Statale della Cultura e delle Arti di San Pietroburgo
Si presenta di seguito la traduzione del saggio di Ol’ga Vladimirovna Slivickaja «Vdrug» u Tolstogo: neožidannoe v mire zakonomernogo, pubblicato sul 3° numero della rivista Russkaja literatura nel 2012. Il saggio è dedicato a quei comportamenti improvvisi e imprevedibili dei personaggi che sembrano estranei all’universo logico e controllato che Tolstoj costruisce nei suoi romanzi. L’autrice dimostra che anche in questo mondo c’è spazio per le azioni inattese e impreviste, motivate a diversi livelli di profondità del carattere innato e acquisito del personaggio.
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2013-12-26 09:34:24
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Copyright (c) 2013 Ol’ga V. Slivickaja
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2037-2426
10.13130/2037-2426/3587
doi
dc
Dostoevskij e il sillogismo
Peace, Richard
Si presenta di seguito la prima traduzione italiana del saggio di Richard Peace Dostoevsky and the Syllogism, pubblicato in lingua originale nel volume IX (2005) della collana Dostoevsky Studies, New Series. Il saggio è dedicato alla rielaborazione del sillogismo aristotelico da parte dei personaggi dostoevskiani nell’ambito del dibattito fra le due principali correnti filosofiche della Russia ottocentesca: l’ «occidentalismo» e lo «slavofilismo». Peace evidenzia come Dostoevskij miri a dimostrare che il ragionamento sillogistico sia estraneo alla forma mentis russa attraverso i fallimenti argomentativi dei suoi «ideofori»
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2013-12-26 09:34:24
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"131223 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3588
doi
dc
Il platonismo di Ariosto
Dell'Aia, Lucia
Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"
A partire dall’episodio lunare del Furioso, si ricostruisce in una prospettiva estetica e storico-culturale il particolare modo in cui Ariosto ha tradotto in forma la contrapposizione platonica fra l’Idea e la copia. Si inserisce, così, Ariosto nella tradizione platonica dell’Umanesimo-Rinascimento tenendo conto dei legami con la cultura ferrarese del suo tempo.
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2013-12-26 09:34:24
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dc
J.M.G. Le Clézio and Baruch Spinoza: Understanding and Accepting the ‘God’ of Material Reality
Moser, Keith
Mississippi State University
The Dutch philosopher Baruch Spinoza and the contemporary Franco-Mauritian author J.M.G. Le Clézio place great emphasis on the materiality of the human condition. For both of these extremely divergent thinkers, the path to existential redemption and spiritual edification is inseparable from the biotic network of life to which we are inextricably linked. Given that nothing exists in a cosmic vacuum in complete isolation from other material organisms, Spinoza and Le Clézio urge the modern subject to deconstruct seductive, anthropocentric ideology and to embrace reality. Indeed, understanding and accepting our own corporality in addition to exploring the complex relationship between ourselves and the cosmic forces that sustain us is perhaps the only true path to self-actualization that allows us to project meaning upon the absurdity of the universe.
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2013-12-26 09:34:24
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ENTHYMEMA; N. 9 (2013)
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2016-11-21T10:58:43Z
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2037-2426
10.13130/2037-2426/3590
doi
dc
Per una storia della riflessione teorica sulla traduzione in Italia. La sfortuna di Shakespeare
Zvereva, Irina
Università Statale Russa di Scienze Umanistiche – RSUH (Mosca)
Questo studio propone qualche spiegazione possibile della poca fortuna di Shakespeare in Italia nel Settecento e nell’Ottocento, mettendo in rilievo l’esistenza del mito della superiorità della lingua e della cultura italiana rispetto alle altre culture europee, il quale ha favorito l’isolamento del pensiero teorico italiano sulla traduzione dal contesto più generale.
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2013-12-26 09:34:24
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Copyright (c) 2013 Irina Zvereva
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2016-11-21T11:00:09Z
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"131223 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3591
doi
dc
Dalla scena alla pagina: le ‘trasfigurazioni’ di Eleonora Duse
Pagani, Maria Pia
Università degli Studi di Pavia
A partire da una riflessione sulla ‘trasfigurazione’ dei ricordi personali attraverso la pagina scritta, questo contributo porta alla luce i problemi che Eleonora Duse ebbe con l’uscita del romanzo Il Fuoco. Pur non avendone impedito la pubblicazione, la grande attrice soffrì molto per il ritratto della Foscarina nel quale era riflessa la sua figura: soltanto il dialogo privato con una giovane e appassionata ammiratrice, Noemi Carelli De Agostini, la portò a un sostanziale ripensamento dell’opera dal quale scaturì il perdono per d’Annunzio, unito a una rinnovata consapevolezza dell’importanza della sua arte attoriale e della sua trasmissione ai posteri.
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2013-12-26 09:34:24
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Copyright (c) 2013 Maria Pia Pagani
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2016-11-21T11:03:06Z
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"131223 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3592
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dc
Pigmalione: le forme e la struttura di un mito di sublimazione
Delvecchio, Darwine
Università degli Studi di Bergamo
L’obiettivo di questo articolo è quello di tentare una definizione dei fenomeni del pigmalionismo e dell’effetto Pigmalione attraverso il confronto di alcune versioni del mito, e in particolare di quelle ‘superiori’, vale a dire quelle di Ovidio e di Rousseau, e delle interpretazioni avanzate da alcuni critici, come Maurizio Bettini, Gianpiero Rosati, Emilio Pianezzola, Charles Segal e Piero Bernardini Marzolla. Data la propria selettività, questa ricognizione non ha alcuna pretesa di esaustività documentaria: non si intende quindi fornire un repertorio completo delle successive variazioni, ma compiere un’analisi strutturale del mito considerandone le diverse declinazioni in una prospettiva sincronica. Una volta mostrato che, da un certo momento in avanti, l’artista che seppe commuovere gli dèi olimpici e vide esaudito da loro il proprio desiderio d’amore diventa suo malgrado protagonista di vicende comiche, nelle quali sarà l’oggetto principale delle beffe, si passerà a un punto di vista diacronico per mostrare che il Pygmalion di George Bernard Shaw rappresenta nella maniera più caratteristica e problematica il passaggio dal mito all’anti-mito.
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2013-12-26 09:34:24
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ENTHYMEMA; N. 9 (2013)
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2015-10-16T21:00:20Z
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"131223 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3593
doi
dc
Il meriggio nella natura Riflessioni estetiche su un’utopia poetica
Giusti, Francesco
University of York
There is a particular space-time combination in which poetry is meant to find its perfect place, its perfect happening: it’s the meridian moment, the midday spent in a locus amoenus singing and playing along with fellow-poets. It seems to be what Bachtin defines as a cronotope. Anyway, in lyric poetry this time-space reveals itself to be more and more a foundational ideal. In the bucolic world a man has to renounce personal experience, because it is a place full of (re-told) stories but without Story. Lyric poetry, instead, needs existential experience. Even bucolic love is not suffered by the subject as much as elegiac love, it does not possess the same degree of reality. The bucolic midday could be desired and invoked as a utopia of eternal harmony, but it cannot be real in a lyric text. Even when the (young) subject finds himself in the middle of such locus amoenus – as Freud shows in his story – he has to reject the full situational enjoyment and think that behind all that vital splendour there is always the constant menace of time and death. The subject defines himself in the desiring position and he is too attracted and tied to the object to abandon it and turn his mind toward abstraction as a true philosopher would (platonically) do. Finally, the investigation of the topos will lead to a reconsideration of Lacan’s idea of artistic creativity as a sublimation.
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2013-12-26 09:34:24
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ENTHYMEMA; N. 9 (2013)
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Copyright (c) 2013 Francesco Giusti
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2016-11-21T11:06:33Z
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nmb a2200000Iu 4500
"131223 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3594
doi
dc
Perché i romanzieri e non i poeti. Alcune considerazioni preliminari su Dall’Apparenza al Mistero di Gianni Carchia
Carmello, Marco
Universidad Complutense de Madrid
Departamento de Filología Italiana
L’articolo ricostruisce internamente l’opera di G. Carchia: Dall’Apparenza al Mistero. La nascita del romanzo. L’intento è duplice: riproporre ad un più vasto interesse generale le conclusioni originali di Carchia sulla nascita del romanzo e, attraverso questa ricostruzione, iniziare a saggiare alcuni dei molti spunti di riflessione e dei problemi che l’opera pone, riproponendo una riconsiderazione in termini filosofici del problema del romanzo.
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2013-12-26 09:34:24
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ENTHYMEMA; N. 9 (2013)
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Copyright (c) 2013 Marco Carmello
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3599
2015-10-16T21:00:24Z
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"131224 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3599
doi
dc
“…and you could hear the whole village chattering” I Malavoglia as figuralized novel
Giovannetti, Paolo
IULM, Milano
The essay explains Giovanni Verga’s Malavoglia according to the narrative theory of Franz Karl Stanzel, arguing that the novel provides an example of the figural narrative situation. The figuralization (or reflectorization) of Malavoglia is achieved mainly by the so-called (the definition is Ann Banfield’s ) non-reflective consciousness, that is, by the perceptive interplay of characters, independent of the intervention of an actual narrator. Such a methodological point of view implies a revision of some typological features of modernist novel, which has been too often interpreted only through texts of the “northern” Flaubert-James-Joyce-Woolf line.
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ENTHYMEMA; N. 9 (2013)
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Copyright (c) 2013 Paolo Giovannetti
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2019-01-20T00:11:42Z
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"131224 2013 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3600
doi
dc
דבﬧ Il ritorno della sapienza antica nell’esperienza della psicanalisi
Sias, Giovanni
A partire dalla scrittura, dalla sua condizione attuale – l’alfabeto – e secondo i criteri dell’esperienza della psicanalisi, è possibile riconsiderare e anche rifondare una teoria del linguaggio. La traduzione, atto psichico per eccellenza secondo Freud, consente un’analisi particolare sia del tema della scrittura, sia del valore dell’alfabeto e anche del senso del logos. Questo itinerario si svolge riferendoci a quanto ha prodotto la cultura ebraica, e in particolare il suo versante «sapienziale» a partire dai profeti anteriori per arrivare ai kabbalisti e alle culture non ortodosse e non religiose come quella yddish e chassidica. La teoria della lingua che ne deriva è estremamente complessa rispetto alla linguistica comparsa in Occidente con Ferdinand de Saussure. La sapienza ebraica consente di chiarire con perfetta precisione teorica la differenza fra «reale» e «realtà», precisione teorica che resta impossibile affidandosi alla sola cultura greca che, attraverso il termine phýsis permette la sola esplorazione del «reale». Avvicinando la cultura antica e quella classica dell’ebraismo possiamo affermare che, per gli umani, il reale è senza lingua, mentre la realtà è solo lingua.
Starting from the practice of writing and its actual alphabetical status, this essays aims to reassess the theory of language according to the experience of psychoanalysis. Translation, psychical activity par excellence in Freudian terms, allows an original investigation of the practice of writing, of the significance of alphabet, and of the meanings of logos. This contribution will primarily refer to the heritage of Jewish culture and, in particular, to the notion of ‘wisdom’, following a pattern that stems from the antique prophets and touches upon Kabbalists and not-orthodox and not-religious cultures, such as the Yiddish and the Chassidic ones. The result will be a an extremely complex theory of language in comparison with the Western tradition of linguistics stemming from De Saussure’s contribution. The notion of ‘wisdom’ in Jewish tradition enables to theoretically clarify the difference between ‘real’ and ‘reality’. Such theoretical elucidation would remain unattainable through the channel of Greek culture only, as the term phýsis exclusively allows an exploration of the territory of ‘real’. Considering together the Jewish antique and classical culture one can argue that, for human beings, real is without language while reality is language only.
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2013-12-26 09:34:24
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ENTHYMEMA; N. 9 (2013)
ita
Copyright (c) 2013 Giovanni Sias
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2015-10-16T21:01:06Z
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"140703 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3715
doi
dc
L’epopea femminile per eccellenza. Ricognizioni tedesche sulla Pentesilea di Heinrich von Kleist
Maderna, Maria Silvia
Scuola d'Arte Drammatica "Paolo Grassi"
Milano
Tanti contributi nati in omaggio a Kleist in Germania (a duecento anni dalla scomparsa) hanno attinto alle fonti di un mito, quello di Pentesilea. Per quanto riguarda il teatro, gli spettacoli più interessanti hanno aderito all’estetica della performance, rinvenendo nella preminenza di un linguaggio fisico e visivo la loro ragion d’essere. Ma non solo: anche il cinema e gli altri ‘canali’ mediatici hanno offerto, paradossalmente, l’idea di una fisicità dirompente; o hanno ulteriormente adattato, trasformato, ibridato il classico della grecità che il grande autore tedesco aveva, già a suo tempo, rivisitato in modo decisamente radicale.
Im Laufe des Kleist-Jahres anlässlich des 200. Todestages dieses Klassikers haben sich Künstler unterschiedlicher Sparten mit verschiedenen Aspekten und Fragestellungen zu seinem Werk Penthesilea beschäftigt: Insbesondere mit Performances und Filmvorführungen. Hier werden Praktiken und Darstellungen des Körpers einerseits, andererseits aber auch Fortschreibungen dieses Stoffes im Medientransfer untersucht.
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2014-07-05 17:04:51
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ENTHYMEMA; N. 10 (2014)
ita
Copyright (c) 2014 Maria Silvia Maderna
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2015-10-16T21:01:12Z
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"140703 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3943
doi
dc
Rinaldo Küfferle e il mito di d'Annunzio
Pagani, Maria Pia
Università degli Studi di Pavia
Questo contributo fa luce sul periodo di apprendistato della lingua italiana di Rinaldo Küfferle – svoltosi a Pontedera negli anni 1917-18 – durante il quale si consolida il suo mito per Gabriele d’Annunzio, di cui già aveva letto in patria molte opere in traduzione russa. Nel febbraio 1922 il giovane russo invia una toccante lettera al “divino maestro” al Vittoriale, unita a due suoi recenti componimenti poetici: raccontandogli la sua dolorosa vicenda di emigrazione e il suo fervido amore per la poesia, lo pone come guida letteraria in quella che sarà la sua feconda carriera di poeta, prosatore, librettista e traduttore.
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2014-07-05 17:04:51
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ENTHYMEMA; N. 10 (2014)
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2015-10-16T21:01:14Z
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"140703 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/3998
doi
dc
Ritorno alle cose, amore per le cose. Lo spazio etico della letteratura
Menzio, Pino
Di recente si è registrato, in ambito filosofico, un ritorno di interesse per l’oggettività. Le sue manifestazioni più significative si richiamano a due nuclei teorici fondamentali: l’attenzione per l’esperienza artistica e letteraria, e la convinzione che da essa derivi una precisa posizione etica. Ciò non accade nelle riprese del pensiero di Searle note come «nuovo realismo», il cui rapporto con la letteratura è particolarmente problematico.
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2014-07-05 17:04:51
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ENTHYMEMA; N. 10 (2014)
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"140629 2014 eng "
2037-2426
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doi
dc
«Fasto di dogale porpora: e d’oro». Simboli e metonimie nella composizione gaddiana
Di Martino, Luca Andrea
Un’incursione nella complessa prosa di Carlo Emilio Gadda, allo scopo di proporre alcune interpretazioni di passi particolarmente ardui, tolti dai racconti: di qui far scaturire una riflessione per quanto possibile strutturata su certe scelte stilistiche.
Milano University Press
2014-07-05 17:04:51
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/3999
ENTHYMEMA; N. 10 (2014)
ita
Copyright (c) 2014 Luca Andrea Di Martino
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4054
2017-02-20T13:18:25Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"141227 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/4054
doi
dc
Desiderio e scrittura in "The Real Life of Sebastian Knight" di Vladimir Nabokov
Invernizzi, Valeria
Università degli Studi di Udine
Questo articolo esamina l'intreccio di identità e scrittura nel romanzo nabokoviano The Real Life of Sebastian Knight (1941) da una prospettiva psicoanalitica, seguendo in particolare l'insegnamento di Freud e Lacan sul concetto di desiderio, significante e sublimazione artistica. L'attenzione principale sarà dedicata al rapporto tra i fratellastri, V. (il narratore) e Sebastian. Dopo aver dimostrato che Sebastian Knight ha assunto il ruolo di oggetto del desiderio per chi lo ha conosciuto intimamente (soprattutto V.), muovendo i personaggi secondo ciascun modo d'essere, si passerà al trauma della sua morte e all'elaborazione del lutto da parte del narratore, grazie alla creazione letteraria (la biografia fittizia che leggiamo); il paragrafo conclusivo analizza i cosiddetti 'inganni' del significante, episodi chiave in cui il narratore prende contatto con la verità del desiderio. Dato l'ineludibile interrogativo sulla paternità fittizia della Real Life (se l'autore fosse Sebastian Knight?) e la questione del 'tocco artistico' di V., in questa argomentazione non verranno trascurati gli aspetti metaletterari dell'opera.
This paper examines, from a psychoanalytic standpoint, the intersection between identity and writing in the novel The Real Life of Sebastian Knight (1941) by Vladimir Nabokov. In particular, in the wake of Freud and Lacan, the following contribution will take the notions of desire, signifier, and the process of sublimation involved in artistic creation as interpretative devices. The main focus of the analysis will be the relationship between the two half-brothers of the novel, V (the narrator) and Sebastian. First, I will show that Sebastian Knight holds the role of the object of desire for the characters who have established a close relationship with him and, in particular, for V. Secondly, the paper will be devoted to the analysis of the trauma experienced by the characters because of Sebastian's death, with a particular focus on the narrator's mourning through writing (the fictional biography we read in the novel); in the end, I will give evidence of the so-called signifier’s fallacy, crucial episodes in which the narrator can experience an insight into the truth of desire. Because of the not negligible question of the fictional paternity of The Real Life and the equally essential matter of V’s ‘stylistic touch’, metaliterary aspects of the novel will also be part of the following reading of the text.
Milano University Press
2014-12-29 09:54:04
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/4054
ENTHYMEMA; N. 11 (2014)
ita
Copyright (c) 2014 Valeria Invernizzi
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4071
2015-10-16T21:01:21Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"140630 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/4071
doi
dc
Una strategia di elusione del Reale: la sacralizzazione della Cosa nel racconto “La forcina” di Guy de Maupassant
Delvecchio, Darwine
Università degli Studi di Bergamo
In questo articolo proponiamo una lettura del racconto “La forcina” di Maupassant, secondo la quale la vicenda particolare del protagonista rappresenterebbe una delle possibili difese che il soggetto umano ha a propria disposizione per mantenersi a distanza dal Reale scabroso della Cosa. La nostra interpretazione prende le mosse dall'analisi condotta sulla sostanza semantica del testo e procederà confrontando gli strumenti forniti dalle scienze neurocognitive e della psicoanalisi freudiana e lacaniana.
(Questo lavoro è stato prodotto nell'ambito del laboratorio sul tema seminariale “Le emozioni” proposto per l'anno 2013 dalla Scuola di Dottorato in Teoria e Analisi del Testo presso l'Università degli Studi di Bergamo)
Milano University Press
2014-07-05 17:04:51
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/4071
ENTHYMEMA; N. 10 (2014)
ita
Copyright (c) 2014 Darwine Delvecchio
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4108
2015-10-16T21:01:27Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"140623 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/4108
doi
dc
«... And now I have to enter Father Mike’s head, I’m afraid» Parallessi, onniscienza omodiegetica e “io” autoriali nella narrativa contemporanea (I)
Pennacchio, Filippo
Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, Milano
Si presenta qui la prima parte di uno studio incentrato su alcune particolari articolazioni del rac- conto in prima persona. La pratica della parallessi, la fusione di narrazione onnisciente e omo- diegesi e più in generale l’assunzione, da parte di un narratore-personaggio, di prerogative auto- riali sono fenomeni in effetti piuttosto complessi, che da un punto di vista teorico pongono problemi di non immediata risoluzione. Tant’è che da sempre sono stati letti come infrazioni, alterazioni ai modi più condivisi di raccontare. Eppure oggi ricorrono frequentemente, “pratica- ti” da autori tra loro anche molto diversi, e in certo modo chiedono di essere ri-descritti. In que- sto senso, dopo un breve excursus su alcune interpretazioni “classiche” di tali fenomeni, nelle prossime pagine ci si soffermerà su una serie di romanzi suscettibili di metterne in discussione la tenuta. Nella seconda parte del saggio, che sarà pubblicata sul prossimo numero di «Enthyme- ma», si rifletterà invece sull’opportunità d’inquadrare i fenomeni in questione anche tenendo conto della prospettiva del lettore, del suo coinvolgimento cognitivo. In ultimo, si tenterà di ri- spondere alla domanda forse più importante: per quale motivo oggi si è diffuso questo modo di raccontare?
Milano University Press
2014-07-05 17:04:51
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/4108
ENTHYMEMA; N. 10 (2014)
ita
Copyright (c) 2014 Filippo Pennacchio
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4316
2015-10-16T21:01:45Z
enthymema:SG
nmb a2200000Iu 4500
"141227 2014 eng "
2037-2426
10.13130/2037-2426/4316
doi
dc
Perché piacciono maghi e vampiri: letteratura, cognitivismo, controfattualità
Calabrese, Stefano
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Uboldi, Sara
Università di Modena e Reggio Emilia
Recenti test sul potenziale socio-cognitivo e il valore edonico di testi letterari che utilizzano elementi magici rivelano come la controfattualità costituisca una ‘palestra mentale’ per i lettori: essi apprendono a elaborare spiegazioni causali complesse e incrementano i fattori coinvolti nel costituirsi della coesione sociale, sia nel caso di lettori young adult sia nel caso di lettori adulti. Lo psicologo Eugene Subbotsky ha dimostrato che la magia ci rende più sensibili alle operazioni di Teoria della Mente e socialmente empatici, mentre un gruppo di narratologi ha di recente misurato i tempi di riassorbimento della dissonanza cognitiva prodotta dall'elemento magico: ciò riesce fra l'altro a spiegare il grande successo di Harry Potter e della saga di Twilight.
Recent tests on the social and cognitive potential and the hedonistic value of literary texts that use magic elements show how counterfactuality is a kind of ‘mental training’ for readers: they learn to formulate complex causal explanations and involve more factors in the constitution of social cohesion, both in the case of young adults and adult readers. The psychologist Eugene Subbotsky showed that magic makes us more sensitive to Theory of Mind acts and more socially empathic, and a group of narratologists recently measured the resolution time of cognitive dissonance induced by magical elements: this also explain the great success of the Harry Potter and Twilight sagas.
Milano University Press
2014-12-29 09:54:04
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https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/4316
ENTHYMEMA; N. 11 (2014)
ita
Copyright (c) 2014 Stefano Calabrese, Sara Uboldi
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