2024-03-29T12:15:29Z
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2017-01-12T14:53:07Z
enthymema:TeoDes
L'oggetto del desiderio ha il colore del vuoto
Bottiroli, Giovanni
L’oggetto del desiderio non è semplicemente un oggetto empirico; su ciò, con qualche esitazione, potrebbe esistere un consenso generale. Resta la difficoltà di indicare le caratteristiche dell’oggetto del desiderio: che non sono banalmente delle proprietà, e neanche solo delle parti (in senso empirico, come si potrebbe nominarle da un punto di vista mereologico). L’oggetto del desiderio ha uno statuto modale: è un oggetto modalmente diviso, nei registri e nei regimi. Nella dimensione del desiderio, tanto il soggetto quanto l’oggetto sono abitati dal conflitto tra il diviso e l’indiviso. La spinta verso l’indiviso corrisponde a ciò che Freud ha introdotto con la nozione enigmatica di «pulsione di morte». In termini lacaniani, è l’attrazione verso la Cosa (das Ding). E la Cosa vuole coincidere con se stessa, abolendo ogni distinzione. L’oggetto del desiderio non è un dato o una forma empirica, per attraente che sia: l’attrazione che esercita proviene dal caos. Alla pericolosa coincidenza del «vuoto-pieno» (das Ding) il desiderio oppone il vuoto logico della non-coincidenza. Una teoria del desiderio non può fare a meno di una riflessione sui differenti significati del vuoto.
Milano University Press
2011-07-01
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10.13130/2037-2426/1198
ENTHYMEMA; Nr. 4 (2011); 280-289
ENTHYMEMA; Núm. 4 (2011); 280-289
ENTHYMEMA; No. 4 (2011); 280-289
ENTHYMEMA; N. 4 (2011); 280-289
ENTHYMEMA; No. 4 (2011); 280-289
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2037-2426
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2017-01-12T14:53:07Z
enthymema:TeoDes
There isn’t any Real you in you: il personaggio come sguardo sull’identità. Il caso di Invisible Monsters
De Blasio, Serena
A partire dai modelli identitari proposti dalla psicoanalisi, e in particolare dalla teoria lacaniana dei registri, descriverò una modalità di studio del personaggio basata sui processi di identificazione, illustrati dallo schema L.
Milano University Press
2011-07-01
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Articolo peer-review
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ENTHYMEMAInternational journal of literary criticism, literary theory,and philosophy of literature; № 4 (2011); 290-318
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2017-01-12T14:53:07Z
enthymema:TeoDes
Testo e narrazione: uno sguardo secondo il desiderio
Diazzi, Alessandra
Il presente saggio propone una sintetica analisi del concetto di desiderio inteso quale strumento utile per un’analisi critico-teorico delle opere letterarie; partendo dalla visione di Peter Brooks di desiderio quale lente d’ingrandimento per comprendere a fondo le dinamiche testuali e i movimenti delle trame ci si muove verso una proposta più fluida e dinamica che permetta di avvicinarsi alla complessità eterogenea del discorso letterario, superando un certo tipo di strutturalismo eccessivamente rigido. Dopo un breve excursus sulla nozione di desiderio il concetto viene utilizzato per una descrizione del testo che cerca di considerarne, a tutto tondo, gli aspetti che lo rendono fruibile da uno sguardo secondo il desiderio.
Milano University Press
2011-07-01
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2017-01-12T14:54:35Z
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E tu onore di pianti Aiace avrai. La scelta di Aiace: spunti per un confronto fra modelli psicoanalitici e neurocognitivi nell'analisi del testo e dei personaggi letterari
Delvecchio, Darwine
Starting from the question of the relationship between emotions and literature, this article will offer some suggestions to compare the methods and some tools for the interpretation of literary works drawn from psychoanalysis and neurocognitive sciences. To clarify the differences and to justify the irreducibility of these two prospects, we chose to propose a reading of Sophocles' Ajax. The textual analysis will be 'counterpointed' by some reflections elaborated in Nietzschean's conflictual aesthetics, in particular in his Götzen-Dämmerung.Prendendo le mosse dalla questione del rapporto tra emozioni e letteratura, in questo articolo offriamo alcuni spunti per confrontare i metodi e alcuni strumenti per l'interpretazione delle opere letterarie elaborati dalla psicoanalisi e dalle scienze neurocognitive. Per chiarire le differenze e per giustificare l'inassimilabilità delle prospettive indagate, abbiamo scelto di proporre una lettura dell'Aiace di Sofocle, alla quale fanno da contrappunto le riflessioni dell'estetica conflittuale nicciana elaborate in particolare nel Crepuscolo degli Idoli.
Milano University Press
2015-07-01
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2017-01-12T14:54:35Z
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Storicizzare le teorie psicocritiche
Talamo, Roberto
Le teorie psicoanalitiche della letteratura, dopo una fase di alterne fortune, sono oggi praticate da una cerchia di adepti sempre più ristretta. Le nuove koinè critico-teoriche tendono infatti a relegare la dottrina freudiana all’interno di un sapere letterario (e non interpretativo) o a sostituire ad essa strumenti ritenuti più efficaci nella descrizione della sfera del mentale in letteratura (neuroestetica e neuronarratologia). La proposta storiografica che qui si avanza non vuole prendere parte in questo dibattito pro o contro la psicocritica, ma vuole leggere le proposte di teoria psicoanalitica della letteratura alla luce di una riflessione sul concetto di ibridazione, concetto sul quale queste teorie hanno costruito il loro confronto con i paradigmi teorici di volta in volta egemoni.
Milano University Press
2015-07-01
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Articolo peer-review
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2017-01-12T14:54:36Z
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Il perturbante è l’identità divisa Un’interpretazione di Der Sandmann
Bottiroli, Giovanni
Il saggio di Freud sul perturbante ha offerto molti stimoli agli studi letterari e a quelli sul cinema: è stato commentato e discusso molte volte. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, sembra essere stato letto frettolosamente: ci si è soffermati sulla tesi più evidente, che stabilisce un nesso tra perturbante e angoscia di castrazione, e sono state trascurate le affermazioni relative al problema dell’identità. Eppure, proprio in relazione a Der Sandmann Freud offre riflessioni di straordinaria importanza. Questo articolo si propone anzitutto di restituire al saggio di Freud la sua complessità: vengono messi in luce, ad esempio, i fraintendimenti e le forzature della critica femminista (Sarah Kof- man). E, soprattutto, propone una nuova interpretazione del racconto di Hoffmann, a partire dal concetto di ‘identità divisa’. L’identità si dice in due modi fondamentali, la coincidenza e la non-coincidenza con se stessi. Ogni soggetto sperimenta il conflitto tra questi due modi. Nel racconto di Hoffmann, il prota- gonista (Nathaniel) viene trascinato al di là di se stesso, verso la fatale coincidenza con das Ding. È questa la fonte essenziale della sua angoscia. Der Sandmann è la storia di un’attrazione inesora- bile, rallentata da entità che svolgono una funzione-schermo: nel rapporto con la bambola Olimpia emergono tutti i paradossi che determinano la fragile identità di Nathaniel. Poiché il perturbante appartiene al campo dell’angoscia, non sarebbe stato possibile ignorare il Seminario X di Lacan, così come le riflessioni di Heidegger. Quest’articolo propone una revisione della concezione di Lacan: l’angoscia più devastante non deriva tanto da un eccesso di presenza (ciò che Lacan chiama «la mancanza della mancanza») quanto dallo svanire della non- coincidenza. Perturbante è la sensazione di un collasso logico-ontologico, a causa del quale il soggetto viene come incellofanato in se stesso, imprigionato nelle sue aporie.
Milano University Press
2015-07-01
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10.13130/2037-2426/4954
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2018-07-04T11:02:20Z
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Il paradosso di Medea. Una lettura modale della tragedia di Euripide
Fracalanza, Eleonora
Medea
paradosso
identità
tragico
ferita narcisistica
Questo articolo non si pone un obiettivo meramente filologico, quanto piuttosto quello di mostrare come la Medea di Euripide sia un perfetto esempio di costruzione del personaggio come identità divisa, non tanto, e comunque non solo, per le proprietà anche contrastanti che definiscono l’eroina, quanto piuttosto divisa modalmente, in modi d’essere, quello della coincidenza e quello della non-coincidenza. La ferita narcisistica, determinata dall’abbandono da parte dell’amato Giasone e dall’essere stata bandita da Corinto, porta Medea all’oltrepassamento dei limiti: la sua identità è definita dalla relazione tra due estremi che non si escludono ma si annodano. Medea si trova ad oscillare tra un vertice inferiore e un vertice superiore, tra incandescenza pulsionale e intelligenza strategica. Il grande paradosso del personaggio di Medea consiste nel fatto che la decisione di rimanere fedele a se stessa e al proprio desiderio di vendetta viene a coin-cidere con la scelta terribile e necessaria dell’infanticidio, una scelta che comporta inevitabilmente l’annientamento di una parte di sé, la sua identità materna.The aim of this paper is not purely philological, but rather to show that Euripides’ Medea is a perfect example of the character’s construction as divided subject, not only for the conflicting properties that define the heroin. We have to move on from identity to modes of identity: the mode of coincidence and the mode of non-coincidence. The narcissistic injury, due to the abandonment by the beloved Giasone and the being banished from Corinto, leads Medea to surpass the limits of her own subjectivity. Her identity is defined by the relationship among two extremes which, though opposite, do not exclude each other, but intertwine with one another. Medea oscillates between a superior extreme and an inferior extreme, between pulsional force and strategic intelligence. The great Medea’s paradox lays in the decision to be faithful to herself and to her own desire for revenge comes to coincide with the terrible and necessary choice of the infanticide, a choice that inevitably involves the annihilation of a part of herself, her maternal identity.
Milano University Press
2018-06-28
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Articolo peer-review
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10.13130/2037-2426/9858
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ENTHYMEMA; Núm. 21 (2018); 112-133
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ENTHYMEMA; N. 21 (2018); 112-133
ENTHYMEMA; No. 21 (2018); 112-133
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2018-07-04T11:02:20Z
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Il desiderio "effrayant" di Julien Sorel
Bottiroli, Giovanni
Stendhal
desiderio
flessibilità
Che cosa significa leggere un classico? Quest’articolo distingue due modi, o due vie. Per i contestualisti è sufficiente collocare l’opera nella sua epoca storica, e sottolineare eventualmente la novità che quell’opera ha introdotto. Per la teoria dell’interpretazione, un classico vive nel «tempo grande» (Bachtin), cioè oltrepassa i confini della sua epoca. In questo senso, i grandi scrittori sarebbero ‘universali’. Per l’autore di quest’articolo sarebbe più corretto riconoscere la densità semantica dell’opera d’arte, cioè l’insieme delle sue virtualità. Ma per riconoscere e indagare le virtualità di un classico occorre far riferimento alla teoria, o meglio alle teorie. Nel caso di Le Rouge et le Noir, ci si può limitare ad analisi parziali, che, nella loro consapevole limitatezza, sono legittime. Tut-tavia, chiunque pretenda di offrire un punto di vista complessivo su questo romanzo di Stendhal non può (o meglio non dovrebbe) ignorare, per esempio, le teorie del desi-derio. Le Rouge et le Noir rappresenta un momento fondamentale per la nascita del realismo moderno («serio», come lo ha chiamato Auerbach): ma si può ridurre la rappresentazione della realtà, che esso offre, quasi unicamente al contesto storico-sociale? La verità (l’âpre vérité) che Stendhal promette ai suoi lettori nell’esergo del romanzo è la verità di quegli esseri flessibili che noi siamo: è la verità delle diverse possibilità, o versioni, dell’amore. Non si può leggere un classico senza incontrare il desiderio di essere.What does ‘reading the classics’ mean? This paper identifies a twofold approach to this act. Contextualist critics believe that setting the text within its historical context and shedding light on its innovative aspects suffice to understand it. According to the theory of interpretation, classics embody Bachtin’s «great time», exceeding the limits of their epoch. Great writers would be therefore universal figure. For the author of this paper, a correct approach to literary works acknowledges the density of texts, that is to say the combination of virtual components. In order to investigate classics’ ‘virtuality’, one has to refer to theory, or rather theories. Dealing with Le Rouge et le Noir, critics can provide partial analyses that, in being consciously limited, are certainly legit. However, whoever might want to offer a complete view of Pascal’s novel cannot – or rather should not – ignore, for instance, theories of desire. Le Rouge et le Noir stands out as a fundamental step towards the birth of modern realism («serious», as Auerbach named it). Nonetheless, is it possible to reduce the portrayal of reality it offers to, almost exclusively, its socio-historical context? The truth (l’âpre vérité) Stendhal promises to his readers in the novel’s exergue is the truth about us as flexible beings. In other words, it is the truth about the several possibilities, or potentialities, intrinsic to love. One cannot read classics without discovering the desire to be.
Milano University Press
2018-06-28
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10.13130/2037-2426/9975
ENTHYMEMA; Nr. 21 (2018); 134-151
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ENTHYMEMA; No. 21 (2018); 134-151
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