2024-03-29T07:28:13Z
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2017-06-25T10:06:10Z
lanx:ART
"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Imago Caesaris argentea. Il busto di Lucio Vero del Tesoro di Marengo
Sena Chiesa, Gemma
Università degli Studi di Milano
Il prezioso ritratto argenteo di Lucio Vero fu ritrovato a Marengo (Alessandria) assieme ad altri argenti spezzati, nascosti e mai più ricuperati, forse frutto di una razzia. Il ritratto rappresenta il principe, raffigurato con corazza e paludamentum, secondo tipo ritrattistico di qualche anno precedente la sua morte. Esso appare come l’esemplare di più elevato livello artistico di una serie di busti imperiali o di grandi personaggi eseguiti in lamina d’argento sbalzata e ritoccata a bulino. Si trattava probabilmente di effigi che dovevano essere poste in luoghi pubblici, come tribunali o sedi di funzionari imperiali, o negli accampamenti militari a rappresentare il potere e la maestà del principe. Alcuni ritratti argentei erano anche dedicati da singoli funzionari o personaggi autorevoli o dai membri di un collegium in occasione di celebrazioni imperiali.
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2008-05-05 00:00:00
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lanx:ART
"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
L’occasione e l’eterno: la tenda di Tolomeo Filadelfo nei palazzi di Alessandria. Parte prima. Materiali per la ricostruzione
Calandra, Elena
Direzione Regionale per Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria
La tenda per banchetti fatta erigere da Tolomeo II nei palazzi di Alessandria è descritta da Ateneo di Naucrati (in un passo qui nuovamente tradotto), operante alla fine del II d.C., che si basa sul racconto di Callissino di Rodi, vissuto probabilmente negli ultimi decenni del III a.C.; questi a sua volta si sarebbe basato sui documenti dell’archivio regale, consistenti sia in atti scritti sia, si ipotizza qui, in materiali figurativi. L’apparato, eretto verosimilmente in occasione dei primi Ptolemaia nel 279-278 a.C., era destinato a un numero limitato di convitati: i dignitari di corte, ma soprattutto gli ambasciatori provenienti da tutta l’oikoumene e probabilmente i settanta traduttori ebrei del Pentateuco, in un’ambizione di enciclopedismo culturale e di universalità politica. La lettura del significato della tenda si integra con quello della processione, volta invece alla popolazione greca di Alessandria e della chora, e porta a collocare ipoteticamente lo stadio, dove essa aveva luogo, non troppo distante dai palazzi. La tenda, forse collegabile a Sostrato di Cnido progettista del Faro e inventore dei portici a due piani, costituisce l’approdo ideologico delle tende persiane e di quella di Alessandro a Susa; tuttavia la valutazione degli apadana e delle sale ipostile greche prova l’indipendenza tipologica e funzionale della tenda tolemaica da tali edifici, spesso invocati come modelli.
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2008-05-05 00:00:00
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lanx:ART
"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Giganti sull'acropoli. Atene, Pergamo e la Gigantomachia
Manunta, Elio
Università degli Studi di Milano - Università degli Studi di Pavia
Il suggestivo scenario creatosi sull’acropoli di Atene intorno alla metà del II secolo a.C., quando la Gigantomachia del cd. “Piccolo Donario” attalide eretto a S del Partenone venne a trovarsi in diretto contatto visivo con le sue metope orientali scolpite con il medesimo soggetto - testimonianza concreta dello stretto legame tra Pergamo e Atene -, offre lo spunto per un’indagine tipologica sull’iconografia del Gigante nelle rappresentazioni scultoree e pittoriche comprese tra questi due estremi artistico-cronologici. L’analisi delle singole figure dei Giganti, tuttavia non avulse dal proprio contesto monumentale e storico-artistico, conduce a una classificazione tipologica in grado di illuminare sulla tradizione, la circolazione e la persistenza, fino alla citazione puntuale, degli schemi iconografici e delle soluzioni compositive impiegati nella lunga storia della Gigantomachia, con lo scopo precipuo di appurare quanto di quel legame sia possibile rintracciare attraverso la lettura e il confronto iconografici dei due monumenti.
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"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
L’evergetismo di Traiano ed Adriano nelle città dell’Italia. Opere pubbliche e modalità di intervento
Castagno, Raffaele
L'articolo costituisce un tentativo di indagine dell'evergetismo di matrice imperiale nei regni di Traiano (98-117) ed Adriano (117-138) nei confronti delle città dell'Italia Romana. Lo studio si è posto prima di tutto l'obiettivo di raccogliere, attraverso l'esame delle fonti epigrafiche, archeologiche e letterarie, una panoramica complessiva degli interventi compiuti dai due imperatori. Il loro esame ha quindi permesso di approdare ad un bilancio provvisorio delle politiche evergetiche dei due principes, cogliendo i differenti moventi culturali e politici che scandirono le loro rispettive liberalità, ma al tempo stesso evidenziando un'unità di intenti, riconducibile ad una generale attenzione per il benessere e la prosperità della città dell'Italia. Si sono infine evidenziate, grazie all'esame di alcuni casi particolari, le modalità di cooperazione degli imperatori con le singole comunità locali, consentendo di comprendere in modo più preciso il processo di realizzazione dell'atto evergetico.
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"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Valmadrera (LC), località Corno di Birone, Cornello Alto. Rilievo di strutture insediative. Relazione preliminare
Dolci, Matteo
Università degli Studi di Milano
Pruneri, Stefano
l’Università degli Studi di Lecce - Università degli Studi di Milano
L’insediamento altomedievale del Corno di Birone, loc. Cornello Alto (Valmadrera – LC), è stato individuato durante attività di ricognizione, nell’ambito del progetto “Geografia della difesa”, avviato da tempo dalla Cattedra di Topografia Antica dell’Università di Milano. La ripulitura e il rilievo delle strutture superstiti ha evidenziato quattro ambienti su un terrazzo a 600 m di quota, due dei quali parzialmente scavati nella roccia, e alcune opere di terrazzamento per la regolarizzazione della geomorfologia naturale. In assenza di scavi, la datazione del sito ad età altomedievale si propone sulla base dello stretto rapporto con il vicino sito di Monte Barro, e per la probabile funzione di controllo viario del sito stesso.
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"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
ABDELLATIF MRABET - JOSÉ REMESAL RODRIGUEZ (éds.), In Africa et in Hispania. Etudes sur l’huile africaine, (Collecció Instrumenta, 25), Publicacions i Edicions Universitat de Barcelona, 2007, p. 340.
Panero, Elisa
Università degli Studi di Milano
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lanx:LME
"080505 2008 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
MONCEF BEN MOUSSA, La production de Sigillées Africaines. Recherches d’Histoire et d’Archéologie en Tunisie Septentrionale et Centrale, (Collecció Instrumenta, 23), Publicacions i Edicions Universitat de Barcelona, 2007, p. 305.
Panero, Elisa
Università degli Studi di Milano
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"090514 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
L’occasione e l’eterno: la tenda di Tolomeo Filadelfo nei palazzi di Alessandria. Parte seconda. Una proposta di ricostruzione
Calandra, Elena
Direzione Regionale per Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria
Il lavoro costituisce la seconda parte di un articolo apparso in “Lanx” 1 (2008).Dopo aver esposto le ricostruzioni precedenti, si avanza una proposta nuova, che interpreta la tenda alla luce dell’architettura macedone e indirizza a un tipo architettonico nuovo, l’oecus aegyptius. Tenendo presente che dell’apparato si conosce solo l’interno, se ne calcolano le dimensioni (la base era di circa m 34 x 26, l’altezza di circa m 22 per le colonne, più la copertura), e si interpretano grazie alla documentazione archeologica e letteraria di confronto gli elementi costitutivi: le klinai, le colonne a forma di palma e a forma di tirso, le ninfe e gli antra, le basi di statue, la porta ad arco, il soffitto a lacunari, la copertura a doppio spiovente, gli arredi e le suppellettili, le opere d’arte. L’esposizione ha una durata limitata, e per questo diviene un “evento” nuovo, in relazione con la contemporanea pompé dionisiaca: le opere d’arte assumono un significato nuovo, che connota i Lagidi come raffinati collezionisti, e divengono parte di un programma culturale e politico, probabilmente organizzato dai dotti del Museo. L’esposizione è infatti improntata a un intento enciclopedico: da un lato essa sembra l’equivalente effimero del Museo e dello zoo promossi da Tolomeo I, dall’altro partecipa alla costruzione culturale della famiglia dei Tolomei, di cui appare quasi un monumento dinastico.
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2009-05-13 00:48:53
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"090512 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
G. L. Castelli, principe di Torremuzza, numismatico ed antichista ad Halaesa Archonidea
Crisà, Antonino
G. L. Castelli (1727-1792), principe di Torremuzza, fu uno dei massimi esponenti dell’antiquaria siciliana del XVIII secolo. Questo contributo esamina l’attività di ricerca di Castelli, interessato alla monetazione ed alle evidenze archeologiche di Halaesa Archonidea, oggi identificata nei pressi di Tusa (ME). È proposta un’analisi degli scritti di Castelli inerenti queste tematiche, valutandone criticamente l’importanza secondo le istanze della ricerca antiquaria. Certamente è emerso il profilo di un antichista dai poliedrici interessi, da considerarsi il fondatore degli studi numismatici ed archeologici moderni dell’antica Halaesa.
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2009-05-13 00:48:53
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"090512 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
La necropoli neolitica a domus de janas di S. Pietro di Sorres in Comune di Borutta - Sassari
Soro, Pier Paolo
La necropoli di Sorres si trova nel territorio del Comune di Borutta in provincia di Sassari. E’ ubicata lungo il versante SE del colle di Sorres, sul quale sorge imponente la chiesa in stile romanico di San Pietro di Sorres (XI-XII sec.) sede dell’antica diocesi medievale. La necropoli è composta attualmente da cinque tombe a grotticella artificiale del tipo a domus de janas, scavate nella roccia calcara durante il neolitico recente ed in uso per tutto l’eneolitico. Si presume che fosse l’area sepolcrale dell’insediamento in grotta di Ulàri, una cavità carsica di notevoli dimensioni il cui ingresso si apre lungo il versante Nord del colle; la grotta ha restituito testimonianze archeologiche che vanno dal neolitico media fino al medioevo. La necropoli di Sorres, sebbene sia stata rimaneggiata nella forma degli ambienti ipogei e nella destinazione d’uso, costituisce una delle principali testimonianze del capillare tessuto insediativo del territorio del nord Sardegna.
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2009-05-13 00:48:53
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"090512 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Scavi e ricerche a Calvatone romana: il “Quartiere degli Artigiani” (scavi 2005 - 2007)
Bacchetta, Alberto
Università degli Studi di Milano
Le campagne di scavo condotte negli anni 2005-2007 nel vicus di Calvatone-Bedriacum dalla missione dell’Università degli Studi di Milano hanno portato all’individuazione di un vasto impianto edilizio probabilmente destinato a svolgere funzioni produttive e perciò ribattezzato “Quartiere degli Artigiani”. Gli scavi, ancora in corso, hanno finora messo in luce una serie di ambienti di modeste dimensioni, privi di finiture di lusso, forse utilizzati come botteghe o magazzini.
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2009-05-13 00:48:53
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"090513 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Iconografie “antiche” nella collezione di calchi di intagli e cammei di Antonio Berini ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste
Tassinari, Gabriella
Antonio Berini (Roma 1770-Milano 1861), famoso incisore di gemme, tra il 1802 e il 1804 si stabilì a Milano, dove trascorse tutta la vita, stimato ed elogiato, lavorando per prestigiosi committenti, reali, nobili e borghesi. Una cospicua collezione di 114 calchi in gesso di intagli e cammei dell’artista, privi di spiegazioni, è conservata ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, parte del legato di Filippo Zamboni, letterato cosmopolita. Si tratta di un interessante “strumento di lavoro” del Berini, come provano le impronte talvolta multiple e quelle di opere di altri incisori. Lo Zamboni conosceva bene il Berini e testimonia che l’incisore era così abile nell’imitare le gemme antiche da poter far passare per antiche le sue opere. I soggetti qui analizzati sono comuni e frequenti nel repertorio degli incisori del periodo del Berini: il famosissimo intaglio noto come Medusa Strozzi (riprodotto da quasi ogni incisore), la testa di Atena/Minerva/Roma, il busto di Esculapio, il busto di Paride, gli Uomini Illustri, come Mecenate, Dante, Petrarca, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Shakespeare, Alessandro Tassoni.
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2009-05-13 00:48:53
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"090513 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Ricerche di topografia antica 2004-2007
Bonora Mazzoli, Giovanna
Università degli Studi di Milano
Si presentano in maniera sintetica e preliminare i risultati dei progetti di ricerca della Cattedra di Topografia Antica dell’Università degli Studi di Milano, svolti grazie a finanziamenti di Ateneo e ministeriali nel triennio 2005-2008.In tutti i casi di studio, si è applicata seppur con diversa intensità la metodologia del survey, sia quando si è voluto affrontare un vero e proprio progetto di landscape archaeology (progetto Paesaggi d’Acque. Indagini topografiche nelle lagune di Orbetello), sia quando le ricognizioni di superficie hanno poi suggerito interventi di scavo per indagare più puntualmente singoli siti o contesti insediativi (progetti di ricognizione sul Lario orientale e nell’Alta Pianura friulana).
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2009-05-13 00:48:53
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2035-4797
2035-4797
dc
Il “progetto Palmira” (Siria)
Grassi, Maria Teresa
Università degli Studi di Milano
Un nuovo programma di ricerca è stato avviato, nel 2007, a Palmira, con la formazione di una missione congiunta italo-siriana, costituita dall’Università degli Studi di Milano e dalla Direzione Generale delle Antichità e dei Musei della Repubblica Araba Siriana. Lo scopo della ricerca è l’indagine nel quartiere sud-ovest di Palmira, i cui limiti sono definiti a sud-est dal muro perimetrale dell’Agorà, a sud e a sud-ovest dal settore delle Mura di Diocleziano compreso tra l’Agorà e la Porta di Damasco, a nord-ovest e a nord-est dalla Via Colonnata Trasversale e dalla Grande Via Colonnata. Cinta su tre lati da vie colonnate e inclusa all’interno della cerchia muraria tardo-antica, quest’area è conosciuta come “quartiere residenziale”. Malgrado la sua centralità nel tessuto urbano - finora peraltro escluso da sistematiche attività di ricerca e di scavo – nel quartiere non risultano evidenti i resti di grandi monumenti pubblici o religiosi, come nelle aree adiacenti, e appare quindi ragionevole supporne una prevalente, se non esclusiva, destinazione residenziale. Appare quindi necessario una verifica di tale ipotesi attraverso una rigorosa indagine scientifica.
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2009-05-13 00:48:53
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"091202 2009 eng "
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2035-4797
dc
Un frammento di statua virile dagli scavi dell’Università degli Studi di Milano a Gortina (Creta)
Manunta, Elio
Università degli Studi di Milano - Università degli Studi di Pavia
Durante gli scavi dell’Università degli Studi di Milano diretti dal Prof. Bejor nel sito di Gortina (Creta), che stanno tuttora riportando in luce un ampio complesso termale tardoantico nell’area a S del cosiddetto Pretorio, emerse nel 2004 un frammento di una statua virile nuda in marmo. Il torso, in cattivo stato di conservazione tanto per la percentuale conservata, quanto per la qualità della stessa, deve appartenere alla statua di un giovane atleta nudo a grandezza naturale, realizzata nella prima età imperiale, ma riconducibile a modelli di pieno V secolo a.C., e in particolare al Policleto del Doriforo e della piena maturità.
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2009-12-02 17:55:21
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"090513 2009 eng "
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2035-4797
dc
Novità epigrafiche a Milano: finalmente
Sartori, Antonio
Università degli Studi di Milano
Si propongono rapide considerazioni sullo stato non brillante dell’epigrafia latina oggi e si presentano le novità epigrafiche milanesi dgli ultimi anni.
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2035-4797
dc
L’attendibilità di Pausania. Il caso di Delfi
Kolonia, Rosina
Ephorate of Delphi
La Periegesi di Pausania è la pietra di paragone dell’Umanesimo nella riscoperta della Grecia. Essa ebbe un impatto decisivo nella percezione della Grecia in Europa Occidentale durante il Rinascimento e l’Illuminismo. Oggi tutti gli esperti di antichità riconoscono il decisivo apporto dell’itinerario di Pausania alla ricostruzione e alla documentazione della topografia monumentale della Grecia antica. In ogni caso, una tale decisa posizione ha causato molte obiezioni in tempi passati, quando molti studiosi misero in dubbio la sua sincerità (p.e. Wilamowitz), o la sua affidabilità. Gli scavi nel santuario di Delfi e la parallela ricerca hanno gettato nuova luce su molti dei donarî visti da Pausania, e tendono in molti casi a comprovare l’affidabilità del suo dettato. Allo stesso tempo, comunque, confronti tra le parole del Periegeta e i resti archeologici hanno suscitato numerosi problemi, come l’identificazione delle offerte dei cittadini di Tegea, o l’interminabile discussione sulla costruzione del Tesoro degli Ateniesi, se intervenuta immediatamente prima, o dopo la battaglia di Maratona. L’inaspettata identificazione di una serie di sculture con le statue dei due frontoni del Tempio di Apollo di IV secolo in anni recenti e l’importante ricostruzione della loro composizione esattamente come la descrisse Pausania, concede oggi al Periegeta l’ultima parola sui suoi antichi detrattori.
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2009-12-02 17:55:21
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"091202 2009 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Letter-labels su un pilastro a semicolonne dall’area a sud del Pretorio di Gortina
Antonucci, Alessandro
Italian Archaeological School at Athens
Un pilastro a semicolonne di età paleocristiana o protobizantina da Gortina costituisce oggetto di interesse epigrafico poiché entrambi i piani di posa supportano una lettera dell’alfabeto greco (rho e phi rispettivamente). Dal punto di vista paleografico, le lettere in esame non trovano alcun confronto nel corpus delle iscrizioni gortinie. Con tutta verosimiglianza le nostre epigrafi sono da ascriversi alla già vastissima categoria epigrafica dei masons’ marks, in particolare al sottogruppo dei fitters’ marks.
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2035-4797
2035-4797
dc
Alessandro Magno, Eracle e la leonté nella glittica ellenistica e romana
Frumusa, Giovanni
Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, Gallarate (VA)
Lo studio di una giada nefrite della fine del I sec. a.C.-I sec. d.C., rinvenuta a Martigny nel 1976 nelle Terme del Foro, che raffigura il volto di profilo di Alessandro Magno con la leonté, ha offerto lo spunto per indagare l’evoluzione iconografica del tipo nella glittica ellenistica e romana. Gli esemplari analizzati, che coprono un arco cronologico tra il III sec. a.C. ed il I sec. d.C., attestano l’esistenza di più varianti: in un primo gruppo il rapporto tra leonté e testa è più proporzionato, la criniera è poco folta e la mandibola poggia sotto l’orecchio; nel secondo la criniera assume volume ed una spalla compare in primo piano; nel terzo la leonté arretra verso la nuca e copre tempie ed orecchio. L’origine del tipo va ricondotta all’identificazione tra Alessandro ed il giovane Eracle con le spoglie del leone di Nemea, legame evidenziato soprattutto attraverso i coni monetali ed i ritratti scultorei del sovrano macedone. Questa iconografia ebbe grande fortuna sia presso i sovrani ellenistici che a Roma.
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2035-4797
2035-4797
dc
Kyme Eolica: campagna di scavo 2008
Capuzzo, Daniele
Università degli Studi di Milano
La campagna di scavo, condotta nel 2008 presso il sito di Kyme Eolica (Aliaga) in Turchia dall’Università degli Studi di Milano, si è rivelata un importante punto di partenza per gli studi sull’impatto urbanistico del grande teatro (Area V) e sulle sue eventuali connessioni con il quartiere circostante. Gli scavi, ancora in corso, hanno evidenziato ad O dell’edificio scenico, la presenza di un’assise di fondazione, con annessa pavimentazione, che sarebbe ipoteticamente attribuibile ad una stoà.
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2035-4797
2035-4797
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Calvatone (CR). Costa di Sant’Andrea - Area di proprietà provinciale. Un nuovo mosaico dal vicus di Bedriacum
Bacchetta, Alberto
Università degli Studi di Milano
L’annuale campagna di scavi condotta nel vicus di Calvatone-Bedriacum dalla missione dell’Università degli Studi di Milano ha portato all’individuazione di una serie di ambienti relativi ad un vasto complesso residenziale. Di notevole importanza è stata, tra l’altro, la scoperta di un triclinio, la cui pavimentazione in cocciopesto presentava un pannello a mosaico in tessere bianche e nere, ornato da un motivo centrale a kantharos circondato da elementi decorativi figurati quali pelte e uccelli collocati all’interno di partiture geometriche.
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2035-4797
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Uno specchio figurato inedito da Tarquinia
Zanoni, Vera
Università degli Studi di Milano - Università degli Studi di Pavia
Lo specchio inciso presentato in questa sede è stato rinvenuto all’interno della tomba 1709 in località Calvario, nella necropoli dei Monterozzi a Tarquinia: il manufatto, forse da riferire a una delle botteghe del S. Francisco Group e raffigurante, con ogni probabilità, gli eroi omerici Achille e Aiace, costituisce non solo un’importante testimonianza sotto l’aspetto della ricerca iconografica, ma anche, in associazione al resto del corredo vascolare, un indicatore significativo delle strategie di autorappresentazione funeraria del rinnovato corpo sociale tarquiniese fra IV e III secolo a.C.
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2035-4797
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dc
Un improbabile precursore di Gutenberg?
Sartori, Antonio
University of Milan
Il riesame dell’epigrafe in laminetta argentea compresa nel c.d. “Tesoro di Marengo” dimostra nettamente che l’iscrizione vi è stata praticata non certo “per mezzo di punzoni e stampi”, come proposto dal primo editore e mai più posto in discussione, ma con un’esecuzione tecnica di imbutitura applicata alla faccia posteriore, di cui si possono seguire le fasi successive di approfondimento, di ripensamento, di correzioni a non poche imprecisioni”.
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2035-4797
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La Ceramica di Gortina (Creta): stato dell’arte e prospettive di ricerca (Milano, 17 giugno 2009). Un’introduzione
Bejor, Giorgio
University of Milan
La Ceramica di Gortina (Creta): stato dell’arte e prospettive di ricerca Atti del Convegno (Milano, 17 giugno 2009) Un’introduzione
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Il contributo dell’Università degli Studi di Milano negli scavi di Gortina: il materiale ceramico proveniente dalle Terme a Sud del Pretorio
Panero, Elisa
University of Milan
Il contributo propone un’analisi dei problemi relativi alle principali produzioni ceramiche locali di Gortina (attestazione, luoghi di produzione e circolazione nel centro cretese) partendo dalla documentazione materiale dello scavo delle Terme a Sud del Pretorio rinvenuta nel corso delle campagne 2003-2009 dell’Università degli Studi di Milano (Direttore: Prof. G. Bejor). Muovendo la ricerca da una prima classificazione della documentazione disponibile, si pongono le basi per l’analisi di alcune problematiche relative a produzione, utilizzo e circolazione dei prodotti ceramici e al rapporto tra manufatto ceramico e vita quotidiana, con particolare riguardo per le produzioni di ceramica fine e, specificatamente, della locale Sovradipinta bizantina e della Sigillata color crema.
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La ceramica sovra-dipinta proveniente dalle terme a Sud del Pretorio di Gortina
Rizzotto, Annalisa
University of Milan
Lo studio dei 553 frammenti di ceramica sovra-dipinta bizantina provenienti dallo scavo delle Terme a Sud del Pretorio di Gortina permette alcune interessanti considerazioni. Tale ceramica viene prodotta nella città di Gortina durante il VII e l’VIII secolo. L’analisi dei frammenti ed, in particolare, della loro decorazione ha permesso di riconoscere alcune forme già note dagli studi precedenti e di mettere in evidenza una netta prevalenza di forme chiuse rispetto a quelle aperte. In base ai confronti effettuati, oltre alle forme già conosciute vengono indicate alcune nuove tipologie morfologiche e viene messo in evidenza un apparato decorativo piuttosto ampio ed accurato nel quale si osserva anche la presenza di simboli cristiani.
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Le Terme a sud del Pretorio di Gortina. Produzione e circolazione dei contenitori da trasporto
De Aloe, Ilaria
University of Milan
La posizione centrale nell’Egeo ed i pochi giorni di navigazione dall’Africa e dall’Egitto, come dalla Siria e Palestina, hanno reso la città di Gortina, e Creta stessa, un punto nevralgico all’interno delle rotte commerciali di collegamento e distribuzione di beni tra le sponde del Mediterraneo. Lo studio delle anfore rinvenute nelle campagne di scavo 2003-2006 presso le Terme a sud del Pretorio, ed il necessario confronto con le grandi quantità di materiali provenienti soprattutto dai contesti del Pretorio confermano questa intricata rete commerciale. Già tra Ellenismo e prima età imperiale romana, Gortina svolse una funzione di mercato di raccolta e probabilmente di smistamento delle merci provenienti dall’Occidente e dall’Egeo, assumendo poi nella piena età imperiale, un ruolo sempre più attivo nella produzione delle stesse. La mutata situazione socio-economica dell’età tardo romana - bizantina, nonché la fondazione di una nuova capitale, Costantinopoli, portò Creta e Gortina ad avere scambi commerciali e collegamenti intensi soprattutto con le aree orientali del Mediterraneo privilegiando l’importazione di prodotti dall’esterno.
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2035-4797
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Uomini e "cocci": i contesti ceramologici del Quartiere Bizantino del Pythion in una prospettiva antropologica
Zanini, Enrico
University of Siena
Lo scavo nel cosiddetto Quartiere Bizantino del Pythion di Gortina (Creta) ha riportato alla luce una serie di contesti ceramologici che meritano di essere indagati non solo in funzione della datazione o dello studio dei processi economici di produzione e distribuzione della ceramica, ma anche e soprattutto in una prospettiva antropologica, quali indicatori di comportamenti umani complessi in quel particolare contesto spazio-temporale. Da questo punto di vista, i frammenti ceramici possono infatti offrire informazioni importanti sui modi della vita urbana nel quartiere, sul sistema di smaltimento dei rifiuti e sul verificarsi di eventi traumatici che determinarono la trasformazione del tessuto urbano in età tardoantica e protobizantina.
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2035-4797
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Il progetto Siria: una proposta di archiviazione, ricerca e presentazione dati per Gortina e Mitropolis
Baldini, Isabella
University of Bologna
Baldassarri, Pietro
Università degli Studi di Bologna
Il Progetto SIRIA, sviluppato nell’ambito di un progetto strategico del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, è un sistema centralizzato per la gestione, la ricerca e la presentazione della documentazione archeologica. Il sistema è in grado di gestire, all'interno di un database relazionale, le classi di informazioni principali generate dalla ricerca archeologica: dati alfanumerici-tabulari, dati spaziali, immagini e in generale tutti i tipi di file che necessitano di essere archiviati. L'architettura del database, organizzata in un modo flessibile, consente agli utenti di utilizzare, in una struttura comune, gruppi specifici di informazioni (plug-in). L'obiettivo è andare incontro alle istanze dei singoli studiosi permettendo loro di organizzare liberamente i propri dati; inoltre, consentire l’integrazione dei dati e un allargamento della scala di riferimento dei singoli progetti. Il Progetto SIRIA aderisce alla filosofia e agli scopi del movimento open source: il codice è rilasciato sotto la licenza libera software GPLv3.
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2035-4797
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dc
Lo scavo delle Case bizantine e dell' Edificio Sud: risultati preliminari dallo studio della ceramica
Fabrini, Giovanna M.
University of Macerata
Perna, Roberto
University of Macerata
Fin dal 1983 le ricerche archeologiche dell’Università di Macerata a Gortina di Creta si sono concentrate con particolare attenzione nell’indagine sia del Quartiere bizantino (le cosiddette Case Bizantine), ad Ovest del Pretorio, sia della Strada Ovest, sulla quale lo stesso Pretorio ed il Quartiere si affacciano. Il principale obiettivo delle ricerche in corso riguarda lo scavo del cosiddetto Edificio Sud nell’area sud-orientale del quartiere, che ha oggi consentito di pervenire alla redazione della planimetria particolareggiata e alla definizione delle principali fasi cronologiche del monumento (dalla fondazione negli ultimi decenni del IV secolo alla sua distruzione finale con il terremoto del 670), mentre sono tuttora oggetto di indagine la sua funzione (evidentemente pubblica) ed i suoi rapporti sia con la grande Strada Ovest, sia con la realtà urbanistica in cui era inserito nel tempo. Un ulteriore obiettivo degli studi in corso è rappresentato anche dall’edizione completa degli scavi condotti nel periodo 1983-1991 in un’ area carattere prevalentemente abitativo ed artigianale, che ha portato notevoli contributi in relazione sia all’analisi dei modelli insediativi diffusi a Creta tra V e VIII secolo d.C., sia allo studio dell’instrumentium domesticum nelle medesime fasi cronologiche.
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La ceramica d'uso comune a Gortina tra passato e futuro. Acquisizioni e nuove prospettive
Albertocchi, Marina
University of Venice
L’intento del presente contributo è duplice: da un lato proporre una rapida panoramica dello status quaestionis nello studio della ceramica d'uso comune di Gortina in particolare in età romana e tardoromana, per porre l'accento su quanto è stato fatto, secondariamente, soprattutto, analizzare le nuove ricerche e prospettive su questo oggetto. I dati raccolti per la pubblicazione a seguito degli scavi a Gortina hanno permesso di gettar luce sulla produzione ceramica nelle fasi summenzionate, per lungo tempo dimenticate dalla letteratura archeologica. Ma è certamente con lo studio della ceramica proveniente dai recenti scavi archeologici eseguiti nelle diverse aree della città romana che noi possiamo affinare (insieme con analisi di archaeometriche, finora non ancora effettuate) la conoscenza della ceramica di Gortina nelle fasi diverse della sua lunga storia.
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Gortina, Pretorio. Definizione dei contesti e della cronologia. La ceramica fine: problemi e tipologie di approccio
Lippolis, Enzo
University of Rome "La Sapienza"
Giatti, Chiara
University of Rome "La Sapienza"
Interdonato, Elisabetta
University of Rome "La Sapienza"
Le ricerche condotte nell’area del Tempio ellenistico dall’Università di Roma “La Sapienza”, in collaborazione con l’Università di Bologna ed il Politecnico di Bari (campagne di scavo 2003-2008), hanno permesso di approfondire gli aspetti funzionali e storico-urbanistici del tessuto cittadino di Gortina. Nel comparto interessato, contiguo ad uno dei poli sacri più importanti della città, quello di Apollo Pythios, prevale l’edificazione pubblica, con un carattere monumentale che viene progressivamente trasformato da cambiamenti di destinazioni e di funzioni. Le aree di scavo hanno restituito una sequenza stratigrafica di particolare complessità, in cui le fasi meglio attestate sono quelle iniziali (fine II secolo a.C. - inizi del I secolo a.C.), e poi soprattutto quelle comprese tra IV e VIII secolo d.C. Lo studio dei materiali rinvenuti apporta nuovi dati quantitativi a quanto emerso nelle indagini precedenti nell’area del Pretorio e negli scavi Colini, confermando la circolazione abbondante di alcune classi di ceramica fine (LRC, TSA); l’analisi, inoltre, fa emergere ulteriori spunti di ricerca sui centri di produzione di altre classi ceramiche (contenitori anforari; ceramica fine tarda) e sui contatti commerciali dell’isola soprattutto tra il periodo tardoantico e l’età di Eraclio.
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L’edizione di un grande scavo: l’esempio di Hierapolis di Frigia
Bejor, Giorgio
University of Milan
La puntuale e ricca rassegna bibliografica su Hierapolis di Frigia (Turchia), dove da più di cinquanta anni sono impegnati archeologi italiani, dà conto tanto delle più recenti pubblicazioni cartacee dedicate al sito e agli scavi archeologici ivi intrapresi, quanto degli altri veicoli di comunicazione scientifica e divulgativa, con particolare attenzione a quelli multimediali e telematici. Si apre così una più generale riflessione su quanto l’impegno di una delle più importanti e fruttuose missioni archeologiche italiane all’estero costituisca un esempio dei doveri scientifici che spettano a quanti gestiscono lo scavo di un grande contesto urbano: l’importanza dell’impostazione, della pianificazione e dell’edizione dei risultati di uno scavo estensivo di rilevanti dimensioni.
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2035-4797
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Lettera di Enrico Pirajno di Mandralisca a Karl von Estorff con notizie di scavi e ricerche numismatiche a Lipari ed acquisti antiquari a Tindari
Crisà, Antonino
University of Milan
In questo articolo è presentata una bozza lettera di E. Pirajno di Mandralisca (1809-1864) a K. von Estorff (1811-1877). Il barone, esponente dell’antiquaria ottocentesca della Sicilia settentrionale, comunica la stesura di un’opera sulla monetazione di Lipara, momentaneamente ritardata da impedimenti tecnici. Intanto Pirajno prosegue a Lipari gli scavi presso i suoi terreni, anticamente occupati dalla necropoli, dove recupera numerosi manufatti archeologici. Anche i reperti acquistati a Tindari accrescono la sua collezione archeologica privata.
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2035-4797
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A proposito di arredi. Prima e dopo la tenda di Tolomeo Filadelfo
Calandra, Elena
Direzione Regionale per Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria
Gli arredi sono essenziali a definire le tende, più che la struttura architettonica: essi contribuiscono infatti a creare gli spazi e a organizzarli, tanto che non vi è quasi distinzione fra arredi e struttura, come si avverte nelle fonti antiche di epoche diverse (Erodoto, Euripide, Cesare, Plutarco, Ateneo): si analizzano infatti le tende di Serse a Platea, di Ione a Delfi, di Alessandro dopo la battaglia di Isso e a Susa, di Pompeo a Farsalo, oltre a quella di Tolomeo ad Alessandria.
Al tempo stesso, si studia il linguaggio degli arredi, che esprimono il potere e la forza del sovrano attraverso il lusso dei materiali e la sorpresa sugli spettatori.
In chiusura, qualche ipotesi sulla destinazione ultima degli arredi, dopo che la tenda di Tolomeo, allestita per un anno, viene smontata.
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2035-4797
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I letti con rivestimento in osso e in avorio: analisi dei rinvenimenti dai contesti di abitato e funerari
Bianchi, Chiara
Il tema affrontato in questo contributo è l’analisi di una particolare classe di arredi di età romana, i letti con rivestimento in osso e avorio, per evidenziarne le caratteristiche tipologiche e i limiti della diffusione. In particolare, considerando una questione finora trattata solo marginalmente, si è operata una distinzione fra gli esemplari provenienti da contesti di abitato e quelli da contesti funerari, per individuare le caratteristiche proprie dell’una e dell’altra serie. Il censimento dei letti in osso e avorio provenienti da contesti non funerari, che potevano avere funzioni tricliniari e cubiculari nelle domus, ha evidenziato che le attestazioni sono piuttosto rare e riguardano quasi esclusivamente i fulcra e in particolare i culmini, che risultano essere soprattutto di due tipi: a testa di uccello acquatico e a testa di sileno.
Per quanto riguarda la Cisalpina si è proposta invece un’analisi più approfondita delle attestazioni, con un confronto diretto tra le testimonianze da necropoli e da ambiente domestico.
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2035-4797
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La decorazione bronzea per carri in Italia settentrionale
Bolla, Margherita
Si propone un censimento delle attestazioni di decorazione in bronzo per carri in Italia settentrionale, limitando la ricerca agli elementi figurati. L’indagine, per quanto presumibilmente non esaustiva, ha condotto a un considerevole aumento delle testimonianze note (ora una cinquantina), consentendo alcune osservazioni su botteghe di produzione, proprietari, iconografia, cronologia.
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2010-07-14 00:00:00
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"100714 2010 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Mortai lapidei nella Cisalpina romana: nuovi esemplari
Caffini, Andrea
Il mortaio, realizzato in pietra o in marmo, rappresenta un manufatto largamente diffuso in Cisalpina come nel resto del mondo romano. Le morfologie sono sostanzialmente riconducibili a due forme di base: il mortaio di tipo 1 presenta una vasca emisferica più o meno schiacciata, il tipo 2 si caratterizza per un corpo troncoconico rovescio, più o meno svasato. Nei mortai venivano sottoposte a pestatura e triturazione, con l’ausilio di un pestello azionato a mano, materie prime di varia derivazione. I campi di applicazione erano principalmente tre: alimentare, officinale e cosmetico. In qualche caso la generica definizione di mortaio risulta applicata impropriamente a recipienti marmorei probabilmente utilizzabili solo a fini ornamentali. E’ inoltre attestato l’impiego di manufatti attribuibili al tipo 2 in funzione di urne cinerarie. Pertanto, di fronte a pezzi decontestualizzati, è opportuno ricorrere a una definizione non univoca, che rispecchi le diverse possibili valenze del manufatto.
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2010-07-14 00:00:00
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"100714 2010 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Suggestioni per un archeologo: in margine a Fellini-Satyricon. L’immaginario dell’antico
Pesando, Fabrizio
Una riflessione sul cinema di Fellini e la sua conoscenza dei siti vesuviani (Pompei e, soprattutto, Ercolano); il testo nasce da una serie di riflessioni stimolate dalla lettura del volume Fellini-Satyricon. L’immaginario dell’antico (a cura di F. Slavazzi, E. Gagetti, R. De Berti), presentato a Milano il 10 Maggio 2010.
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"100714 2010 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
A proposito di uno scarabeo da Colle del Forno: alcune considerazioni sulla produzione di stile globulare
Giovanelli, Enrico
L’esemplare di scarabeo dalla necropoli di Colle del Forno presentato in questa sede fornisce lo spunto per alcune brevissime considerazioni in merito alla produzione di stile globulare anche a fronte del recente lavoro di sintesi di U. Hannson sul tema che costituisce ad oggi un utilissimo aggiornamento sulle questioni stilistiche, formali, iconografiche, sugli aspetti produttivi nonché una discreta integrazione del corpus che era già stato apprestato da Peter Zazoff.
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"100714 2010 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Recensione di MONICA SALVADORI - MONICA BAGGIO (a cura di), Gesto - Immagine. Tra antico e moderno. Riflessioni sulla comunicazione non-verbale, Atti della Giornata di Studio (Isernia, 18 aprile 2007), Roma 2009 (Antenor Quaderni, 16)
Ciliberto, Fulvia
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2010-07-14 00:00:00
Verificato dal Comitato Scientifico
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"100917 2010 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Arredi di lusso in legno e avorio da Ercolano: le nuove scoperte della Villa dei Papiri
Guidobaldi, Maria Paola
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Sono qui illustrati i resti di eccezionali mobili di legno rivestiti di avorio decorato a bassorilievo rinvenuti durante i recenti lavori di scavo, conservazione e sistemazione dell’area della Villa dei Papiri di Ercolano (Luglio 2007-Primavera 2009), eseguiti dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e finanziati dalla Comunità Europea nell’ambito del Programma Operativo della Regione Campania (POR). L’eccezionalità del rinvenimento risiede nell’alto pregio dei materiali impiegati e nella ricchezza delle decorazioni figurate, profondamente intrise di elementi propri della religiosità dionisiaca.
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2011-03-04 00:00:00
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"101005 2010 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Étude préliminaire sur les stucs trouvés dans le "Bâtiment à Péristyle" du quartier sud-ouest de Palmyre (PAL.M.A.I.S. - Fouilles 2008-2009)
Palmieri, Lilia
Università degli Studi di Milano - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Les travaux archéologiques de la Mission conjointe italienne-syrienne de l'Università degli Studi de Milan à Palmyre (Pal.M.A.I.S.= Palmira. Missione Archeologica Italo-Siriana) sont dédiés à l’exploration du quartier sud-ouest de la ville antique. Depuis 2008 a été entreprise la fouille stratigraphique du "Bâtiment à Péristyle", et dans une pièce du bâtiment - la pièce A - a été trouvé un ensemble des stucs muraux formant une frise décorée par un motif d'Anthemion. Les morceaux de stuc faisaient partie vraisemblablement du décor d'un édifice cossu gravement endommagé (ou détruit?) avant le VI siècle après J.-C. et se sont révélés des éléments très importants pour la définition préliminaire de l'horizon chronologique de la première phase d'occupation de l'aire.
Studi preliminari sugli stucchi rinvenuti nell' "Edificio con Peristilio" del quartiere sud-ovest di Palmira (Pal.M.A.I.S. - Scavi 2008-2009).
La Missione congiunta italo-siriana dell'Università degli Studi di Milano a Palmira (Pal.M.A.I.S.= Palmira. Missione Archeologica Italo-Siriana) si propone di indagare il quartiere sud-ovest della città antica. Nel 2008 è stato avviato uno scavo stratigrafico presso il cd. "Edificio con Peristilio", e all'interno di un ambiente dell'edificio - l'ambiente A - è stato rinvenuto un nucleo di stucchi architettonici pertinenti a un fregio decorato da un motivo ad Anthemion. I frammenti di stucco appartengono al decoro di un edificio lussuoso danneggiato (o distrutto?) prima del VI sec. d.C. e costituiscono elementi importanti per la definizione dell'orizzonte cronologico della prima fase di occupazione dell'area.
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2011-03-04 00:00:00
Verificato dal Comitato Scientifico
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"110212 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Lettere dell’incisore di pietre dure Francesco Maria Gaetano Ghinghi (1689-1762) ad Anton Francesco Gori
Tassinari, Gabriella
Università degli Studi di Milano
Le lettere qui esaminate, conservate nella Biblioteca Marucelliana a Firenze, sono scritte da Napoli dal famoso incisore di pietre dure Francesco Maria Gaetano Ghinghi (1689-1762) al celebre erudito e antiquario Anton Francesco Gori. Esse sono ricche di interessanti notizie relative all’attività del Real Laboratorio delle Pietre Dure di Napoli, fondato nel 1737, di cui il Ghinghi fu il primo direttore, e coordinatore dell’équipe di artisti fiorentini che si erano trasferiti con lui. Il Ghinghi fornisce dati sulla circolazione di gemme a Napoli in quel periodo, sulle antichità di Ercolano (di cui il Gori fu uno dei primi a scrivere) e sulla permanenza a Napoli di Antonio Pichler, capostipite di una illustre famiglia di incisori, che il Ghinghi conosceva bene, perché entrambi lavoravano per il noto collezionista di gemme Philipp von Stosch. Inoltre, in un quadro di scarsa disponibilità di calchi riproducenti gemme della collezione Farnese, acquista gran valore l’invio di tali impronte da parte del Ghinghi al Gori, che così aveva gemme non documentate altrimenti.
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2011-08-01 00:00:00
Verificato dal Comitato Scientifico
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"110304 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Ipotesi su un ritratto di fanciulla di età severiana da Via Labicana
Barbera, Mariarosaria
Direttore della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana
Nel 2007, durante uno scavo in via Labicana alle spalle della Chiesa dei SS. Pietro e Marcellino, è stata rinvenuta una testa di fanciulla molto ben conservata, che le caratteristiche formali attribuivano all'età severiana. Il ritratto, in marmo greco è di altissima qualità e presenta confronti stilistici puntuali con una serie di teste del secondo e terzo decennio del III secolo d.C. La combine fra i tratti del volto e il tipo di acconciatura porta a riconoscervi Annia Aurelia Faustina, discendente di Marco Aurelio e terza moglie di Eliogabalo, Augusta per pochi mesi fra l’estate e la fine del 221. La testa è priva di precisi dati stratigrafici, perché gettata in uno scarico di età post-antica e il contesto di ritrovamento si colloca in una zona dalla topografia assai discussa, dove fluttuano fra gli altri l'Iseo Metellino e la domus Tetricorum. Lo scavo ha messo in luce un ambiente a pilastri con volte a crociera ed alti lucernari, sovrapposto a precedenti strutture, probabilmente un horreum databile nell'età di Domiziano, nell'ambito dei lavori di terrazzamento sul versante settentrionale del Celio. La scala realizzata più tardi a collegamento dell'ambiente con la terrazza reca numerosi bolli, alcuni legati alla famiglia di Marco Aurelio ed alla gens Ummidia (Annia Cornificia Faustina, sorella dell'imperatore, aveva sposato un Ummidio Quadrato), e più tardi direttamente a Commodo. Si ipotizza che, a seguito di una congiura cui partecipò il nipote di Ummidio, la proprietà di Cornificia fosse confiscata da Commodo, per essere più tardi restituita da Eliogabalo alla moglie Annia Faustina, onorandola con lo splendido ritratto ritrovato.
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2011-03-04 00:00:00
Verificato dal Comitato Scientifico
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"110304 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
I marmi bianchi e colorati dalle caserme “G. Carreca” e “Ce.Ri.co” a Roma
Viglietti, Marco
Uiversità degli Studi di Milano
Questo lavoro si inserisce nell’ambito delle indagini archeologiche compiute tra il 2002 e il 2008 nell’area delle caserme “G. Carreca” e “Ce.Ri.co.”, in via Labicana a Roma. Ad una prima strutturazione dell’area di età domizianea, seguono fasi di vita di età antonina e severiana, prima dell’ultima, grande fase edificatoria riferibile alla seconda metà del IV - V secolo. La nostra indagine si appunta sul consistente deposito di marmi da opus sectile pavimentale e parietale. Specchio di un’elevata committenza, costituisce un campionario delle forme decorative in uso a Roma tra il I e il IV - V secolo.
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2011-03-04 00:00:00
Verificato dal Comitato Scientifico
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"110304 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Il piacere dell’acqua: le fontane a scaletta di Aquileia
Ciliberto, Fulvia
Università degli Studi del Molise
Il contributo, a partire dallo studio analitico di cinque fontane a scaletta d’acqua in miniatura di Aquileia, cerca di collocare questi pezzi all’interno della più ampia classe delle fontane a scaletta di piccolo formato, la cui diffusione, piuttosto circoscritta, appare legata ad una moda squisitamente urbana, recepita in Italia solo in Lazio e in Cisalpina. Premessa irrinunciabile a tale studio sono alcune osservazioni e puntualizzazioni circa la terminologia, la forma, la decorazione, lo stile e la cronologia di questo tipo di arredo, che gettano le basi per lo studio complessivo del materiale. Le fontane a scaletta di Aquileia, valida testimonianza della volontà di adeguarsi alla moda della capitale, pur mostrando le caratteristiche comunemente rilevate per questa classe di materiale, permettono di individuare varianti strutturali nuove e di confermare o correggere la datazione di alcuni cambiamenti formali notati.
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2011-03-04 00:00:00
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"110304 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Arredi di bronzo dalla domus di piazza Marconi a Cremona
Castoldi, Marina
Università degli Studi di Milano
La domus di piazza Marconi fu costruita in età augustea al limite sud della città romana. Nel I secolo, la domus è stata la dimora di una famiglia di notevoli possibilità economiche, sicuramente importante all’interno della compagine sociale e politica dell’antica Cremona; lo rivelano l’alta qualità degli affreschi, dei pavimenti, dei mosaici, e degli arredi in pietra che ornavano i cortili e le stanze di rappresentanza. Anche se è probabile che la maggior parte degli oggetti di bronzo sia stata trafugata dai soldati di Vespasiano durante il saccheggio del 69 d.C., i reperti rimasti, tra recipienti e arredi, offrono un interessante quadro della suppellettile in metallo di una ricca dimora cisalpina, con un termine ante quem che richiama immediatamente il più noto modello delle città vesuviane.
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"110304 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Letti in bronzo. Dal modello ellenistico alla Cisalpina romana
Giacobello, Federica
Università degli Studi di Milano
Il contributo presenta una panoramica generale su una particolare e pregiata classe di arredi domestici quali sono i letti con decorazione in bronzo in età romana. Partendo dai modelli greco-ellenistici e dalla loro introduzione a Roma, ci si sofferma sulla loro tipologia e sugli elementi da cui erano costituiti, per quindi affrontare nello specifico le problematiche inerenti a ritrovamenti di letti in bronzo in Cisalpina.
Pezzi eccezionale per completezza e realizzazione sono le gambe di letto tricliniare rinvenute a Modena da una ricca domus della città; tali esemplari, già oggetto di studi ricostruttivi, sono in questa sede esaminati in particolare per la scena plastica che li decorava che presenta l’ immagine di Ercole contro il Centauro. L’ipotesi avanzata è che possa essere una testimonianza della propaganda per immagini di Antonio in un frangente particolare quali le lotte civili che interessarono i territori dell’Italia settentrionale nella tarda repubblica.
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"110727 2011 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Ippolito Cafici e il trio del “Bullettino di Paletnologia Italiana”. I rapporti con Luigi Pigorini, Gaetano Chierici e Pellegrino Strobel da documenti inediti
Pace, Alessandro
Università degli Studi di Milano
Ippolito Cafici (1857-1947) ebbe un ruolo importante nella scena paletnologica italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento. In questo contributo vengono analizzati, attraverso numerosi documenti d’archivio inediti, i rapporti intrattenuti con Gaetano Chierici, Luigi Pigorini e Pellegrino Strobel: i tre co-fondatori del “Bullettino di Paletnologia Italiana”. Il materiale raccolto permette di ricostruire un’interessante spaccato delle dinamiche interne al “Bullettino” e di evidenziare il ruolo di guida svolto da Luigi Pigorini nella formazione del giovane Cafici. Il quadro che si viene a comporre mostra la figura di uno studioso di primo piano all’interno del dibattito scientifico del tempo, allo stesso tempo consapevole del fondamentale ruolo della cultura nella formazione dell’identità nazionale.
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2035-4797
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dc
Scene di Roma antica. Evoluzione di un progetto
De Berti, Raffaele
Università degli Studi di Milano
Gagetti, Elisabetta
Masarykova Univerzita v Brně, Ústav archeologie a muzeologie
Slavazzi, Fabrizio
Università degli Studi di Milano
Presentazione introduttiva della prima parte del Progetto Scene di Roma antica. L'antichità interpretata dalle arti contemporanee, curato dagli Autori.
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2035-4797
2035-4797
dc
Villa Adriana. Da rovina a patrimonio dell'UNESCO
Mari, Zaccaria
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Lungi dall’essere stata completamente studiata, Villa Adriana è oggetto di continui lavori di scavo, di restauro e di ricerca, che sono continuati senza soluzione di continuità sin dalla sua scoperta. Un terzo circa dell’enorme area coperta dalla villa attende anzi ancora di essere debitamente esplorata, mentre il suo scenario si presta a fare da palcoscenico per iniziative culturali di grande valore.
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2035-4797
2035-4797
dc
Memorie di Adriano: ritratto di una voce da Marguerite Yourcenar a Maurizio Scaparro
Bosisio, Paolo
Università degli Studi di Milano
Lo spettacolo Memorie di Adriano, allestito da Maurizio Scaparro nel 1989 dentro la cornice di Villa Adriana, rappresenta un esempio innesto nel teatro di regia della prassi sempre più diffusa di fare ricorso a una drammaturgia di origine non drammatica, che si inserisce coerentemente nel percorso di ricerca proprio del teatro di Scaparro.
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2035-4797
2035-4797
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La danza di Antinoo
Senatore, Ambra
In uno spettacolo pur incentrato sulla parola e sull’attore, come Memorie di Adriano, allestito da Maurizio Scaparro nel 1989 a Villa Adriana, trova spazio anche una presenza muta ma estremamente significativa come quella del giovane amato dall’imperatore, Antinoo, interpretato dal ballerino Eric Vu An. Verso la fine dello spettacolo, Vu An dà vita anche a un balletto particolarmente significativo nel dare visiva concretezza alle memorie dell’imperatore, così come al leitmotiv della morte.
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2035-4797
2035-4797
dc
"That was Heaven". Villa Adriana come Paradiso "favoloso" in Angels in America di Mike Nichols
Giori, Mauro
Università degli Studi di Milano
Angels in America rappresenta il punto più alto del teatro politicamente impegnato di Tony Kushner. Nella sua versione televisiva, sceneggiata dallo stesso Kushner, Mike Nichols ha rispettato accuratamente gli obiettivi militanti del drammaturgo (democratico, ebreo e omosessuale). Anche la scelta di Villa Adriana per fare da sfondo alle scene ambientate in paradiso, in sostituzione della San Francisco terremotata che compariva nell’originale, può essere fatta rientrare in modo coerente nella prospettiva ideologica dell’autore, e può essere accordata alla sua poetica intesa a ripensare l’estetica camp.
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2035-4797
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Introduzione all'arte di Anne e Patrick Poirier. Idee e opere da Villa Medici a Villa Adriana
Marcone, Gaspare Luigi
Università degli Studi di Milano
La ricerca di Anne e Patrick Poirier, e in particolare il loro lavoro sulla memoria, ha ricevuto sostanziali stimoli dal diretto contatto con le rovine antiche, studiate nel corso di numerosi viaggi. Di particolare rilievo appare il soggiorno a Villa Medici e soprattutto le ripetute visite a Villa Adriana nel 1977.
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2035-4797
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Cleopatra sulle scene italiane del secondo Novecento
Cambiaghi, Mariagabriella
Università degli Studi di Milano
Nonostante una fortuna che ha dato vita alla stesura di numerosi drammi a partire dal Cinquecento, la figura di Cleopatra sembra essere giunta assai raramente sul palcoscenico in forma diversa da quella – assai complessa – immaginata da Shakespeare. È proprio questa l’unica opera che, nel Novecento, viene effettivamente allestita, da registi come Renzo Ricci e Mario Missiroli, mentre solo in anni recenti il personaggio è stato ripreso e reinventato, da Giovanni Testori.
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2011-08-01 00:00:00
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2035-4797
2035-4797
dc
Appunti per una lettura di Cléopâtre (1829) di Hector Berlioz
Fertonani, Cesare
Università degli Studi di Milano
Hector Berlioz compone la sua Cléopâtre su un tema indicato per il Prix de Rome del 1829, che era certo di vincere. Proprio per questo motivo, musicando un breve testo di poca ispirazione di Vieillard, ma avendo in mente il monologo della Giulietta shakespeariana sulla sepoltura, Berlioz si sente libero di condurre la sua sperimentazione verso novità audaci in linea con quella poetica del teatro ideale e della memoria che svilupperà in seguito, realizzando l’opera più significativa della sua giovinezza, ma scontentando la giuria del premio.
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2035-4797
2035-4797
dc
Totò, Cleopatra e il confronto mancato
Bejor, Giorgio
Università degli Studi di Milano
Prodotto a ridosso della Cleopatra di Mankiewicz, Totò e Cleopatra di Fernando Cerchio si presenta non solo come una parodia del suo colossale prototipo, quanto dell’intero genere peplum, sfruttando la fama prodotta dalle sfortune produttive del suo modello ispirativo.
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dc
Ricordi dell'arte egizia nei dipinti di Aimone Sambuy
Marcone, Gaspare Luigi
Università degli Studi di Milano
Tra il 1980 e il 1981, l’artista Aimone Sambuy realizza una serie di opere ispirate alla memoria di un suo viaggio in Egitto, occasione per una singolare riflessione personale sul tema del ricordo e della memoria, nonché per una sostanziale reinvenzione della tecnica dell’acquerello.
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dc
Zenobia: un mito assente
Grassi, Maria Teresa
Università degli Studi di Milano
A differenza di quanto è accaduto con Cleopatra, a Zenobia non è stato riconosciuto un posto di rilievo nell’immaginario collettivo. Tuttavia, la regina che si oppose all’imperatore Aureliano non solo la si ritrova ricordata con variabile rilievo in numerose opere, da Petrarca in avanti, ma di recente è stata riscoperta nel mondo arabo come simbolo di resistenza contro l’imperialismo occidentale.
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dc
Teodora: cento volti e nessuno
della Valle, Mauro
Università degli Sudi di Milano
La raffigurazione Teodora nel mosaico di San Vitale a Ravenna ha contribuito in misura determinante alla costruzione della fama dell’imperatrice, che ha segnato profondamente l’immaginario visivo per secoli, al punto da essere erroneamente spesso ricordato come l’unico ritratto a lei contemporaneo. Ieratico e idealizzato, questo ritratto in realtà ci dice ben poco delle sue reali fattezze, tanto che nei secoli successivi molti ritratti semplicemente privi di indicazione sul soggetto hanno potuto essere associati a Teodora.
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dc
Lo schema degli scuta incrociati nel mosaico romano e il caso di Desenzano
Massara, Daniela
Università degli Studi di Milano
Lo schema degli scuta incrociati ricorre in numerosi mosaici pavimentali romani, databili tra il II secolo a.C. e l'VIII secolo d.C., situati in diverse regioni dell'Impero Romano (Achaia, Africa Proconsularis, Arabia, Aquitania, Belgica, Cyprus, Hispania, Italia, Mauretania Caesariensis, Numidia, Palaestina, Sardinia, Syria). La prima parte dell'articolo è dedicata alla presentazione dello schema in generale e alla diffusione delle sue varianti. La seconda parte, alla luce dell'intero repertorio raccolto e dei confronti più stringenti individuati, si concentra sul pavimento musivo dell'ambiente d'ingresso della villa romana di Desenzano del Garda, sul trattamento dello schema, sugli elementi riempitivi adottati (in particolare “il nodo”) e la funzione del vestibolo associato al pavimento e al contesto monumentale dell'abitazione.
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2012-01-17 00:00:00
Verificato dal Comitato Scientifico
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"120117 2012 eng "
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dc
Gortina 2010: IAMAS
Bejor, Giorgio
Università degli Studi di Milano
Le indagini condotte dall’Università degli Studi di Milano sul sito di Gortina, iniziate nel 2002 e concentratesi dal 2003 nell’area a S del cosiddetto Pretorio, hanno contribuito a chiarire alcuni aspetti ancora incerti della planimetria urbana, come l’assenza di testimonianze monumentali in una zona centrale della
città, rivelando un esteso edificio termale impostatosi, all’inizio del IV secolo d.C., sull’abbandono dello stadio ellenistico e sorto sul lato N di una grande agora tetragonos. La campagna di scavo 2010 ha portato alla luce, oltre alle ultime porzioni ancora sepolte dell’edificio, una testa marmorea di Igea reimpiegata in un paramento murario.
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2035-4797
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dc
Gortina e Milano. Milano a Gortina
Sena Chiesa, Gemma
Università degli Studi di Milano
L’intervento focalizza gli inizi dell’esperienza archeologica “gortinia” dell’Università degli Studi di Milano, quando nel 2002 venne assegnata alla scrivente la direzione di un’indagine archeologica sull’acropoli della grande capitale provinciale; dal 2003 presero avvio invece i lavori nell’area a sud del c.d. Pretorio, dove gli scavi condotti dal 2003 al 2011 hanno riportato alla luce un grande complesso termale. Il contributo si conclude con alcune inedite osservazioni circa il legame “archeologico” che unisce da più di cento anni Milano a Gortina e viceversa, anche per il tramite degli studi condotti da Serafino Ricci sull’Odeion e sul Pretorio di Gortina alla fine dell’Ottocento; seguono alcune osservazioni sulla raffigurazione di Igea nella glittica e su preziosi arredi eburnei.
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2035-4797
2035-4797
dc
L’Igea delle Terme Milano: il contesto di rinvenimento
Mecozzi, Pietro
Università degli Studi di Milano
Lʹarticolo prende in esame il contesto di rinvenimento della testa marmorea di Igea recentemente scoperta a Gortina. In particolare intende fornire un quadro generale delle diverse fasi evolutive delle cosiddette Terme Milano e dell’area da esse occupata, dal punto di vista stratigrafico e cronologico. L’attenzione è volta per lo più alle ultime campagne di scavo, che hanno interessato l’area orientale delle Terme. L’articolo presenta inoltre una descrizione specifica del muro all’interno del quale è stata rinvenuta la scultura ed i confronti con altre strutture simili e coeve rinvenute nel sito di Gortina, con particolare attenzione alla comune tecnica costruttiva.
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2035-4797
2035-4797
dc
L'Igea dalle Terme Milano: analisi
Frontori, Ilaria
Università degli Studi di Milano
Il contributo ha l’obiettivo di fornire una presentazione preliminare della testa marmorea recentemente rinvenuta nelle Terme Milano a Gortina, analizzandola dal punto di vista morfologico e stilistico, per permetterne un inquadramento cronologico ed attribuirla ad una determinata tipologia scultorea. L’osservazione dei tratti somatici, della posizione del capo, ma soprattutto della resa della capigliatura, permette di riconoscere la scultura come una delle rappresentazioni della dea Igea appartenente al tipo Hope, ed avvicinarla ad altre raffigurazioni della stessa divinità, rinvenute in vicini contesti gortinei.
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2035-4797
2035-4797
dc
Gli ambienti sul lato Nord delle Terme Milano a Gortina: l’apodyterium
Capuzzo, Daniele
Università degli Studi di Milano
Gli scavi condotti dall’Università degli studi di Milano a Gortina (Creta) tra il 2009 e il 2010 negli ambienti sul lato Nord delle Terme Milano, hanno messo in luce un grande ambiente rettangolare interpretato come un apodyterium. Il vano, caratterizzato da una pavimentazione in lastre di pietra di riutilizzo, delimita il lato settentrionale del complesso ed è testimonianza sia della II fase di vita dell’edificio che della successiva fase di abbandono, precedente all’estendersi dell’abitato bizantino.
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2035-4797
2035-4797
dc
Gli ambienti sul lato Nord delle Terme Milano a Gortina: la calcara
Belgiovine, Elena
Università degli Studi di Milano
Gli scavi condotti dall’Università degli studi di Milano a Gortina (Creta) nel 2010 negli ambienti sul lato nord delle Terme Milano, hanno messo in luce un nuovo ambiente delle terme, cosiddetto G, caratterizzato da una pavimentazione in ciottoli. Al di sopra si imposta una piccola calcara, testimonianza dell’ultima fase di vita del complesso ormai defunionalizzato.
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2035-4797
2035-4797
dc
I marmi annullati: calcare a Gortina
Lambrugo, Claudia
Università degli Studi di Milano
Partendo dalla recente scoperta di una piccola calcara nelle Terme Milano (2010), probabilmente in uso tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo d.C., quando cioè il grande impianto termale giaceva ormai in stato di abbandono e distruzione (a causa forse di uno dei grandi terremoti che colpirono Gortina in quegli anni), l’articolo propone alcune riflessioni sul funzionamento del forno come impianto periodico o temporaneo (date le modeste dimensioni) e si allarga a una riconsiderazione di simili impianti a Gortina (nel teatro del Pythion, nel quartiere bizantino e nelle Piccole Terme) e a Creta (Aptera).
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2035-4797
2035-4797
dc
I cocci rifiutati: ceramiche fuori contesto dagli scavi delle Terme Milano
Panero, Elisa
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie – Università degli Studi di Milano
Il contributo prende in esame il materiale ceramico rinvenuto nello scavo delle Terme Milano (oltre 15000 frammenti), analizzando le possibilità di studio, ricerca e ricostruzione della storia del sito che tali materiali offrono. Si tratta infatti di ceramica prevalentemente residuale, ossia rinvenuta fuori contesto, in stratigrafia successiva e prevalentemente da riempimenti e strati di abbandono che obliterano il grandioso complesso delle Terme a Sud del Pretorio. Tuttavia anche questi “cocci rifiutati” offrono importanti informazioni sulla storia e la cultura materiale del sito, evidenziando fasi di utilizzo o riutilizzo dell’edificio termale, vita economica e tenore sociale dell’abitato e offrendo interessanti esempi di prodotti sia di importazione che di produzione locale che circolavano a Gortina tra l’età romana e protobizantina.
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2035-4797
dc
Marmi rifiutati nelle Terme Milano: le decorazioni architettoniche. Una nota preliminare.
Gagliano, Elena
Università degli Studi di Milano
Il contributo si propone di presentare alcuni tra i frammenti architettonici rinvenuti nell’area delle cosiddette Terme Milano a Gortina di Creta (direttore Prof. G. Bejor), attualmente in corso di studio, alla luce di un importante risultato della campagna di scavo 2010: il rinvenimento di una piccola calcara. I frammenti architettonici trovati negli strati di livellamento e di riempimento potrebbero essere stati abbandonati a seguito dell’interruzione dei lavori cantieristici e non già a seguito del collasso degli edifici nei quali erano impiegati.
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2035-4797
2035-4797
dc
Bar, fast food e tavole calde: nomi e funzioni dei locali di ristoro nelle città romane dell’Impero
Grossi, Federica
Università degli Studi di Milano
Le città di Pompei, Ercolano e Ostia costituiscono una notevole fonte di dati per quanto riguarda la vita quotidiana e commerciale di alcune botteghe, che avevano non solo la possibilità di vendere cibi e bevande calde e di mettere a disposizione dei clienti una serie di spazi in cui pranzare, ma anche di alloggiare con carri e animali: questo lavoro risulta essere un tentativo per mettere in relazione le testimonianze archeologiche rinvenute con le definizioni fornite dalle fonti e, allo stesso tempo, per creare una classificazione tipologica di tali locali sulla base degli arredi interni, delle dimensioni e della collocazione nel contesto urbano.
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2012-06-14 01:50:32
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LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano; N. 9 (2011)
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2035-4797
2035-4797
dc
Oresti di paglia ed Elettre sepolte. Le suggestioni dell’antico in Vaghe stelle dell’Orsa… di Luchino Visconti
Giori, Mauro
Università di Pisa
Nel preparare Vaghe stelle dell’Orsa…, il regista Luchino Visconti e i suoi sceneggiatori hanno notoriamente tratto ispirazione dalla tragedia greca. Facendo ricorso a documenti inediti e confrontando sei diverse stesure della sceneggiatura, questo saggio si propone di stabilire con precisione quando e come le versioni del mito degli Atridi di Eschilo, Sofocle ed Euripide hanno influito sul progetto, contribuendo all’ambiguità di fondo che lo pervade. Al contempo, si ristabilisce il rilievo di altre suggestioni dell’antico, in particolare quella degli etruschi mediata da Forse che sì forse che no di Gabriele D’Annunzio.
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2012-06-14 01:50:32
Verificato dal Comitato Scientifico
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2035-4797
2035-4797
dc
Le sculture dell’anfiteatro di Verona
Bolla, Margherita
Museo Maffeiano e Museo Archeologico di Verona
Il contributo presenta un aggiornamento delle informazioni disponibili sulle sculture provenienti dall’anfiteatro di Verona e sull’arredo interno al monumento, in seguito al recupero o alla rilettura di documentazione; sono poi riesaminate le testimonianze relative ai giochi che vi si svolsero.
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2012-06-14 01:50:32
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"120613 2012 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Una bottiglia monoansata in vetro Isings 50/51 dall’Area E di Nora
Barbera, Maria
Università degli Studi di Milano
Durante la campagna di scavo svoltasi nel settembre 2011 in località Nora di Pula (Ca), all’interno dell’edificio post costantiniano A1, è stata rinvenuta la porzione superiore di una bottiglia monoansata in vetro. Il ritrovamento può considerarsi eccezionale per la parziale integrità dell’oggetto, che contrasta con la frammentarietà della maggior parte dei vetri norensi, e per l’affidabilità dell’unità stratigrafica di provenienza. L’analisi tipologica ha consentito di identificarla come bottiglia Isings 50/51 b, oggetto assai comune in tutto il mondo romano; ma la mancanza della porzione inferiore e la conseguente assenza del marchio del vitrarius, rendono difficile capire quale sia la sua esatta provenienza. La grande diffusione di tale genere di bottiglie, soprattutto a partire dal II secolo d.C., dimostra il progressivo raggiungimento di un’uniformità tipologica e tecnologica nella loro produzione.
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2012-06-14 01:50:32
Verificato dal Comitato Scientifico
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2035-4797
dc
Un bollo d'anfora Gauloise 4 da Nora
Messina, Claudia
Università degli Studi di Milano
Un frammento di ansa di anfora, rinvenuto durante la campagna di scavo Nora 2011, presenta impresso sul dorso un bollo recante le lettere “T . V . P” tra di loro separate da due triangoli posti come punti divisori. Tale bollo è risultato pertinente ad un'anfora Gauloise 4, di produzione Narbonense e diffusa tra il I e il III sec. d.C. Si tratta di una delle poche testimonianze fornite dalla città di Nora relative ai commerci tra la Gallia e la Sardegna meridionale.
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2012-06-14 01:50:32
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"120718 2012 eng "
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2035-4797
dc
Una suggestione omerica
Bologna, Maria Patrizia
Università degli Studi di Milano
L'aggettivo hygies, da cui è derivato Hygieia, costituisce ancora un mistero etimologico. Le diverse proposte di etimologia non si sottraggono alla tentazione di fare riferimento all’unico uso omerico di hygies in un verso (Il. 8, 524) espunto da Aristarco di Samotracia, una sorta di ‘marmo rifiutato’ come la bella testa di Hygieia delle Terme Milano di Gortyna.
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LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano; N. 10 (2011)
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2035-4797
2035-4797
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Culti pubblici e privati di Hygieia (con particolare riguardo a Creta)
Arrigoni, Giampiera
Università degli Studi di Milano
L'articolo intende esaminare i vari culti pubblici e privati in cui Hygieia è venerata, onde fornire uno sfondo alla nuova testa della dea scoperta a Gortina nelle Terme Milano. Particolare attenzione è dedicata anche alla concezione della salute nei poeti arcaici, al processo di pre-divinizzazione, al legame di Hygieia con altre divinità o personificazioni e al simbolismo di certi suoi attributi e gesti. Di particolare interesse è la presenza di Hygieia a Creta (a Gortina in particolare), soprattutto in bagni e terme.
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2035-4797
2035-4797
dc
Il culto di Igea nelle iscrizioni greche
Alfieri Tonini, Teresa
Università degli Studi di Milano
Il contributo riguarda la documentazione epigrafica relativa al culto di Igea. L’indagine verte anzitutto sulla varia tipologia delle iscrizioni di Epidauro, sede del più importante santuario di Asclepio, a cui Igea risulta associata, e centro di irradiazione del culto in tutto il mondo greco. Rilevanti sono anche le fonti epigrafiche del culto di Igea in Attica, dove, oltre ad Ascepio, è associata ad altri dei guaritori: Amino, Anfiarao, Telesforo. Diversamente, a Creta, nonostante ci fossero molti Asklepieia, il culto di Igea ha pochissime attestazioni epigrafiche, a Lebena e Lissos; ma queste iscrizioni sono molto interessanti per l’epiclesi della dea Igea Synodoiporos, oltre alla più comune Soteira.
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"120718 2012 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Hygieia minore. Aspetti iconografici della dea nella numismatica e nella glittica
Fabbri, Lorenzo
Università degli Studi di Milano
Lo studio si prefigge di analizzare i differenti aspetti iconografici di Hygieia nella monetazione e nelle gemme provenienti dai territori greci. A questo scopo gli esemplari numismatici e glittici in cui compare la dea sono stati suddivisi in diverse tipologie iconografiche, all’interno delle quali è stato svolto un attento esame dei suoi vari attributi. L’intento è quello di mettere in luce, ove possibile, il simbolismo e i significati che di volta in volta furono attribuiti alle varie immagini; la numismatica permette spesso di attestare la presenza di luoghi di culto specificamente dedicati a Hygieia nelle varie poleis e mostra come, nella sfera pubblica, gli imperatori e le imperatrici romane associassero frequentemente la propria immagine con quella della dea secondo precise motivazioni, non di rado politiche. Di contro la glittica consente di osservare come l’immagine di Hygieia venisse impiegata in ambito privato con significati beneauguranti.
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2035-4797
2035-4797
dc
Su alcuni recipienti bronzei ad ansa sormontante di produzione capenate
Donati, Nicolò
Università degli Studi di Milano
Nel presente lavoro si è tentato di far chiarezza sulla particolare forma vascolare bronzea qui definita recipienti troncoconici ad ansa sormontante, ma spesso chiamata boccale, caccabus o cuccuma. Attraverso un’analisi della morfologia del vaso bronzeo si è proposta una destinazione d’uso per preparare infusi o salse o per il consumo di vino. L’analisi dei contesti ha permesso di orientare la datazione tra la metà del III e la metà del II secolo a.C., anche se permangono indizi che allargherebbero il limite superiore alla fine del IV secolo a.C. Il dato contestuale ha permesso anche di proporre come centro di produzione il sito di Capena, in quanto dei 67 esemplari individuati 31 provengono dalle necropoli locali.
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2012-10-05 09:06:36
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2035-4797
2035-4797
dc
Un capitello tuscanico da Rusellae: confronti e ipotesi
Dell'Acqua, Antonio
Università degli Studi di Milano
Il contributo presenta l’analisi di un capitello tuscanico di pilastro, fuori contesto, proveniente da Roselle, con caratteristica forma a cuore che induce ad attribuirlo ad una struttura porticata identificata verosimilmente con il Foro. Esso costituisce, allo stato attuale, uno dei pochi casi noti in Italia, dove il pilastro cuoriforme fu adottato nell’architettura romana non frequentemente; inoltre permette di ricostruire e comprendere meglio la ristrutturazione subita dalla piazza in epoca imperiale.
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2012-10-05 09:06:36
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2035-4797
2035-4797
dc
L'edificio romano di via Brisa: un settore del palazzo imperiale di Milano
Piras, Federica
Università degli Studi di Milano
Questo contributo vuole riconsiderare l'interpretazione dell'edificio romano di via Brisa, uno dei settori del palazzo imperiale di Milano, datato tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d. C. Ripercorrendo la storia degli studi precendenti e attraverso alcune osservazioni sulla circolazione interna all’edificio si cercherà di proporre una nuova interpretazione dell'edificio nel suo complesso, comprendente una lussuosa struttura organizzata in “appartamenti”, e destinata a funzioni di alta rappresentanza.
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2012-10-05 09:06:36
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2035-4797
2035-4797
dc
Kapoyt/blu: alla scoperta della storia armena di un colore
Bais, Marco
Pontificio Istituto Orientale di Roma
Lo studio si apre con un’analisi della semantica del termine armeno kapoyt, blu, passando al vaglio le sue occorrenze nei testi, con speciale attenzione per i diversi ambiti d’uso della parola: attributo di elementi naturali (laghi, mari, cielo ecc.) e di indumenti, sintomo di una patologia, caratteristica di pietre preziose, elemento costitutivo di toponimi. Ampio spazio si è dato all’individuazione delle valenze metaforiche del blu nella tradizione armena, evidenziandone l’impiego in relazione a sentimenti quali invidia, gelosia, dolore. La seconda sezione dello studio tratta del blu come mezzo di espressione artistica. Da una parte se ne mette in luce il simbolismo, in particolare nelle riflessioni sull’estetica del colore in chiave cristiana di alcuni autori armeni medievali. Dall’altra, si passano in rassegna diversi tipi di pigmento usati dagli artisti armeni in varie epoche e scuole, con riferimento ai manuali per la produzione dei colori e al commercio delle sostanze coloranti.
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2012-10-05 09:06:36
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2035-4797
2035-4797
dc
SHEILA E. HOEY MIDDLETON, Intaglios, Cameos, Rings and Related Objects from Burma and Java. The White Collection and a Further Small Private Collection, Oxford 2005
Tassinari, Gabriella
Università degli Studi di Milano
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2012-10-05 09:06:36
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"121208 2012 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Un nucleo inedito di anfore da trasporto dall’abitato di Spina
Sciortino, Martina
Università degli Studi di Milano
Dopo un accenno ai nuovi studi sull’abitato di Spina, si presenta l’analisi di circa 100 reperti anforici ivi rinvenuti nel 1966. I nove corpi ceramici individuati tramite analisi autoptica risultano corrispondere ad anfore greche (soprattutto corinzie, ma anche chiote, egeo-settentrionali e attiche à la brosse, queste ultime finora sconosciute a Spina), greco-italiche di varia origine e di produzione locale. Il lavoro si conclude con alcune considerazioni sulle rotte commerciali adriatiche della seconda età del ferro, indiziate anche da altre classi di reperti, come la ceramica greca comune da cucina, recentemente individuata anche a Spina.
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2013-02-26 01:13:42
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2035-4797
2035-4797
dc
La defunzionalizzazione e il riuso delle fortificazioni ellenistiche nella prima età imperiale: il caso della provincia d’Asia
Capuzzo, Daniele
Università degli Studi di Milano
Fin dai primi anni del IV secolo a.C. la maggior parte delle città dell’Asia Minor poté contare su imponenti fortificazioni. La politica di pacificazione e controllo promossa da Augusto le rese però progressivamente inutili e le energie, prima rivolte alla progettazione delle opere difensive, furono indirizzate verso nuovi programmi architettonici. In questo clima di pace le mura già esistenti vennero presto abbandonate, cadendo così in rovina; inoltre i centri che crebbero e si svilupparono in età imperiale ritennero di non aver bisogno di alcun sistema difensivo e decisero quindi di non edificarne di nuovi. Nonostante ciò, la funzione simbolica prima rappresentata dall’intero circuito murario fu mantenuta attraverso la realizzazione di sfarzosi ingressi monumentali.
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2013-02-26 01:13:42
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2035-4797
2035-4797
dc
Donne nel privato - donne nel pubblico: la statuaria iconica femminile di Aquileia
Ciliberto, Fulvia
Università degli Studi del Molise
Ad un primo riscontro è impossibile non notare che le statue-ritratto di donne ad Aquileia formano un gruppo piuttosto ristretto e non ancora studiato nel suo complesso, sebbene il materiale sia noto da tempo. Si intende quindi riprenderne l’analisi per verificare da quando è attestato l’impiego di questa forma di rappresentazione per le donne, la durata, la funzione, privata o pubblica, i modelli di riferimento e il suo valore all’interno della produzione figurativa aquileiese.
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2013-02-26 01:13:42
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2035-4797
2035-4797
dc
La decorazione architettonica del Capitolium di Brescia: catalogo dei materiali
Dell'Acqua, Antonio
Università degli Studi di Milano
Noto a partire dagli anni Venti del XIX secolo, quando l’edificio fu interamente portato in luce e ricostruito per ospitare il Museo patrio, il Capitolium di Brescia è stato oggetto di numerosi studi, primo fra tutti il volume “Museo bresciano illustrato” edito nel 1838 a conclusione delle indagini condotte tra il 1823 e il 1826. Nonostante l’attenzione suscitata in quanti si sono dedicati all’architettura romana della Cisalpina, l’edificio non è mai stato oggetto di studi sistematici, anche se negli anni Settanta del XX secolo Antonio Frova, con Giuliana Cavalieri Manasse e Maria Pia Rossignani, avesse avviato un lavoro di studio e catalogazione di cui furono pubblicati i primi risultati in occasione del diciannovesimo centenario della dedicazione del tempio del 1973. In vista della pubblicazione degli ultimi scavi e dei lavori che negli ultimi anni sono stati condotti sia sul Capitolium sia sul santuario repubblicano sottostante, si presentano i materiali relativi alla decorazione architettonica del tempio capitolino in un catalogo risultato dal lavoro di censimento sia dei pezzi ricollocati in situ sia di quelli lasciati nella zona antistante.
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2013-02-26 01:13:42
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"130719 2013 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Verso un approccio archeologico al rilevamento e alla modellazione tridimensionale
Baratti, Giorgio
Università degli Studi di Trento, Università degli Studi di Milano
Negli ultimi anni, grazie ai nuovi sensori e alle nuove tecniche di rilevamento tridimensionale sono stati avviati importanti progetti di rilevamento e restituzione di Beni culturali in forma digitale; in ambito archeologico sono però emerse alcune criticità nella definizione di scopi e precisi obiettivi. L’articolo si concentra su alcuni problemi emersi nell’applicazione delle tecnologie 3D in contesti archeologici e in generale sul ruolo dell’archeologia nel rilevamento e nella modellazione tridimensionale. Sono presentati anche alcuni spunti per un approccio metodologico alla descrizione semantica di elementi archeologici, basati sia su riflessioni teoriche che su esperienze dirette.
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2013-07-19 00:00:00
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"130719 2013 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
Gioco ingegno utopia. Automata sonori nel mondo greco romano. Alcuni spunti di riflessione
Berlinzani, Francesca
Università degli Studi di Milano
Il presente contributo raccoglie le testimonianze latine e greche relative ad automata sonori, reali od immaginari, individuandone le connessioni con l’ambiente storico e le strutture politico-sociali ed economiche in cui essi sono stati concepiti, e tratteggiando al tempo stesso le figure storiche di artefici di tali manufatti. Il lavoro percorre inoltre la dimensione ludica dell’intero processo di costruzione di tali oggetti stupefacenti, processo nel quale sono coinvolti al contempo processi di astrazione, meccanismi epistemologici, riscontri empirici, in un gioco giocato dall’artefice con i suoi spettatori ed interlocutori, nel dispiegarsi di sfide, enigmi, riconoscimenti.
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2013-07-19 00:00:00
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"130719 2013 eng "
2035-4797
2035-4797
dc
La dedica ad Eracle Reggino da Castellace di Oppido Mamertina: un’iscrizione efebica?
Consoli, Valentina
Università degli Studi di Palermo
Al passaggio di Eracle nel territorio di confine tra le chorai reggina e locrese allude una ricca tradizione letteraria, diffusamente narrata da D.S., 4.22.5, che si intreccia alle leggende musicali riguardanti le cicale del fiume Alece. Un’attenta rilettura dei testi, tuttavia, induce a collocare il celebre episodio diodoreo della sosta di Eracle, molestato dalle cicale, sul confine settentrionale tra le due chorai, lungo il versante tirrenico, teatro di forte conflittualità tra le due apoikiai rivali. Proprio dal comprensorio del Metauro, in un’area liminale della chora reggina interessata tanto da insediamenti indigeni quanto da rivendicazioni locresi, proviene la lamina bronzea con dedica ad Eracle Reggino. Questa, se non può ritenersi indizio certo della presenza di un santuario dedicato all’eroe, costituisce tuttavia segno tangibile del radicamento di Eracle quale riferimento cultuale per i Reggini sparsi nell’eschatia coloniale. L’analisi del contesto storico-culturale di provenienza della dedica, unitamente alle considerazioni sulla liminalità dei culti dell’heros-theos in rapporto ai riti di passaggio giovanili, induce a interpretare la genesi della dedica in riferimento all’attività degli efebi mandati a presidio della chora coloniale.
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2013-07-19 00:00:00
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2035-4797
2035-4797
dc
I capitelli corinzi della collezione Károly Pulszky al Museo delle Belle Arti di Budapest
Dell'Acqua, Antonio
Università degli Studi di Milano
Presso il Museo di Belle arti di Budapest sono conservati sei capitelli corinzi di lesena acquistati da Károly Pulszky in Italia nel 1895. Essi fuorno furono pubblicati nel 1955 da Ákos Kiss secondo cui provenivano da Brescia. Il presente contributo intende analizzare nuovamente i sei capitelli allo scopo di verificarne la datazione e la provenienza mediante una serie di confronti e un aggiornamento bibliografico. Grazie alle analisi petrografiche di Roberto Bugini, è stato possibile identificare il materiale e un’analisi autoptica dei capitelli ha anche permesso lo studio dei segni di lavorazione ancora leggibili.
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2013-07-19 00:00:00
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2035-4797
dc
Reperti in osso lavorato dall’isolato centrale di Nora
Frontori, Ilaria
Università degli Studi di Milano
Dai riempimenti di abbandono un quartiere residenziale obliterato dall’impianto delle Terme Centrali di Nora (Cagliari), proviene un nucleo di oggetti in osso lavorato comprendente aghi crinali, accessori per la cosmesi ed instrumenta domestica. Attraverso l’attribuzione tipologica dei vari elementi ed il confronto con altri contesti mediterranei, si tenta di fornire al contesto indagato nuovi spunti per l’allacciamento ad una cronologia assoluta, ed allo stesso tempo di ricostruire i gusti e le tendenze della donna romana nella Sardegna di prima età imperiale. Lo studio della lavorazione dell’osso in età romana non ha ancora raggiunto il livello scientifico delle altre attività artigianali, ed ogni nuovo contesto analizzato può suggerire nuovi dati per la piena comprensione di questa diffusa produzione.
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2013-07-19 00:00:00
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2035-4797
dc
Il loricato acefalo di Rusellae (Roselle, GR): una proposta di identificazione
Romanò, Eleonora
Università degli Studi di Milano
Lo studio è incentrato sul tentativo di comprendere la scena presente sulla lorica di una statua acefala di probabile fine età claudia rinvenuta nell'area archeologica di Rusellae (Roselle, GR) all'interno di un edificio connesso al culto imperiale. La decorazione analizzata è composta da diversi elementi: un trofeo di armi ed un'aquila in posizione pressocchè centrale, ai loro lati si dispongono figure umane interpretabili come barbari e per le quali si propone l'identificazione con il britanno Caratacus accompagnato dai suoi familiari mentre rivolge una supplica di liberazione al Senato ed all'imperatore Claudio, secondo l'episodio riportato negli Annales di Tacito (12.33-40).
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2035-4797
dc
Nora, sette punti di vista sulla città
Minoja, Marco Edoardo
Ci sono poche realtà archeologiche in Sardegna che si presentano multiformi e articolate per ampiezza di attività, varietà di interessi, articolazione di significati come la splendida città incastonata lungo la costa meridionale dell’isola; e poche a presentare, anche per la Soprintendenza, un così ampio e articolato ventaglio di impegni e iniziative.
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Le sette città di Nora. Lo scavo dell’Università di Milano in una realtà urbana pluristratificata
Bejor, Giorgio
Università degli Studi di Milano
Un’introduzione al convegno. Sono tipici di Nora i molti strati, che testimoniano della lunga vita della città. Nell’area centrale, gli scavi dell’Università di Milano hanno mostrato almeno sette fasi urbane sovrapposte, ciascuna con propri aspetti. Anche per questo Nora è stata sempre uno stage ideale per la formazione di giovani archeologi. Molti di loro mostrano qui di seguito i risultati delle loro ricerche.
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2035-4797
dc
Le case della fase dei mosaici
Miedico, Cristina
Civico Museo Archeologico di Angera
L’Area centrale di Nora presenta ambienti con pavimenti a mosaico, sui quali si sovrappongono strutture murarie di epoche successive. Le ricerche svolte dal 2000 al 2005 hanno portato ad individuare le corrette connessioni stratigrafiche tra muri e solette, fosse di spoliazione e resti di intonaco, pavimenti, soglie, etc. E’ stato così possibile giungere alla ricostruzione delle piante di fase di almeno due case di fine II-III secolo d.C.: la domus del peristilio e la domus mosaicata a Sud del teatro. La prima era ornata con mosaici a dodecagoni allacciati, a cerchi allacciati e a meandro; la seconda presentava decorazioni più raffinate, tra cui un tappeto musivo con ruote e losanghe, ed uno con cerchi concentrici e pelte, caratterizzato dalla presenza di un emblema centrale.
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2022-01-10T16:02:17Z
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2035-4797
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dc
La fase abitativa sotto le Terme Centrali
Frontori, Ilaria
Università degli Studi di Milano
Durante le campagne condotte tra 2011 e 2012 a Nora, nel cuore del quartiere centrale è venuta alla luce una serie di strutture murarie e pavimentali riconducibili ad un’unica grande fase abitativa; i nuclei residenziali di appartenenza, dopo essere stati abbandonati e livellati da potenti strati di macerie, vengono obliterati dal grande complesso delle Terme Centrali, in un momento di riqualificazione dell’intero isolato. Il seguente contributo fornisce una presentazione preliminare di questa fase di vita appena portata alla luce, analizzando le singole strutture e cercando di ricostruire lo sviluppo dell’intero quartiere; attraverso l’analisi dei dati ricavati dalle recenti campagne, si propone di gettare gli spunti fondamentali per la ricostruzione delle dinamiche abitative norensi durante la prima età imperiale.
Milano University Press
2013-11-15 00:00:00
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LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano; N. 14 (2013)
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