2024-03-29T08:23:00Z
https://riviste.unimi.it/index.php/index/oai
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/670
2017-08-29T07:08:13Z
noema:S
nmb a2200000Iu 4500
"110110 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/670
doi
dc
Il sapere comune
Sini, Carlo
Milano University Press
2011-01-10 00:00:00
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Nóema; N. 1 (2010): Il luogo pubblico della filosofia
ita
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2017-08-29T07:08:13Z
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nmb a2200000Iu 4500
"110110 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/671
doi
dc
Il filosofo e la comunità fatale
Fabbrichesi, Rossella
Milano University Press
2011-01-10 00:00:00
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Nóema; N. 1 (2010): Il luogo pubblico della filosofia
ita
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2017-08-29T07:08:13Z
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nmb a2200000Iu 4500
"110110 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/672
doi
dc
Se il filosofo ha un compito
Di Martino, Carmine
Milano University Press
2011-01-10 00:00:00
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Nóema; N. 1 (2010): Il luogo pubblico della filosofia
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2017-08-29T07:08:13Z
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"110110 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/673
doi
dc
Al di là di pubblico e privato
Cambria, Florinda
Milano University Press
2011-01-10 00:00:00
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Nóema; N. 1 (2010): Il luogo pubblico della filosofia
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2017-08-29T07:08:13Z
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"110110 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/674
doi
dc
Reinvenzioni dello spazio pubblico
Leoni, Federico
Milano University Press
2011-01-10 00:00:00
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Nóema; N. 1 (2010): Il luogo pubblico della filosofia
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2017-08-29T07:08:13Z
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nmb a2200000Iu 4500
"110110 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/675
doi
dc
Condizioni materiali ed effetti concreti del pensiero
Redaelli, Enrico
L’autore tesse un dialogo tra le svariate istanze emerse dagli altri saggi qui raccolti, rimettendo via via in prospettiva quei problemi all’interno di una originale rilettura della proposta “etica” variamente elaborata dalle voci più avanzate dell’ermeneutica contemporanea: fare filosofia dopo Nietzsche significa esibire il limite e la volontà di verità a partire da cui parla la filosofia stessa; ma esibire quel limite non è più un gesto “veritativo” quanto un atto “politico”: non è un nuovo sapere né un ironico non sapere, ma un fare; non un’esercitazione alla morte ma una messa in opera della vita.
Milano University Press
2011-01-10 00:00:00
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Nóema; N. 1 (2010): Il luogo pubblico della filosofia
ita
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2017-08-29T07:08:40Z
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nmb a2200000Iu 4500
"111101 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/1410
doi
dc
«... Cercare l'esperienza alla sua fonte». Il dono della verità
Vitiello, Vincenzo
Università Vita Salute - San Raffaele
Un cammino nel territorio della conoscenza, da Wittgenstein a Kant, da Aristotele a Platone, con finale apertura all’etica dell’«accanto», dell’io tu a se medesimo e di se medesimo, ovvero: alla filosofia come testimonianza, alla verità come dono d’altri.
«...Look for the experience at its source». The gift of truth
A path into the territory of knowledge, from Wittgenstein to Kant, from Aristotle to Plato, with a final opening to the ethics of 'beside', of the I (that is) «You» towards Himself and of Himself; that is, to philosophy as witness, to truth as others' gift.
Milano University Press
2011-10-30 00:00:00
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Nóema; N. 2 (2011): Oggettività e realismo: l'ultima impresa della verità
ita
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2017-08-29T07:08:40Z
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"111101 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/1412
doi
dc
La verità come compito della filosofia
Adinolfi, Massimo
Università degli Studi di Cassino
Il saggio si propone di liberare la questione della verità tanto dai formalismi della riflessione e dalle argomentazioni elenctiche con le quali si suole confutare lo scetticismo in filosofia, quanto dall’appello perentorio ad una supposta verità dei fatti e alla concezione della verità come oggettività. L’obiettivo non è però quello di rinunciare alla verità né tantomeno di proporne una piatta relativizzazione, bensì quello di intendere la filosofia come incontro sempre ricominciante con l’evento della verità.
Truth as philosophy's task
The paper aims to free the issue of truth: on the one side, from both the formalisms of reflection and the elenctical argumentations usually used to refute skepticism in philosophy. And, on the other side, from the imperative call for a supposed truth of facts and the conception of truth as objectivity. The main objective, though, is not to give up truth, nor to propose its mere relativization, but rather to conceive philosophy as an encounter that always begins with the event of truth itself.
Milano University Press
2011-10-30 00:00:00
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Nóema; N. 2 (2011): Oggettività e realismo: l'ultima impresa della verità
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2017-08-29T07:08:40Z
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nmb a2200000Iu 4500
"111101 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/1413
doi
dc
Nuovo realismo FAQ
Ferraris, Maurizio
Università degli Studi di Torino
Il vero punto, nel confronto tra realisti e postmodernisti, non è ovviamente l’affermazione o negazione dell’esistenza del mondo esterno, ma il costruzionismo: quanto incidono gli schemi concettuali nella costruzione della realtà naturale e sociale? Infatti nessun realista negherebbe che l’IVA dipenda da schemi concettuali (il che non significa ancora sostenere che siano puramente soggettivi: l’IVA vale – in linea di principio – per chiunque faccia acquisti in Italia). Quello che il realista si chiede è, appunto, fin dove si spinge l’azione degli schemi concettuali, ed è qui che si manifesta il dissidio tra realisti e postmodernisti. Questi ultimi sono molto più generosi nella lista delle parti di realtà che sono socialmente costruite, al punto da affermare, in taluni casi, che noi non abbiamo mai accesso a un mondo "là fuori”, ma solo con ciò che viene costruito dai nostri schemi concettuali.
New Realism FAQ
The actual issue at stake, in the confrontation between realists and postmodernists, is not whether you should accept or deny the existence of the external world, but the scope of constructionism: how far conceptual schemes bear on the construction of natural and social reality? Indeed, no realist would deny that the VAT depends on our conceptual schemes, which does not mean that it is purely subjective: you don’t decide whether (or to which country) you have to pay the VAT, it depends on where the purchase takes places. The realist just asks where the sphere of influence of conceptual schemes stops, and here the disagreement with the postmodernists begins. The latter are much more generous in listing the parts of reality that they consider socially constructed, up to maintaining (the most extreme ones) that we do not have any access to the world “out there”, but only to what our conceptual schemes construct.
Milano University Press
2011-10-30 00:00:00
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Nóema; N. 2 (2011): Oggettività e realismo: l'ultima impresa della verità
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2017-08-29T07:08:40Z
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"111121 2011 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/1531
doi
dc
Verità e filologia. Prolegomeni ad una teoria critico-storicistica del neoumanesimo
Cacciatore, Giuseppe
Università di Napoli Federico II
Basando le sue riflessioni su di un’attenta analisi dell’opera di Said e di Auerbach, non dimenticando di toccare i punti essenziali della filosofia vichiana, riferimento imprescindibile per entrambi i pensatori, l’A. indica nella modalità conoscitiva propria della filologia vivente – intesa come scienza storica – uno strumento efficace per sviluppare e sostenere un pensiero critico autonomo non pedissequo verso la tradizione e diretto a costituire il nerbo fondativo di un nuovo umanesimo.
Milano University Press
2011-10-30 00:00:00
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Nóema; N. 2 (2011): Oggettività e realismo: l'ultima impresa della verità
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2869
2017-08-29T07:09:31Z
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nmb a2200000Iu 4500
"130220 2013 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/2869
doi
dc
The «inner» life of the social self: agency, sociality, and reflexivity
Colapietro, Vincent
Liberal Arts Research Professor at the Pennsylvania State University
Questo saggio offre un ritratto pragmatista del sé e dunque una descrizione che parte dalla premessa per cui il sé è anzitutto un attore sociale incarnato, situato, che possiede la capacità di un’effettiva autocritica. Così, oltre a evidenziare il ruolo dell’azione, l’autore sottolinea anche quello della socialità e della riflessività. A differenza di molti ritratti abbozzati da altri autori pragmatisti, quello presente cerca di rendere una più completa giustizia alla dimensione «interiore» della soggettività umana, soprattutto attraverso la costruzione dell’interiorità come riflessività (il rapporto del sé con se stesso)
Milano University Press
2013-02-07 22:16:16
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Nóema; N. 4-1 (2013): Luoghi e figure del soggetto
eng
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2871
2017-08-29T07:09:31Z
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"130202 2013 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/2871
doi
dc
Dalla biopolitica all’etopolitica: Foucault e noi
Tarizzo, Davide
Università degli Studi di Salerno
La categoria di "società della normalizzazione", proposta da Foucault, non è più in grado di descrivere il funzionamento delle società contemporanee. La logica e la matematica della normalizzazione sono state rimpiazzate dalla logica e dalla matematica dell'ottimizzazione. Questo passaggio storico segna la nascita dell'etopolitica.
Milano University Press
2013-02-07 22:16:16
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Nóema; N. 4-1 (2013): Luoghi e figure del soggetto
ita
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2017-08-29T07:09:31Z
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"130202 2013 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/2873
doi
dc
Dis-locazioni del soggetto
Dalmasso, Gianfranco
Professore di Filosofia teoretica all'Università degli Studi di Bergamo
Il saggio indaga la paradossalità della domanda sul “luogo” del soggetto, che non può porsi dal di fuori di quel luogo stesso. Il soggetto appare sempre in ritardo, altrove rispetto a sé, come ha ben compreso Hegel. Il pensiero hegeliano non può infatti essere semplicemente oggettivato in significati, perché ciò che esso mostra è il movimento stesso dell’Aufhebung. Il luogo del soggetto appare allora come un negativo attivo, che ne genera la figura.
Milano University Press
2013-02-07 22:16:16
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Nóema; N. 4-1 (2013): Luoghi e figure del soggetto
ita
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2017-08-29T07:09:31Z
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"130202 2013 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/2874
doi
dc
Divenire soggetto. Soggettività e individuazione nella filosofia di E. Paci
Emmolo, Francesco
L’incontro con la fenomenologia di Husserl, spinge Enzo Paci a ripensare la questione della soggettività. A partire dal “riposizionamento” della soggettività nella sua dimensione precategoriale, Paci giunge a delineare la figura di una soggettività come compito infinito (telos). Questo argomento si inserisce nell’orizzonte più ampio di una concezione della filosofia come trasformazione in atto della realtà.
Milano University Press
2013-02-07 22:16:16
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Nóema; N. 4-1 (2013): Luoghi e figure del soggetto
ita
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2877
2017-08-29T07:09:31Z
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"130207 2013 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/2877
doi
dc
Y a-t-il un sujet biopolitique?
Gros, Frédéric
Professeur de Philosophie politique à l’Université Paris Est Créteil.
Il enseigne aussi à Sciences Po Paris et à l’École Nationale de Magistrature.
L’essai propose une enquête sur la relation entre libéralisme et biopolitique chez Foucault, à partir du Cours au Collège de France de 1979 Naissance de la biopolitique.
Milano University Press
2013-02-07 22:16:16
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Nóema; N. 4-1 (2013): Luoghi e figure del soggetto
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7302
2022-11-12T14:31:55Z
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nmb a2200000Iu 4500
"160718 2016 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/7302
doi
dc
Dalla crisi delle scienze europee ai tecnicismi imperanti. L'esempio della psichiatria
D'Autilia, Silvia Lucia
Università degli Studi di Trieste http://www.msn.com
Il testo esamina la situazione delle scienze a partire dalla disciplina psichiatrica, e dalla crisi che dagli anni '60 a oggi ha minato i suoi presupposti epistemoligici. Non diversamente gli altri specialismi, sull'onda del progresso e della tecnicizzazione del sapere, finiscono per raggiungere risultati concreti e sempre più importanti, al prezzo di aver smarrito la condizione stessa e il fine primo della ricerca e della conoscenza.
Milano University Press
2016-02-08 00:00:00
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Nóema; N. 7-1 (2016): La conoscenza al lavoro. La formazione nell'età degli specialismi
ita
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7374
2022-11-12T14:31:55Z
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nmb a2200000Iu 4500
"160720 2016 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/7374
doi
dc
Il dispositivo formativo e il disagio del filosofo
Zaltieri, Cristina
L'autore analizza il rapporto tra filosofia e formazione dalla Grecia classica fino a Spinoza e Nietzsche
Milano University Press
2016-02-08 00:00:00
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Nóema; N. 7-1 (2016): La conoscenza al lavoro. La formazione nell'età degli specialismi
ita
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8208
2022-11-12T14:33:07Z
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nmb a2200000Iu 4500
"170323 2017 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/8208
doi
dc
A pezzi e bocconi: in giro per il mondo
Sini, Carlo
La fine della filosofia come scienza della verità e come cultura tradizionale. Il discorso come nuovo luogo idoneo per l'educazione filosofica.
Milano University Press
2017-03-23 00:00:00
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Nóema; N. 8-1 (2017): Gli strumenti del lavoro filosofico
ita
Copyright (c) 2017 Nóema
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8220
2022-11-12T14:33:07Z
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nmb a2200000Iu 4500
"170323 2017 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/8220
doi
dc
«Una vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta». La filosofia nell’intreccio tra vita e sapere
Fabbrichesi, Rossella
Università degli Studi di Milano
L’articolo mette a confronto l’idea socratica della ricerca infinita come motivo ispiratore della filosofia (che si definisce qui zetetica) e l’idea, frequentata da Peirce e Wittgenstein in età contemporanea, di un sapere legato alla pura descrizione della vita e delle sue forme pragmatiche, del piano dell’indubitabile certezza che fa da sfondo ad ogni evidenza guadagnata attraverso una critica rigorosa. Ci si chiede dunque come debba configurarsi oggi il metodo, la via, della filosofia, nell’intreccio tra vita vissuta e vita esaminata.
Milano University Press
2017-03-23 00:00:00
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https://riviste.unimi.it/index.php/noema/article/view/8220
Nóema; N. 8-1 (2017): Gli strumenti del lavoro filosofico
ita
Copyright (c) 2017 Nóema
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/9091
2022-11-12T14:33:07Z
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"170924 2017 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/9091
doi
dc
Un'esperienza di pensiero in atto. L'arte come «problema»
Donà, Massimo
Università Vita-Salute San Raffaele
Questo testo vuole essere il semplice resoconto di un’esperienza; un’esperienza di pensiero in atto, forse. La testimonianza di una notte convulsa; l’irrompere di una intuizione… quindi altre notti, altre intuizioni. Domande incessanti: sempre relative alla natura dell’arte. Domande che chiamano in causa l’esperienza a quest’ultima in ogni caso connessa. La domanda, in fondo, è sempre la stessa: di cosa parliamo, quando parliamo di esperienza estetica? E che tipo di relazione viene a disegnarsi, là dove, a chiamarci in causa, sembra essere una vera e propria opera d’arte? E poi: come si determinano le categorie di “qualità” e di “quantità” in rapporto a tale esperienza (che, per quanto enigmatica, continuiamo imperterriti a definire “estetica”)?
Milano University Press
2017-03-23 00:00:00
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Nóema; N. 8-1 (2017): Gli strumenti del lavoro filosofico
ita
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2022-11-12T14:33:07Z
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"170924 2017 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/9093
doi
dc
Il colore delle cose
Vitiello, Vincenzo
Università Vita-Salute San Raffaele
Tema di questo saggio è l’operare della riflessione. Vitiello, dopo essersi soffermato sulla «frattura» tra la riflessione (il «vedersi») e il suo operare in Valéry, si concentra sul processo, descritto da Hegel nella Fenomenologia dello spirito, dell’esperienza della coscienza che s’eleva a coscienza dell’esperienza. La conclusione è fortemente critica: Hegel fallisce la mèta nel punto stesso in cui la raggiunge. Infatti nel sapere assoluto, nella visione compiuta, perfetta di sé, della luce che vede luce, viene meno proprio l’esperienza della coscienza, il suo divenire, la sua «imperfezione». La critica a Hegel, passando attraverso Nietzsche, si amplia a critica del linguaggio, in particolare del linguaggio dell’«essere» e dell’«è», e delle tautologie heideggeriane quali «das Ereignis ereignet», «das Ding dingt», «die Welt weltet». Un importante passaggio del testo è quello sul linguaggio teatrale in cui la parola sembra riacquistare il legame originale tra la voce e il gesto, che tuttavia restano divisi, perché proprio il medio che li lega, il «colore» della parola, è «fuori» della parola e del gesto. Resta la parola dell’agire, dei pragmata, in cui il fare si espone nella sua modalità più propria: nell’immediatezza del patire: il grido di dolore; o nella mediatezza riflessiva dell’imperativo morale: Handle! I due opposti «colori» delle cose.
Milano University Press
2017-03-23 00:00:00
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Nóema; N. 8-1 (2017): Gli strumenti del lavoro filosofico
ita
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2022-11-12T14:33:54Z
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nmb a2200000Iu 4500
"180402 2018 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/9956
doi
dc
The Influence of Darwinism on Philosophy
Dewey, John
That the publication of the Origin of Species marked an epoch in the development of the natural sciences is well known to the layman. That the combination of the very words origin and species embodied an intellectual revolt and introduced a new intellectual temper is easily overlooked by the expert. The conceptions that had reigned in the philosophy of nature and knowledge for two thousand years, the conceptions that had become the familiar furniture of the mind, rested on the assumption of the superiority of the fixed and final; they rested upon treating change and origin as signs of defect and unreality. In laying hands upon the sacred ark of absolute permanency, in treating the forms that had been regarded as types of fixity and perfection as originating and passing away, the Origin of Species introduced a mode of thinking that in the end was bound to transform the logic of knowledge, and hence the treatment of morals, politics, and religion.
Milano University Press
2018-04-02 00:00:00
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Nóema; N. 9 (2018): Dal corpo vivente al corpo umano. Filosofia e biologia
eng
Copyright (c) 2018 Nóema
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2022-11-12T14:33:54Z
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nmb a2200000Iu 4500
"181203 2018 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/10927
doi
dc
Come ripensare la teoria evoluzionistica. Una pluralità di pattern evolutivi
Pievani, Telmo
Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova
Recentemente, sulla rivista «Nature», i progressi empirici della teoria dell’evoluzione sono stati descritti nei termini di un confronto tra «riformisti», i quali auspicano una revisione dell’approccio neodarwiniano standard attraverso l’inclusione di fattori e processi fino ad ora trascurati, e «conservatori», secondo i quali l’attuale programma di ricerca evoluzionistico, basato sulla variazione genetica e sulla selezione naturale, «va bene così». Il dissidio, che concerne principalmente il problema del riduzionismo genetico, sembra non portare a nessun risultato. I riformisti mettono in luce dei fattori molto importanti, ma paiono non portare ancora nessuna proposta coerente quanto alla struttura di questa versione estesa della teoria evoluzionistica a venire. I conservatori si mettono sulla difensiva, facendo affidamento soltanto su quelle aggiunte che non modificano il nucleo neodarwiniano quanto ai suoi tratti essenziali, mantenendolo ben saldo nei vecchi connotati. Analizziamo qui il suddetto dibattito, proponendone un’interpretazione. La biologia evoluzionistica è un campo di ricerche in rapida espansione. L’oggetto del contendere è la modalità di estendere e aggiornare il nucleo centrale dell’eredità darwiniana. La nostra ipotesi è che, in campo biologico, si stia producendo un avanzamento del programma di ricerca evoluzionistico, la cui struttura è composta da una serie di pattern evolutivi integrabili e compatibili tra di loro. Nel corso della sua storia la biologia evoluzionistica si è infatti accresciuta tramite l’inclusione progressiva di modelli diversi, senza che questo significasse una revisione del nucleo della teoria. La «teoria gerarchica» di Niles Eldredge è un esempio di struttura globale (metateoria) che si propone come fine quello di incorporare e unificare i pattern evoluzionistici attualmente accettati.
Milano University Press
2018-04-02 00:00:00
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Nóema; N. 9 (2018): Dal corpo vivente al corpo umano. Filosofia e biologia
ita
Copyright (c) 2018 Nóema
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2022-11-12T14:33:54Z
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"190203 2019 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/11190
doi
dc
Tra filosofia e biologia: una psicologia integrata e antiriduzionistica
Bella, Michela
La seconda metà dell’Ottocento è un momento cruciale per l’istituzionalizzazione della psicologia sulla scorta degli studi sperimentali europei che vanno sempre più affermandosi negli Stati Uniti. Il rapporto tra filosofia pragmatista e biologia è profondamente collegato alla psicologia, e in particolare alla psicologia fisiologica e darwiniana elaborata da William James. In questo articolo, si mette a fuoco una porzione del ben più ampio dibattito che coinvolge alcuni dei principali esponenti statunitensi della nuova psicologia con l’intento di mettere in luce importanti questioni metodologiche e teoretiche che sorsero rispetto al rapporto tra biologia e filosofia entro una cornice evoluzionistica, questioni per certi versi ancora oggi attuali.
Milano University Press
2018-04-02 00:00:00
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Nóema; N. 9 (2018): Dal corpo vivente al corpo umano. Filosofia e biologia
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2022-11-12T14:33:54Z
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"190205 2019 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/11194
doi
dc
La teoria dell'atto di Mead. Un contributo alla pragmatist turn nelle scienze cognitive
Baggio, Guido
Università Roma Tre
A partire da una problematizzazione della nozione deweyana di ‘esperienza’ utilizzata nelle scienze cognitive odierne, l'articolo argomenta a favore di una sua sostituzione con la nozione meadiana di ‘atto’. Sebbene, infatti, l'approccio di Dewey alla cognizione si mostri un contributo essenziale alla pragmatist turn delle scienze cognitive e la sua teoria della relazione organica particolarmente proficua per i futuri sviluppi di indagine in questo campo, la sua nozione di ‘esperienza’ rischia di rivelarsi l'anello debole nel programma di implementazione empirica di una tale svolta. In una prospettiva che mostra un chiaro intento empirico come quello del programma 4E, il concetto di esperienza, in quanto volutamente vago e fumoso, e con la sua forte pregnanza metafisica, non sembra offrire un criterio operativo utile a escludere dalla valutazione aspetti che non dovrebbero essere considerati costitutivi del mentale. Inoltre, nella sua apertura alla determinazione complessiva della relazione tra organismo e ambiente, tale nozione non contribuisce alla definizione delle fasi che ne caratterizzano la stessa dinamica relazionale. Il saggio propone come soluzione a queste criticità di volgere l'attenzione alla nozione di ‘atto’ di Mead. Per quanto, infatti le nozioni di atto di Mead e di esperienza di Dewey siano senza dubbio affini, frutto di elaborazioni spesso congiunte dei due autori, l'atto sembra più adatto a descrivere nelle sue differenti caratteristiche il processo ideo-senso-motorio che caratterizza un approccio integrato in cui percezione e azione vengono viste indissolubilmente legate. La teoria dell'atto di Mead si mostra uno strumento epistemologico particolarmente utile al programma empirico della 4E, offrendo inoltre un contributo interessante al dibattito tra rappresentazionalisti ed enattivisti radicali.
Milano University Press
2018-04-02 00:00:00
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Nóema; N. 9 (2018): Dal corpo vivente al corpo umano. Filosofia e biologia
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/11969
2022-11-12T14:34:40Z
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"190720 2019 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/11969
doi
dc
Sartre e la dialettica materialista
Basso, Luca
Il mio articolo è incentrato sullo statuto della dialettica materialista in Sartre, soprattutto in riferimento alla seconda parte della Critica della ragione dialettica, con i punti di continuità e insieme con le linee di demarcazione rispetto al marxismo. Il tentativo è di tenere insieme, seppur instabilmente, l’indagine sull’intelligibilità della Storia con un approccio che si fa carico delle istanze del materialismo marxiano, con una forte valorizzazione della dimensione politica delle lotte, ma all’interno dello spazio specifico della situazione.
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2019-03-06 00:00:00
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Nóema; N. 10 (2019): L’agire della storia. Ripensare il materialismo a partire da Sartre
ita
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/12331
2019-11-09T16:18:57Z
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2019-11-09T16:43:08Z
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2022-11-12T14:34:40Z
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"191113 2019 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/12364
doi
dc
Materialismo storico e antropologia marxista
Kirchmayr, Raoul
Università di Trieste
Dopo aver affermato che non è più possibile ridurre il pensiero sartriano a degli schemi ermeneutici semplificatori, il saggio individua il tema della singolarità quale filo rosso che percorre quegli scritti nei quali Sartre dichiara di voler definire l’ambito e il metodo di un’antropologia marxista. Sono gli scritti che hanno come fulcro la Critica della ragione dialettica, in particolare il testo che ne diventerà l’Introduzione, cioè le Questioni di metodo, dove Sartre chiarisce quale funzione può giocare l’esistenzialismo nel conferire al marxismo un rigore metodologico che gli permetta di costituirsi come un rigoroso materialismo storico. Il cuore dell’ontologia di L’essere e il nulla è rappresentato dalla nozione di «realtà umana», la versione «antropologizzata» del Dasein heideggeriano. Ispirandosi a Heidegger, ma mutandone l’orientamento di pensiero, Sartre attribuisce alla «realtà umana» il tratto del bisogno come mancanza organica. Così, gli schemi marxisti di intelligibilità dei processi storici e materiali sono rivisitati alla luce della natura contingente e finita della «realtà umana». È ciò che spinge Sartre a una revisione della dialettica, con lo scopo di aprirla alla comprensione della singolarità di ciascun uomo e a un sapere storico che possa finalmente ambire alla concretezza.
Milano University Press
2019-03-06 00:00:00
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Nóema; N. 10 (2019): L’agire della storia. Ripensare il materialismo a partire da Sartre
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2022-11-12T14:35:58Z
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"200711 2020 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/13892
doi
dc
La concezione processuale della natura in Whitehead
Vanzago, Luca
Università degli Studi di Pavia
La metafisica del processo, di cui Process and Reality è il manifesto e la attuazione, non nasce dal nulla, ma al contrario emerge da una complessa e prolungata meditazione condotta da Whitehead sin dai primi scritti, di carattere logico e matematico, e passa poi per una articolata riflessione sui problemi fondamentali dell’epistemologia delle scienze naturali, condotta alla luce della rivoluzione concettuale generata dalle ricerche di Einstein ma anche di molti altri studiosi.
Per situare quindi nel suo giusto contesto teorico le nozioni fondamentali elaborate da Whitehead nel suo periodo cosiddetto “speculativo”, è fondamentale delineare il quadro teorico da cui tali nozioni emergono, per mostrare che esse non rappresentano, come qualcuno ha sostenuto, una deviazione, ma al contrario uno sviluppo coerente delle premesse matematiche, logiche ed epistemologiche su cui il matematico e filosofo inglese non ha mai cessato di interrogarsi (anche dopo le grandi opere degli anni venti). In tal modo si può sia apprezzare il contenuto filosofico di scritti apparentemente diversi, sia il senso genuino di termini che altrimenti restano avvolti in una oscurità spesso denunciata ma più raramente compresa. Le nozioni speculative di entità attuale, oggetto eterno, processo, concrescenza e così via si comprendono solo se viste in questa chiave a un tempo genetica e geneaologica.
Milano University Press
2020-09-14 00:00:00
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Nóema; N. 11 (2020): Processo e realtà: sull'attualità di Whitehead
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/13965
2022-11-12T14:35:58Z
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"200720 2020 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/13965
doi
dc
Per una logica dell'evento
Brioschi, Maria Regina
Università degli Studi di Milano
Il linguaggio rappresenta uno degli aspetti più caratterizzanti di Processo e realtà e al contempo uno degli scogli più ardui per chi si accinge alla lettura. Per comprendere le ragioni di questa scelta, il presente articolo ripercorre le riflessioni di Whitehead sul linguaggio, sia ordinario che filosofico, per poi approdare ad un’analisi critica del linguaggio di Processo e realtà, tesa a mostrare il nesso profondo che sussiste tra la filosofia dell’evento e le decisioni che l’autore prende a livello lessicale e sintattico.
Milano University Press
2020-09-14 00:00:00
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Nóema; N. 11 (2020): Processo e realtà: sull'attualità di Whitehead
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2022-11-12T14:35:58Z
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"200720 2020 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/13966
doi
dc
The Process of Translating Process and Reality
Teixeira, Maria-Teresa
Universidade de Coimbra
Nel tradurre Processo e realtà è importante considerare che l'opus magnum di Whitehead ha una natura metafisica, cosmologica e sistematica. Il sitema di Whitehead è aperto; le sue categorie sono interrelate e non vanno considerate separate dall'intero del sistema metafisico. Le generalità metafisiche sono difficili da esprimere e il nostro linguaggio è fortemente limitato. Ciononostante, il traduttore di Processo e realtà deve saper cogliere le parole esatte e rigorose al fine di rendere quella vera e propria "rivoluzione linguistica" introdotta da Whitehead nel suo testo. La traduzione italiana bilingue di Processo e realtà condotta da Maria Regina Brioschi ha in questo senso raggiunto un risultato eccezionale.
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2020-09-14 00:00:00
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Nóema; N. 11 (2020): Processo e realtà: sull'attualità di Whitehead
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2022-11-12T14:35:58Z
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"200720 2020 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/13993
doi
dc
Teorie descrittive e revisioniste degli eventi
McHenry, Leemon
California State University, Northridge
Manzotti, Riccardo
Università IULM
Sulla scorta della distinzione di P. F. Strawson tra metafisica descrittiva e revisionista, in questo saggio esamino questi due differenti approcci rispetto a un’ontologia degli eventi e avanzo l’ipotesi che un approccio revisionista basato sulla fisica moderna sia una base più realizzabile in vista di una teoria ontologica. La metafisica descrittiva, in accordo con Aristotele e Kant, dà priorità al ruolo che gli eventi rivestono nel linguaggio ordinario. Gli eventi si rivelano dipendenti dalle sostanze poiché sono attività di corpi materiali. La metafisica revisionista, in accordo con Whitehead, Russell e Quine, respinge il linguaggio ordinario in qualità di guida dell’ontologia. In questa prospettiva, gli eventi sono le entità primarie e i corpi materiali si rivelano quali schemi relativamente monotoni nelle sequenze degli eventi. Ciò è la conclusione derivante dalla teoria einsteniana della relatività e da varie interpretazioni della meccanica quantistica. La scienza ha superato la teoria sostanzialistica di Aristotele e dei suoi continuatori.
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2020-09-14 00:00:00
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Nóema; N. 11 (2020): Processo e realtà: sull'attualità di Whitehead
ita
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/15166
2021-02-16T14:56:09Z
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2021-02-16T15:52:05Z
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2022-11-12T14:37:04Z
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"211029 2021 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/15620
doi
dc
Desiderare di cambiare rotta
Redi, Carlo Alberto
Accademia Nazionale dei Lincei - Università degli Studi di Pavia
Monti, Manuela
Università degli Studi di Pavia
L’origine della pandemia da COVID-19 è da attribuire alla devastazione e distruzione del pianeta causata dai nostri esasperati consumi e stili di vita. Infatti è dalla rivoluzione industriale in poi che noi, sapiens sapiens, abbiamo devastato più dei 2/3 della superfice terrestre per processi di industrializzazione, urbanizzazione e produzione agricola. Non solo, abbiamo deforestato l’equivalente della superficie del continente africano per l’allevamento intensivo di bovini e la produzione di carne rossa.Tutto ciò ha ampliato a dismisura disuguaglianze ed ingiustizie sociali ed ambientali. Il rapporto di Sir Partha Dasgupta (l’economia della biodiversità) e lo studio dell’opera di Gilbert Simodon, che qui commentiamo, sono un prezioso aiuto per responsabilizzarci sulla gravità della ‘questione ecologica’. Ci stiamo comportando da buoni antenati? E, soprattutto, che tipo di pianeta lasceremo alle generazioni a venire?
Milano University Press
2021-10-29 00:00:00
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Nóema; N. 12 (2021): Filosofia dell'ecologia: eco-poietica ed eco-paidetica
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/16559
2022-11-12T14:37:04Z
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"211029 2021 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/16559
doi
dc
Ecologia, natura, materialismo
Iofrida, Manlio
Università di Bologna
Una prima parte del saggio sintetizza le linee principali di un recente libro dell’autore: Per un paradigma del corpo: una rifondazione filosofica dell’ecologia, Quodlibet, Macerata, 2019. Viene sostenuto un paradigma in cui corpo e biologia mantengano la loro irriducibilità nei confronti della cultura e in cui il cosiddetto “linguistic turn”, che ha dominato la filosofia del XX secolo, viene fortemente criticato; in coerenza con questo, la riflessione di Merleau-Ponty sul concetto di natura viene considerata lo strumento più adeguato e più attuale per ripensare la questione ecologica; ne vengono esaminate le conseguenze nel campo della filosofia della tecnologia e del problema del soggetto. Una seconda parte del saggio, che si concentra sull’incontro che ebbe luogo nel 1961 fra Adorno e Merleau-Ponty, cerca di abbozzare un paradigma materialistico per l’ecologia, correggendo l’avvicinamento che alla fine della sua vita vi fu fra Merleau-Ponty e Heidegger.
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2021-10-29 00:00:00
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Nóema; N. 12 (2021): Filosofia dell'ecologia: eco-poietica ed eco-paidetica
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2022-11-12T14:37:04Z
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"211029 2021 eng "
2239-5474
10.13130/2239-5474/16609
doi
dc
Il giavellotto e una vita
Sini, Carlo
Accademia Nazionale dei Lincei
Un ecosistema è come la totalità kantiana: non può essere ridotto a oggetto di conoscenza, perché ogni suo elemento è interno alla contingente correlazione che lo sorregge. Le sue metamorfosi accidentali generano mondi di senso infinitamente in cammino.
Milano University Press
2021-10-29 00:00:00
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Nóema; N. 12 (2021): Filosofia dell'ecologia: eco-poietica ed eco-paidetica
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oai:ojs.riviste.unimi.it:article/18846
2023-01-26T17:11:31Z
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nmb a2200000Iu 4500
"221120 2022 eng "
2239-5474
10.54103/2239-5474/18846
doi
dc
Abstract Life
Robinson, Keith
University of Arkansas at Little Rock
In this paper I will argue that Deleuze, Whitehead and Bergson share a similar approach to abstraction, an approach that is fundamentally ‘pragmatist’ (broadly construed, close to James Williams’ ‘fantastic’ pragmatism). Leaning on William James one name for this shared approach methodologically is radical empiricism and is best understood in my view in the context of process philosophy. Although, they share a similar approach I will point out some differences between the radical empiricists in the way they think about some of their own key abstractions engaging the themes of relation, becoming and space-time. All three thinkers give us abstractions for thinking life as the creation of the new.
Milano University Press
2022-11-20 00:00:00
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Nóema; N. 13 (2022): La filosofia in pratica: prassi, pragmata, pensiero delle pratiche nella riflessione contemporanea
eng
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2022-11-27T17:10:53Z
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"221120 2022 eng "
2239-5474
10.54103/2239-5474/18856
doi
dc
Toward a Pragmatist Account of Human Practices
Colapietro, Vincent
University of Rhode Island (URI)
This paper focuses on a curious lacuna in the pragmatist tradition. In the writings of the classical American pragmatists (Peirce, James, Dewey, Mead, and Lewis) very little attention is given to articulating a conception of practices and, more broadly, of pragmata. The author offers a sketch of what he takes to be a pragmatist account of human practices. He stresses how for the pragmatists themselves theory is a practice or, more precisely, an extended family of evolving practices complexly related to other practices. Moreover, he takes such an account of practices to be fundamentally at odds with various attempts to provide a transcendental justification for any human practice. He draws upon a brief yet suggestive discussion in William James's Pragmatism of language, law, and truth and develops the implications of James's treatment of these topics. In the course of doing so, he proposes how a classic work (such as a philosophical text or musical composition) can be understood from a strictly historicist perspective. He concludes with a reflection on the extent to which creative intelligence has been conscripted by the bellicose agenda of national or imperialistic regimes, yet holds out the hope of creative intelligence freeing itself to some extent from the war machine of nation states.
Milano University Press
2022-11-20 00:00:00
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Nóema; N. 13 (2022): La filosofia in pratica: prassi, pragmata, pensiero delle pratiche nella riflessione contemporanea
eng
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2023-01-26T16:44:54Z
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"221120 2022 eng "
2239-5474
10.54103/2239-5474/18857
doi
dc
Practice and practicing
Okrent, Mark
Bates College
This paper concerns the question of what it is that philosophers have been talking about, or ought to have been talking about, when they talk about ‘a practice’. This issue is complicated by the fact that, in English at least, there are several rather distinct senses of the word ‘practice’, in two of which ‘practice’ is used as a noun, and another two senses in which ‘practice’ is used as a verb. And all of these uses, both nominal and verbal, are actually quite distinct from, but clearly related to, what philosophers have been interested in when they discuss ‘a practice’.
In Two Concepts of Rules John Rawls offered a definition of ‘practice’ that has been influential on later philosophical discussions of what it is to be a practice: «I use the word ‘practice’ throughout as a sort of technical term meaning any form of activity specified by a system of rules which defines offices, roles, moves, penalties, defenses, and so on, and which gives the activity its structure. As examples one may think of games and rituals, trials and parliaments». It is a central thesis of Two Concepts of Rules that consequentialist and deontic rules, (or norms), are both essentially involved in the institution and evaluation of practices. It is the thesis of this present paper, however, that if one focuses on the process of practicing a practice in order to develop and maintain the ability to successfully occupy an office in a Rawlsian practice, one can see that Rawls both misidentified the character of those norms and mislocated their targets
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2022-11-20 00:00:00
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Nóema; N. 13 (2022): La filosofia in pratica: prassi, pragmata, pensiero delle pratiche nella riflessione contemporanea
eng
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2022-12-22T13:48:36Z
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"221120 2022 eng "
2239-5474
10.54103/2239-5474/19025
doi
dc
Fantastic Pragmatism
Williams, James
The everyday sense of pragmatic involves ideas of sensible practice, cautious realism about current situations, flexibility allied to technical knowledge, and the prioritisation of what works, as opposed to unrealistic and damaging ideals. I argue against this technical and sensible flavour of pragmatism, pre-sent in many of its historical and contemporary versions. Pragmatism can be taken as technically-minded, realistic and practical, thereby avoiding the excesses of abstract ideologies. Instead, I will defend the thesis that pragmatism should be fantastic, in the precise sense of metaphysically inventive. In making this latter argument, my main critical point will be against the metaphysically «quietist» version of pragmatism, in particular as defended by David Macarthur. My claim is counter-intuitive, since it seems to commit pragmatism to the forms of idealism that it has sought to criticise and escape. If metaphysics propose ideal pictures of the world, as opposed to detailed, local and evidence-based descriptions - allied to rigorous experimentation - then the fantasies of metaphysics are exactly what pragmatism should avoid. In response to this critical counter, I will argue that pragmatism should be metaphysically inventive because it cannot avoid being metaphysical. However, I also argue that it should be self-critical in its fantastic creativity.
Milano University Press
2022-11-20 00:00:00
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Nóema; N. 13 (2022): La filosofia in pratica: prassi, pragmata, pensiero delle pratiche nella riflessione contemporanea
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2022-11-27T17:10:53Z
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"221120 2022 eng "
2239-5474
10.54103/2239-5474/19027
doi
dc
The Birth of American Phenomenology in Josiah Royce's "New Phenomenology"
Bell, Jason
This article explores the birth of American Phenomenology in Josiah Royce’s “New Phenomenology”, proposed in his Thought Diary (1878-1880), in dialogue both with Husserl’s Contemplative Practice and with Peirce’s version of pragmatism.
Milano University Press
2022-11-20 00:00:00
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Nóema; N. 13 (2022): La filosofia in pratica: prassi, pragmata, pensiero delle pratiche nella riflessione contemporanea
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2023-11-04T12:59:53Z
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"231104 2023 eng "
2239-5474
dc
Un'agenda per l'università
Pasqui, Gabriele
Politecnico di Milano
L’obiettivo del saggio è comprendere alcune dinamiche dei processi che hanno investito la filosofia come complesso campo istituzionale, in particolare in relazione ai processi impetuosi di cambiamento che nel corso degli ultimi decenni hanno investito l’università in Occidente. Dopo aver presentato la nozione di istituzione, il contributo indaga lo sfondo entro cui si colloca il processo in atto di ridefinizione delle relazioni tra i saperi nel contesto accademico e il modo in cui le pratiche del sapere che caratterizzano oggi le nostre società attraversano e informano, venendone al tempo stesso influenzate, le istituzioni universitarie. In conclusione, il saggio indaga le condizioni di possibilità istituzionali di percorsi transdisciplinari che siano in grado di provare ad abitare i processi in atto a partire da una nuova «etica dei saperi», attraverso la proposta di un’agenda politica che sia in grado di contribuire anche al ripensamento della filosofia come istituzione.
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2023-11-04 12:57:08
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Nóema; V. 1 N. 14 (2023): Filosofia e istituzioni
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"231104 2023 eng "
2239-5474
dc
Philosophy as a Way of Life
Saito, Naoko
This paper tries to reclaim the idea of philosophy as a way of life – an idea and a name associated especially with Pierre Hadot. This involves the reconsideration of the task of philosophy and of its practicality. Philosophy faces a crisis of identity. On the one hand, in the tide of the global economy, the division between useful and useless knowledge has been reinforced, and philosophy tends to be categorized as the latter. On the other hand, philosophy has in some quarters become assimilated into the trend of self-improvement – in Japanese, Jiko Keihatsu, an idea that carries the distinctive connotation of enlightenment of oneself, which is fairly close to the idea of self-help in the U.S.A and in Europe. In this trend, «fast knowledge» is treasured and the language of philosophy is translated into easy, accessible terms. Torn between these two tendencies, philosophy needs to reconsider its use, neither turning its «uselessness» into something to be proud of, as has sometimes been the tendency in the liberal arts tradition, nor selling out to «usefulness» under the pressures of the global economy; it needs to reaffirm its intrinsic value. In this paper, I shall point to the idea of philosophy with a higher sense of use and with an alternative economy of education, one that necessitates the conversion of the way we see ourselves, others and the world.
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2023-11-04 12:57:08
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Nóema; V. 1 N. 14 (2023): Filosofia e istituzioni
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"231104 2023 eng "
2239-5474
10.54103/2239-5474/21551
doi
dc
Filosofia e istituzioni
Fornari, Maria Cristina
Università del Salento
La posizione e il ruolo della filosofia nelle Università sono sempre stati oggetto di interesse, in particolare da parte dei detentori della disciplina, evidentemente convinti di un suo statuto speciale all’interno del percorso formativo. In questo articolo si prendono brevemente in esame le posizioni di alcuni filosofi che si sono esplicitamente esposti al riguardo, da Kant a Heidegger, da Ortega y Gasset a Martha Nussbaum, quali testimoni illustri dell’imprescindibilità dei contenuti e dei metodi della filosofia per ogni campo del sapere, tanto più oggi, che l’utilità del pensiero umanistico viene disconosciuta in favore di una formazione sempre più tecnica e specializzata.
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2023-11-04 12:57:08
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Nóema; V. 1 N. 14 (2023): Filosofia e istituzioni
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2023-11-04T12:58:55Z
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"231104 2023 eng "
2239-5474
dc
Vita affettiva e istituzioni
Zaltieri, Cristina
Studiosa indipendente
Questo articolo parte dall’analisi esposta da Jean-François Lyotard nel famoso testo del 1979 La condizione postmoderna dove si considera come, con l’esaurirsi delle grandi narrazioni (grand narratives) che legittimavano le istituzioni del sapere negli ultimi due secoli, tutte le procedure della ricerca e della trasmissione del sapere hanno come unico principio guida quello di prestazione, ormai esteso dall’economia politica liberista ad ogni ambito. Il confronto con Nietzsche aiuta a comprendere come tali grandi narrazioni nascano già in origine compromesse con passioni che innervano le istituzioni di sapere di massa e che gli apparati ideologici tendono a non riconoscere e a celare. Il ricorso a Spinoza permette di analizzare la “vita affettiva” delle istituzioni, le quali necessariamente traggono la loro forza da una sorta di drenaggio affettivo, il solo capace di legare ad esse la moltitudine degli uomini, la gran parte dei quali è schiava delle loro passioni. Per quanto concerne la formazione Spinoza sembra suggerire di non affidarla solo alle istituzioni governative anch’esse attraversate dalle passioni, quanto di rendere la formazione degli altri il compito di ogni uomo libero che – guidato solo da un desiderio razionale – solo in tale impresa può mostrare tutta l’ars e tutto l’ingegno che possiede.
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2023-11-04 12:57:08
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Nóema; V. 1 N. 14 (2023): Filosofia e istituzioni
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