2024-03-29T15:57:41Z
https://riviste.unimi.it/index.php/index/oai
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/425
2016-03-15T14:32:45Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/425
2016-03-15T14:32:45Z
Milano University Press
V. 1 N. 1 (2009); 16
Percorsi di apprendimento per gli stranieri nella scuola italiana
Sala, Laura
2009-12-28
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/425
it_IT
Nell’articolo si passano in rassegna le nuove proposte editoriali per gli studenti non italofoni nella scuola secondaria di primo grado e di uno in particolare, a titolo esemplificativo, si analizzano più da vicino le caratteristiche. L’indagine considera le strategie di scrittura controllata messe in atto nei testi. Infatti, tutti questi manuali (antologie, grammatiche, libri di storia) sono realizzati secondo un’idea comune: le difficoltà poste dall’italiano per lo studio agli stranieri devono essere appianate attraverso la semplificazione: per quanto riguarda le discipline scolastiche facilitare l’apprendimento significa soprattutto semplificare i testi per fornire conoscenze e nozioni fondamentali e competenze e abilità di base da cui sia possibile poi accedere a livelli più alti e raffinati. Si sottolinea, dunque, che la versione semplificata dei testi dei manuali disciplinari deve essere intesa come strumento propedeutico, transitorio, che aiuta l’apprendente a compiere i primi passi nello sviluppo delle abilità di studio sia orali che scritte da cui procedere verso competenze linguistico-cognitive più ambiziose. In this paper an overview is given of the new publications for non-Italian speakers at lower secondary schools and the main features of one text in particular are examined in greater detail as an example. The study takes into consideration the strategies of graded texts. In fact all these textbooks (anthologies, grammars, history books) are written with a common purpose: the difficulties foreigners encounter due to the use of Italian must be smoothed out by means of simplification: as regards school subjects, to a great extent facilitating learning means simplifying the texts in order to provide essential knowledge and basic concepts and competences, which can be used as a starting point for accessing higher and more sophisticated levels of learning. It is therefore emphasized that the simplified versions of textbooks for the various subjects must be considered as transitory, preparatory tools, which help the learner to move her first steps towards developing the oral and written study skills from which she will be able to proceed towards more ambitious linguistic-cognitive competences.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/429
2016-03-15T14:32:45Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/429
2016-03-15T14:32:45Z
Milano University Press
V. 1 N. 1 (2009); 29
Analisi degli errori in produzioni scritte di apprendenti sinofoni
Limonta, Gloria
2009-12-28
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/429
it_IT
Il presente articolo propone un’analisi degli errori rilevati in un corpus di testi prodotti da un gruppo di studenti universitari sinofoni. Scopo di tale analisi è individuare le possibili interferenze della lingua madre (cinese mandarino) all’interno de processo di acquisizione della L2 (italiano), al fine di comprendere più approfonditamente le principali difficoltà linguistiche incontrate da apprendenti sinofoni nell’acquisizione dell’italiano. Nel primo capitolo si prendono brevemente in considerazione gli aspetti della lingua cinese che si distanziano maggiormente dal sistema linguistico dell’italiano e che per questo rappresentano frequenti fonti di errore nel processo di apprendimento. Il capitolo 2 è invece dedicato all’esposizione dei risultati dell’analisi svolta. The article offers an analysis of the errors found in a corpus of texts produced by a group of Chinese-speaking university students. The objective of the analysis is to identify possible interferences from their mother tongue (Mandarin Chinese) in the process of acquiring the L2 (Italian), in order to gain a deeper understanding of the main linguistic difficulties encountered by Chinese-speaking learners acquiring Italian. In the first chapter brief consideration is given to those aspects of Chinese that are furthest removed from the Italian language system and which, for this reason, are the source of errors in the learning process. Chapter 2, instead, is devoted to an account of the results obtained from the analysis.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/430
2016-03-15T14:32:45Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/430
2016-03-15T14:32:45Z
Milano University Press
V. 1 N. 1 (2009); 55
Fenomeni d’interferenza nell’apprendimento dell’italiano da parte di parlanti spagnolo. Un’indagine a partire da un test a scelta multipla per gli studenti dell’Università Complutense di Madrid.
Zurlo, Francesco
2009-12-28
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/430
it_IT
È noto che nell’apprendimento di lingue affini come italiano e spagnolo, il fenomeno del transfer linguistico gioca spesso un ruolo fondamentale. La percezione di vicinanza e di congruenza tra i due sistemi linguistici è alla base del frequente trasferimento da parte degli apprendenti, di regole, espressioni ed abitudini proprie della loro L1 nella L2, che non inficiando in molti casi il successo comunicativo rischiano alla lunga di cristallizzarsi e fossilizzarsi. Nella ricerca, svolta a partire da un test a scelta multipla proposto ad alcuni alunni dei corsi di italiano dell’Università Complutense di Madrid, si rilevano e descrivono alcune delle tipologie più ricorrenti di errori dovuti ad interferenza della L1, mettendo in rilievo la loro incidenza e la loro influenza nel determinare la specificità del percorso di apprendimento dell’italiano da parte degli ispanofoni, contraddistinto da accelerazioni e rallentamenti, arresti e stabilizzazioni. It is known that when learning similar languages, such as Italian and Spanish, the phenomenon of linguistic transfer often plays a fundamental role. The perception of the two language systems as close and congruent is at the basis of the learners’ frequent transfer of rules, expressions and habits belonging to their L1 into the L2 which, since in many cases their communicative success is not hindered, risk taking root and becoming fossilized in the long term. The survey, based on a multiple-choice test run with students on an Italian course at Madrid’s Università Complutense, identifies and describes some of the most recurrent types of errors due to interference from L1, highlighting their incidence and influence in determining the specific nature of the learning route for Spanish speakers studying Italian, marked by acceleration and slowdowns, halts and moments of stabilization.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/431
2016-03-15T14:32:45Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/431
2016-03-15T14:32:45Z
Milano University Press
V. 1 N. 1 (2009); 68
Creoli e interlingue: un confronto.
Gelso, Daniela
2009-12-28
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/431
it_IT
Riprendendo la tesi secondo la quale le produzioni degli stranieri che apprendono l’italiano L2 mostrerebbero somiglianze con pidgin e creoli, il presente lavoro propone un’analisi comparativa tra le interlingue sviluppate da parlanti non italofoni ed il Criolo Guineense, creolo a base portoghese parlato in Guinea Bissau. Molti dei fenomeni che caratterizzano le lingue di contatto, infatti, sono riscontrabili anche nei processi di acquisizione spontanea di lingue seconde. Pur presentando ovvie differenze dovute a fattori storici e linguistici, creolo e interlingua sono entrambi codici semplificati, caratterizzati da strutture più semplici rispetto allo standard e da minore elaborazione grammaticale. Attraverso l’analisi di alcuni tratti linguistici del Criolo Guineense si é tentato di dimostrare che semplificazione non equivale ad impoverimento e che le varietà semplificate – siano esse varietà di apprendimento o lingue di contatto - possiedono tutti i mezzi espressivi atti a descrivere la realtà nelle sue varie sfumature. Re-examining the argument by which the linguistic production of foreigners learning Italian as L2 is seen as having considerable similarities to pidgin and creoles, the paper offers a comparative analysis of the interlanguages that have developed amongst non-Italian speakers and Guyanese Creole, a Creole idiom based on Portuguese which is spoken in Guinea Bissau. Many of the phenomena that mark languages in contact are in fact to be found in the spontaneous acquisition of second languages, too. Whilst exhibiting clear differences due to historical and linguistic factors, Creole and interlanguages are both simplified codes, characterised by less complex structures than the standard and with less grammatical elaboration. Through an analysis of certain linguistic features of Guyanese Creole, an attempt has been made to show that simplification does not equate with impoverishment and that simplified variations – whether varieties of learning or languages in contact – possess all the means of expression needed to describe reality in its various different manifestations.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/450
2016-03-15T14:32:46Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/450
2016-03-15T14:32:46Z
Milano University Press
V. 1 N. 1 (2009); 1
Grammatica e acquisizione dell'italiano L2
Andorno, Cecilia
2010-01-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/450
it_IT
Gli apprendenti richiedono l’insegnamento della grammatica e, data la complessità e la pervasività del sistema grammaticale italiano, il docente deve dotarsi di strumenti e conoscenze per rispondere adeguatamente. L’intervento, attraverso lo sviluppo del sistema verbale, prende in considerazione una descrizione grammaticale statica e una descrizione dinamica, procedurale e funzionale pensata per descrivere l’uso che di tale sistema ne fanno i parlanti. L’insegnante per poter svolgere il ruolo di mediatore tra ciò che l’apprendente sa e il modo in cui il sistema è organizzato, dovrebbe conoscere il sistema nella sua interezza e complessità, non solo secondo un modello descrittivo del sistema finale, ma anche secondo le operazioni necessarie alla ricostruzione del sistema che l’apprendente mette in atto. Learners ask to be taught grammar and, given the complex and pervasive nature of the Italian language system, the teacher must be equipped with tools and knowledge to provide an adequate response. Through the development of the verb system, this paper takes into consideration a static description of grammar and a dynamic, procedural and functional one, conceived for describing the use that speakers actually make of this system. In order to perform her role as mediator between what the learner knows and the way in which the system is organized, the teacher should have an overall knowledge of it in all its complexity, not only in terms of a descriptive model of the final system, but also in terms of the operations required for reconstructing the system that are put into practice by the learner.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/627
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/627
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 1
CONSIDERAZIONI SULLA DIDATTICA DELL’ITALIANO L2 IN SVIZZERA
Pandolfi, Elena Maria
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/627
it_IT
L'articolo propone alcune considerazioni sulla didattica dell'italiano come L2 in Svizzera, partendo da una breve disamina della posizione che l'italiano ha in Svizzera all'interno del suo territorio e nei Cantoni non italofoni. Si è dunque trattato della didattica dell'italiano L2 in Svizzera abbozzando i tratti principali che caratterizzano la didattica fuori e all'interno del territorio italofono. Si è anche proposta una lista di alcuni lessemi marcati in diatopia che caratterizzano l'italiano in Svizzera, sottolineando come questi e altri tratti più squisitamente sociolinguistici possano indurre a considerare anche l'italiano come una lingua pluricentrica, con le implicazioni che questo concetto ha per la didattica dell'italiano L2 in Svizzera, anche dal punto di vista della riflessione metalinguistica. The paper proposes some considerations concerning teaching Italian as a second language in Switzerland. Through a brief description of the position of Italian inside the Swiss quadrilingualism the teaching approaches are discussed taking into account the peculiar situation inside and outside the Italian territory. Besides the paper presents a list of some common lexemes diatopically marked inducing, along with sociolinguistic parameters, at considering Italian as a pluricentric language with the implication the concept may have concerning the teaching of Italian as a second language in Switzerland.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/628
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/628
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 17
L’INFLUENZA DELLA L1 NELL’APPRENDIMENTO DI LINGUE AFFINI: ANALISI DELLE INTERFERENZE LINGUISTICHE DI ISPANOFONI APPRENDENTI L’ITALIANO COME LINGUA STRANIERA
Maggioni, Valeria
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/628
it_IT
Nell'apprendimento dell'italiano come lingua straniera da parte di ispanofoni l'affinità tra L1 ed L2 emerge come un'arma a doppio taglio: nella fase iniziale facilita l'apprendimento e la comunicazione in LS, ma, una volta raggiunto un livello intermedio nella LS, tale parentela causa un gran numero di fenomeni di transfer dalla L1 con errori che rischiano di fossilizzarsi nel tempo e che richiedono pertanto un'attenzione particolare per essere corretti. In questo lavoro di ricerca, svolto presso il Liceo Scientifico E. Fermi della Scuola Statale Italiana di Madrid, sono stati rilevati i fenomeni di transfer negativo presenti nelle produzioni scritte e orali degli studenti madrelingua spagnoli. Le occorrenze piú frequenti sono state raggruppate in tre ambiti principali: fonologico, morfologico e lessicale. For Spanish speakers learning Italian as a foreign language, the affinity between L1 and L2 is a double-edged sword: in the initial phase, it facilitates learning and communication in the FL, but once it they have reached an intermediate level in the foreign language, the similarity causes a lot of transfer from the L1 with errors that risk becoming fossilized over time and require particular attention so that they are corrected. In this study, carried out at the Liceo Scientifico E. Fermi at the Scuola Statale Italiana in Madrid, negative transfer phenomena in the oral and written production of mother tongue Spanish speakers were found. The most frequent occurences were grouped into three main areas: phonological, morphological and lexical
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/629
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/629
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 35
ITALIANO LINGUA FRANCA: UN’ANALISI LINGUISTICA E SOCIOCULTURALE DI INTERAZIONI TRA STUDENTESSE STRANIERE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO.
Moja, Francesca
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/629
it_IT
L'identità linguistica è una peculiarità mutevole e poliedrica che le persone costruiscono e ricostruiscono continuamente nelle loro relazioni con gli altri parlanti. Questo articolo presenta uno studio condotto con sei studentesse straniere provenienti da Paesi diversi (Grecia, Filippine, Albania, Estonia, Turchia e Cina) con lo scopo di indagare le loro strategie conversazionali in Italiano L2 utilizzate in un focus group per discutere temi linguistici e culturali. I dati raccolti sono stati analizzati secondo una prospettiva linguistica e socioculturale. L'analisi linguistica si è concentrata sull'uso dell'italiano come lingua franca con particolare attenzione ad aspetti come il mutamento di codice, le strategie di riparazione, la negoziazione del significato e le strategie di politeness. L'analisi socioculturale ha evidenziato le possibili relazioni tra l'uso della lingua italiana e il contesto socioculturale in cui le partecipanti a questo studio vivono e studiano, cioè il Corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere dell'Università degli Studi di Milano. Nell'ultima parte dell'articolo, vengono prese in esame alcune implicazioni di questa analisi per l'insegnamento dell'italiano L2. Linguistic identity is a shifting and multifaced feature that people are constantly constructing and reconstructing in their relationships with other speakers. This article presents a study aimed at investigating the way six students from different countries (Greece, Philippines, Albania, Estonia, Turkey and China) and with different L1 backgrounds use specific conversational strategies while discussing a number of linguistic and cultural issues in a focus group session. The data collected were analysed from linguistic and sociocultural perspectives. The linguistic analysis focused on the participants' use of Italian as a lingua franca with a view to underscoring aspects of interaction such as code-mixing, repair strategy, negotiation of meaning and politeness. The socio-cultural analysis was meant to highlight the relationship between the participants' use of Italian and the wider socio-cultural context in which they live and study, that is the University of Milan. In the last part of the article, data analysis is discussed taking into account possible implications for the teaching of Italian as a second language.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/630
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/630
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 52
CONSIDERAZIONI TEORICHE E PROPOSTE APPLICATIVE SULL’ACQUISIZIONE DELLA FONOLOGIA NELL’INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO L2
Mastrantuono, Eliana
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/630
it_IT
In questo articolo si presenta una breve panoramica delle ipotesi teoriche sui meccanismi di acquisizione fonologica della lingua seconda proposte da differenti modelli linguistici. Sulla base di queste ipotesi si analizzano alcuni tratti fonologici presenti nella lingua italiana e vengono suggerite attività esemplificative per acquisire tali tratti. Gli elementi fonologici qui considerati sono il raddoppiamento e la sillabazione, le consonanti occlusive, le consonanti affricate, le vocali. This article presents a brief survey of the hypotheses regarding second language phonological acquisition mechanisms proposed by different linguistic models. Based on these hypotheses, a few phonological traits present in the Italian language are analyzed and examples of activities to foster acquisition are given. The phonological elements considered are: doubling and syllabication, vowels, occlusive and fricative consonants.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/631
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/631
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 66
LE ABILITÀ DI ASCOLTO E GLI APPRENDENTI GIAPPONESI: DIFFICOLTÀ E STIMOLI PER L’APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO LS
Superti, Ilaria
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/631
it_IT
Questo articolo è pensato come supporto per gli insegnanti di lingua italiana in Giappone allo scopo di condividere interrogativi e possibili risposte che facciano fronte alla lacuna sia a livello teorico che pratico di materiali specifici che trattino delle diffuse problematiche dell'apprendimento linguistico dell'italiano presso gli studenti Giapponesi ed estremorientali. Dopo un'introduzione teorica che tratta della comprensione orale come fondamento dell'apprendimento linguistico e di come questa si riveli particolarmente problematica, ma al contempo essenziale, per i primi passi degli apprendenti giapponesi nello sviluppo di un'interlingua che li porti ad un'adeguata competenza dell'italiano, vengono trattate le strategie di decodificazione che consentono la comprensione orale e in particolare quali possano risultare più efficaci nel superamento delle grandi difficoltà riscontrate soprattutto in fase iniziale fino al raggiungimento del livello soglia (da A0/A1 a B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le le Lingue). Seguono e concludono l'articolo alcuni suggerimenti procedurali rivolti ai docenti e una proposta di attività didattica specifica come esempio di applicazione pratica. This article offers support for Italian Language teachers in Japan in order to share questions raised and possible answers which address the lack of specific materials dealing with the wide-spread problems of Italian Language learning for Japanese and other Asian students, both in terms of theory and practice. FIrst there is a discussion on the theories of oral comprehension, which constitutes the basis for language learning. This aspect is particularly problematic, but also essential, for beginning level Japanese students in developing the interlanguage which will lead them to acquire adequate competence in Italian. Decodification strategies for oral comprehension are discussed, especially the most effective ones for overcoming serious difficulties in the initial phases up to to the threshold level (from A0/A1 to B1 according to the Common European Framework of Reference for Languages). The article concludes with suggestions for teachers and specific didactic activity proposals as examples of practical applications.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/632
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/632
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 80
LA SCRITTURA MIGRANTE: LA MIA LINGUA E LA MIA NUOVA LINGUA ITALIANA
Cattoretti, Paola Luigia
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/632
it_IT
Acquisire una nuova lingua non è mai un percorso semplice. Il cammino che il migrante deve compiere per apprendere l'italiano è costellato di difficoltà e di ostacoli dovuti ad emozioni contrastanti, al trauma causato dall'esperienza della migrazione, dalle condizioni, spesso di forte disagio, di lavoro, del contesto in cui si trova a svolgere una nuova vita, dalla qualità o meno dell'accoglienza, dalle possibilità reali, sul piano sociale, di integrazione. Lo scopo di questo articolo consiste nel mettere in evidenza il passaggio complesso dalla lingua madre alla cosiddetta lingua adottiva, mostrando come in taluni casi l'italiano, imparato nei corsi per stranieri o a scuola dai più giovani sia divenuto uno straordinario strumento grazie al quale poter evocare il paese d'origine e raccontare il proprio vissuto. Lo scrivere in una lingua diversa permette al migrante non solo di narrare fatti ed esperienze che magari preferirebbe non raccontare nella lingua madre, ma di diventare costruttore di cultura. Learning a new language is never a simple task. The new-comer's experience of learning Italian is marked by difficulties and obstacles caused by contrasting emotions, the trauma from the experience of migration, the often difficult work conditions, the living conditions in the host country, the presence or absence of feeling welcomed, and the real chances for social integration. This paper aims at highlighting the complex passage from the mother tongue to the so-called adopted language, showing how in some cases learning Italian, thanks to courses for foreigners or as children at school, has become a wonderful tool for evoking the home country and telling about life there. Writing in another language allows migrants not only to recount facts and experiences that they might prefer not to tell in their own language, but it is a cultural building block as well.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/633
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/633
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 89
L’AUTOBIOGRAFIA LINGUISTICA NELL’INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO L2/LS
Groppaldi, Andrea
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/633
it_IT
L'autobiografia linguistica è una attività particolarmente utile nell'insegnamento-apprendimento di una lingua straniera. L'apprendente immigrato è invitato a narrare in prima persona le esperienze linguistico-comunicative nella propria L1, nella L2 /LS che sta apprendendo e/o nella lingua seconda che ha acquisito come lingua di comunicazione e di studio nel suo paese di origine, le relazioni umane ed emotive che accompagnano o hanno accompagnato queste esperienze, le situazioni che ne hanno favorito o ostacolato l'apprendimento. Con l'autobiografia linguistica l'apprendente straniero costruisce, attraverso la scrittura e quindi attraverso un processo di esplicitazione e di riflessione consapevole, un ponte tra "là" e "qui", tra paese d'origine e il paese di arrivo, tra la vita "prima" e la vita "dopo" lo strappo della migrazione. Ricompone e dà senso alla propria storia, nelle due lingue, esprime affetti ed emozioni, rinomina il mondo e se ne riappropria ricostruendo insieme la propria identità, esplora se stesso e si fa conoscere ai suoi pari e all'insegnante in un rapporto di condivisione e di comprensione reciproca: si crea un contesto non di integrazione, ma di inclusione. A sua volta il docente può meglio comprendere le strategie di apprendimento dell'apprendente, la sua personalità, le sue difficoltà e progettare strategie didattiche più efficaci, perché più individuali e orientate al successo nella comunicazione e nell'apprendimento. Linguistic autobiography is especially useful in the teaching and learning of a foreign language. The foreign learner is asked to narrate, in the first person, his/her linguistic-communicative experiences in their L1 and in the L2/FL which they are learning and/or in the second language they have acquired for communication or study in their home country, focusing on the emotional and human relationships which accompanied this experience and the situations which encouraged or blocked the learning. Through writing, speaking and thoughtful reflection, linguistic autobiography helps the foreign learner to construct a bridge between "there" and "here", between the home and the host country, between life "before" and "after" the shock of migration. This practice reorganizes and gives meaning to one's own history in both languages, through the expression of feelings and emotions, by defining and reclaiming the world as well as reconstructing identity, exploring oneself and showning oneself to peers and teachers in an environment of mutual sharing and understanding. It creates a context for inclusion, not just integration. The teacher, in turn, can better understand the student's learning strategies, his/her personality and difficulties and thus plan more effective didactic interventions, since they are individualized and aimed at success in communication and learning.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/634
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/634
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 104
VALUTAZIONE DELLA PRODUZIONE SCRITTA: PARAMETRI, GRIGLIE E SOGGETTIVITÀ
Matthiae, Claudia
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/634
it_IT
La valutazione della produzione scritta non costituisce certo un compito agevole per il docente. Quali parametri vanno necessariamente valutati e su quanti livelli/punti dovrebbero spalmarsi? Come conferire rigore e scientificità alla correzione sottraendola alla soggettività? Gli enti certificatori delle competenze linguistiche si avvalgono di parametri rigorosi, ma sembrerebbe che nella prassi quotidiana i docenti siano piuttosto restii all'impiego di griglie. Il presente contributo, alieno da ogni pretesa di esaustività, si prefigge come obiettivo quello di affrontare un problema spinoso suggerendo percorsi valutativi possibili nella consapevolezza che, alla stregua di quanto avviene per il manuale, la scelta dell'eventuale griglia di valutazione è e deve rimanere una questione meramente personale. It is certainly not an easy task for teachers to evaluate writing. Which parameters should be evaluated, on how many levels and how many points should they be worth? How can correction be rigorous and scientific and not subjective? Linguistic competency certifiers refer to strict parameters, but it seems that in daily practice teachers do not like to use grids very much. This paper, far from being exhaustive, aims at addressing this difficult problem by suggesting possible ways for carrying out evaluation, keeping in mind that in the same was as for a manual, the choice of using an evaluation grid is and should remain a merely personal question.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/635
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/635
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 111
IMPARARE L’ITALIANO L2/LS CON TESTI TEATRALI
Ardissino, Erminia
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/635
it_IT
Il saggio tratta dell'impiego di testi teatrali come fonti di esercizi per l'apprendimento dell'italiano L2/LS. Dopo alcune riflessioni teoriche, si presentano sei proposte di lavoro, con relative soluzioni, adatte a studenti del livello B2-C2 del quadro di riferimento. Si tratta di esercizi ricavati da drammi in un unico atto di Pirandello (La morsa e Lumìe di Sicilia), da Verga (un confronto fra Cavalleria rusticana nella forma drammatica e novellistica), e da Tommaso Landolfi (Ombre). Ogni proposta sfrutta una peculiarità del testo teatrale che si costituisce nell'incontro di dialoghi con didascalie. Anzitutto si tratta di comprendere come si costruiscono i personaggi, quindi di vedere la funzione delle didascalie in relazione al testo, infine di riflettere sulle diverse modalità in cui avvengono i dialoghi, includendo le forme di silenzio. Il testo teatrale appare così molto adatto ad esercizi di lingua, perché mette in gioco le capacità interpretative e immaginative degli studenti, li fa discutere e parlare sulla base delle loro intuizioni. This paper investigates the use of play scripts as inspiration for Italian L2/FL exercises. After a brief discussion on theory, six project proposals and their solutions, suitable for B2-C2 level students, are presented. These exercises are based on one-act plays by Pirandello (La Morsa and Lumìe di Sicilia), Verga (a comparison between Cavalleria Rusticana in drama and narrative forms) and Tommaso Landolfi (Ombre). Each project focuses on a specific aspect of the script and is made up of dialogues with captions. After the way the characters are constructed is investigated, then the function of the captions in relation to the texts is considered, and finally students reflect on the different ways the dialogues are presented, including the pauses. Play scripts lend themselves to language exercises, because they encourage students to use their interpretation skills and imaginations to talk about their intuitions and ideas.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/637
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/637
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 141
VIDEOGIOCHI E ITALIANO L2/LS
Zanoli, Filippo
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/637
it_IT
L'articolo prende in considerazione alcune ipotesi sull'uso del videogioco nell'insegnamento/apprendimento della lingua straniera supportate dall'analisi di alcuni videogames per uso didattico. Pur non nascondendo le difficoltà che l'insegnante può incontrare nell'integrare il videogioco nel percorso di insegnamento/apprendimento di una lingua straniera in classe, diversi sono i motivi per i quali il videogioco può essere considerato un efficace strumento di apprendimento linguistico. Innanzitutto perché gli input linguistici possono essere numerosi e vari, in secondo luogo perché è vettore di lingua che coinvolge i diversi sensi e diverse operazioni cognitive e, in terzo luogo perché trasforma il processo dell'apprendimento da simbolico a esperienziale. Infine perché si tratta di un mezzo divertente capace di creare interesse ad apprendere offrendo opportunità straordinarie in quanto attiva negli apprendenti, soprattutto più giovani, due fattori chiave per un apprendimento solido e duraturo: l'esperienza e la motivazione, elementi che spesso le metodologie tradizionali trascurano. A conclusione dell'articolo viene proposta di attività didattica di italiano LS con una serie di suggerimenti per l'insegnante. This article discusses the use of videogames in teaching/learning a foreign language and analyzes a few didactic videogames. While not underestimating the difficulties that teachers may have in integrating videogames in the teaching/learning process in a classroom, there are different reasons why videogames can be considered effective tools for language learning. First of all, the linguistic input is varied and rich, and secondly it is a way of engaging different senses and cognitive processes, and in the third place it transforms learning from something symbolic to something experiential. Finally, it is an amusing way to generate interest in learning by offering an extraordinary opportunity, since it activates two key aspects for solid and long-lasting learning, especially in younger students: experience and motivation. These aspects are often overlooked in more traditional methods. The article concludes with examples of didactic activities for Italian FL teaching and a series of suggestions for the teacher.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/647
2016-03-15T14:32:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/647
2016-03-15T14:32:59Z
Milano University Press
V. 2 N. 1 (2010); 124
L’UMORISMO NELLA DIDATTICA DELL’ITALIANO PER STRANIERI. PROPOSTE DIDATTICHE .
Gironzetti, Elisa
2010-09-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/647
it_IT
L'articolo, dopo aver presentato le più avanzate ricerche di carattere pragmalinguistico che hanno contribuito a definire la "competenza umoristica" come una specifica abilità linguistico-comunicativa, invita a considerare l'umorismo come uno strumento valido ed efficace per rendere la lezione di italiano per stranieri un momento di apprendimento, ma anche di socializzazione, di comprensione e tolleranza interculturale. I testi umoristici costituiscono infatti un campione di lingua autentico, ricco di contenuti linguistici, paralinguistici e culturali, insomma, un ottimo spunto per la creazione di attività didattiche non solo interessanti, ma anche divertenti e motivanti. L'obiettivo finale di questo studio è proporre attività didattiche - di cui si fornisce esempi - per insegnare (con) l'umorismo nel contesto di una classe di lingua italiana per stranieri ispanofoni. Le attività didattiche proposte si basano sull'analisi di un corpus bilingue spagnolo/italiano di testi umoristici prestando particolare attenzione agli elementi linguistici e paralinguistici che caratterizzano l'umorismo nelle due lingue e ai contenuti socioculturali specifici necessari per poter comprendere il testo umoristico. Abstract After a thorough survey of the latest research regarding pragmatic-linguistic issues which have contributed to defining "humor competence" as a specific linguistic-communicative skill, this article suggests considering humor as a valid and effective tool to make Italian language lessons for foreigners into moments for learning as well as socialization, understanding and intercultural tolerance. Humorous texts present authentic language, rich with linguistic, paralinguistic and cultural content, and they are an excellent stimulus for creating interesting, fun and motivating didactic activities. The aim of this study is to propose didactic activities - with examples- to teach humor (with humor) in the context of an Italian language class for Spanish mother tongue students. The didactic activities proposed highlight the linguistic and paralinguistic elements which characterize humor in both languages, as well as the specific socio-cultural content needed to understand humorous texts.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/819
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/819
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 1
UNA LINGUA “SECONDA E ADOTTIVA”. L’ITALIANO DELLE SECONDE GENERAZIONI
Favaro, Graziella
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/819
it_IT
Si assiste nella scuola italiana ad un cambiamento importante che riguarda i bambini e i ragazzi stranieri inseriti: aumentano di anno in anno coloro che sono nati in Italia e che entrano nel sistema scolastico nei tempi e modi comuni ai coetanei autoctoni mentre diminuisce il numero di coloro che arrivano qui dal paese d’origine per ricongiungersi ai famigliari. Ma come parlano i bambini stranieri nati in Italia ? Quali caratteristiche interlinguistiche ha l’italiano dei “futuri cittadini”? Una ricerca osservativa ha coinvolto alcuni bambini stranieri di cinque anni inseriti nella scuola dell'infanzia e ha cercato di descrivere l’italiano delle seconde generazioni, tra esitazioni, silenzi, conquiste e creatività linguistica. A “second and adopted” language. Second generation Italian speakers. In Italian schools there is an important change which regards foreign children enrolled: every year there are more and more of them who were born in Italy and they enter the school system following the same rhythms as their native classmates while fewer and fewer foreigners arrive from their home countries to reunite with their families. How do foreign children, born in Italy, speak? What interlinguistic characteristics does the Italian spoken by these “future citizens” have? This observational study focused on some foreign 5-year-old children in Italian preschools and attempted to describe the language used by these second-generation speakers, between hesitations, silences, achievements and linguistic creativity.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/820
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/820
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 15
GLI ERRORI DI ITALIANO L1 ED L2: INTERFERENZA E APPRENDIMENTO
Solarino, Rosaria
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/820
it_IT
Si può oggi affrontare il tema degli errori di italiano da una prospettiva che possa giovare contemporaneamente a docenti di italiano L1 ed L2? Noi pensiamo di sì: la ricerca glottodidattica sembra aver ormai apprestato un terreno comune alle due situazioni di apprendimento, sgombrando il campo da vecchi pregiudizi e distinzioni che appaiono ormai superate. Attraverso la contrapposizione di concetti quali “lingua parlata/lingua scritta”, “errori di lingua / errori di linguaggio”, “apprendimento spontaneo/apprendimento guidato”, “italiano L1/italiano L2”, “errori di apprendimento/errori di interferenza, si indicano diversi criteri per la interpretazione degli errori e la loro valutazione in relazione alle cause, alle situazioni comunicative, ai contesti o allo stadio di evoluzione dell’apprendimento della lingua. Errors in italian L1 and L2: interference and learning Can errors in Italian be approached in a way that benefits both L1 and L2 Italian teachers? We believe so: glottodidactic research seems to have prepared a common terrain for these two learning situations, clearing the field of old prejudices and obsolete distinctions. Through the juxtaposition of concepts like “spoken language/written language”, “language errors/speech errors”, “spontaneous learning/guided learning”, “L1 Italian/L2 Italian”, “learning errors/interference errors”, different criteria for interpreting errors and evaluating them in relation to their causes, to communicative situations, to contexts and the developmental state in learning a language are singled out.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/821
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/821
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 23
COME AIUTARE L’ACQUISIZIONE DELLA MORFOSINTASSI DEL SINTAGMA NOMINALE ITALIANO: CONFRONTO FRA TRE PERCORSI GLOTTODIDATTICI RIVOLTI A STUDENTI ANGLOFONI.
Della Putta, Paolo
Visigalli, Manuela
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/821
it_IT
Alcuni aspetti della lingua italiana sono di particolare difficoltà d’acquisizione da parte degli studenti anglofoni. Uno di questi, conformemente agli studi acquisizionali in contesto non guidato e all’esperienza di classe degli insegnanti, è l’accordo morfologico genere – numero del sintagma nominale. L’articolo si propone di riflettere sui risultati di tre sperimentazioni didattiche condotte con studenti universitari anglofoni in contesto di L2, in cui il tratto in oggetto è stato presentato ed esercitato in modi e tempi diversi. Dall’analisi dei dati emersi da questa sperimentazione si daranno alcune indicazioni per facilitare l’insegnamento e l’acquisizione di un aspetto della morfosintassi italiana che risulta comunemente molto problematico per questo tipo di apprendenti. How to aid morphosyntax of the Italian noun phrases: a comparision between glottodidactic processes for English-speaking students. A few aspects of the Italian language are particularly difficult for English-speaking students. One of them, according to studies in un-guided contexts and based on teachers’experiences, is the morphological agreement between gender and number in noun phrases. This article proposes to reflect on the results of three didactic experiences conducted with English-speaking university students in L2 contexts, where the subject under study was presented and practiced in different ways and times. From the analysis of the data of these experiments, we will offer a few suggestions to facilitate the teaching and acquisition of an aspect of Italian morphosyntax which is problematic for these learners.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/822
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/822
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 53
L’ARTICOLO ITALIANO NELL’INTERLINGUA DI APPRENDENTI SINOFONI: PROBLEMATICHE ACQUISIZIONALI E CONSIDERAZIONI GLOTTODIDATTICHE
Chiapedi, Nicoletta
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/822
it_IT
Quali sono le principali problematiche acquisizionali che caratterizzano l’apprendimento dell’articolo italiano da parte di apprendenti sinofoni? Da cosa dipende la forte variabilità che si riscontra nello sviluppo di tale categoria linguistica ai livelli iniziali di apprendimento? Il presente contributo tenta di rispondere a questi due quesiti, presentando i diversi strumenti linguistici a disposizione di italiano e cinese per esprimere il concetto di definitezza e mettendo in luce quali sono i principali aspetti coinvolti nella selezione dell’articolo indeterminativo e determinativo italiano. Il contributo si conclude fornendo alcuni spunti relativi alla didattica di questo elemento linguistico: in particolare si vuole riflettere sulla necessità di un insegnamento mirato e su quali potrebbero essere le metodologie più adeguate affinché l’intervento didattico possa risultare efficace. Italian articles in chinese speaking learners’ interlanguage: acquisitional problems and glottodidactic reflections What are the main learning challenges which characterize Chinese speakers when learning Italian articles? What causes the great variability in the development of this linguistic category at the beginning stages of learning? This article attempts to respond to these two questions, presenting the different linguistic tools available for Italian and Chinese to express the concepts of definiteness and highlights the main aspects involved in choosing the indefinite and definite articles in Italian. The article concludes with a few teaching suggestions regarding this linguistic element: especially on the need for targeted teaching and which methodologies are most appropriate for effective teaching.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/823
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/823
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 75
IL MIO MONDO VISTO DA FUORI: UN’OPPORTUNITÀ INTERCULTURALE
Messina, Alida
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/823
it_IT
La questione centrale da cui si sviluppa l’intero articolo è dimostrare come ascoltare la voce dell’altro e riconoscerne l’identità costituisce il compito più importante che la società odierna ci chiede di svolgere. Tuttavia, ascoltare l’altro che parla di noi e del nostro universo culturale è un’impresa complessa e difficile, ma, al tempo stesso, una grande opportunità interculturale. L’identità personale dell’individuo è un concetto complesso e multi-sfaccettato, il suo percorso di costruzione dipende da molteplici fattori. Il legame con il luogo d’appartenenza gioca sicuramente un ruolo molto importante, così come altrettanto significativo è il confronto con l’altro da me attraverso il quale scaturisce una più chiara definizione e consapevolezza di noi stessi. Questo confronto sicuramente avviene attraverso la narrazione e si spinge ancora oltre se l’altro non si limita a raccontare il suo mondo, ma inizia a parlare del nostro, ossia di una società che inizialmente non gli appartiene ma nella quale si trova a vivere. Così facendo, l’altro, ai suoi occhi, siamo noi. MY WORLD FROM THE OUTSIDE: AN INTERCULTURAL OPPORTUNITY The main issue dealt with in this article is to demonstrate how listening to the voice of the other and recognizing identity is the most important task which current society asks of us. Yet listening to others who talk about us and our cultural universe is complex and difficult, although it offers a great intercultural opportunity. An individual’s personal identity is a complex, multi-faceted concept and its creation depends on many factors. The link to one’s place of origin undoubtedly plays an important role, and comparison with those who differ from me triggers a clearer definition and awareness of ourselves in a meaningful way. This comparison takes place through narration and goes beyond, if the speaker does not merely limit him or herself to telling about their world, but also ours, of an initially unfamiliar society where the foreigner finds him or herself living. Thus the other, in a foreigner’s eyes, is us.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/824
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/824
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 91
STRUMENTI E TECNOLOGIE IN RETE PER L’INSEGNAMENTO E L’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA
Santalucia, Diego
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/824
it_IT
L’articolo analizza il processo di sviluppo delle tecnologie finalizzate alla comunicazione in rete nel web 2.0 e alcune possibilità della loro utilizzazione a fini didattici. La prima parte illustra la situazione attuale del web, con le sue risorse in ambito tecnologico e le sue peculiarità rispetto a una didattica che dovrebbe tener conto, in maniera sempre maggiore, dei nuovi strumenti di comunicazione basati sulla percezione sociale della rete. Nella sua parte centrale, l’articolo propone alcune possibilità d’uso di strumenti web in situazioni “non ideali” - dal punto di vista della disponibilità oggettiva delle nuove tecnologie in classe - e illustra alcuni esempi di utilizzo degli stessi in situazioni, invece, “ideali”. Tra gli strumenti oggetto di questo lavoro c’è una piattaforma didattica utilizzata per attività di apprendimento assistito dell’Italiano per Stranieri con riferimenti ai suoi strumenti di amministrazione dei contenuti, con approfondimenti sulla presentazione di attività video, audio e scrittura attraverso software di gestione e presentazione dei materiali. Oltre a fornire un quadro, si spera, concreto e sintetico delle prospettive dell’uso di strumenti in continuo divenire, un altro obiettivo dell’articolo è quello di mostrare la possibilità di uno sviluppo ulteriore della già sostanziale funzione autoriale di un docente di lingua, attraverso la creazione di materiali specifici per un corso con strumenti che possano favorirne il riutilizzo e l’aggiornamento. Online tools and technologies for teaching and learning languages This article analyzes the development of technologies aimed at online communication in the 2.0 web ambient and a few ways they can be used for teaching. The first part describes the current situation of the Internet, with its technological resources and peculiarities with respect to teaching. It is more and more important to keep in mind the new communication tools based on the social perception of the Internet. The main part proposes a few uses for web tools in “non-ideal” situations- from the point of view of the availability of new technologies in classrooms- and gives a few examples of their use in “ideal” situations. Among the tools considered in this article are the didactic platform used for assisted learning activities in teaching Italian as a Foreign Language- with references to the tools for administering the content- with in-depth investigations regarding the presentation of video, audio and writing activities using management software and the presentation of materials. Besides offering a concrete and brief overview of the possibilities for using continuously developing tools, another aim of the article is to show the possible further development of the authorial function of the language teacher, through the creation of specific materials for a course using tools which can easily be reused and updated.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/825
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/825
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 107
GUARDA E IMPARA… UN NUOVO APPROCCIO ALL’USO DI SUPPORTI AUDIOVISIVI IN CLASSE. RIFLESSIONI ED ESEMPI
Guidi, Emanuela
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/825
it_IT
Come proporre un supporto video a lezione? Come le nuove tecnologie possono entrare a far parte di un percorso didattico? Qual è l’evoluzione del rapporto docente-discente alla luce dell’utilizzo di materiale video e delle nuove tecnologie in classe? L’articolo risponde a queste domande e illustra anche il risultato di un percorso di ricerca e di applicazione didattica dell’autrice nella sua esperienza di docente di italiano L2 presso l’Università della Bicocca di Milano. Look and learn… A new approach to using audiovisual materials in the classroom. Reflections and examples How can teachers use videos during lessons? How can new technologies become part of the didactic process? How has the teacher-student relationship evolved in light of video and new technologies being used in the classroom? This article answers these questions and illustrates the result of a research process in didactic application by the author based on her experience as a L2 Italian teacher at the Università Bicocca in Milan.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/826
2016-03-15T14:33:05Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/826
2016-03-15T14:33:05Z
Milano University Press
V. 2 N. 2 (2010); 136
VISSI D’ARTE VISSI D’AMOR. L’ITALIANO DEL MELODRAMMA. RIFLESSIONI PER UNA DIDATTICA L2 A CANTANTI D’OPERA
Manzelli, Manuela
2011-02-06
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/826
it_IT
Nonostante in questi ultimi decenni le motivazioni e le tipologie di apprendenti di italiano come lingua straniera siano profondamente cambiate rispetto al passato, l’italiano della musica rappresenta ancora un forte stimolo per la diffusione e l’apprendimento della nostra lingua, con il rischio, però, che essa venga percepita secondo un modello insolito e innaturale a causa della particolare natura del linguaggio dei libretti d’opera. Seguendo le tappe della storia del genere melodrammatico e con lo scopo di fornire un panorama d’insieme o uno spunto di riflessione per la didassi dell’italiano in un contesto particolare come questo, l’articolo propone una breve disamina dei tratti che caratterizzano la lingua italiana della librettistica, sia quelli più lontani dalla lingua d’uso corrente, sia quelli che conservano una patina più colloquiale. Vissi d’arte vissi d’amor. Italian language and melodrama. Reflections on L2 didactics for opera singers. The last few decades have seen different types of students and reasons why people learn Italian as a foreign language. Despite this, music still has a significant role in the spread of Italian, but due to the particular language used in the libretti, the risk is that students of Italian perceive the language based on an unnatural and unusual model. This article follows the stages of the “melodramatic” music genre. Its purpose is to give a general idea or a thought provoking method for Italian language teaching in a particular context. It presents a brief analysis of typical solutions found in “libretti”, at times very far away from common, spoken language as well as more colloquial examples.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1226
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1226
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 1
ADATTARE IL SILLABO AL PROFILO DELL’APPRENDENTE: L’INSEGNAMENTO E LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE PARZIALI
Spinelli, Barbara
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1226
it_IT
Nel mondo attuale l’accento sulla comunicazione nell’insegnamento linguistico è più che mai rilevante. Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) enfatizza tale aspetto riprendendo la Raccomandazione R (82) 18 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (CoE) che sottolinea la necessità di impegnarsi affinché tutti i settori della popolazione abbiano la possibilità di sviluppare la loro capacità di usare le lingue per soddisfare bisogni comunicativi mirati e suggerisce di agevolare l’insegnamento e l’apprendimento linguistico attraverso direttive specifiche. L’articolo prende in esame queste disposizioni, identificando gli elementi che possono rendere una programmazione maggiormente e concretamente tarata sulle capacità dell’apprendente grazie all’ausilio delle linee guida proposte dagli strumenti, voluti dal CoE a tal fine, quali il QCER, il Portfolio per le lingue europee (ELP) e il Profilo della lingua italiana. Adapting the Syllabys to the learner’s profile: Teaching and evaluating partial skills Currently the accent of communication in language teaching is extremely relevant. The Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) emphasizes this aspect in Recommendation R (82) 18 of the Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (CoE) which stresses the need for all sectors of the population to develop their capacity to use language to meet their targeted communicative needs and suggests facilitating language teaching and learning according to specific directives. The article examines these regulations, identifying the elements that can make course planning more targeted to the learner’s ability thanks to the guidelines set out by CoE for this purpose, such as the QCER, the Portfolio per le lingue europee (ELP) and the Profilo della lingua italiana.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1227
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1227
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 23
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DI UN LEARNER’S DICTIONARY ITALIANO
Schafroth, Elmar
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1227
it_IT
Il presente studio si dedica a una categoria di dizionari ancora assente nella lessicografia italiana: i dizionari per apprendenti L2. Mentre il mercato italiano è dotato di una serie di dizionari pedagogici ideati per alunni e studenti italiani, un’opera concepita secondo il modello dei leaner's dictionaries inglesi e tedeschi, esclusivamente indirizzati a utenti stranieri (o di italiano L2 in generale) non esiste. L’articolo descrive le caratteristiche fondamentali di un tale dizionario, comprendenti le definizioni, i rapporti semantico-lessicali e morfosemantici tra i lemmi, i contesti sintagmatici tipici (collocazioni e valenze) e la dimensione pragmatica nel trattamento lessicografico dei segnali discorsivi e dei fraseologismi. Ne risulta chiaramente come dovrebbe essere un learner’s dictionary italiano. Fundamental characteristics of an italian learner’s dictionary This study discusses a category of dictionaries which are still absent from Italian lexicography: dictionaries for L2 learners. While the Italian market offers a series of pedagogical dictionaries designed for Italian pupils ad students, a work along the lines of an English or German learner’s dictionary model, exclusively for foreign learners (or Italian L2 learners in general) does not exist. The article describes the basic characteristics for such a dictionary, including definitions, the semantic-lexical and morphosyntatical relationships between the entries, typical syntagmatic contexts (collocations and valences) and the pragmatic dimension in the lexographical treatment of discourse signals and phraseologisms. It is clear how an Italian learner’s dictionary should be designed.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1228
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1228
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 53
UN LASCIAPASSARE PER L’ITALIA. LA LEGGE MARONI E L’OBBLIGO DEL TEST DI ITALIANO PER STRANIERI
Sergio, Giuseppe
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1228
it_IT
Per legge, dalla fine del 2010, gli stranieri già residenti nel nostro Paese e intenzionati a richiedere il “permesso CE per soggiornanti di lungo periodo” devono dimostrare di possedere un livello minimo di conoscenza dell’italiano. L’articolo ripercorre il contenuto di questa normativa, soffermandosi sui suoi aspetti operativi e sulle procedure per la somministrazione del test volto all’elicitazione e verifica del profilo di competenza richiesto (corrispondente all’A2 del QCER). Se la legge dimostra di considerare la lingua come irrinunciabile fattore coesivo, allineandosi peraltro a quanto già stabilito in numerosi Paesi europei, diversamente da questi ultimi in Italia il settore formativo versa in condizioni deficitarie. Anche in questa prospettiva critica, l’articolo svolge una rassegna sulla recezione della legge: sostanzialmente positiva da parte dell’opinione pubblica, più circostanziata e criticata da parte dagli addetti ai lavori e, per ragioni diverse, dagli stessi stranieri. Si propone infine un’analisi del test di italiano, così come è stato finora somministrato, cioè sulla base del Vademecum diffuso dal Miur, ma anche tenendo contrastivamente d’occhio le linee guida precedentemente indicate dagli Enti certificatori. A pass for Italy. The Maroni law and the obligatory Italian test for foreigners By law, since 2010, foreign residents in Italy who wish to appy for the “EC long term stay permit” have to demonstrate a minimal knowledge of Italian. The article covers the content of this law, considering the operative aspects and the test procedures aimed at eliciting and verifying the competence profile requested (A2 level of the QCER). Although the law demonstrates that language is a necessary cohesive factor, in line with what other European countries have already established, training in Italy is not up to par with the other countries. In this critival perspective, the article discusses the impact of the law: which has been substantially positive in terms of public opinion, more circumstantial amd criticized by workers and for different reasons, by foreigners. The Italian test is also analyzed, as well as how it has been administered up to now, based on the vademecum made available by Muir, with an eye on the guidelines previously set out by the certification bodies.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1229
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1229
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 65
COSTRUIRE TESTI, STRUTTURARE CONVERSAZIONI: LA DIDATTICA DEI SEGNALI DISCORSIVI COME ELEMENTI PIVOT DELL'INTERAZIONE VERBALE
Pernas, Paloma
Gillani, Eugenio
Cacchione, Annamaria
A.Ma.Dis., Gruppo
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1229
it_IT
Questo articolo intende analizzare un aspetto importante ma spesso trascurato della didattica dell’italiano come L2/LS: i segnali discorsivi (SD) nell’interazione orale spontanea. La prima parte dell’articolo riporta i risultati di uno studio sull’acquisizione dei segnali discorsivi da parte di apprendenti ispanofoni in contesto formale. Questi dati, raccolti nell’ambito di una ricerca corpus-based, sono risultati utili per migliorare la didattica di questi importanti meccanismi dell’interazione orale. La seconda parte dell’articolo passa in rassegna i manuali di italiano più usati nelle scuole spagnole che insegnano lingue straniere agli adulti, con particolare riferimento alla dimensione testuale e ai SD in particolare. Come risultato di questa rassegna critica, si propone una selezione delle attività didattiche maggiormente coerenti, da un lato, con un effettivo approccio comunicativo e, dall’altro, con i nostri risultati acquisizionali. Constructing texts, structuring conversations: didactics of discourse markers as pivotal elements in verbal interaction This paper aims to shed light on an important yet neglected aspect of Italian in L2/FL teaching: discourse markers in oral interaction. The first part reports the outcomes of Italian DM acquisition by Spanish learners in formal contexts, gathered from corpus-based research, which can be useful for improving Italian DM teaching and learning. The second part is a review of the most commonly used Italian textbooks in Spanish language schools for adult learners, focusing on the oral textual dimension and specially DM. The result of this review is a selection of the DM learning activities most suited to a communicative approach and our acquisitional findings.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1230
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1230
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 139
GLI APPRENDENTI FRANCESI E LA LINGUA ITALIANA: VICINI MA NON TROPPO
Matthiae, Claudia
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1230
it_IT
Nelle classi multilingue il docente d’italiano L2 riscontra inevitabili diversità riguardo alla progressione dell’apprendimento. Aldilà della motivazione, fattore certo determinante, i discenti francesi sembrano agevolati, almeno nella comprensione scritta e orale. Ma le comuni radici romanze si traducono unicamente in un vantaggio? La vicinanza linguistica comporta infatti inevitabili interferenze su più piani, principalmente lessicali (faux-amis) e morfosintattici. In questo articolo vengono elencati i transfer più ricorrenti in una cinquantina di apprendenti francesi di livello A1/A2/B1 e si suggeriscono strategie didattiche per contrastarli. French learners and italian language: close but not enough In multilingual classes Italian L2 teachers face inevitable diversities regarding the pace of learning. Aside from motivation, definitely a motivating factor, French students are advantaged, at least in oral and written comprehension. But are the common romance roots necessarily an advantage? The linguistic proximity causes inevitable interference on many levels, especially in terms of lexis (faux.amis) and morfosyntax. The most common transferences are listed in the article, based on 50 French learners at the A1/A2/B1 level and didactic strategies to deal with these problems are suggested.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1231
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1231
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 147
LA LINGUA ITALIANA PARLATA E SCRITTA DAGLI STUDENTI USBECHI: ANALISI DI POSSIBILI INTERFERENZE DELLA LORO LINGUA MADRE.
Gobbis, Antonietta
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1231
it_IT
In questo breve saggio ci proponiamo di illustrare le peculiarità dell’italiano parlato in Uzbekistan dagli studenti dell’Università delle Lingue Mondiali di Tashkent, dove chi scrive presta servizio come Lettore ministeriale dal gennaio del 2008. Dalle nostre osservazioni si evince come la L1 e la prima lingua straniera studiata a scuola, l’inglese, possono interferire durante il processo di apprendimento della lingua italiana. I due gruppi linguistici più consistenti all’interno dei corsi di italiano della scrivente sono rappresentati dagli usbechi e dai russi e per questo motivo l’analisi sarà limitata ad essi. Il nostro non vuole essere un mero studio comparativo delle lingue usbeca, russa e italiana ma intende evidenziare le maggiori difficoltà linguistiche che incontrano gli studenti di italiano in Uzbekistan, in particolare nelle prime fasi dell’interlingua, e suggerire alcune strategie per superarle. Spoken and written italian by uzbek students: an analysis of possible interferences from their native language The following brief essay discusses Italian usage by students of the Uzbek State University of World Languages, where the author has been working as Lecturer for the Italian Foreign Office since January 2008. The thesis of this article is that the students’ native language and the first foreign language studied at school, English, interfere with the process of learning Italian. The two largest language groups in the author’s classes are Uzbek und Russian and the analysis is restricted to interference problems from them. It is not an exhaustive comparative study of Uzbek, Russian and Italian, but investigates the main difficulties that Italian learners in Uzbekistan have and suggests some ways to overcome them.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1232
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1232
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 159
INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO DELLA STORIA IN UNA CLASSE PLURILINGUE E MULTICULTURALE
Coluccio, Marialaura
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1232
it_IT
Apprendere una disciplina non significa esclusivamente assimilarne i contenuti, ma anche parlarne la lingua specifica: si tratta di una questione che la presenza sempre maggiore di studenti non madrelingua nella scuola italiana ha reso solo più evidente e riproposto in tutta la sua urgenza. Da recenti indagini, tra i linguaggi disciplinari, quello della storia è risultato essere uno dei più complessi; a partire quindi da un’analisi delle caratteristiche specifiche della lingua della storia (dal lessico alla morfo-sintassi, dall’organizzazione testuale alla tipologia dei concetti della disciplina), il presente intervento si propone di individuare le possibili strategie di semplificazione e di facilitazione didattica, evidenziandone anche gli eventuali limiti o risvolti negativi. L’articolo si propone quindi di riflettere sulla necessità di rinnovare l’insegnamento disciplinare, rivedendo programmi e metodologie didattiche, anche al fine di un’educazione linguistica globale per l’apprendimento delle lingue a scuola. Teaching and learning history in a multilingual, multicultural class Studying a subject does not mean merely assimilating the content, but also using specific language: the ever-increasing presence of non-mothertongue students in Italian schools makes this appear more and more evident and urgent. Recent surveys regarding different disciplines showed that history was among the most complex areas. Starting from an analysis of the specific characteristics of the language of history (from the lexis to the morphosyntax, the organization of the texts to the types of disciplinary concepts), this article singles out the possible ways to simplify and facilitate didactics, also highlighting the limits or negative aspects. The article is a reflection on the necessity to renew the teaching of disciplines, up-dating didactic programs and methods, with the aim of arriving at a global linguistic education for learning languages at school.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1233
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1233
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 177
LEGGERE PER APPRENDERE: IL DIFFICILE CASO DEL TESTO DI STORIA
Ciaccio, Simonetta
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1233
it_IT
La comprensione del manuale di storia da parte dello studente straniero che apprende l’italiano come lingua di scolarizzazione è il problema che viene affrontato in questo articolo. Nella prima parte, introduttiva, dell’articolo si richiamano alcuni aspetti relativi all’apprendimento dell’italiano come lingua di scolarizzazione e alla comprensione dei testi per lo studio e si evidenziano in particolare, le caratteristiche linguistico-testuali dei manuali scolastici di storia e le aree di difficoltà che gli apprendenti possono incontrare. Nella seconda parte viene esaminato, facendo riferimento anche agli indici di difficoltà gulpease, un capitolo tratto da un manuale di scuola media di cui vengono messi in evidenza i tratti lessicali, morfo-sintattici, testuali e di contenuto che possono risultare di difficile comprensione per l’apprendente. L’articolo si conclude con una serie di proposte di semplificazione e/o di facilitazione del testo preso in esame che lo rendano accessibile allo studente e che possano essergli di aiuto nell’apprendere i contenuti disciplinari proposti. Reading for learning: The difficult case of history textbooks Understanding history textbooks for foreign students learning Italian at school is the problem addressed in this article. The first part discusses a few aspects of learning Italian at school and understanding texts and focuses on the textual-linguistic aspects of school history textbooks and the difficulties students may have with them. The second part investigates a chapter from a middle-school history textbook, highlighting the lexical, morpho-syntactic, textual and content traits that may cause learners difficulty in comprehension, referring to the GULPEASE difficulty index levels. The article concludes with a series of proposals for simplifying and/or facilitating the text examined in order to make it accessible to the student and offer help in learning the content.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1234
2016-03-15T14:33:11Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1234
2016-03-15T14:33:11Z
Milano University Press
V. 3 N. 1 (2011); 207
LA LINGUA SPECIALE DELLA STORIA DELL'ARTE NELLA DIVULGAZIONE PER LA DIDATTICA ACCADEMICA
Boglioni, Eleonora
2011-07-08
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1234
it_IT
L’articolo verte sulla lingua speciale della storia dell’arte, indagata in base ai livelli caratterizzanti di lessico, morfosintassi e testualità, con quello aggiuntivo del parallelismo con la critica letteraria. Dal lavoro emerge che per ciascun livello le caratteristiche salienti sono: la maggior rilevanza dei tecnicismi collaterali rispetto alla più comune preponderanza di segni aggiuntivi (nei linguaggi scientifici, in maggior misura); la morfologia derivativa – aggettivi da nomi di scuole/movimenti artistici e aggettivi da eponimi – e la prevalenza dell’ipotassi sulla paratassi, resa ancor più articolata dalla presenza di incisi e citazioni; l’importanza della testualità, specialmente per l’apparato paratestuale (immagine e didascalia), che risulta porsi come quello più distintivo tra i vari livelli. L’analisi si sviluppa secondo la dimensione verticale delle lingue speciali. individuando un campo ristretto gravitante attorno ai testi (manuali,saggi) secondo la dimensione diafasica della formalità e diamesica della lingua scritta. Si suggeriscono accorgimenti didattici per uno studente che abbia la storia dell’arte come obiettivo formativo accademico. The popularization of the language of Art History in academic didactics The article deals with the special linguistic area of Art History. The study is based on its characteristic lexis, morpho-syntax and textuality, as well as comparison with literary criticism. The distinctive features are the importance of technical language which is more significant than specific terms (more common among scientific languages); the derivational morphology – adjectives from artistic movements/groups names and from eponymouses – and the predominance of hypotaxis on parataxis, characterized by parentheses, dashes and quotations, which makes comprehension harder; the importance of textuality, particularly in its paratextual element (image and caption), crucial for the comprehension of the subject itself. Selected samples of written texts are analyzed according to didactic academic aspects, based on a vertical approach in the study of special languages. There are also suggestions on how to simplify university texts (books and essays).
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1912
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1912
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 1
QUALCHE RIFLESSIONE SULLA DIDATTICA DI L2 ISPIRATA ALLA RECENTE RICERCA ACQUISIZIONALE
Chini, Marina
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1912
it_IT
Sulla base di recenti studi di linguistica acquisizionale e di ricerche sull’apprendimento di L2 in classe, attente al ruolo dell’input e di fattori cognitivi (fra cui Doughty, 2003; Gass, 2003, 2005; Housen, Pierrard, 2005; Dörnyei, 2009; Sanz, Leow, 2011; Gass, Mackey, 2012), il contributo presenta alcune riflessioni in chiave applicativa, di didattica acquisizionale (Rastelli 2009), relative ai possibili risvolti didattici che tali studi possono suggerire nei contesti di istruzione di L2. Fra i temi toccati vi sono il trattamento dell’input, il ruolo del noticing e dell’accessibilità al processing in L2, la focalizzazione sulla forma nella didattica, il feedback del docente e il suo approccio all’“errore” dell’apprendente, considerati alla luce di ricerche relative all’efficacia acquisizionale di tali elementi (Norris, Ortega, 2000; Russell, Spada, 2006; Ellis et al., 2009). A few reflections on L2 language teaching inspired by recent research on language acquisition Based on recent studies on language acquisition and on L2 learning in the classroom, with attention paid to the role of input and cognitive factors (see Doughty, 2003; Gass, 2003, 2005; Housen, Pierrard, 2005; Dörnyei, 2009; Sanz, Leow, 2011; Gass, Mackey, 2012), this paper presents a few reflections in terms of application of acquisitional teaching (Rastelli 2009), regarding the possible impact that these studies suggest in L2 teaching contexts. The themes addressed regard input, the role of noticing and the accessibility of processing in L2, focusing on form in teaching, the feedback from the teacher and the approach used for learners’ “errors” considered in light of studies regarding the acquisitional effectiveness of these elements (Norris, Ortega, 2000; Russell, Spada, 2006; Ellis et al., 2009).
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1913
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1913
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 23
IL FENOMENO DELL’ALTERNANZA L1/L2 NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO COME LINGUA STRANIERA. ANALISI DI UN CORPUS DI INTERAZIONI DIDATTICHE
Arrigoni, Paola
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1913
it_IT
La modalità plurilingue della comunicazione in classi di lingua straniera può rientrare tra le strategie pedagogiche a disposizione dell’insegnante per il raggiungimento di precisi scopi didattici e formativi. Partendo da una breve analisi sul significato di parlante plurilingue e plurilinguismo stesso, in questo articolo si è voluto esaminare come si attua una educazione al plurilinguismo in contesti formativi e, in particolare, se e come l’utilizzo della L1 può costituire uno strumento di supporto all’insegnamento e all’apprendimento di una lingua straniera. A questo scopo sono stati analizzati i dati raccolti presso l’Università di Coventry durante corsi di italiano L2 per studenti anglofoni. I fenomeni di contatto linguistico L1/L2 più frequenti e significativi sono stati suddivisi in base al parlante e alle loro funzioni. The phenomena of l1/l2 alternation in the teaching of italian as a foreign language. analysis of a corpus of didactic interactions Multilingual communication in foreign language classrooms can be considered as one of the teacher’s pedagogical strategies to achieve specific educational aims. Through a brief analysis of the meaning of multilingual speakers and multilingualism, this article examines how an education to multilingualism in teaching contexts is carried out and, in particular, if and how the use of the L1 can be a helpful tool for the foreign language teaching and learning. For this purpose the data collected at Coventry University during Italian (L2) classrooms for English students were examined. The more common and meaningful phenomena of linguistic contact between L1 and L2 were grouped according to the speaker and to their functions.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1914
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1914
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 38
UNA PROPOSTA DIDATTICA PER GLI STUDENTI CINESI: IL FOCUS ON FORM
Da Marco, Anna
Mascherpa, Eugenia
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1914
it_IT
Questo contributo è volto a provare la validità dell’ipotesi della differenza didattica (Rastelli, 2010) che si articola su due punti essenziali: a. un certo tipo di insegnamento può favorire lo sviluppo dell’interlingua; b. l’insegnante può contribuire a migliorare la capacità degli apprendenti di processare l’input e facilitare i processi naturali di acquisizione. In particolare, è stato condotto uno studio pilota che fa leva su un modello di intervento didattico differenziato e specifico per gli studenti cinesi e che muove da tre sostanziali ipotesi: i. il Focus on Form ha effetti positivi sull’acquisizione; ii. l’individuazione e l’esplicitazione della regola asseconda l’efficacia dei meccanismi naturali di acquisizione; iii. il feedback negativo sostiene maggiormente l’acquisizione in classe rispetto al feedback spontaneo. An educational proposal for Chinese students: the “Focus on Form” This paper aims to validate the hypothesis of the “Educational Difference” (Rastelli, 2010) that is articulated in two main points: a) a particular way of teaching can foster interlanguage development; b) teachers can contribute to improving learners’ ability to process input and facilitate natural learning processes. In particular, we conducted a pilot study based on a model of differentiated and specific instructional intervention for Chinese students. The study was based on three fundamental assumptions: i) the “Focus on Form” has positive effects on acquisition; ii) identifying and explaining a rule supports the efficiency of natural acquisition mechanisms; iii) negative feedback supports more the acquisition in a classroom setting compared to spontaneous feedback.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1915
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1915
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 55
L’AGGETTIVO E L’AVVERBIO IN ITALIANO E IN CINESE: ANALISI CONTRASTIVA E PROPOSTE GLOTTODIDATTICHE
Mazza, Maria Chiara
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1915
it_IT
Il presente lavoro fornisce un’analisi contrastiva tra italiano e cinese in merito alle categorie grammaticali dell’aggettivo e dell’avverbio, al fine di individuare, da un lato, gli ostacoli che un apprendente sinofono può incontrare nello studio della lingua italiana, ed elaborare, dall’altro, strategie che rendano più efficace l’intervento didattico. La prima parte del contributo illustra sinteticamente la morfosintassi della lingua cinese, che si caratterizza per un maggior rigore e un maggior grado di prevedibilità rispetto alla frase italiana. La seconda parte è dedicata rispettivamente all’aggettivo e all’avverbio; del primo si analizzano la funzione predicativa e attributiva; del secondo i criteri con cui le due lingue classificano questa parte del discorso nonché la sua posizione nella frase, unica e fissa nel caso del cinese, flessibile nel caso dell’italiano. Il filo conduttore che guida il presente lavoro è la convinzione che nell’insegnamento della grammatica a sinofoni siano necessarie spiegazioni esplicite, anche di quei tratti che solitamente sono impliciti nel sillabo. Adjectives and adverbs in Italian and Chinese: contrastive analysis and glottodidactic reflections This article provides a contrastive analysis between Italian and Chinese adjectives and adverbs, in order to identify, on the one hand, the obstacles that Chinese speakers face when learning Italian, and, on the other hand, which strategies are the most appropriate for effective teaching. It initially takes into account the Chinese morphosyntax, which is more rigorous and predictable than it is in Italian. The second part is devoted to adjectives and adverbs. We analyze the attributive and the predicative function of adjectives, and the criteria by which the two languages classify adverbs and their position in sentences, unique and fixed in Chinese, but more flexible in Italian. The main thread of the article highlights the necessity for explicit grammar teaching, including those aspects which are usually implicit in textbooks.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1916
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1916
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 79
“HO CONOSCIUTO A JORGE L’ANNO SCORSO”: PROPOSTE GLOTTODIDATTICHE E RIFLESSIONI TEORICHE SU UN’INTERFERENZA SINTATTICA NELLE INTERLINGUE DI ISPANOFONI
Della Putta, Paolo
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1916
it_IT
In questo articolo ci proponiamo di riflettere sul transfer di elementi sintattici dallo spagnolo alle interlingue di apprendenti ispanofoni di italiano e, in particolare, ci soffermeremo sull’accusativo personale post verbale detto anche più genericamente, in linguistica romanza, accusativo preposizionale. Altamente presente nell’italiano degli ispanofoni, dopo averne analizzato alcune proprietà l’articolo presenta delle proposte glottodidattiche mirate a disincentivarne il transfer. “Ho conosciuto a jorge l’anno scorso”: proposals and theoretical reflections on syntactic interference in Spanish-speakers’ interlanguage In this article we reflect on the transference of syntactic elements from Spanish to the interlanguage of Spanish-speaking Italian language learners. In particular, we consider the personal post verbal accusative also known as the prepositional accusative in Romance linguistics, very common in the Italian spoken by Spanish-speakers. After analyzing a few properties the article presents a few glottodidactic proposals aimed at discouraging this transference.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1917
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1917
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 94
COMPETENZA PRAGMATICA IN ITALIANO L2: L’USO DEI SEGNALI DISCORSIVI DA PARTE DEGLI APPRENDENTI CROATI
Nigoević, Magdalena
Sučić, Patricia
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1917
it_IT
Questo contributo esplora la produzione dialogica in italiano da parte degli apprendenti di lingua materna croata con l’obiettivo di determinare la loro competenza interazionale e pragmatica in italiano L2. Particolare attenzione si è rivolta ad un aspetto caratteristico della produzione dialogica, ai segnali discorsivi ‒ espedienti dialogici per eccellenza. I parlanti nativi usano segnali discorsivi con una vasta gamma di funzioni dialogiche, mentre l’acquisizione dei segnali discorsivi italiani è un territorio relativamente inesplorato e i segnali discorsivi vengono raramente insegnati. in maniera esplicita. La capacità di riconoscere e utilizzare i segnali discorsivi italiani adeguatamente, vale a dire secondo le loro funzioni pragmatiche, rivela il livello della competenza pragmatica dell’apprendente di una lingua straniera. Ai fini dello studio presente, gli apprendenti di italiano sono stati classificati in diversi gruppi in base alla durata dell’ istruzione (principianti, intermedi, avanzati) e/o al tipo di ambiente di apprendimento (studenti universitari, corsi di lingua straniera, “full immersion”). L’analisi si è concentrata maggiormente sulla frequenza d’uso e su alcune funzioni dei segnali discorsivi italiani adoperati. Lo scopo di questo studio era quello di esaminare la differenza tra l’uso dei segnali discorsivi relativo ai diversi livelli e ambienti educativi della lingua italiana da parte degli apprendenti croati di italiano L2 e di osservare le caratteristiche di una possibile influenza derivata dal L1. Pragmatic competence in Italian L2: the use of discourse signals in Croatian-speaking learners This contribution explores the dialogue production of Croatian-speaking learners of Italian as a second language (L2) with the objective to determine their competence in L2 interactions. Special attention is paid to one particular aspect of dialogue production, discourse markers -dialogical expedients par excellence. Native speakers use discourse markers for a wide variety of dialogue functions, while the acquisition of (Italian) discourse markers is a relatively unexplored area and discourse markers are hardly ever explicitly taught. The ability to recognize and use Italian discourse markers correctly, in terms of their pragmatic functions, reveals the learners’ pragmatic competence. For this particular study, the learners of Italian were classified in different groups according to length of instruction (basic, elementary, advanced) and/or type of learning environment (university students, foreign language courses, “full immersion”). The analysis focused on the frequency of use and some functions of Italian discourse markers. The purpose of this study was to examine the difference between the Italian learners’ use of discourse markers and to observe the instances of a possible L1 influence.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1918
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1918
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 115
I CORPORA E IL LORO SFRUTTAMENTO IN DIDATTICA
Viganò, Paola Bruna
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1918
it_IT
Nell’ambito dell’insegnamento dell’italiano a stranieri, lo sfruttamento dei corpora sembra ancora lontano dall’aver preso piede, sia a livello di impiego indiretto (progettazione di materiali di riferimento o produzione di materiali didattici) sia a livello di impiego diretto (da parte degli insegnanti o degli studenti). Questo intervento cerca di fornire un inquadramento teorico il più possibile esaustivo per poter introdurre al concetto di corpora e alle relative possibilità di sfruttamento chi ancora non conosca questo ambito e le possibilità che offre; in particolare, si vuole sollecitare l’impiego dei corpora in ambito di insegnamento/apprendimento. Si chiarirà il concetto di corpus trattandone le caratteristiche principali e facendo qualche accenno alla sua costruzione; si offrirà quindi una panoramica su tipi di corpora e tecniche e possibilità di impiego, per poi focalizzarsi specificamente sul loro sfruttamento nell’ambito dell’insegnamento/apprendimento e infine fare qualche riflessione su vantaggi e problematiche connesse. Corpora and their use in the classroom In the field of Italian L2 teaching, using corpora directly (by students and teachers) or indirectly (in designing teaching or reference materials) is still infrequent. This paper tries to offer a complete theoretical framework to introduce the concept of corpora and ways of using it for those who are not familiar with this field; in particular, we wish to promote the use of corpora in teaching/learning. The concept of corpus will be clarified by defining its principal characteristics and explaining how it is constructed. We will offer a panorama of types of corpora and techniques and possible uses for them, and then focus on their use in teaching/learning, pointing out the advantages and the disadvantages.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1919
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1919
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 129
NON SOLO LINGUA. I CORSI DI ITALIANO L2 PER DONNE MIGRANTI TRA BISOGNI LINGUISTICI E DESIDERIO DI INTEGRAZIONE.
Solcia, Viviana
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1919
it_IT
Come si organizza un corso di italiano L2 per donne migranti? Perché questi corsi si differenziano dalle altre proposte formative rivolte ad adulti immigrati? Basandosi sulle indicazioni del vademecum Tutte le mamme a scuola, il presente contributo cerca di rispondere a queste domande analizzando i bisogni linguistici delle donne migranti, interrogandosi su quale italiano insegnare, su quale metodo didattico adottare con particolare attenzione all’approccio autobiografico e all’“imparare facendo” e presentando i libri di testo rivolti a questa tipologia di apprendenti. Le tre interviste in appendice, raccolte in tre diversi centri che si occupano di corsi di italiano L2 per donne immigrate, raccontano come tutte queste indicazioni possano essere messe in pratica per cercare di soddisfare quel desiderio di integrazione e promozione sociale di cui le allieve si fanno portatrici, che rende la classe di lingua non solo il luogo in cui si impara a parlare italiano, ma anche un laboratorio sociale in cui sperimentare modi diversi di approcciarsi e di considerare la diversità. Not only language. Italian L2 for migrant women between linguistic needs and the desire for integration. How is an Italian L2 course organized for migrant women? Why are these courses different from other classes designed for adult immigrants? Based on the indications in the handbook Tutte le mamme a scuola, this article tries to answer these questions analyzing the linguistic needs of migrant women, considering what Italian should be taught, what teaching method should be used with special attention placed on the autobiographical approach and “learning by doing”. The three interviews in the appendix, from three different centers which offer Italian L2 courses to immigrant women, tell about how these indications can be put into practice to satisfy the desire for the integration and social inclusion of these students, making the language class more than a place where Italian is learned, but it becomes a social laboratory where different approaches can be tried out and diversities can be made evident.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/1920
2016-03-15T14:33:23Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1920
2016-03-15T14:33:23Z
Milano University Press
V. 3 N. 2 (2011); 201
INCREMENTO LESSICALE E M(OBILE)-LEARNING: PROSPETTIVE TEORICHE E APPLICATIVE
Fiorentino, Giuliana
Cacchione, Annamaria
2012-01-30
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/1920
it_IT
L’articolo descrive un tipo di apprendimento mediato da tecnologie portatili, definito mobile learning, nel quadro più ampio del rapporto tra tecnologie digitali e didattica e presenta un progetto in corso presso l’università del Molise (progetto SIMOLA) in cui tale apprendimento informale applicato al lessico affianca un corso istituzionale di didattica dell’italiano come L2. L’obiettivo dell’articolo è avviare la riflessione sul mobile learning individuandone le specificità e il modo in cui esso può integrarsi con l’apprendimento tradizionale, e discutere in maniera critica gli aspetti metodologici del progetto in corso. L’articolo offre una rassegna di studi sul mobile learning e conclude osservando come le tecnologie digitali siano utilizzabili sia in modo puramente sussidiario all’attività didattica in senso stretto (un uso 'sociale' dei media digitali), sia in modo mirato, così che le tecnologie siano strumenti centrali di specifici obiettivi didattici. Il Progetto SIMOLA mira alla costruzione del lessico della L2 mediante un software dedicato progettato per consentire la creazione e la condivisione di contenuti da parte degli apprendenti secondo un approccio bottom-up. Il punto di forza del progetto consiste nel fatto che si tratta di apprendimento informale che avviene in situazione, nella vita di tutti i giorni, in modo collaborativo e che consiste nell’imparare facendo. La fase ulteriore della sperimentazione però dovrà mostrare se e come i partecipanti al progetto rispetto alla classe di controllo avranno raggiunto un livello di sviluppo lessicale migliore degli altri. Vocabulary growth and m(obile)-learning: theoretical and applicational perspectives This article describes a type of learning mediated by portable technology, in the broader context of the relationship between digital technologies and didactics and it presents an on-going project at the University of Molise (Progeto SIMOLA) in which informal learning applied to the lexis is part of the course on Italian L2 language teaching. The objective of this article is to start a reflection on mobile learning singling out its specificity and how it can be integrated with traditional learning, and discuss critically methodological aspects of the project. The article offers a survey of studies on mobile learning and concludes observing how digital technologies can be used in connection to didactic activities (a “social” use of digital media), as well as in a more targeted way so that the technologies are the main tools for specific didactic objectives. The SIMOLA aims at building L2 lexis thanks to a specific software designed to allow for the creation and the sharing of content by learners following a bottom-up approach. The strong point of the project consists in the fact that informal learning takes place in every-day situations, in a collaborative way and is learning by doing. An ulterior phase of the project should show whether the participants reached a higher level in their lexical development with respect to the control class.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2267
2016-03-15T14:33:32Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2267
2016-03-15T14:33:32Z
Milano University Press
V. 4 N. 1 (2012); 1-19
LA MOTIVAZIONE NEGLI APPRENDIMENTI LINGUISTICI: APPROCCI TEORICI E IMPLICAZIONI PEDAGOGICHE
Mariani, Luciano; Università degli Studi di Milano
2012-07-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2267
it_IT
Il concetto di motivazione, in quanto costrutto multidimensionale, dinamico e socialmente costruito, è suscettibile di essere visto come una competenza che è possibile sviluppare lungo tutto il percorso formativo. Convinzioni e atteggiamenti possono costituire dei fattori particolarmente utili per esplorare i processi motivazionali, con riferimento ad aree complesse quali i rapporti tra motivazione, lingue e culture, tra motivazione e percezioni di sé e tra motivazione e compiti di apprendimento. Parallelamente, dal punto di vista operativo è utile considerare le strategie che insegnante e studente possono attivare, ciascuno nel proprio ruolo ma anche in una prospettiva di interdipendenza, per generare e mantenere la motivazione ad apprendere. L’illustrazione di alcuni fondamentali apporti teorici è accompagnata dalla citazione di affermazioni e di metafore di studenti, raccolte nel corso di alcuni sondaggi svolti sull’apprendimento delle lingue a scuola.MOTIVATION IN LANGUAGE LEARNING: THEORETICAL APPROACHES AND EDUCATIONAL IMPLICATIONSThe concept of motivation as a multidimensional, dynamic and socially conditioned construct, can be seen as a competence which developed throughout the formative process. Beliefs and attitudes are particularly useful for exploring motivational processes, with special reference to complex areas such as the relationship between motivation, language and culture, motivation and the perception of the self, and motivation and learning tasks. In the same way, it is useful to consider the strategies that teachers and students can put into effect, maintaining their roles but also working interdependently, in order to generate and maintain the motivation to learn. Theoretical approaches to motivation are illustrated by statements and metaphors produced by students and collected during a series of surveys on the learning of languages in Italian school contexts.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2268
2016-03-15T14:33:32Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2268
2016-03-15T14:33:32Z
Milano University Press
V. 4 N. 1 (2012); 20-30
L’INTEGRAZIONE DELLE SECONDE GENERAZIONI E IL RUOLO DELL’ITALIANO PER LO STUDIO
Molina, Stefano; Università degli Studi di Milano
2012-07-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2268
it_IT
Come sta reagendo la scuola italiana di fronte alla presenza crescente dei figli dell’immigrazione? In assenza di direttive e di chiare indicazioni didattiche da parte delle autorità ministeriali, le scuole hanno risposto all’emergenza mettendo in campo l’unica risorsa abbondante di cui disponevano: la buona volontà dei docenti. Si è così assistito a un decennio di sperimentazioni e di proposte autonomamente gestite con un’infinità di iniziative di prima accoglienza e di educazione interculturale. Ma, se guardiamo al futuro, quali potrebbero essere le prospettive? Come si realizzerà l’integrazione delle seconde generazioni in Italia? Il contributo descrive le possibili traiettorie, partendo dal presupposto che l’integrazione non sarà l’esito di un percorso unico, uguale per tutti, ma discenderà da un vero e proprio mosaico di combinazioni originali tra diversi territori e comunità immigrate, ognuno con la propria identità e cultura. In tale direzione si muove il progetto sperimentale “Italiano per studiare”, promosso e sostenuto dalla Fondazione Giovanni Agnelli, in collaborazione con USR Piemonte e con l’ASAI di Torino che offre ai ragazzi di origine immigrata, con una buona conoscenza dell’italiano orale, un corso di rafforzamento della comprensione e dell’uso dell’italiano scritto, per migliorarne l’approccio ai testi disciplinari e dunque la capacità di studio.THE INTEGRATION OF SECOND GENERATION IMMIGRANTS AND THE ROLE OF ITALIAN AT SCHOOLHow are Italian schools reacting to the growing presence of the children of immigrants? In the absence of directives and clear didactic indications on the part of the Ministry, schools have addressed the emergency by making use of the only plentiful resource they have: the good will of the teachers. The past decade has been characterized by experimentation and autonomous proposals managed thanks to countless integration initiatives and intercultural education. But if we look towards the future, what are the perspectives? How will second generations be integrated in Italy? Several possibilities are illustrated, starting from the idea that integration is not the result of a single experience, the same for all, but it is a real mosaic of combinations between the different territories and the communities of immigrants, each with their own identity and culture.The project “Italiano per studiare”, promoted and supported by the Fondazione Giovanni Agnelli, together with the USR Piemonte and the ASAI in Turin, offers a course to improve the approach to textbooks and thus to studying in general for immigrants with a sufficient knowledge of spoken Italian.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2269
2016-03-15T14:33:32Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2269
2016-03-15T14:33:32Z
Milano University Press
V. 4 N. 1 (2012); 31-45
L’INFLUENZA DELLE DIFFERENZE CULTURALI NELL’APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO L2 DA PARTE DEGLI APPRENDENTI SINOFONI: IL METODO DI STUDIO E L’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA STRANIERA IN CINA
Consalvo, Gilda; Università degli Studi di Milano
2012-07-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2269
it_IT
Spesso la grande differenza tra la cultura italiana e quella cinese rende il percorso di apprendimento del discente sinofono particolarmente lento e difficile. Come dimostrato da diversi studi, infatti, la cultura di appartenenza ricopre un ruolo fondamentale nell’apprendimento linguistico.Il presente articolo, dopo una breve comparazione tra le peculiarità delle due culture in questione secondo le categorie di Geert Hofstede (1991), illustra il metodo di insegnamento utilizzato nelle suole cinesi, il ruolo dell’insegnante all’interno della classe e della società, il rapporto tra insegnante e studente, approfondendo in modo particolare lo stile di apprendimento dei discenti sinofoni e le loro strategie messe in atto per apprendere la lingua straniera.Lo scopo è fornire informazioni che consentano di comprendere cosa accade quando i discenti sinofoni si trovano in una classe di lingua straniera o seconda con insegnanti madrelingua di culture così differenti e in un contesto di apprendimento diverso da quello già sperimentato nel loro paese e di poter rispondere alle loro esigenze con un intervento didattico adeguato.THE INFLUENCE OF CULTURAL DIFFERENCES IN ITALIAN L2 LEARNING BY CHINESE-SPEAKERS: METHOD OF STUDY AND FOREIGN LANGUAGE TEACHING IN CHINAOften the huge difference between Italian and Chinese cultures makes the learning process for Chinese-speaking students particularly hard and slow. As many studies have shown, in fact, the home culture plays a fundamental role in language learning.This article, after a brief comparison between the two cultures according to the categories defined by Geert Hofstede (1991), illustrates teaching methods used in Chinese schools, the teacher’s role in the classroom and in society and the relationship between teacher and student, investigating the learning style of Chinese-speaking students and the strategies they implement when learning a foreign language.The aim is to offer information which aids comprehension when Chinese-speaking students are in a foreign-language class or with mother-tongue teachers from cultures that are different and in learning contexts that are different from their experience, so that their needs can be met with appropriate didactic interventions.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2273
2016-03-15T14:33:32Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2273
2016-03-15T14:33:32Z
Milano University Press
V. 4 N. 1 (2012); 46-64
LA DIDATTICA DELL’ITALIANO L2 A DETENUTI STRANIERI
Bonfanti, Valentina; Università degli Studi di Milano
2012-07-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2273
it_IT
L’insegnamento dell’italiano L2 all’interno degli istituti penitenziari è diventata un’esigenza fondamentale, data la crescente presenza di detenuti stranieri nelle strutture detentive del nostro Paese.Il presente lavoro analizza le peculiarità dell’insegnamento dell’italiano L2 a detenuti stranieri: ruolo e caratteristiche del docente, bisogni e motivazioni dell’apprendente, problematiche legate al contesto specifico di apprendimento. In particolare si intende mettere in evidenza il ruolo primario della scrittura come mezzo fondamentale per svolgere attività quotidiane (padroneggiare regolamenti, richieste, “domandine”) e come strumento per la rieducazione.Per meglio comprendere le specificità dell’insegnamento in questo contesto, viene presentato un sillabo per apprendenti detenuti redatto da Antonella Benucci ed in appendice due interviste rivolte a docenti della Casa Circondariale di Monza.TEACHING ITALIAN L2 TO FOREIGN INMATESTeaching Italian L2 in prisons has become a basic need, given the growing number of foreign detainees in Italian prisons.This paper analyzes the peculiarity of teaching Italian L2 to foreign inmates: the teacher’s role and characteristics, the student’s needs and motivations, problems linked to the specific setting. We highlight the primary role of writing as a fundamental means for carrying out daily activities (mastering rules, requests, “small questions”) and as a re-education tool.To better understand the specificity of teaching in this context, a syllabus for detainees compiled by Antonella Benucci is presented and there are two interviews with teachers working in a prison in Monza.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2808
2016-03-15T14:32:24Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2808
2016-03-15T14:32:24Z
Milano University Press
V. 4 N. 2 (2012); 1-10
LA NOZIONE DI ‘COMPETENZA’ NELLA PEDAGOGIA LINGUISTICA
Ciliberti, Anna; Università degli Studi di Milano
2013-01-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2808
it_IT
Nel mio contributo propongo una riflessione sulle varie nozioni di ‘competenza’ che, nel corso del tempo, si sono succedute nella pedagogia e nella didattica linguistica. Tale nozione, offrendo i principi ispiratori ai programmi di studio di lingue2, determina in buona misura gli obiettivi di insegnamento, la scelta dei contenuti, delle attività di classe, delle forme esercitative nonché le modalità di verifica e valutazione dei risultati ottenuti.In particolare, mi soffermerò sulle nozioni di ‘competenza nella cultura 2’ e su quella, oggi al centro del dibattito glottodidattico, di ‘competenza comunicativa interculturale’: nozione, quest’ultima, assimilabile, secondo diversi studiosi, al concetto di ‘educazione interculturale’. The concept of ‘competence’ in language education: from ‘linguistic competence’ to ‘intercultural communicative competence’This paper is a reflection on the various notions of ‘competence’ in pedagogy and language teaching over time. This concept provides the guiding principle of the L2 curriculum and determines the teaching objectives, choice of content, classroom activities, ways of practicing and the testing and evaluating method the results obtained to a large extent.In particular, I will focus on the concepts of ‘competence in culture 2’ and on ‘intercultural communicative competence’, currently at the heart of the language teaching debate. The latter is similar to the idea of 'intercultural education' according to several scholars.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2813
2016-03-15T14:32:24Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2813
2016-03-15T14:32:24Z
Milano University Press
V. 4 N. 2 (2012); 11-34
LA VALUTAZIONE DEL PARLATO DEGLI STUDENTI: IMPLICAZIONI SUL TESTING LINGUISTICO
Varcasia, Cecilia; Università degli Studi di Milano
2013-01-22
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2813
it_IT
In questo contributo viene affrontato il tema della valutazione del parlato. In particolare ci si sofferma, nell’ambito del testing linguistico, sugli aspetti metodologici primari nel processo di elaborazione di un test, quali la definizione del costrutto e la scrittura delle specifiche. Le prove orali delle principali certificazioni della lingua italiana per i livelli avanzati vengono prese in considerazione. Viene presentato infine un test elaborato presso la Libera Università di Bolzano per la valutazione dell’abilità orale. Evaluating student speaking: implications on language testing This paper focuses on the assessment of speaking in language testing. In particular, attention is drawn to the primary steps in test development, such as definition of constructs and writing the specifications. The speaking sections of the main certifications for Italian are taken into consideration. A test to evaluate oral ability developed at the Free University of Bozen-Bolzano is presented.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/2814
2016-03-15T14:32:24Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2814
2016-03-15T14:32:24Z
Milano University Press
V. 4 N. 2 (2012); 35-59
LA LINGUA DELLA LETTERATURA MIGRANTE: IDENTITÀ ITALIANA E MAGHREBINA NEI ROMANZI DI AMARA LAKHOUS
Groppaldi, Andrea; Università degli Studi di Milano
2013-01-22
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/2814
it_IT
La letteratura dell’emigrazione in Italia è un fenomeno incidente, seppure ancora piuttosto giovane; si tratta di produzione conseguente al massiccio afflusso di migranti a partire dagli ultimi due decenni del XX secolo. Tra gli scrittori stranieri attivi in Italia, la componente arabofona pare preponderante.Amara Lakhous è uno degli autori della letteratura della migrazione provenienti dal mondo arabo, maghrebino in particolare, che con i suoi romanzi si è affermato nel panorama della letteratura italiana, contribuendo a dare uno spaccato delle trasformazioni in senso multiculturale della nostra attuale società. Di grande interesse sono le sue scelte linguistiche che rivelano in maniera evidente l’intenzione di collocarsi come ponte tra la L1 e la L2; un desiderio di istituire un confronto linguistico, una dialettica tra codici in cui né quello di partenza né quello di arrivo siano più come erano prima dell’incontro; una reciproca influenza, un rapporto dinamico dal quale discende l’affermazione dell’identità dei migranti, come quella degli italiani. The language of literature migrants:italian and maghreb identity in the novels of Amara Lakhous The literature of migration in Italy is an accidental phenomenon, still quite new; it is a result of the massive influx of migrants during the last two decades of the twentieth century. Among writers active in Italy, Arabic-speaking writers are especially numerous.Amara Lakhous is an author who focuses on the literature of migration from the Arab world, Maghreb in particular. His novels have emerged in the panorama of Italian literature, offering a glimpse of the transformation towards our current multicultural society. Of great interest are his linguistic choices that reveal an obvious intention to act as a bridge between L1 and L2, as well as to establish linguistic comparison, a dialectic between codes where neither the starting or ending points are the same as before the meeting. This mutual influence, this dynamic relationship derives from the assertion of both the identities of migrants and Italians.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3119
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3119
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 1-14
La nozione di Grammatica e l’insegnamento di L2
Ciliberti, Anna; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3119
it_IT
Il tema del mio contributo riguarda la nozione di Grammatica ed il suo insegnamento in contesti di apprendimento non spontaneo di lingue2. Prima di affrontarlo prendo brevemente in considerazione il concetto di lingua ‒ sovraordinato a quello di Grammatica ‒ per indagare come esso sia stato più frequentemente inteso nelle scienze del linguaggio e nell’insegnamento di L2. Analizzo poi due modi di guardare alla Grammatica, rappresentativi di posizioni apparentemente distanti ma in realtà complementari: Grammatica nella comunicazione e Grammatica della comunicazione: vale a dire Grammatica intesa come sistema formale e strutturale e Grammatica vista invece come un importante strumento dell’agire sociale. Mi soffermo infine sulla rilevanza descrittiva ed applicativa che le due prospettive assumono nell’insegnamento/apprendimento di L2 in quanto atte a far acquisire consapevolezza metalinguistica attraverso la riflessione, da un lato, su tutte le regolarità presenti nel linguaggio e non soltanto su quelle di tipo formale e frasale, d’altro lato, attraverso la riflessione sull’intersezione ed i raccordi esistenti tra Grammatica ed interazione. The notion of grammar and L2 teaching This paper studies the concept of teaching grammar in non-spontaneous L2 learning contexts. First we briefly consider the concept of language – that of the higher-level Grammar – to investigate how it has most frequently been understood in language sciences and L2 teaching. Then we analyze two ways of looking at grammar, which appear to be distant but are actually complementary: grammar in communication and the grammar of communication, namely grammar as a formal, structuralsystem and grammar as an important instrument for social action. We reflect on the descriptive and applicablerelevance that these two perspectives take on in L2 teaching/learning. Thisreflection, on the one hand, is aimed at the acquisition ofmetalinguistic awareness aboutall the regularities of language, not only the formal and phrasal ones, while on the other hand, we reflect onabout the intertwining and connection between grammar and interaction.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3120
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3120
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 15-28
Il feedback correttivo tra pari nell’apprendimento dell’italiano in Rete: osservazioni a partire da un corpus di interazioni asincrone
Nuzzo, Elena; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3120
it_IT
In questo contributo viene analizzato un corpus di cento messaggi contenenti interventi di feedback correttivo su produzioni scritte di apprendenti di italiano L2. Le correzioni sono fornite all’interno di interazioni asincrone online da parlanti nativi non esperti, cioè che non insegnano la lingua italiana per professione. Nell’analisi si osservano e si discutono da un lato le modalità di trattamento degli errori, con riferimento ad alcune delle tassonomie elaborate nella ricca letteratura sul feedback, dall’altro gli obiettivi linguistici degli interventi correttivi. Oltre a una preferenza per il FC Esplicito con indicazione grafica delle modifiche, ossia un tipo di correzione con cui si segnala l’errore sul testo e si propone una forma alternativa, e per interventi correttivi che interessano errori di ortografia, lessico e morfologia,l’analisi rivela numerose lacune nelle conoscenze dichiarative dei parlanti sulla grammatica della propria lingua. Si conferma dunque la necessità, per chi intenda occuparsi professionalmente di insegnamento delle lingue seconde, di sviluppare solide e specifiche competenze linguistiche. Corrective feedback between peers learning italian on line: observations from a corpus of asynchronousinteractions This paper analyzes a corpus of one hundred corrective feedback interventions on the written production of Italian L2 learners. Corrections are provided online in asynchronous interactions by native non-expert speakers, that is, people who do not teach the Italian language as a profession. In our analysis we observe and discuss the methods for dealing with errors, with reference to some of the taxonomies developed in the rich literature on feedback, as well as examining the linguistic objectives of corrective actions. In addition to a preference for explicit FC with graphic indication of the changes, a type of correction which highlights the error in the text and proposes an alternative form, for corrective actions regarding errors in spelling, vocabulary and morphology, the analysis revealed many gaps between the declared knowledge of the speakers regarding the grammar of their own language. This confirms the need for those who intend to be professionally involved with teaching of second languages to develop strong and specific language skills.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3121
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3121
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 29-96
L’errore e il feedback correttivo: contributi teorici e studio di un caso
Dota, Michela; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3121
it_IT
Tra le pratiche glottodidattiche per promuovere l’apprendimento linguistico, il feedback correttivo si è rivelato uno strumento molto valido; tuttavia è frequente che l’apprendente non interiorizzi l’input fornito dalla correzione e persista nell’errore. L’ipotesi avanzata in questo articolo considera il fallimento della correzione come un problema di comunicazione tra insegnante e apprendente, in relazione al rispettivo concetto di errore e al modo di concepire la correzione. L’articolo illustra le possibili cause dell’inefficacia di un feedback correttivo, presentando dapprima le diverse modalità correttive disponibili per l’insegnante ed evidenziandone benefici e punti deboli. Si espongono poi le possibili preferenze accordate dagli apprendenti ai diversi feedback, precisando i motivi e i fattori determinanti dei loro orientamenti. A tal fine, l’articolo si apre con una panoramica sulle ricerche in merito al concetto di errore e al feedback correttivo, cui si aggiungono i dati provenienti dall’osservazione delle interazioni didattiche in tre classi Erasmus di italiano LS e dai questionari somministrati ai rispettivi insegnanti e apprendenti. Error correction and feedback: theoretical contributions and a case studyAmong language teaching practices to promote language learning, corrective feedback has proven to be a very valuable tool, but often the learner does not internalize the input provided by the correction and the error persists. The hypothesis is that the ineffectiveness of correction is a communication problem between teacher and learner, based on the concepts of error and how they concieve of correction. The article discusses the possible causes for the ineffectiveness of corrective feedback, presenting the various correction methods available to teachers and highlighting their strengths and weaknesses. We then discuss the preferences of learners for the different types of feedback, considering the reasons and the main factors that influence their choices. The article opens with an overview of research on the concept of error and corrective feedback, in addition to the data derived from observations of didactic interactions in three Italian LS Erasmus classes and questionnaires administered to the teachers and learners.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3122
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3122
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 97-113
Dinamiche linguistiche in contesto migratorio: i discendenti di emigrati calabresi negli Stati Uniti
Palumbo, Maria Grazia; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3122
it_IT
L’obiettivo teorico dell’articolo è indagare le dinamiche di perdita e mantenimento della lingua in contesto migratorio italofono, individuando i fenomeni linguistici legati alla progressiva erosione della L1 in favore della L2 e stabilendo quanto influisca su questo processo la specificità del contesto migratorio. Si mostrerà come la volontà di trasmettere o meno la propria lingua ai discendenti sia solo un elemento nel quadro del mantenimento delle lingue in contesto migratorio, elemento da contestualizzare all’interno di fattori macrosociali e microsociali e di processi di progressiva semplificazione della L1 paralleli alla complessificazione della L2. L’esito ultimo di questi processi è la creazione di un sistema linguistico che non coincide perfettamente né con la L1 né con la L2, le cui caratteristiche sembrano governate da alcuni criteri, in parte enucleati nelle ricerche di settore, in parte da verificare con future analisi quantitative e qualitative. I dati sui quali si basa l’analisi sono tratti da un corpus di emigrati calabresi residenti all’estero raccolto tra il 31 agosto 2010 e il 24 agosto 2011. Linguistic dynamics in migrant backgrounds:the descendants of immigrants from Calabria in the United States The theoretical goal of this article is to investigate the dynamics of loss and maintenance of language in Italian-speaking migrants, identifying the linguistic phenomena are lated to the gradual erosion of L1 in favor of L2 in order to establish how large a role the specificity of the context of migration plays in this process. We will show how the desire, or lack of it, to pass on their language to their descendants is only one element in the maintenance of the language in the context of migration. This factor is contextualized in microsocial and macrosocial spheres and in processes of the progressive simplification of L1 simultaneous to the growing complexity of the L2. The final result of these processes is the creation of a language system that does not coincide perfectly with either the L1 or the L2. Their characteristics appear to be governed by some criteria, partially enucleated in research, partly to be verified in future quantitative and qualitative analyses. The data on which this analysis is based is drawn from a corpus of Calabrian emigrants living abroad, collected between 31 August 2010 and 24 August 2011.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3123
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3123
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 114-127
Il bilinguismo disegnato
Favaro, Graziella; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3123
it_IT
Il tema della diversità linguistica e del riconoscimento e della valorizzazione delle forme di bilinguismo dei bambini e dei ragazzi è cruciale nella scuola multiculturale e plurilingue. Ma quale rappresentazione della “mente bilingue” hanno i parlanti una o più lingue? Come immaginano la testa di chi e bilingue e dove collocano le diverse parole? Abbiamo chiesto agli alunni, piccoli e grandi, di alcune scuole di “disegnare il bilinguismo”: emergono in maniera vivida i “posti” diversi in cui le lingue si installano, i dubbi e le spiegazioni dei bambini, la necessità del controllo e la coloritura affettiva dell’uno e dell’altro idioma. Drawing bilingualism The theme of linguistic diversity and the recognition and appreciation of forms of bilingualism in children and young people is crucial in a multilingual, multicultural school environment. But how do speakers of one or more languages imagine a “bilingual mind”? How do they imagine a bilingual person’s head and where are the different words located? We asked school children to “draw bilingualism”. The “placement” of the different languages, the children’s doubts and explanations and their need to check and the affective coloring of one and the other language emerged.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3124
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3124
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 128-159
La lingua2 nel Web. Prospettive digitali per la didattica dell’italiano a stranieri
Quaggia, Roberto; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3124
it_IT
L'articolo si compone di due parti. Nella prima si espongono alcuni punti focali del dibattito sul rapporto tra glottodidattica e tecnologie digitali (dai dispositivi mobili ai software per la comunicazione, fino agli attuali socialnetwork). In particolare l’attenzione è rivolta sul fatto che la lingua della comunicazione digitale costituisce una varietà linguistica dal confronto con la quale l’insegnamento di una L2 non può ormai prescindere, e che le tecnologie digitali della comunicazione, se correttamente adottate fuori e dentro la classe, consentono di ridurre il confine tra apprendimento guidato e acquisizione spontanea di una lingua seconda. Filo conduttore della riflessione è il concetto di “competenza comunicativa digitale”, che si aggiunge alle componenti della competenza linguistico-comunicativa indicate dal Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Nella seconda parte del lavoro, dal taglio più didattico, si presenta una serie di strumenti e di esperienze di insegnamento/apprendimento della L2 con l’uso delle tecnologie digitali. In particolare ci si sofferma sulle opportunità offerte dal Web 2.0, simulando la creazione di una piattaforma per l’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2 completamente online. Non si tratta di una semplice piattaforma per l’e-learning (o d-learning), ma di una vera e propria rete per l’insegnamento, l’apprendimento, la comunicazione e la formazione che trasforma il modo in cui si usa, si apprende e si insegna una L2. L2 on the Web. Digital perspectives for teaching italian to foreignersThe article consists of two parts. In the first we illustrate some focal points in the debate on the relationship between language teaching and digital technologies (from mobile devices to communication software and current social networks). In particular, we focus on the fact that the language of digital communication is a linguistic variety which L2 teaching can no longer ignore, and that digital communication technologies, if utilized properly both inside and outside the classroom, reduce the boundary between guided learning and the spontaneous acquisition of a second language. The underlying theme is the concept of “digital communicative competence”, added to linguistic and communicative competences indicated by the Common European Framework of Reference for Languages. In the second, more didactic part, is a set of tools and experiences regarding L2 teaching/learning using digital technologies. In particular, we focus on the opportunities offered by the Web 2.0, simulating the creation of a platform for online L2 teaching/learning. This is not just a platform for e-learning (or d-learning), but a real network for teaching, learning, communication and training that transforms the way one learns and teaches a L2.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3125
2016-03-15T14:32:16Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3125
2016-03-15T14:32:16Z
Milano University Press
V. 5 N. 1 (2013); 160-176
Le caratteristiche linguistiche del foglietto illustrativo
Giumelli, Silvia; Università degli Studi di Milano
2013-07-09
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3125
it_IT
Nell’articolo si affronta il problema della comprensibilità del foglietti illustrativi (i bugiardini”) allegati ai medicinali, di cui indicano posologia, modalità d’uso ed effetti indesiderati (FI nel testo). Linguisticamente il testo dei FI si pone nel più ampio contesto dei linguaggi specialistici, ma si distingue per alcune particolarità (il destinatario e la funzione che ricopre). Attraverso l’analisi del FI presente in un comune antipiretico, Tachipirina 1000 ®, si mettono in evidenza le strategie comunicative messe in atto dall’estensore e il grado di comprensione da parte del presunto destinatario. L’analisi mette inoltre in luce le caratteristiche comuni di questo tipo di testi altamente specialistici con il linguaggio settoriale della medicina. Language features of medicine packaging leaflets This article addresses the problem of the comprehensibility of the leaflets in medicine packaging which indicate dosage, method of use and side effects (FI in the text). Linguistically, the text of the FI is placed in the broader context of specialist languages, but it is characterized by some peculiarities (the recipient and the role it plays). By analyzing the FI of a common antipyretic, paracetamol 1000 ®, we highlight the communicative strategies put in place by the author and the degree of understanding on the part of the intended recipient. The analysis also highlights the common features of this type of highly specialized text with the technical language of medicine.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3753
2016-03-15T14:32:02Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3753
2016-03-15T14:32:02Z
Milano University Press
V. 5 N. 2 (2013); 79-95
VARIAZIONE DIATOPICA DEL FRANCESE E DIDATTICA DELL’ITALIANO L2: I TRANSFER NEGATIVI DEGLI APPRENDENTI CAMERUNENSI NELL’ITALIANO
Kuitche Talé, Gilles; Università degli Studi di Milano
2014-02-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3753
it_IT
Il meccanismo del transfer, soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento, è una caratteristica comune agli apprendenti di lingue straniere, indipendentemente dalla loro provenienza geografica e dalla loro lingua materna. Per quanto riguarda i francofoni che si avvicinano all’italiano, queste interferenze si rivelano notevoli soprattutto ai livelli morfosintattico e lessicale.Tenendo conto dell’estrema variabilità geografica della lingua francese, il presente contributo vuole portare in luce la differenziazione dei transfer (soprattutto negativi) degli apprendenti francofoni nell’italiano. Con l’esempio dei camerunesi francofoni l’articolo cerca di mostrare che, per quanto riguarda l’interferenza tra L1 e L2, il generico profilo “apprendente francofono” conosce in realtà numerose ramificazioni. D’altra parte, il contributo procede ad una rivalutazione dei presupposti dell’approccio contrastivo, evidenziando l’importanza didattica della prevedibilità degli errori e della direzione dei transfer.DIATOPIC VARIATION OF FRENCH AND ITALIAN L2: TEACHING NEGATIVE TRANSFER OF ITALIAN LEARNERS FROM CAMERONThe transfer mechanism, especially in the early stages of learning, is a feature common to learners of foreign languages regardless of of their geographical origin and their mother tongue. Regarding Francophones studying Italian, these interferences have proven to be striking, especially in terms of morphosyntax and lexis.Bearing in mind the extreme geographical variability of the French language, this paper aims to bring to light the differentiation in transfer (mostly negative) in French-speaking Italian L2 learners. The French-speaking Cameroonian students featured in the article show that, regarding L1/L2 interference, the generic profile “French-speaking learner” actually has numerous ramifications. This paper re-evaluates assumptions of the contrastive approach, highlighting the didactic importance of the predictability of errors and the direction of transfer.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3754
2016-03-15T14:32:02Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3754
2016-03-15T14:32:02Z
Milano University Press
V. 5 N. 2 (2013); 96-108
PASSATO PROSSIMO E IMPERFETTO: UN PROBLEMA PER GLI APPRENDENTI SINOFONI
Prina, Lorenzo; Università degli Studi di Milano
2014-02-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3754
it_IT
In questo articolo si cerca brevemente di avviare una riflessione sulle difficoltà che possono incontrare gli apprendenti cinesi nel riconoscimento prima e nella realizzazione poi delle forme del passato prossimo e dell’imperfetto indicativo in lingua italiana.Lo strumento di questa indagine è stato un questionario, cui sono stati sottoposti 20 studenti cinesi di livello A2-B1, articolato in due attività: 1) riconoscimento del verbo principale e del suo aspetto in 20 proposizioni; 2) traduzione di 10 proposizioni precedentemente scelte in lingua cinese. La prima attività ha fornito un’indicazione statistica circa le problematicità e le tipologie di errore. La seconda parte ha offerto lo spunto per una riflessione linguistica di carattere soprattutto qualitativo.Sono emersi due gruppi distinti: un primo gruppo (60% degli studenti) che riconosce le forme delle proposizioni principali, un secondo gruppo, in cui solo il 25% degli studenti riconosce le forme del passato.La ricerca ha consentito di evidenziare che le difficoltà incontrate dagli apprendenti sinofoni si fondano: a) sulla natura stessa della lingua cinese che, essendo una lingua isolante, categorizza gli aspetti e le forme del verbo nel passato in maniera differente dall’italiano. La definizione dell’aspetto è delegato ad elementi lessicali, o è desumibile dal contesto della frase, ossia dalla presenza o meno di segnali temporali; b) sulla struttura della frase in azione principale o di foreground, e azione secondaria o di background. Mentre in italiano la relazione temporale degli eventi comporta una precisa organizzazione verbale, in cinese l’organizzazione degli eventi è consequenziale e avviene generalmente mediante la giustapposizione delle proposizioni secondo la successione temporale o logico-causale degli eventi.PAST SIMPLE AND THE IMPERFECT : A PROBLEM FOR CHINESE LEARNERSIn this article we briefly reflect on the difficulties Chinese learners may encounter in the recognizing and producing forms of the past tense and the imperfect in Italian.A questionnaire, administered to 20 level A2- B1Chinese students, was divided into two tasks: 1) the recognition of the main verb and its aspects in 20 clauses, 2) the translation of 10 clauses previously chosen into the Chinese language. The first activity provided statistical information about the problems and types of errors. The second part offered the opportunity for a more qualitative linguistic reflection.There were two distinct groups: the first group (60 % of students) recognized the forms of the main propositions, and a second group where only 25% of the students recognized the forms of the past.The study allowed us to highlight that the difficulties faced by Chinese-speaking learners are based on: a) the nature of the Chinese language which, being an isolating language, categorizes aspects and forms of the verb in the past in a different way from Italian. The aspect is delegated to lexical items or it is inferred from the context of the sentence, i.e. the presence or absence of temporal signs, b) the structure of the sentence in the main action or foreground and the secondary action or background. While in Italian the temporal relationship of events leads to a precise verbal organization, in Chinese the organization of events is consequential and generally occurs through the juxtaposition of clauses according to the logical-causal or temporal sequence of events.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/3755
2016-03-15T14:32:02Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3755
2016-03-15T14:32:02Z
Milano University Press
V. 5 N. 2 (2013); 109-131
L’USO DELLE COLLOCAZIONI: DUE GRUPPI DI APPRENDENTI A CONFRONTO
Scinetti, Luca; Università degli Studi di Milano
2014-02-10
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3755
it_IT
Le collocazioni svolgono un ruolo importante nella comunicazione linguistica e diverse ricerche ne hanno sottolineato la rilevanza nell’ambito dell’apprendimento e della padronanza di una L2, in particolare per il fatto che le collocazioni non hanno equivalenti formali immediati nelle varie lingue. Allo scopo di studiare la differenza d’uso delle collocazioni tra parlanti una L1 e apprendenti una L2, nell’ambito di un corso di lingua italiana all’Università di Amsterdam si è svolta una ricerca su un gruppo di composto da 18 parlanti italiano come madrelingua (da qui in avanti identificati come PL1) e un gruppo di studenti formato da 39 parlanti nativi di lingua olandese apprendenti l’italiano come L2 (da qui in avanti identificati come AL2). Oggetto di questo contributo è l’analisi dell’uso delle collocazioni condotta su un corpus di dati formato di testi autentici prodotti dai due diversi gruppi di parlanti. Use of collocations: comparing two groups of learners Collocations play an important role in linguistic communication and various studies have emphasized their importance in learning and mastering an L2, since collocations have no evident equivalents in other languages. In order to study the difference in using collocations between L1 speakers and L2 learners in an Italian language course at the University of Amsterdam, a study was carried focused on a group of 18 native Italian speakers (PL1) and a group of 39 native Dutch Italian L2 learners (AL2). This paper analyzes the use of collocations in a corpus of data based on authentic texts produced by the two different groups of speakers.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4228
2016-03-15T14:31:54Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4228
2016-03-15T14:31:54Z
Milano University Press
V. 6 N. 1 (2014); 1-96
IL WEB E L’OFFERTA FORMATIVA PER L’AUTOAPPRENDIMENTO DELL’ITALIANO L2 PER STUDENTI DI LIVELLO A2/B1
Santalucia, Diego; Università degli Studi di Milano
Bartolucci, Silvia
2014-07-15
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4228
it_IT
Partendo dall’assunto che la competenza digitale e la frequentazione di ambienti virtuali siano in crescita costante, l’articolo si propone di esplorare e cercare di valutare l’offerta formativa on-line per quanto riguarda l’italiano LS e L2. Una ricerca con la pretesa di un’analisi definitiva su quanto la rete offre a tutti i livelli di competenza linguistica sarebbe stata poco coerente, con il rischio di apparire contraddittoria, considerando la “mobilità” del web e la vastità del campo; si è pensato, quindi, di restringere l’ambito di osservazione alle necessità di un’utenza target con un livello di competenza della lingua (A2/B1), presumibilmente quella maggiormente interessata a fruire dell’offerta formativa in auto-apprendimento. Sulla base dell’utenza presa in considerazione vengono analizzati alcuni siti ritenuti particolarmente significativi per la varietà, la quantità e la qualità della loro offerta e per la loro risonanza sui motori di ricerca. L’analisi diretta dei siti selezionati è preceduta da una tabella che ne sintetizza le caratteristiche principali: uno strumento d’indagine snello che analizza la struttura del sito, la modalità con cui sono offerti i materiali e le abilità linguistiche che possono essere sviluppate con l’ausilio dei percorsi didattici proposti. Tra gli obiettivi di questo lavoro, fondamentale è quello di fornire una traccia metodologica all’insegnate di italiano L2/LS perché possa costruirsi una sitografia di riferimento utile per reperire materiali e attività integrative da usare in classe. The web and educational opportunities for italian l2 self-learning for a2/b1 level students Silvia Bartolucci and Diego Santalucia Starting from the assumption that digital competence and the popularity of virtual environments are in constant growth, the article explores and evaluates on-line education for Italian LS and L2. A study that aims to be a definitive analysis of what the network offers to all levels of language proficiency would be inconsistent, with the risk of sounding contradictory, considering the "mobility" of the web and the vastness of the field. We decided, therefore, to restrict the scope of observation to the needs of users with a target level of A2/B1 language proficiency, presumably those who take advantage of self-directed learning educational offerings. Based on the sample of users taken under consideration, some sites considered particularly significant for the variety, quantity and quality of their offerings and their resonance in the search engines were analyzed. The direct analysis of the selected sites is summed up a table which summarizes the main features: a survey simple tool that analyzes the structure of the site, the way the materials are offered and language skills that can be developed with the aid of the educational courses offered. Among the objectives of this work was to provide a fundamental methodological framework to the teacher to track Italian L2/LS so that s/he can compile a collection of websites of reference material and supplementary activities to use in class.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4229
2016-03-15T14:31:54Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4229
2016-03-15T14:31:54Z
Milano University Press
V. 6 N. 1 (2014); 97-116
MORFOLOGIA DERIVAZIONALE: RISVOLTI APPLICATIVI PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2/LS
Mantovani, Laura; Università degli Studi di Milano
2014-07-15
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4229
it_IT
Questo articolo si presenta come un piccolo saggio relativo all’analisi e all’utilizzo della morfologia derivazionale con i possibili risvolti applicativi per l’insegnamento dell’italiano come L2/LS. Dopo una breve introduzione alla morfologia derivazionale, vengono presi in esame tre testi, uno di ambito scientifico, uno di ambito letterario e uno di ambito giornalistico, allo scopo di mettere in evidenza aspetti della morfologia derivazionale specifici del linguaggio della medicina, della chimica, dei giornali, della letteratura e, là dove possibile, le differenze di utilizzo e di realizzazione della derivazione. La riflessione condotta sui testi analizzati consente di sottolineare come la pratica dell’‘insegnamento derivazionale’ possa consentire all’apprendente di accrescere il suo vocabolario e di conseguenza aumentare anche la sua capacità di fare inferenze e di riflettere sulla lingua. Derivational morphology: application implications on teaching italian L2/LS Laura Mantovani This article focuses on the analysis and use of derivational morphology and the resulting possible application implications on teaching Italian as a L2/LS. After a brief introduction on derivational morphology, we examine three texts, one scientific, one literary and one journalistic, in order to highlight specific aspects of derivational morphology in the languages of medicine, chemistry, newspapers, literature and, where possible, the differences in the use and implementation of derivations. Discussions of the texts analyzed underscore how the practice of "derivational" teaching allows learners to increase their vocabulary and consequently also increase their ability to make inferences and reflect on the language.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4230
2016-03-15T14:31:54Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4230
2016-03-15T14:31:54Z
Milano University Press
V. 6 N. 1 (2014); 117-147
ITALIANO E SINTO LOMBARDO A CONFRONTO: SOMIGLIANZE, DIVERGENZE E PROSPETTIVE DIDATTICHE
Sorrenti, Elena; Università degli Studi di Milano
2014-07-15
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4230
it_IT
Questo lavoro vuole mettere in luce le differenze e le analogie che intercorrono fra italiano e sinto lombardo per scoprire quali possono essere gli aspetti più problematici e le difficoltà linguistiche maggiori che possono pregiudicare una buona acquisizione dell’italiano L2 da parte di apprendenti di lingua madre sinta. Nella prima parte dell’articolo si inquadra la lingua sinta all’interno della famiglia linguistica indoeuropea e dell’ampio gruppo che racchiude le molte varianti della lingua romanì e si evidenziano la posizione del sinto lombardo e delle altre varianti della lingua romanì parlate in Italia rispetto alla legge italiana sulla tutela delle lingue minoritarie e i problemi che possono sorgere dalla non tutela di questa minoranza linguistica. Segue, nella seconda parte, l’analisi contrastiva tra italiano e sinto lombardo con paragrafi dedicati alla fonetica e alla fonologia, alla morfologia del nome, al verbo, alla sintassi e al lessico. Questa analisi si propone di fornire informazioni agli insegnanti che hanno nelle loro classi alunni di lingua madre sinta lombarda e che spesso ignorano del tutto il loro contesto linguistico e culturale: non essendo il sinto lombardo riconosciuto e tutelato come minoranza linguistica, gli studenti sinti sono posti spesso in una posizione di svantaggio nell’acquisizione dell’italiano L2 e nello studio in generale. A comparison of italian and sinto lombardo: similarities, differences and educational perspectives Elena Sorrenti This paper aims at highlighting the differences and similarities that exist between Italian and Sinto Lombardo to find out what may be the most problematic aspects and language difficulties that can affect the acquisition of L2 learners by native Sinto speakers. The first part of the article is the Sinto language is collocated within the Indo-European language family and the large group that encompasses the many variants of the Romani language, showing the location of Sinto speakers Lombardy and speakers of the other variants of the Romani language spoken in Italy with respect to the Italian law on the protection of minority languages and the problems that can arise from the non-protection of this minority language. In the second part, a contrastive analysis between Italian and Sinto Lombardo features sections on phonetics and phonology, morphology of the name, the verb, syntax and lexicon. This analysis aims to provide information to teachers who have mother tongue Sinto Lombardo speaking students in their classes. The teachers are often unaware of the linguistic and cultural context of these students: and since Sinto Lombardo is not recognized and protected as a minority language, these students are often at a disadvantage in the acquisition of L2 and studying in general.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4231
2016-03-15T14:31:54Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4231
2016-03-15T14:31:54Z
Milano University Press
V. 6 N. 1 (2014); 148-162
CONSIDERAZIONI SULL’ACQUISIZIONE DEI TEMPI VERBALI DELL’ITALIANO DA PARTE DI APPRENDENTI SINOFONI
Crippa, Francesco; Università degli Studi di Milano
2014-07-15
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4231
it_IT
L’articolo riflette brevemente sul percorso di acquisizione di modi e tempi verbali della lingua italiana da parte di apprendenti sinofoni. Molte ricerche hanno messo in evidenza un ordine ricorrente nelle sequenze di acquisizione del sistema verbale che costituisce, come è noto, una delle maggiori difficoltà per gli apprendenti stranieri che studiano l’italiano. In questo elaborato saranno presi come campione alcuni studenti universitari cinesi che hanno frequentato un corso intensivo di italiano presso l’Università degli studi di Milano, e si verificherà se e in che misura le competenze mostrate dagli apprendenti siano in linea con l’ordine ricorrente messo in luce dalla linguistica acquisizionale. Nella prima parte si analizzeranno alcuni esercizi tratti dai test somministrati agli studenti di livello B1 del QCER a conclusione del loro corso, concentrando l’attenzione sull’acquisizione del tempo imperfetto e del suo uso in alternanza con il passato prossimo. Si procederà poi, nella seconda parte, con lo studio delle produzioni libere svolte nell’ambito della stessa prova d’esame, grazie alle quali si potranno fare anche alcune osservazioni sull’uso di altri tempi verbali normalmente impiegati da studenti di livello più avanzato, come ad esempio il condizionale e il congiuntivo. Nell’interpretazione conclusiva dei dati raccolti verranno fatte alcune considerazioni sull’influenza della L1 nell’evoluzione dell’interlingua degli apprendenti. Considerations on the acquisition of italian verb tenses by chinese learners Francesco Crippa The article reflects on the acquisition of Italian verb moods and tenses by Chinese students. Many studies have highlighted the recurring order in the sequence of acquisition of the verb system, which is, as is well known, one of the major difficulties for foreign learners who study Italian. This paper focuses on a sample of Chinese college students who attended an intensive Italian course at the University of Milan, to verify if and to what extent the skills shown by the learners are in line with the recurring order in light of the acquisitional linguistics. In the first part we will analyze some exercises taken from tests administered to students at the B1 level of the CEFR at the end of the course, focusing on the acquisition of the imperfect tense and its use in alternation with the simple past. This will be followed, in the second part, with the study of unstructured production written during the same exam, thanks to which we will make some comments on the use of other tenses normally used by students at more advanced level, such as the conditional and subjunctive. The final interpretation of the data collected led to some observations on the influence of the L1 on the evolution of the learners' inter-language.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4232
2016-03-15T14:31:54Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4232
2016-03-15T14:31:54Z
Milano University Press
V. 6 N. 1 (2014); 163-201
LA SCRITTURA COLLABORATIVA: LO STATO DELLA RICERCA INTERNAZIONALE E UNO STUDIO DI CASO
Bellinzani, Debora; Università degli Studi di Milano
2014-07-15
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4232
it_IT
Negli ultimi venti anni l’attività didattica di scrittura di testi in lingua seconda (L2) e lingua straniera (LS) si è arricchita di nuove possibilità. In primo luogo da abilità che può essere appresa e sviluppata dopo l’acquisizione di solide basi linguistiche nella lingua target, la scrittura si è affermata anche come strumento per imparare la lingua utilizzabile fin dalle fasi iniziali dell’apprendimento. In secondo luogo da abilità individuale e introspettiva, la scrittura è oggi considerata un’attività che può essere svolta anche in modo collaborativo, a coppie o in gruppi, cooperando all’ideazione, alla stesura e alla revisione del testo da produrre. Nella prima parte di questo lavoro sono analizzati gli studi sulla scrittura collaborativa presenti nella letteratura scientifica con lo scopo di ottenere un quadro completo e aggiornato delle sue caratteristiche e della sua efficacia, con un’attenzione particolare alle indicazioni utili per l’insegnante che desideri proporre questo tipo di attività. Nella seconda parte del lavoro è presentato uno studio di caso, ossia un’attività di scrittura di un particolare tipo di testo, definito come “descrittivo/espressivo”, svolta a coppie da studenti universitari nell’ambito di un corso intensivo per l’apprendimento dell’italiano L2. L’attività ha preso le mosse dalla descrizione di due immagini-stimolo con differente potere evocativo. Obiettivi della sperimentazione sono stati la verifica dell’efficacia delle immagini come stimolo alla scrittura, della possibilità di scrivere congiuntamente di emozioni e dell’efficacia del testo “descrittivo/espressivo” nella scrittura collaborativa. Collaborative writing: the state of art of international research and a case study Debora Bellinzani Over the past twenty years, the teaching of writing texts in a second language (L2) and a foreign language (LS) has been enhanced with new possibilities. In the first place, by skills that can be learned and developed after the acquisition of a solid linguistic basis in the target language, writing has also established itself as a tool for learning the language used at an early stage of learning. In the second place based on individual skill and introspection, writing is now considered as an activity that can also be done in a collaborative way, in pairs or in groups, cooperating in the conception, drafting and revising of the text produced. In the first part of this work, we analyze studies on collaborative writing in scientific literature with the aim of obtaining a complete and updated picture of its characteristics and its effectiveness, with particular attention to guidance for the teacher who wishes to propose this type of activity. In the second part of the work, we present a case study, namely the writing a particular type of text, referred to as “descriptive / expressive”, carried out in pairs by college students as part of an intensive Italian L2 course. The activity was inspired by the description of two images with diverse stimulus-evocative power. The aims were to verify the effectiveness of the images as a stimulus for writing, the ability to write in conjunction with emotions and the effectiveness of the “descriptive / expressive” text in collaborative writing.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4691
2016-03-15T14:31:43Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4691
2016-03-15T14:31:43Z
Milano University Press
V. 6 N. 2 (2014); 1-14
UNO STUDIO DI CASO SULL’ELABORAZIONE E L’UTILIZZO DEL FEEDBACK SCRITTO IN APPRENDENTI DI ITALIANO L2
Alberti, Livia
Nuzzo, Elena
2015-02-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4691
it_IT
Attraverso uno studio di caso che coinvolge due studentesse di italiano L2 di livello elementare/intermedio, si prendono in esame alcuni dei fattori che possono influire sull’utilizzo del feedback scritto da parte degli apprendenti. La raccolta dei dati si è svolta in tre giornate: nella prima le partecipanti hanno scritto un testo collaborativo a partire da una storia per immagini; nella seconda i testi, corretti con un intervento di feedback implicito, sono stati riconsegnati e la coppia ha prima analizzato le segnalazioni ricevute e poi riscritto il testo; nella terza le apprendenti hanno prodotto testi individuali a partire dallo stesso stimolo visivo. Oltre a confrontare le diverse stesure del testo, si analizzano le interazioni avvenute tra le apprendenti durante il lavoro di coppia finalizzato a utilizzare il feedback per produrre il secondo testo collaborativo. I risultati mostrano da un lato che un elevato livello di coinvolgimento nell’elaborazione del feedback non ne garantisce un utilizzo efficace, dall’altro che hanno un peso non trascurabile anche fattori più “personali” come le convinzioni sulla lingua bersaglio e l’atteggiamento nei confronti del lavoro di coppia. A case study on the development and use of written feedback in Italian L2 learners Through a case study involving two female elementary/intermediate Italian L2 students, we examine some of the factors that may affect the use of written feedback by the learners. Data collection took place over three days: on the first day, the participants wrote a collaborative text from a picture story; on the second the texts, corrected using implicit feedback, were returned, and the students first analyzed the reports received and then rewrote the text; on the third day the learners produced individual texts from the same visual stimulus. In addition to comparing the various drafts of the text, we analyzed the interactions between the learners during pair work aimed at using feedback to produce the second collaborative text. The results show, on the one hand, that a high level of involvement in interpreting the feedback does not guarantee efficient use. On the other, more “personal” factors, like beliefs about the target language and attitudes about pair work, have strong impact.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4692
2016-03-15T14:31:43Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4692
2016-03-15T14:31:43Z
Milano University Press
V. 6 N. 2 (2014); 15-66
STRATEGIE DI CONNESSIONE TESTUALE IN PRODUZIONI SCRITTE D’ITALIANO L2: LA SUCCESSIONE TEMPORALE NEI TESTI NARRATIVI
D'Alfonso, Alberto
2015-02-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4692
it_IT
Il contributo si occupa delle strategie utilizzate per la connessione testuale in italiano L2. Dopo un excursus sulle potenzialità del legame tra linguistica testuale e didattica dell’italiano, in cui si fa il punto su coesione e connessione, vengono esaminate le risorse linguistiche utilizzate a inizio periodo dagli apprendenti in produzioni scritte di tipo narrativo. Il materiale analizzato, suddiviso secondo i livelli di competenza, proviene dal corpus d’apprendimento ADIL2 dell’Università per Stranieri di Siena (brevemente illustrato in apertura). Le forme raccolte sono distribuite in base a cinque categorie: avverbi e congiunzioni usati come connettivi; riprese con dimostrativi; espressioni temporali in funzione testuale; altre espressioni temporali a inizio periodo; formule di scansione della narrazione. Dopo aver illustrato i dati sulla connessione nei testi (fornendo dati su frequenza assoluta, frequenza relativa e rapporto forme/occorrenze), l’indagine si concentra sull’espressione della successione temporale, intesa come scansione che a livello testuale separa un momento da quello che segue nel tempo: vengono illustrati e commentati i dati dell’indagine trasversale, in cui si documenta un quadro d’insieme sui comportamenti linguistici in diversi momenti d’apprendimento e livelli di competenza. Textual connection strategies in written italian L2 production: temporal succession in narrative texts This paper investigates connection strategies in Italian L2 texts. After a discussion on the potential link between textual linguistics and the teaching of Italian, which includes cohesion and connection, the linguistic resources used initially by learners in written narratives are examined. The material analyzed was divided according to the levels of competence and came from the Learning ADIL2 corpus compiled by the University for Foreigners in Siena (briefly described). The samples were divided in five categories: adverbs and conjunctions used as connectors; expressions with demonstratives; temporal expressions with textual functions; other temporal expressions used initially; scansion formulas of the narrative. After explaining the data regarding connections in the texts (absolute frequency, relative frequency and the form/occurrence ratio), the survey focuses on the expression of time sequences, meaning that scanning on the textual level separates one moment from what follows over time. The data is illustrated and commented on based on a transversal survey, which gives an overview of linguistic behavior during different periods of learning and at diverse skill levels.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4693
2016-03-15T14:31:43Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4693
2016-03-15T14:31:43Z
Milano University Press
V. 6 N. 2 (2014); 67-109
THE EFFECTS OF TEXTUAL ENHANCEMENT AND STRUCTURED INPUT ACTIVITIES ON THE ACQUISITION OF THE ITALIAN NOUN-ADJECTIVE AGREEMENT
Zanotto, Monica
2015-02-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4693
it_IT
La concordanza tra genere e aggettivo è una caratteristica morfologica presente nella lingua italiana che è di difficile acquisizione da parte degli studenti che hanno familiarità solo con lingue in cui la concordanza è del tutto assente. Il presente articolo presenta uno studio condotto presso l’Università degli Studi di Milano che si propone di comparare l’efficacia di due diversi modelli di didattica nell’acquisizione della capacità di utilizzare correttamente la concordanza di genere tra nome e aggettivo da parte di discenti di L2 di madrelingua cinese. I due metodi utilizzati nella sperimentazione sono il Textual Enhancement (Sharwood Smith, 1991)e le Structured Input Activities (Van Patten 1996,2004). La sperimentazione, strutturata in tre fasi (Benati, 2004), è stata condotta presso il Centro Marco Polo su un gruppo di sinofoni, studenti di italiano L2 di livello A2-B1. I risultati hanno confermato che sia il Textual Enhancement che le Structured Input Activities sono metodi d’insegnamento validi che aiutano i discenti ad elaborare particolari strutture morfologiche come la concordanza di genere. Tuttavia è emerso che il gruppo sottoposto al test con trattamento Structured Input Activities ha ottenuto risultati migliori rispetto al gruppo sottoposto a Textual Enhancement The present study seeks to explore the effects that different types of instructions, namely Textual Enhancement and Structured Input Activities, can have on the acquisition of noun-adjective gender agreement by L2 Italian learners. A view of the theoretical backgrounds together with a review of the studies conducted on textual enhancement and structure input activities provide an overview of the main topics of the research. The present research aims to investigate whether textual enhancement and structured input activities help learners to make significant grammatical gains when exposed to these types of instruction and also which one facilitate better improvements. To do so, an experimental research has been conducted at the Università degli Studi di Milano in Milan, Italy. A group of Chinese student learning Italian has been pre-tested, then divided in two groups and exposed to different types of instructions, namely textual enhancement and structured input activities and finally tested in order to see the effects of the exposure to different types of instructions. Results showed that textual enhancement and structured input activities are positive instructions that help learners to notice the target form and comprehend it. Furthermore the results showed that the group who undertook the SIA tests showed a significantly larger improvement than the group who undertook the TE tests.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4694
2016-03-15T14:31:43Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4694
2016-03-15T14:31:43Z
Milano University Press
V. 6 N. 2 (2014); 110-130
NUOVI ALFABETI PER NUOVI CITTADINI. LA SFIDA DELL’ALFABETIZZAZIONE IN UN MONDO GLOBALE
Bertolotto, Giulia
2015-02-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4694
it_IT
Il contributo si propone di analizzare la situazione sociolinguistica degli analfabeti stranieri adulti che acquisiscono e apprendono le abilità orali e di letto-scrittura in italiano L2. In modo particolare si tracciano i profili delle donne magrebine e dei profughi politici analfabeti mettendone in luce a) caratteristiche comuni, come il fatto, ad esempio, di essere studenti adulti caratterizzati dalla necessità di costruire abilità cognitive e di studio (quasi) ex novo e da una tipologia di pensiero concreta e orientata all’azione,b) peculiarità di target come il diverso peso attribuito all’apprendimento delle abilità linguistiche legato allo stile di vita e alle necessità più cogenti nella situazione migratoria, c) la variabile genere e le diverse barriere affettive a cui l’insegnante deve prestare attenzione per una riuscita efficiente da entrambe le parti dell’attività didattica. Il contributo si chiude facendo riferimento ad alcune ricadute didattiche dei concetti analizzati oltre che a testi teorici e manualistica di settore che sempre più sostengono qualitativamente la professione dell’alfabetizzatore e insegnante di italiano L2. New alphabets for new citizens. The literacy challenge in a global world This paper analyzes the socio-linguistic situation of foreign illiterate adults who acquire and learn oral skills and reading and writing in Italian L2. In particular, profiles are drawn for women from Maghreb and illiterate political refugees highlighting: a) common characteristics, such as the fact, for example, they are adult students who need to acquire cognitive and study skills (almost) from scratch and they are characterized by a type of concrete and action-oriented thinking, b) the characteristics of the target, like the different weight given to learning language skills linked to lifestyle and the more pressing needs of migrants, c) the gender variable and the different emotional barriers which the teacher must pay attention to in order to achieve mutual educational success and efficiency. In conclusion, the author refers to some educational implications of the concepts analyzed, in addition to considering how theoretical texts and manuals increasingly qualitatively illustrate the Italian L2 teacher’s role in literacy.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/4695
2016-03-15T14:31:43Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4695
2016-03-15T14:31:43Z
Milano University Press
V. 6 N. 2 (2014); 131-172
PLURILINGUISMO E INTERCOMPRENSIONE: UN’ANALISI DEI MATERIALI DI EUROM5 (ATTRAVERSO IL FRAMEWORK DI LITTLEJOHN)
Belotti, Marcello
2015-02-16
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4695
it_IT
Questo articolo propone al lettore un esempio di analisi di EuRom5, manuale e sito web dedicati all’intercomprensione, concepiti per l’apprendimento di una o piùL2 della famiglia romanza (portoghese, spagnolo, catalano, italiano, francese); si tratta di una rinnovata edizione (2011) di EuRom4 aggiornata alla lingua catalana. Attraverso il framework di Andrew Littlejohn, specificamente pensato per l’analisi di materiale didattico secondo la sua strutturazione per task e non già quindi secondo le sue dinamiche applicative in classe, si è analizzato il manuale nella sua architettura, procedendo per tre tappe principali: Descrizione oggettiva, Descrizione soggettiva e Inferenza soggettiva. Si è così potuto scandagliarne la struttura profonda, quali meccanismi siano sottesi al suo utilizzo e la rispondenza tra task dichiarate e la realizzazione di esse. Multilingualism and intercomprehension: an analysis of materials Eurom5 (using the Littlejohn framework) This article offers the reader an example of analysis of EuRom5, a manual and website dedicated to Intercomprehension, designed for the study of one or more L2 of the romance family (Portuguese, Spanish, Catalan, Italian, French). This is a revised edition (2011) of EuRom4 updated to include the Catalan language. Through the framework of Andrew Littlejohn, specifically designed for the analysis of educational materials according to tasks rather than their practical implementation in the classroom, I have examined the structure of the manual in three main stages: Objective Description, Subjective Description and Subjective Inference. As a result I offer a in-depth understanding of its structure, of the dynamics underlying its use and of the correspondence between intended tasks and their practical execution.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5010
2016-03-15T14:35:58Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5010
2016-03-15T14:35:58Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 1-39
L’ACQUISIZIONE DEI SEGNALI DISCORSIVI IN ITALIANO L2
Jafrancesco, Elisabetta
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5010
it_IT
Il contributo presenta i risultati di una ricerca sull’acquisizione dei segnali discorsivi (SD) in italiano L2, condotta su un corpus di parlato di studenti universitari in mobilità accademica, presenti nell’università di Firenze e inseriti in percorsi formativi di italiano L2 presso il Centro Linguistico di Ateneo. Il principale obiettivo dello studio è indagare l’italiano di stranieri relativamente a questo tratto specifico al fine di individuare eventuali sequenze acquisizionali, contribuendo a delineare lo sviluppo della competenza sociopragmatica degli apprendenti nei livelli di competenza proposti nel Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) Si analizza, in particolare, l’uso dei SD nel parlato dialogico degli informanti nei Livelli basico, indipendente e competente del QCER – con riferimento al modello tassonomico dei SD proposto da Bazzanella nella Grande grammatica italiana di consultazione (1995), integrato, in relazione allo specifico contesto, con nuove funzioni – evidenziando i principali macrofenomeni emersi, con l’intento inoltre di riflettere su come i dati dell’acquisizione dell’italiano L2 possono rappresentare un punto di riferimento per la definizione di percorsi formativi coerenti con i processi naturali di sviluppo della competenza.Acquisition of discourse markers in Italian L2The paper presents the results of a study on the acquisition of discourse markers (SD) in Italian L2 students, conducted on a corpus of spoken language by university students at the University of Florence who attended Italian L2 language course at the University Language Center. The main objective of the study was to investigate the Italian of foreigners in relation to this specific trait in order to identify possible acquisitional sequences, helping shape the development of learners' socio-pragmatic competence levels proposed in the Common European Framework of Reference for Languages (CEFR). In particular, we analyzed the use of SD in the spoken dialogue between students at the basic, independent and competent CEFR levels, with reference to the taxonomic SD model proposed by Bazzanella in the Grande grammatica italiana di consultazione (1995). In relation to the specific context, we integrated new features, focusing on key macro-phenomena that emerged, with the intention of considering how L2 data acquisition can be a reference point for the definition of training consistent with the natural processes of competence development.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5011
2016-03-15T14:35:58Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5011
2016-03-15T14:35:58Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 40-49
IL WORKSHOP DI FONETICA IN ITALIANO L2/LS
Calabrò, Lidia
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5011
it_IT
Lavorare sugli aspetti fonetico-fonologici di una lingua straniera sembra essere ritenuta un’impresa abbastanza ardua da parte dei docenti e un lavoro faticosissimo da parte degli apprendenti. Attraverso un’esperienza iniziata con studenti lusofoni del brasile si vuole presentare il workshop di fonetica nell’italiano L2 come proposta di didattica integrativa al fine di sensibilizzare gli studenti ai tratti segmentali e soprasegmentali della L2 a contrasto con quelli della loro L1. Nel presente contributo verranno presentate alcune attività riguardanti la percezione e l’articolazione dei suoni vocalici, la tecnica della proprioception e la presentazione della tabella fonemica per le vocali, le trascrizioni fonetiche e la durata vocalica in sillaba accentata. Tutte le attività prevedono un coinvolgimento personale e totale del singolo apprendente e di tutta la classe in quanto il workshop si avvale di multimodalità, multimedialità e apprendimento collaborativo al fine di scoprire i suoni della L2 e riflettere sulla loro percezione e articolazione.Italian L2/FL phonetic workshopsSecond language phonetics and phonological aspects are considered difficult to teach and learn by teachers and learners respectively. Based on a teaching experience with Brazilian students, this paper aims at presenting phonetic workshops in Italian as a second language to raise consciousness in students about the FL segmental and suprasegmental aspects in contrast to those of their L1. Some activities related to Italian vowels will be presented: perception and articulation, the proprioception technique and the phonemic chart, phonetic transcriptions and vowel length in stressed syllables. The activities involve the students in a more personal, total and physical way in collaboration with their classmates. The workshop designed as multimodal, multimedia and cooperative, aiming at discovering the sounds of the FL and reflecting on the perception and articulation of these sounds.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5012
2016-03-15T14:35:58Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5012
2016-03-15T14:35:58Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 50-59
L’ITALIANO È LA LIBERTÀ, L’ITALIANO È UNA MONTAGNA. DESIDERI, BISOGNI E RAPPRESENTAZIONI DELLA NUOVA LINGUA NEI CORSI PER LE DONNE IMMIGRATE
Favaro, Graziella
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5012
it_IT
Gli immigrati adulti si avvicinano all’apprendimento della seconda lingua con i loro bisogni e le attese, con le loro idee e rappresentazioni del nuovo codice. Per essere efficace, un corso di italiano L2 deve essere quanto più possibile “su misura” e dare risposte mirate alle domande implicite ed esplicite degli apprendenti. Per cercare di esplorare i bisogni e le aspettative, gli approcci iniziali alla nuova lingua e gli aspetti emotivi legati alle parole e ai significati, è stato proposto un questionario a un numero consistente di donne immigrate. Dalla lettura si ricavano profili e cammini diversi di integrazione linguistica, nei quali l’italiano si colloca ora ai margini, ora entro un tempo/spazio circoscritti, ora in posizione centrale e intrafamigliare. ITALIAN IS FREEDOM, ITALIAN IS A MOUNTAINDesires, needs and images of a new language in courses for immigrant womenAdult immigrants approach learning a second language with their needs and expectations, with their ideas and images of the new language. To be effective, an Italian L2 course must be as “tailored” as possible and provide targeted responses to implicit and explicit questions of the learners. In order to explore needs and expectations, initial approaches to a new language and the emotional aspects linked to words and meanings, a questionnaire was given to a large number of immigrant women. Data analysis provided profiles and illustrated the different paths of linguistic integration. The Italian language is sometimes in a marginal position, sometimes within circumscribed time/space, sometimes it plays a central and intrafamilial role.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5014
2016-03-15T14:35:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5014
2016-03-15T14:35:59Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 111-130
TRA LINGUA E CULTURA: LA COMPETENZA PRAGMATICA INTERCULTURALE
Mariani, Luciano
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5014
it_IT
Le interazioni sociali, verbali e non verbali, sono sempre regolate da norme culturali, per lo più implicite, il cui rispetto costituisce un presupposto di una comunicazione efficace. La competenza pragmatica interculturale studia queste norme e come esse condizionano i comportamenti comunicativi. Il contributo, dopo aver esaminato il ruolo di questa competenza nell’ambito più generale della competenza comunicativa, illustra il rapporto tra forme linguistiche e norme culturali, in particolare nella realizzazione degli atti linguistici e delle loro sequenze. Vengono quindi prese in considerazione le implicazioni pedagogiche e le possibili applicazioni didattiche nel processo di apprendimento e di insegnamento di una lingua seconda o straniera, fornendo da ultimo alcuni esempi di attività e materiali.Between language and culture: intercultural pragmatic competenceSocial interactions, both verbal and non-verbal, are always governed by (usually implicit) cultural norms, which are a prerequisite of effective communication. Intercultural pragmatic competence studies such norms and how they impact on communicative behaviours. This paper first examines the role of this competence within the scope of communicative competence. The relationship between language forms and cultural norms is then explored, with particular reference to the realization of speech acts and their sequences. Finally, pedagogical implications and possible teaching applications are discussed in the context of second and foreign language learning and teaching, together with some examples of relevant activities and materials.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5016
2016-03-15T14:35:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5016
2016-03-15T14:35:59Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 131-156
«DAL LABBRO IL CANTO ESTASÏATO VOLA»: RIFLESSIONI LINGUISTICHE E GLOTTODIDATTICHE SULL’ITALIANO DELL’OPERA LIRICA
Minghi, Uberto
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5016
it_IT
Il presente lavoro approfondisce, nelle sue pagine iniziali, il tema dell’italiano dei libretti d’opera inteso come vera e propria varietà linguistica e «ipercordice» del quale vengono esaminati in forma sintetica i tratti caratterizzanti di natura lessicale e morfosintattica. Ci si sofferma soprattutto su forme e stilemi più ricorrenti che costituiscono, in un certo qual modo, le peculiarità più riconoscibili della lingua del melodramma: arcaismi, aulicismi, alterazioni dell’ordine delle parole e delle frasi, adattamenti alla forma metrica mediante ellissi e pleonasmi etc. Si passa, poi, a descrivere la natura del cantante d’opera intesa come tipologia di apprendente, in termini di bisogni linguistici, motivazioni, attitudini e predisposizione all’apprendimento. Vengono poi presi in considerazione alcuni aspetti più propriamente glottodidattici, attraverso una breve carrellata di strumenti e tecniche atte a sviluppare le competenze e le abilità più richieste a chi si approccia al melodramma italiano in ambito formativo o professionale: ascolto (di interpretazioni e passaggi celebri delle opere trattate); lettura (comprensione intensiva); produzione orale: (competenza fonologica ed espressiva; recitazione); produzione scritta (parafrasi del testo, traduzione intralinguistica). Nelle pagine conclusive, infine, si forniscono alcune indicazioni in merito ai contenuti professionali dell’insegnante di italiano per cantanti d’opera in termini di coaching linguistico e alle potenzialità del melodramma – della sua lingua, delle sue ««storie» e dei suoi personaggi – come straordinario veicolo (ancora non pienamente sfruttato) di promozione della cultura italiana nel mondo.«Dal labbro il canto estasïato vola»: linguistic and language teaching reflections on Italian operaThis paper initially focuses on the theme of Italian opera librettos understood as real linguistic typology and “hyper-code” whose characteristic lexical and morphosyntactic features will be examined. We will primarily focus on the most common forms and styles that are, in some ways, the most recognizable characteristics of the language of opera: archaisms, aulicisms, changes in the order of words and phrases, adaptations to the metric form by ellipses and pleonasms etc. We then describe the figure of the opera singer considered to be a specific type of learner in terms of language needs, motivations, inclinations and readiness to learn. We then take into account some aspects more specific to language teaching, through a brief overview of tools and techniques designed to develop the most requested skills and abilities for the Italian opera, at either a student or a professional level. These include: listening (to interpretations and famous passages from selected operas); reading (intensive comprehension); voice production: (phonological and expressive skills; acting); written production (paraphrasing texts, intralinguistic translation). In conclusion, we provide several recommendations, with regard to professional teachers of Italian for opera singers, in terms of language coaching and the power of the opera - its language, its stories and its characters - as an extraordinary vehicle (still not fully exploited) for the promotion of Italian culture around the world.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5019
2016-03-15T14:35:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5019
2016-03-15T14:35:59Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 184-210
I CORSI IBRIDI DI ITALIANO L2: LEZIONI IN PRESENZA E PIATTAFORME MULTIMEDIALI COME STRUMENTI DI CO-COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA
Baccari, Rosetta
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5019
it_IT
L’articolo parte dalla riflessione sull’utilizzo delle tecnologie educative nel mondo contemporaneo per poi mostrare i vantaggi e le potenzialità dei corsi ibridi o blended nel processo di insegnamento/apprendimento dell’italiano L2. A supporto di tale tesi sono riportate le osservazioni tratte dall’esperienza di tirocinio svolta presso il PLO Pepe del Comune di Milano dove è stato attivato con successo un corso ibrido di 10° livello (livello C1 del QCER). Il corso, basato sull’integrazione tra le tradizionali lezioni in classe e le lezioni on-line a distanza tramite la piattaforma Moodle, ha consentito di superare i limiti e le difficoltà connessi a ciascuna modalità di insegnamento/apprendimento quando applicata isolatamente e ha permesso di creare una comunità di apprendimento in cui ciascun apprendente ha avuto la possibilità di costruire e co-costruire con gli altri il percorso di apprendimento secondo i propri ritmi e bisogni. L’ultima parte del lavoro riguarda una proposta di insegnamento dell’italiano L2 attraverso l’utilizzo di Edmodo, una piattaforma digitale alternativa a Moodle. Gratuita e di facile utilizzo, permette agli studenti di partecipare in modo attivo e costruttivo alle attività proposte e agli insegnanti di personalizzare e rendere più accattivante l’offerta didattica. Hybrid Italian L2 courses: frontal lessons and multimedia platforms as instruments in the co-construction of knowledgeThe article begins by discussing the current use of educational technology, highlighting the advantages and potentials of hybrid or blended courses in L2 teaching/learning. To support this thesis, observations are drawn from training experiences which took place at the PLO Pepe in Milan where a hybrid 10th level course (level C1 CEFR) was activated. The course, based on the integration between traditional classroom and online classes held remotely via the Moodle platform, enabled us to overcome the limitations and difficulties associated with each mode of teaching/learning when applied separately and allowed us to create a learning community where each learner had the chance to build and co-build their learning, doing it according to their own pace and needs. The last part is a proposal for teaching Italian L2 using Edmodo, a digital platform alternative to Moodle. Free and easy to use, it allows students to actively and constructively participate in the proposed activities and teachers to customize and make their teaching more appealing.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5038
2016-03-15T14:35:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5038
2016-03-15T14:35:59Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 60-110
L’EDUCAZIONE PLURILINGUE E GLI ATTEGGIAMENTI DEGLI INSEGNANTI
Sordella, Silvia
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5038
it_IT
Questo articolo illustra alcuni risultati di una ricerca condotta sugli atteggiamenti degli insegnanti di classi plurilingue nei confronti dei propri alunni di origine immigrata di prima e/o seconda generazione o neoarrivati. A partire da due esperienze di focus group e attraverso un modello multidimensionale degli atteggiamenti, è stato elaborato un questionario per la cui compilazione sono state coinvolte ventisette scuole primarie del Piemonte. I dati che verranno presentati si riferiscono innanzitutto agli elementi di conoscenza rispetto alle lingue parlate a casa dagli alunni; permettono poi di comprendere come possano essere valutate le diverse implicazioni del plurilinguismo nei processi di apprendimento; infine offrono una panoramica di esperienze didattiche attraverso le quali si concretizza l’intento di valorizzare le varie “lingue di casa”.L’esplorazione degli atteggiamenti degli insegnanti rappresenta un punto di partenza essenziale per comprendere le modalità con le quali promuovere l’educazione plurilingue, obiettivo irrinunciabile per la nostra scuola e per la nostra società.Plurilingual Education and teachers’ attitudesThis article discusses some of the research results on the attitudes of teachers towards the fact that some of their students have a multilingual repertoire.Based on two focus groups and a multi-dimensional model of the attitudes, a questionnaire was developed and administered in twenty-seven primary schools in the Piedmont region of Italy. The data presented relates primarily to knowledge with respect to languages spoken at home by students; we then consider how the different implications of multilingualism in learning processes can be evaluated; finally, there is an overview of educational experiences which intend to give value to the various “languages from home”.The exploration of teachers’ attitudes is an essential starting point for understanding how to promote multilingual education, an essential goal for our schools and for our society.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/5040
2016-03-15T14:35:59Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5040
2016-03-15T14:35:59Z
Milano University Press
V. 7 N. 1 (2015); 157-183
COMPETENZA DIGITALE E GLOTTOTECNOLOGIE PER L’INSEGNANTE DI ITALIANO L2/LS
Santalucia, Diego
2015-07-14
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/5040
it_IT
L’articolo, prendendo spunto da recenti progetti che spingono per un utilizzo sempre più esteso di tablet e strumenti digitali in classe, fa riferimento alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea (2006) per discutere alcuni degli elementi rappresentativi della “competenza digitale” che la Raccomandazione delinea. Alla luce di questi elementi si sviluppano alcune indicazioni sull’uso ragionato dei motori di ricerca e di alcune risorse offerte dalla rete, come Google Docs e Google Drive.Seguono una breve illustrazione di Edmodo, una piattaforma didattica social, e alcune indicazioni sull’utilizzo degli smartphone per l’accesso a risorse utili e semplici da condividere in classe. Sono tracciate alcune linee guida sulla gestione di risorse già accessibili in rete e che sono, quindi, a disposizione di quegli insegnanti di Italiano L2/LS che vogliano utilizzare sistemi di condivisione online a sostegno della didattica in presenza.Digital competence and digital language teaching for Italian L2/FL teachersThe article, inspired by recent projects that push for an ever-wider use of tablets and digital tools in the classroom, refers to the Recommendation of the European Parliament and of the Council of the European Union (2006) discusses some of the representative elements of “digital competence” that the Recommendation outlines. In light of these elements, some guidelines on the use of search engines and some resources offered by the network, such as Google Docs and Google Drive, are offered.This is followed by a brief description of Edmodo, a social learning platform, and information on the use of smartphones to access helpful resources that are easy to share in class. Finally, some guidelines on the management of resources already available on the Internet for Italian L2/FL teachers who want to use online sharing systems to support of frontal lessons are given.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/6802
2016-03-15T14:36:09Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6802
2016-03-15T14:36:09Z
Milano University Press
V. 7 N. 2 (2015); 13-35
FOCALIZZARE LA FORMA: SVILUPPO DELLA COMPETENZA LINGUISTICA NELLA CLASSE MULTILINGUE DELLA SCUOLA PRIMARIA
Whittle, Anna
2016-02-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6802
it_IT
L’obiettivo di questo contributo è la descrizione di modelli di didattica della grammatica all’interno di un approccio comunicativo all'insegnamento della L2. L’etichetta focus on form raccoglie alcune strategie di interazione che promuovono l’accuratezza linguistica all'interno di un dispositivo che non perde di vista l’aggancio con la dimensione del significato. Per delineare i tratti di questo approccio sono stati proposti degli esempi, tratti da trascrizioni di interventi in classe, che illustrano opzioni diverse di insegnamento della grammatica nella classe multilingue: da un modello deduttivo e decontestualizzato (focus on forms), ad un intervento di riflessione sulla lingua utile a notare delle regolarità linguistiche e una focalizzazione sulla forma basata sul feedback correttivo (focus on form). Per chiarire il ruolo che la focalizzazione sulla forma può avere in un task comunicativo sono state messe a confronto due sequenze di insegnamento, una di L1 e l'altra di L2 nella stessa classe di scuola primaria frequentata dal 50% di bambini non italofoni di cui 5 di livello basico. I due approcci sono stati ricondotti alla distinzione fra focus on meaning (didattica della L1) e focus on form (didattica della L2). Tutti gli esempi sono tratti da tre classi seconde della stessa scuola coinvolte in un esperimento didattico sull’acquisizione di tre forme del presente indicativo italiano. Focusing on the form: the development of expertise in multilingual primary school classesThe paper describes communicative grammar teaching models in L2 teaching. The label “focus on form” collects some interaction strategies that promote linguistic accuracy without losing sight of the link with the dimension of meaning. Examples taken from transcripts of speeches in class outline the features of this approach, showing different options for teaching grammar in the multilingual classroom: from a deductive and decontextualized model (focus on forms), to a reflection on language to note regularities and focus on form-based corrective feedback (focus on form). To clarify the role that the focus on form can have in a communication task, two teaching sequences were compared, one L1 and the other L2, in the same primary school class attended by 50% of children do not speak Italian, of which 5 were at a basic level. The two approaches reconsidered the distinction between focus on meaning (teaching L1) and focus on form (teaching L2). All examples were taken from three second-year classes at the same school involved in an educational experiment on the acquisition of three forms of the present indicative tense in Italian.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/6803
2016-03-15T14:36:09Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6803
2016-03-15T14:36:09Z
Milano University Press
V. 7 N. 2 (2015); 36-50
MADRELINGUA E ITALIANO L2: UN’INDAGINE SU BILINGUISMO E PERSONALITÀ
Milazzo, Rosangela
2016-02-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6803
it_IT
L’articolo presenta i risultati di una ricerca che trae origine dalla lettura di un saggio di Camilla Bettoni, Usare un’altra lingua. Guida alla pragmatica interculturale (Laterza, Roma-Bari 2006) in cui affronta, tra gli altri, il tema della doppia personalità nell’ambito di uno studio sul bilinguismo e il biculturalismo, e si chiede se esista una relazione tra bilinguismo e personalità, ovvero se l’alternanza delle lingue conosciute comporti cambiamenti nella personalità dei bilingui. In questo contributo, un cambiamento di personalità, intesa nel senso più esteriore degli atteggiamenti e dei comportamenti messi in atto nell’alternare la madrelingua con l’italiano L2, ma anche intesa nella sua dimensione più interiore che coinvolge gli stati affettivi fino al senso di identità personale, è stato indagato direttamente su alcuni soggetti bilingui residenti in Italia e con una conoscenza dell’italiano come lingua seconda attestata a livelli di progresso e padronanza, secondo il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Mother tongue and Italian L2: a survey on bilingualism and personalityThe article presents the results of a study inspired by from an essay by Camilla Bettoni, Using Another Language. Pragmatic Intercultural Guide (Yale University Press, Rome-Bari 2006) which addressed, among other issues, the theme of split personality in a study on bilingualism and biculturalism, and poses the question of whether there is a relationship between bilingualism and personality, and whether switching between languages causes personality changes in bilinguals. In this paper, personality change meant the most outward attitudes and behaviors adopted when alternating between the mother tongue and Italian L2, as well as less visible changes involving affective states and personal identity. The participants were bilingual subjects residing in Italy with a knowledge of Italian as a second language measured according to the levels of the Common European Framework of Reference for Languages.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/6804
2016-03-15T14:36:09Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6804
2016-03-15T14:36:09Z
Milano University Press
V. 7 N. 2 (2015); 51-70
NARRAZIONE, APPRENDIMENTO E IDENTITÀ CULTURALE NELLA CLASSE DI ITALIANO L2
Fiorentino et alii, Giuliana
2016-02-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6804
it_IT
L’articolo coniuga la ricerca sulla narrazione come attività fondativa dell’individuo e della collettività per la costruzione dell’identità con la ricerca glottodidattica nell’ambito dell’italiano lingua seconda, in un contesto di adulti migranti. Partendo da alcune considerazioni di carattere antropologico e psicologico sulla riscoperta del valore della narrazione come pratica sociale, culturale e di costruzione del sé, si approda ad una sintetica considerazione della sua utilizzabilità e disponibilità nella classe di lingua. Alla riflessione teorica segue una parte descrittiva in cui si riporta un’esperienza didattica nella classe di italiano L2 e si osserva la ricchezza di spunti didattici a cui un’unità di apprendimento sulla narrazione di viaggi e autobiografica può dare luogo. Narration, learning and cultural identity in italian L2 classroomsThe article combines research on storytelling as a foundational activity for both individuals and the community in the construction of identity with research in the field of Italian L2 teaching, with a group of adult migrants. Starting from anthropological and psychological considerations regarding rediscovering the value of narration as a social, cultural and self-construction practice, there is also a briefoverview of its usability and availability in the language class. Theoretical reflection follows a descriptive part, featuring a didactic experience in an Italian L2 class, offering a wealth of teaching suggestions that spring from a learning unit on travel and autobiographical narrative.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/6805
2016-03-15T14:36:09Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6805
2016-03-15T14:36:09Z
Milano University Press
V. 7 N. 2 (2015); 71-86
L’ELICITED ORAL IMITATION TEST COME STRUMENTO DI MISURAZIONE DELLE CONOSCENZE IMPLICITE E DELLE ABILITÁ DI PROCESSING
Borro, Ilaria
Luoni, Gabriele
2016-02-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6805
it_IT
Lo studio esamina la validità dell’Elicited Oral Imitation Test (EI) nella misurazione delle conoscenze implicite e delle strategie di processing. Si basa sull’ipotesi elaborata da Erlam secondo il quale l’EI è ricostruttivo, cioè richiede agli apprendenti di processare l’input orale e non di ripeterlo meccanicamente. La struttura misurata nello studio è il participio passato: la scelta è motivata dal fatto che si tratta di una struttura problematica a diversi livelli di competenza e richiede la capacità di processare tratti morfologici e sintattici allo stesso tempo (Salvi, Vanelli, 2004).I partecipanti sono 26 studenti cinesi di livello A2 e B1 che, all'epoca, avevano frequentato per circa 400 ore un corso di lingua italiana all'Università degli Studi di Milano. Lo studio utilizza, oltre all’EI, altre due forme di valutazione: un Untimed Grammaticality Judgment Test (UGJT) e un Metalinguistic Knowledge Test (MKT). Lo studio ha dimostrato che l'EI ha un debole correlazione con l'UGJT e con l’MKT, a conferma del fatto che gli studenti hanno fatto affidamento su due tipi di competenze differenti che possono essere identificate con le conoscenze implicite e il processing nel caso dell'EI e con le conoscenze esplicite nel caso dell’UGJT e dell’MKT. I dati raccolti nello studio hanno anche evidenziato una correlazione tra UGJT e MKT a riprova che i due tipi di valutazione richiedono competenze basata su costrutti simili. The elicited oral imitation test as a tool for measurement of knowledge and skills of implied processingThe study examined the validity of the Elicited Oral Imitation Test (EI) in the measurement of implicit knowledge and processing strategies. It is based on the hypothesis developed by Erlam that EI is reconstructive, requiring learners to process oral input and not to repeat it mechanically. The structure measured in the study was the past participle: this choice was motivated by the fact that it is a problematic structure at different levels of expertise and requires the ability to process syntactic and morphological traits simultaneously (Salvi, Vanelli, 2004).The participants were 26 Chinese students from level A2 and B1 that, at the time, had attended to about 400 hours of an Italian language course at the University of Milan. Besides the EI, two other forms of evaluation were used in the study: an Untimed Grammaticality Judgment Test (UGJT) and a Meta-linguistic Knowledge Test (MKT). The study showed that the EI had a weak correlation with the UGJT and the MKT, confirming the fact that students rely on two different types of skills that can be identified with implicit knowledge and processing regarding the EI and explicit knowledge regarding the UGJT and the MKT. The data collected in the study also showed a correlation between the UGJT and the MKT and proves that the two types of assessments require expertise based on similar constructs.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/6806
2016-03-15T14:36:09Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6806
2016-03-15T14:36:09Z
Milano University Press
V. 7 N. 2 (2015); 87-98
LINGUA ITALIANA E LINGUA NAZIONALE IN ALCUNE PARTITURE DI MUSICA GIAPPONESE
Giardini, Marco
Kamiya, Miho
2016-02-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6806
it_IT
L’articolo intende esaminare le caratteristiche principali dell’«italiano musicale» in alcune partiture del repertorio vocale classico giapponese del XIX e del XX secolo. Nella parte introduttiva vengono esaminati i tratti principali della storia e della cultura musicale giapponese, con particolare riferimento all’introduzione del sistema occidentale e alla sua fusione con il repertorio preesistente durante l’epoca Meiji; vengono successivamente presentati in traduzione alcuni brani particolarmente rappresentativi, con alcune indicazioni biografiche sui rispettivi autori.Nella seconda parte, viene esaminato più nel dettaglio il lessico musicale in alcune partiture, seguendo la seguente classificazione: 1) indicazioni sul genere e sul titolo delle composizioni; 2) indicazioni di carattere agogico e di espressione; 3) indicazione di carattere dinamico. Particolare attenzione è dedicata alle motivazioni che spingono i compositori giapponesi ad alternare la lingua italiana alla lingua nazionale, nonché alla capacità dell’«italiano musicale» di adattarsi alle peculiari esigenze espressive di un orizzonte artistico piuttosto lontano da quello europeo. Italian and Japanese language in some japanese music scoresThe article will examine the main features of Italian musical language in some scores of the Japanese classical vocal repertoire of the nineteenth and twentieth centuries. The introductory part reviews the main features of the history and culture of Japanese music, particularly in the context of the Western system and its merging with the existing repertoire during the Meiji era; some particularly significant translated excerpts are presented, with some biographical information about the authors.In the second part, the musical lexicon in some scores is examined in greater depth, classified in the following manner: 1) details of the type and title of the compositions; 2) agogic and expressive aspects; 3) indication of the dynamics. Particular attention is paid to what motivates Japanese composers to alternate Italian with Japanese, and the ability of Italian musical language to adapt to the specific expressive needs in an artistic sphere that is far from the European one.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/6823
2016-03-15T14:36:10Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6823
2016-03-15T14:36:10Z
Milano University Press
V. 7 N. 2 (2015); 1-12
L’INSEGNAMENTO DELLA PRAGMATICA ITALIANA SU LIRA: COME REAGISCONO GLI UTENTI?
Del Bono, Federica
Nuzzo, Elena
2016-02-18
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/6823
it_IT
Nel presente contributo si riportano i risultati di uno studio che coinvolge un gruppo di parlanti non nativi dell’italiano ai quali è stato chiesto di sperimentare alcune delle proposte didattiche presenti sul sito LIRA (Lingua/cultura Italiana in Rete per l’Apprendimento), creato per favorire lo sviluppo e il mantenimento di competenze pragmatico-culturali in italiano L2. I materiali di LIRA sono raggruppati in aree tematiche che coprono un’ampia gamma di argomenti legati agli usi pragmalinguistici e alle norme sociopragmatiche dell’italiano, e sono costruiti a partire dacampioni di parlato spontaneo o semi-spontaneo e da documenti scritti autentici.Gli informanti sono stati invitati ad affrontare alcuni dei percorsi didattici di LIRA e la loro attività è stata monitorata per mezzo di protocolli di indagine introspettiva.I commenti mostrano come, nel complesso, tanto l’uso di input autentico quanto il ricorso a tipi di feedback che aprono al confronto invece di fornire un’unica soluzione corretta stimolino la riflessione e quindi contribuiscano allo sviluppo della consapevolezza sui fenomeni su cui si desidera attirare l’attenzione degli utenti. La scelta di fare affidamento esclusivamente su esempi autentici di uso della lingua consente inoltre di affrontare temi che vengono abitualmente trascurati nell’insegnamento dell’italiano a stranieri e che suscitano invece grande interesse e curiosità negli apprendenti. Teaching italian pragmatics using LIRA: how do users react?In this paper we report the results of a study involving a group of non-native speakers of Italian who were asked to do some of the educational proposals on the LIRA (Language / culture in Italian Network for Learning) site, created to encourage the development and maintenance of skills in pragmatic-cultural Italian L2. The LIRA materials are grouped into subject areas that cover a wide range of topics relating to Italian pragma-linguistic use and socio-pragmatic standards and are constructed from samples of spontaneous or semi-spontaneous speech and authentic written documents.The informants were invited to try some of the educational LIRA activities and they were monitored through introspective survey protocols. The comments show that, overall, the use of real input, as well as the use of feedback open to comparison,(rather than providing a single correct solution) stimulated reflection and thus contributed to the development of awareness of the phenomena meant to attract the users’ attention. The decision to rely solely on authentic language also made it possible to address issues that are usually neglected in teaching Italian to foreigners and created great interest and curiosity in the learners.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7560
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7560
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 1-12
L’ITALIANO CHE INCLUDE: LA LINGUA PER NON ESSERE STRANIERI. ATTENZIONI E PROPOSTE PER UN PROGETTO DI FORMAZIONE LINGUISTICA NEL TEMPO DELLA PLURALITÀ
Favaro, Graziella
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7560
it_IT
Si presenta qui il documento elaborato dal Gruppo 1 dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura “Insegnamento dell’italiano come lingua seconda e valorizzazione del plurilinguismo”. Il documento prende in esame i diversi volti e aspetti dell’italiano L2 nei contesti e nelle situazioni di contatto multiculturale in cui si presenta, la tipologia degli apprendenti e i loro diversi bisogni. In relazione a questa analisi vengono poi formulate attenzioni e proposte sulla formazione linguistica degli adulti, sull’insegnamento dell’italiano L2 per i minori, sulla valorizzazione del plurilinguismo e sulla formazione degli insegnanti.Inclusive italian: language bridging foreignessThoughts and proposals for language training in a plural worldWe present a document created by Group 1 of the National Observatory for the integration of foreign students and inter-culture “Teaching Italian as a second language and an enhancement of multilingualism”. The paper explores the aspects of Italian L2 in multicultural contexts and situations, the type of learners and their individual needs. Based on this analysis, thoughts and proposals on language training for adults and children, on the enhancement of multilingualism and on teacher training are formulated.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7561
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7561
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 13-29
LINGUISTICA ACQUISIZIONALE E SILLABO: ALCUNE RIFLESSIONI PRELIMINARI
Luoni, Gabriele
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7561
it_IT
Gli studi di linguistica acquisizionale (SLA, Second Language Acquisition) negli ultimi anni hanno delineato quanto sia complesso imparare un’altra lingua. Sono state esplorate sempre più in profondità le differenze tra i processi di acquisizione e apprendimento ed è emersa una conoscenza sempre più dettagliata dei meccanismi di acquisizione. Anche se i risultati hanno origine in studi sperimentali che spesso sono condotti al di fuori dei normali contesti didattici, offrono, tuttavia, spunti teorici che possono essere utilizzati per organizzare con maggior coerenza il sillabo. Nella prima parte dell’articolo vengono esaminate alcune caratteristiche di un sillabo linguistico; vengono poi prese in considerazione le caratteristiche dei processi di acquisizione sulla base degli studi più recenti e confrontate con i dati sull’acquisizione della lingua italiana. Nella parte centrale vengono esaminati i modelli di interfaccia tra conoscenze esplicite e implicite a partire dagli studi di N.C. Ellis e Michael Ulman e alcuni tratti del modello di Input Processing elaborato da Van Patten per mostrare quale ruolo possano avere nell’elaborazione dei contenuti del sillabo. Nell’ultima parte viene affrontato un caso pratico di studio sui pronomi clitici.Acquisitional linguistics and syllabus: some preliminary reflectionsStudies on acquisitional linguistics (SLA Second Language Acquisition) in recent years have outlined the complexity of learning another language. The differences between acquisition and learning processes have been explored more thoroughly and greater knowledge regarding capture mechanisms has emerged. Although the results from experimental studies are often conducted outside normal teaching contexts, they offer theoretical insights that can be used to organize the syllabus more coherently. In the first part of the article, some of the characteristics of a language syllabus are examined. The traits of acquisition on the basis of the most recent studies are taken into consideration and compared with data on the acquisition of the Italian language. There is a discussion regarding explicit and implicit knowledge interface models, starting from the studies by N.C. Ellis and Michael Ulman and some sections of the Input Processing model developed by Van Patten, in order to show what role they may have in the development of the content of the syllabus. In the last part, a practical case study on clitic pronouns is presented.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7562
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7562
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 30-53
META-ANALISI E APPLICAZIONE DI UNA PROPOSTA DIDATTICA ORIENTATA ALL’AZIONE PER L’APPRENDIMENTO DEI SEGNALI DISCORSIVI IN ITALIANO LS
Ferroni, Roberta
Birello, Marilisa
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7562
it_IT
Nel presente contributo si riportano i risultati di uno studio i cui obiettivi sono: a) verificare come vengono trattati i segnali discorsivi (SD) in un manuale di italiano LS il cui approccio è orientato all’azione; b) analizzare come questi SD vengono percepiti e ritualizzati nel parlato dialogico di studenti di italiano LS di livello B1 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. La ricerca è stata svolta fra studenti universitari del corso di Laurea di Lingua e Letteratura Italiana della Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell’Università di San Paolo del Brasile. Dall’analisi delle proposte didattiche, tratte dall’unità 6 del corso d’italiano per stranieri Bravissimo! 3-B1(Birello e Vilagrasa, 2014), si evince che le attività incentrate sui SD presuppongono un costante reimpiego in un contesto di lavoro significativo, attraverso degli «spazi interattivi» in cui gli apprendenti prendono consapevolezza e mettono alla prova le regole che gestiscono la co-costruzione conversazionale in LS. L’esposizione e la riflessione sui SD, abbinate a proposte di attività interattive significative, in cui lo studente ha un preciso scopo da raggiungere, offrono delle opportunità di riutilizzo dei SD simile a quello che può prodursi in una situazione al di fuori dell’aula.Meta-analysis and application for action-learning italian fl discourse signalsIn this paper we report the results of a study whose objectives were: a) to determine how discourse markers (DMs) are addressed in an action-oriented Italian FL textbooks; b) to analyze how these DMs are perceived and ritualized in the spoken conversation of students studying Italian as a FL at the B1 level as defined by the Common European Framework of Reference for Languages. The study was carried out among university students majoring in Italian Language and Literature at the School of Philosophy, Letters and Humanities of the University of São Paulo, Brazil. The analysis of the pedagogical approach, focusing on Unit 6 of an Italian for foreigners course, Bravissimo! 3-B1 (Birello and Vilagrasa, 2014), indicates that the activities concentrating on DMs assume constant practice in a meaningful task context, through “interactive spaces” in which the students become aware of and practice the rules that govern conversational co-construction in the FL. The presentation of and reflection on DMs, coupled with the meaningful interactive activity approach, where the student has a precise objective, provide opportunities to practice DMs similar to those that can occur in situations outside of the classroom.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7563
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7563
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 54-64
PROBLEMI DI DECODIFICAZIONE DI ESPRESSIONI IDIOMATICHE ITALIANE IN APPRENDENTI ALGERINI
Amina, Hachouf
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7563
it_IT
L’apprendimento di una lingua non consiste soltanto nell’appropriarsi degli elementi minimi che la costituiscono, ma anche della sua ricchezza fraseologica. Ora, afferrare il senso di un’espressione idiomatica richiede una certa dimestichezza con la lingua del soggetto parlante, tanto nella lingua madre che nella lingua obiettivo. Per la loro frequenza di uso nel linguaggio quotidiano, tali espressioni che rivelano alcuni aspetti culturali specifici della lingua, costituiscono una componente rilevante della competenza lessicale. In sede glottodidattica il dovere di afferrare il senso dell’espressione idiomatica incombe sull’insegnante. Però, non è sufficiente presentare le espressioni idiomatiche della lingua straniera con le loro rispettive significazioni. Queste unità fraseologiche dovrebbero fare parte dell’apprendimento della lingua. Questo lavoro si focalizza sulle difficoltà che incontrano gli studenti algerini per la comprensione di tali unità lessicali. Fare scoprire agli studenti le divergenze interpretative di alcune espressioni idiomatiche ― tra la loro cultura e la cultura italiana ― costituisce il primo passo per l’acquisizione di una competenza comunicativa in quella lingua.Algerian learners’ problems in decodifying italian idiomatic expressionsLearning a language means not only knowing elements of that language but also the richness of its phraseology. Grasping the meaning of an idiom requires familiarity both with the source language and the target language. Frequent, everyday use of idiomatic expressions reveals specific cultural aspects in a language, important chatacteristics of lexical competence. In language learning, it is the teacher’s task to help students grasp the meaning of idioms. The presentation of these expressions and their corresponding meanings is insufficient. These phraseological units should be part of foreign language learning. Based on the difficulties that Algerian students of Italian encounter in their understanding of idioms, this study aims to help learners discover differences in interpretation between their native culture and Italian culture, and thus develop communicative competence in the Italian language.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7564
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7564
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 65-83
IL NOME IN LIS NEL SEGNATO DI ADULTI UDENTI: UNA INDAGINE PRELIMINARE SUL CORPUS LISAU
La Grassa, Matteo
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7564
it_IT
L’indagine presenta i primi risultati emersi dall’analisi di una parte del corpus LISAU (LIS di Adulti Udenti) sulla produzione segnata del sintagma nominale in LIS da parte di informanti udenti che hanno appreso la LIS come L2 in età adulta. Scopo dell’indagine è cominciare a tracciare una linea di ricerca nell’ambito della linguistica acquisizionale con riferimento all’acquisizione della LIS come L2 da parte di udenti. Il corpus LISAU include il segnato di 7 informanti udenti con livello di competenza omogenea che hanno terminato un corso di terzo livello presso la sede Ente Nazionale Sordi di Prato e di 2 informanti sordi segnanti nativi considerati come gruppo di controllo. L’analisi si è incentrata sulla realizzazione dei nomi di prima e di seconda classe rilevando anche forme non citazionali, sulla realizzazione di forme plurali e sulle modalità di accordo tra nomi e aggettivi. Dalla maggior parte dei dati analizzati si rileva la piena competenza degli informanti nella realizzazione del sintagma nominale.Nouns Signed by hearing adults in LIS: a preliminary survey on the LISAU corpusThe results of an analysis concerning part of the LISAU (LIS of Hearing Adults) corpus related to the production of the noun phrase in LIS by hearing informants who learned the LIS L2 in adulthood are presented. The purpose of the investigation was to outline the process with regard to the acquisition of LIS L2 by hearing adults. The LISAU corpus is composed of the sign language of 7 hearing informants with a homogeneous level of competence who completed a third-level course at the Ente Nazionale Sordi in Prato. LISAU also includes the sign language of 2 deaf native signers, considered the control group. The analysis focuses on the first and second-class nouns, including non-citation forms, plural forms and noun-adjective agreement. Most of the analyzed data reveals the informants’ full competence in creating noun phrases.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7565
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7565
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 84-102
LE VARIETÀ DELL'ITALIANO IN ALCUNI MANUALI PER STRANIERI DIFFUSI ALL'ESTERO
Cutrì, Alessandra
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7565
it_IT
Il presente contributo riporta i risultati di una indagine sulle varietà di lingua proposte nei corsi universitari d’italiano all’estero, attraverso l’analisi di quindici manuali e grammatiche per stranieri, impiegati presso le seguenti università: Universidad de Oviedo “Dante Alighieri” (Asturias-Oviedo, Spagna); Università statale “Goce Delcev” (Štip, Rep. di Macedonia); Youngstown State University (Ohio, USA); University College of Dublin (Irlanda); Università di Varsavia (Polonia); Universidad Autónoma de Baja California (Messico); DalarnaUniversity (Falun, Svezia). La raccolta delle informazioni è stata effettuata somministrando un questionario a docenti operanti all’estero negli aa.aa. 2013-2014 e 2014-2015. L’interesse di questa indagine è sia linguistico, sia glottodidattico. Dal punto di vista linguistico, è interessante osservare se i manuali usati all’estero propongano solo la varietà standard tradizionale (sul piano morfo-sintattico, lessicale e fonetico) o anche registri meno formali (vedi le brachilogie tipiche degli sms e i tratti della lingua colloquiale) e diverse varietà diatopiche. Da un punto di vista glottodidattico, è utile indagare quale varietà sia proposta agli studenti d’italiano LS, tenendo presenti da un lato le loro motivazioni e dall’altro alcuni aspetti tradizionalmente considerati ‘critici’ nell’insegnamento della nostra lingua, in particolare il rapporto norma-uso. Sintetizzando, si è notato come nei corsi universitari all’estero si dia spazio anche a tratti appartenenti a varietà informali (linguaggio colloquiale, linguaggio giovanile, lingua degli sms). Riguardo alle varietà diatopiche, dall’analisi è emerso che la varietà proposta all’estero è un italiano neo-standard in cui prevalgono tratti settentrionali, ai quali però talvolta si mescolano tratti centrali, prefigurando forse la formazione in fieri di un italiano moderno «neutro» anche a livello fonetico. Riguardo, invece, alla presenza di diverse attività esplicite sugli italiani regionali, è stata notata solo in pochi casi la tendenza a far riflettere su alcuni aspetti della variabilità dell’italiano.The variety of italian in popular textbooks for foreigners used abroadThis paper reports the results of a survey on the varieties of language proposed in Italian language university courses abroad. Fifteen manuals and text books for foreigners used at the following universities were analyzed: Universidad de Oviedo “Dante Alighieri” (Asturias-Oviedo, Spain); State University “Goce Delcev” (Štip, Rep. of Macedonia); Youngstown State University (Ohio, USA); University College of Dublin (Ireland); University of Warsaw (Poland); Universidad Autónoma de Baja California (Mexico); Dalarna University (Falun, Sweden). The data was collected by administering a questionnaire to teachers working abroad during the 2013-2014 and 2014-2015 academic years. The survey focused on both language and language teaching. From a linguistic point of view, it was interesting to observe whether the text books used abroad only proposed traditional standard varieties (in morpho-syntactic, lexical and phonetic terms) or less formal registers (see the typical sms brachylogies and traits of colloquial language) and several diatopic varieties. From the point of view of language teaching, we investigated which variety was proposed to Italian FL students, taking into account, on the one hand, their motives and on the other, some of the traditionally considered ‘critical issues’ in the teaching of Italian, in particular the rule-use relationship. In brief, it was noted that university courses abroad also gave space to informal varieties (colloquial language, language used by young people, sms language). Regarding diatopic vareties, the analysis showed that the variety of Italian is predominantly northern neo-standardwhich, however, sometimes mingles with the language varieties of Central Italy, perhaps foreshadowing a “neutral” modern Italian, also in phonetic terms. With respect to regional Italian, only in a few cases was there a tendency to reflect on some aspects of variability in Italian.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/7566
2017-01-26T11:49:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7566
2017-01-26T11:49:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 1 (2016); 103-123
L’UTILIZZO DELLA REALTÀ AUMENTATA NELLA DIDATTICA DELL’ITALIANO L2
Lombardi, Giulia
2016-09-21
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/7566
it_IT
L’articolo prende spunto dall’analisi di alcune tra le applicazioni mobile di realtà aumentata più famose e utilizzate sia quotidianamente che nella didattica delle materie scientifiche, per sfruttarne le potenzialità anche nell’insegnamento dell’italiano a stranieri. Dopo una brevissima panoramica che intende fare il punto sull’utilizzo delle tecnologie nella classe di lingue, vengono introdotti i concetti di mobile-learning e di realtà aumentata. A partire dai primi impieghi di questo strumento nella didattica delle materie scientifiche e tecniche, si arriva alle prime sperimentazioni d’avanguardia nelle classi di lingua, comunque molto rare: l’articolo ripercorre le tappe che portano all’introduzione praticamente pionieristica di questo metodo nella didattica dell’italiano come lingua seconda. Quindi si passa ad analizzarne tutti i vantaggi in termini di inclusione, usabilità, motivazione, versatilità ed innovazione. Nella seconda parte, vengono tratteggiate e catalogate in una tabella le caratteristiche tecniche e di impiego didattico di cinque applicazioni che ricorrono alla tecnologia della realtà aumentata: Aurasma, Wikitude, Google Goggles, Taggar, Zooburst. Nella terza e ultima parte, vengono proposte e descritte tre attività didattiche esemplificative, che vogliono guidare il docente all’utilizzo degli strumenti sopra descritti, dalla progettazione alla presentazione in aula.The use of augmented reality in italian L2 teachingThis article was inspired by analyzing some of the most famous and frequently used augmented reality mobile applications that science teachers use to exploit their potential in teaching Italian to foreigners. After a brief overview of the use of technology in language classrooms, mobile-learning concepts and augmented reality are introduced. We trace the first uses of this tool in teaching scientific and technical matters, and then the initial avant-garde experiments in language classrooms, which are still very rare. The article retraces the steps that lead to the introduction of this method, pioneering teaching Italian as a second language. All of the advantages –in terms of inclusion, usability, motivation, versatility and innovation – are analyzed. In the second part, the specifications and educational uses of five applications that use augmented reality technology – Aurasma, Wikitude, Google Goggles, Taggar and Zooburst – are outlined and compared. In the third and final part, three sample educational activities used to train teachers in using the tools described above, from the design to the presentation in the classroom, are presented.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8172
2017-06-14T06:43:03Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8172
2017-06-14T06:43:03Z
Milano University Press
V. 8 N. 2 (2016); 1-18
ELEMENTI UTILI PER UNA DIDATTICA DELL’ITALIANO L2 ALLA LUCE DELLA RICERCA ACQUISIZIONALE
Chini, Marina
2017-03-24
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8172
it_IT
L’articolo presenta alcune riflessioni circa il contributo che gli studi acquisizionali (in particolare sull’italiano L2) possono fornire alla didattica di L2. Dopo alcune precisazioni generali che contestualizzano il tema, alla luce del recente costrutto della “didattica acquisizionale”, si esemplificano possibili applicazioni degli esiti della ricerca sull’acquisizione della morfosintassi nell’italiano L2 e si riflette su come il docente possa modulare l’input e il feedback forniti agli apprendenti in vista del potenziamento della loro valenza didattico-acquisizionale.Useful elements in Italian L2 teaching in light of acquisitional researchThe article presents some reflections about possible contributions of (Italian) second language research to L2 teaching. After some general contextualising remarks, some applications of research results about L2 Italian morphosyntax in teaching are discussed and finally some hints about teachers’ input manipulation and feedback to learners are given in order to maximise their usefulness.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8174
2017-06-14T06:43:03Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8174
2017-06-14T06:43:03Z
Milano University Press
V. 8 N. 2 (2016); 19-53
DIDATTICA DELL’ITALIANO A STRANIERI IMMIGRATI A VITERBO: PRIMI APPUNTI
Gualdo, Riccardo
Clemenzi, Laura
2017-03-24
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8174
it_IT
L’articolo fornisce i primi dati di una ricerca in corso sulle comunità di stranieri immigrati residenti nella provincia di Viterbo e sulla partecipazione a corsi di lingua italiana offerti, autonomamente o in appoggio alle strutture pubbliche, dalle associazioni di volontariato inserite nella rete “Scuolemigranti”. La mappatura, realizzata per la prima volta e aggiornata tramite il confronto con i dati statistici nazionali e regionali, consente di apprezzare il rilievo quantitativo dell’immigrazione nel Viterbese e il suo impatto sociolinguistico sul territorio, con particolare riguardo alla presenza di studenti stranieri nella scuola. Uno specifico approfondimento è dedicato all’analisi di uno dei manuali usati nella didattica dell’italiano L2 ad adulti, e nel paragrafo conclusivo si presenta un progetto didattico in corso di realizzazione in classi plurilingui di scuole primarie e medie di primo grado della provincia di Viterbo.Teaching Italian to immigrants in Viterbo: initial notesThis paper introduces the initial results of a study currently being carried out on immigrant families residing in the province of Viterbo (Northern Latium), especially focused on Italian language classes (A1-A2 levels) offered by the “Scuolemigranti” Volunteer Network either independently or as a support to the National Education Curriculum. After creating a statistical survey, which is updated using national and regional data, this study highlights the resident migrant population in the area and aims to show how the Viterbo sociolinguistic community is affected by an intensive migration flow. In the first section, the scientific and juridical backgrounds are outlined, then national and regional migration statistics are examined, principally focusing on school populations, addressing the features of an Italian language textbook for adult Italian L2 learners. Finally a teaching project on writing skills within multilingual classes in primary and middle schools in the province of Viterbo is presented.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8175
2017-06-14T06:43:03Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8175
2017-06-14T06:43:03Z
Milano University Press
V. 8 N. 2 (2016); 54-84
L’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA E DELLA CULTURA ITALIANA IN CORSI “BLENDED” E ONLINE
Bartalesi-Graf, Daniela
2017-03-24
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8175
it_IT
Questo articolo inizia con una discussione del contributo delle nuove tecnologie Web 2.0 alla creazione e alla condivisione di conoscenze, e di come queste tecnologie abbiamo influenzato il modo in cui i nostri studenti imparano, il modo in cui noi insegniamo e la missione dei nostri programmi, specialmente negli Stati Uniti dove insegno. Segue l’analisi di un’iniziativa del nostro Dipartimento di Italianistica al Wellesley College per rispondere a questi cambiamenti: la creazione di un corso online di lingua e cultura italiana offerto in vari contesti, vale a dire come corso estivo SPOC (Small Private Online Course); come corso “blended”a Wellesley College e al MIT, e come MOOC (Massive Open Online Course) sulla piattaforma edX. L’articolo si conclude con alcune proposte concrete per rafforzare i nostri programmi: queste includono la creazione di una piattaforma per condividere il nostro materiale didattico (digitale e non), per valutare i nostri programmi e i risultati raggiunti dagli studenti.Teaching “blended” and online italian language and culture coursesThis article begins with a discussion of the contribution of new Web 2.0 technologies in the creation and sharing of knowledge, and how these technologies have affected the way in which our students learn, the way we teach and the mission of our programs, especially in the US where I teach. This is followed by analysis of an initiative of the Department of Italian Studies at Wellesley College in response to these changes: the creation of an online Italian culture and language course offered in various contexts, i.e. as a summer SPOC (Small Private Online Course) course; as a “blended” course at Wellesley College and MIT, and as a MOOC (Massive Open Online Course) on the EDX platform. The article concludes with some concrete proposals to strengthen these programs. These include the creation of a platform to share educational materials (digital and otherwise) and to evaluate the programs and results of the students.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8176
2017-06-14T06:43:03Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8176
2017-06-14T06:43:03Z
Milano University Press
V. 8 N. 2 (2016); 85-94
LINGUA È LAVORO E LAVORO È LINGUA
Grünhage-Monetti, Matilde
2017-03-24
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8176
it_IT
L'articolo presenta e riesamina criticamente i risultati centrali di una ricerca di etnografia aziendale sulla comunicazione sul posto di lavoro condotta in Germania fra il 2007 e il 2009 allo scopo di individuare i requisiti linguistico-comunicativi richiesti da mansioni non necessariamente specializzate. Scopo ultimo dell’indagine è di fornire una base empirica per lo sviluppo dell’apprendimento e insegnamento della lingua due (in questo caso il tedesco) ad adulti immigrati per un’inclusione sostenibile nel lavoro e nella società. La comunicazione è oggi parte integrante del lavoro per tutti i dipendenti, a tutti i livelli, in tutti i settori. La competenza linguistico-comunicativa è una componente di base della competenza professionale, necessaria per interagire adeguatamente per la produzione di prodotti e servizi nelle reti sociali in questione (colleghi, superiori, clienti, ecc.). Il lavoro offre possibilità non ancora sufficientemente sfruttate per l’apprendimento formale, non formale e informale della lingua due, che è al tempo stesso motivante, efficace ed efficiente.Language is work and work is languageThis article presents and critically reviews the main results of a study on corporate ethnography on communication in the workplace carried out in Germany between 2007 and 2009 in order to identify the linguistic and communicative requirements for not necessarily specialized tasks. The underlying aim of the study was to provide an empirical basis for the development of learning and teaching of the two languages (in this case German) to adult immigrants for sustainable inclusion in the workplace and in society. Communication is an integral part of work for employees at all levels, in all areas. Linguistic and communicative competence is a basic professional skill, necessary to manufacture products and offer services in the social networks being examined (colleagues, superiors, clients, etc.). Work offers opportunities that have not been sufficiently exploited in terms of formal, non-formal and informal learning of the two languages, which is simultaneously motivating, effective and efficient.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8178
2017-06-14T06:43:03Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8178
2017-06-14T06:43:03Z
Milano University Press
V. 8 N. 2 (2016); 110-127
«GETTARE PONTI DA UNA LINGUA ALL’ALTRA». ITALIANO L2 ALLA SCUOLA GERMANICA ISTITUTO GIULIA DI MILANO (1925-1935)
Spazzali, Paola
2017-03-24
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8178
it_IT
Il presente contributo si sofferma sulle condizioni dell’insegnamento dell’italiano alle elementari di una scuola tedesca di Milano, l’Istituto Giulia, a cavallo degli anni Trenta del Novecento. La presenza di un’elevata ed eccezionale percentuale di italofoni accanto ai madrelingua tedeschi creò classi linguisticamente non omogenee, un problema cui si fece fronte con aggiustamenti di orario, reclutamento di maestre prima bilingui poi italiane, e l’elaborazione di un metodo innovativo da parte di Sr. Maria Hildegara Heinz, maestra tedesca in possesso di diploma magistrale sia tedesco sia italiano. Partendo da un approccio positivo al bilinguismo, visto come un fattore di agevolazione dell’apprendimento e non come ostacolo, Sr. Hildegara elaborò per l’apprendimento della lettura e della scrittura un metodo contrastivo e realizzò un’unificazione della didattica che riguardava fonetica, morfologia, lessico e contenuti culturali. Descritto in una relazione che Sr. Hildegara presentò a un convegno nel 1929, il metodo viene qui contestualizzato, confrontato con le scelte didattiche della maestra dell’altra scuola tedesca a Milano, e proposto in traduzione.«Building bridges between languages». Italian L2 at the “Scuola Germanica Istituto Giulia” in Milan (1925-1935)This paper focuses on the teaching of Italian in the primary classes of a German school in Milan, the Giulia Institute, in the 1930s. The presence of an exceptional proportion of Italian speakers with German native speakers created classes that were not linguistically homogeneous, a problem faced by making time adjustments, the recruitment of bilingual teachers and later Italian ones, and the development of an innovative method by Sister Maria Hildegara Heinz, a German teacher with both German and Italian teaching diplomas. Starting from a positive attitude towards bilingualism, seen as a factor facilitating learning and not as an obstacle, Sister Hildegara developed a contrastive method for teaching reading and writing and unified the teaching of phonetics, morphology, vocabulary and cultural content. Described in a report by Sister Hildegara presented at a conference in 1929, her method is contextualized in this paper and compared with the didactic choices of the teacher at the other German school in Milan.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8276
2017-06-14T06:43:04Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8276
2017-06-14T06:43:04Z
Milano University Press
V. 8 N. 2 (2016); 95-109
STUDENTI MARCO POLO-TURANDOT E STRATEGIE DI ASCOLTO: UNO STUDIO SUL QUESTIONARIO MALQ
Ferranti, Ambra
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8276
it_IT
Il presente studio-pilota indaga gli effetti che una ripetuta somministrazione del MALQ (Metacognitive Awareness Listening Questionnaire) può avere sulla consapevolezza metacognitiva e l’abilità di comprensione orale: il campione è costituito da un gruppo di studenti sinofoni di italiano L2. Lo studio è stato svolto presso il CALCIF – Università degli Studi di Milano e gli studenti partecipanti allo studio, 15 studenti sinofoni del progetto Marco Polo e Turandot, sono stati divisi in Gruppo Sperimentale (corrispondente alla classe A, n=9) e Gruppo di Controllo (corrispondente alla classe B, n=6). Il gruppo sperimentale è stato sottoposto al trattamento MALQ per la durata di un mese, partecipando 2 volte alla settimana a sessioni speciali di attività di ascolto. Durante le sessioni gli studenti hanno compilato il questionario MALQ sulle strategie metacognitive attivate durante l’ascolto. Il gruppo di controllo non ha ricevuto il trattamento e ha partecipato solo al test iniziale e al test finale. I risultati dello studio mostrano che il gruppo sperimentale ha beneficiato del trattamento MALQ in modo statisticamente significativo.Marco Polo-Turandot students and listening strategies: a study of the MALQ questionnaireThis pilot study investigates the effects that the repeated administration of MALQ (Metacognitive Awareness Listening Questionnaire) can have on metacognitive awareness and listening skills. The sample consists of a group of Chinese students of Italian L2. The study was carried out at CALCIF – Università degli Studi di Milano and 15 Chinese students involved in the study, participants in the Marco Polo and Turandot projects, were divided into the experimental group (9 students in Class A) and the control group (Class B, 6 students). The experimental group underwent MALQ treatment for a period of one month, 2 times a week during special listening activity sessions. During the sessions, the students completed the MALQ questionnaire on metacognitive strategies activated while listening. The control group received no treatment and only participated in the initial and final tests. The study results show that the experimental group significantly benefited from MALQ treatment.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8761
2017-07-21T11:53:53Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8761
2017-07-21T11:53:53Z
Milano University Press
V. 9 N. 1 (2017); 17-36
DISDIRE UN APPUNTAMENTO: SPUNTI PER LA DIDATTICA DELL’ITALIANO L2 A PARTIRE DA UN CORPUS DI PARLANTI NATIVI
Cortés Velásquez, Diego
Nuzzo, Elena
2017-07-11
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8761
it_IT
In questo contributo intendiamo mostrare come un corpus raccolto a scopo di ricerca su aspetti pragmatici dell’italiano possa rappresentare una risorsa interessante anche per l’insegnamento della lingua a stranieri. Il corpus su cui si basa il lavoro proviene da un progetto di pragmatica transculturale dedicato all’atto linguistico del rifiuto a un invito. Nel contributo si analizza, in particolare, il modo in cui gli italiani sono soliti disdire un impegno preso in precedenza accettando un invito. L’analisi del campione di dati offre diversi spunti interessanti per una descrizione della disdetta in italiano, utile per chi volesse fare oggetto di riflessione esplicita questo atto linguistico con apprendenti di L2. In concreto, si presentano gli schemi più frequenti per la realizzazione di una disdetta, il tipo di modificatori usati e la variazione legata alla distanza sociale tra chi disdice e il destinatario della disdetta. Cancelling an appointment: ideas for italian L2 teaching based on a corpus of native speakersIn this paper we will to show how a corpus for research on pragmatic aspects of Italian can also be an interesting resource for teaching the language to foreigners. The corpus on which the paper is based comes from a pragmatic transcultural project devoted to the language of refusing an invitation. Specifically, the paper analyzes how Italians usually cancel an earlier commitment by accepting an invitation. The sample data analysis offers several interesting ideas for a description of cancelling in Italian, useful for those who want to explicitly reflect this L2-based Linguistic Act. It includes the most common patterns for making a cancellation, the type of modifiers used and variations linked to the social distance between the person cancelling and the recipient of the cancellation.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8763
2017-07-21T11:53:53Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8763
2017-07-21T11:53:53Z
Milano University Press
V. 9 N. 1 (2017); 1-16
LA COMUNICAZIONE DELLE EMOZIONI IN ITALIANO L2: UNA PROPOSTA DI TRAINING PROSODICO
De Marco, Anna
2017-07-11
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8763
it_IT
L’espressione e la percezione degli stati emotivi in una lingua diversa dalla propria rappresenta un compito non privo di difficoltà soprattutto perché, più di altri aspetti relativi al parlato, richiedono un pieno controllo delle risorse prosodiche che li caratterizzano. In questo studio si presenta una proposta di intervento didattico mirato alla consapevolezza degli aspetti pragmatico-prosodici in apprendenti di italiano come lingua seconda. La proposta didattica consiste nell’attuazione di un training centrato sull’espressione delle emozioni (collera, gioia, tristezza, disgusto, paura e sorpresa) e di un task finalizzato alla realizzazione di un doppiaggio filmico. Gli esiti di questo intervento evidenziano un netto miglioramento nella performance degli apprendenti sia nella produzione che nella percezione dei pattern prosodici nella comunicazione emotiva. Expressing emotions in italian L2: a prosodic training proposalThe expression and perception of emotional states in a language other than one’s MT is a task that presents difficulties, because more than other aspects of speech, this requires full control of the prosodic resources that characterize them. This study presents a proposal for a didactic intervention aimed at the awareness of pragmatic-prosodic aspects for Italian L2 language learners. It is centered on training to express emotions (anger, joy, sadness, disgust, fear and surprise) and a task aimed at dubbing a film clip. The outcome shows a clear improvement in the performance of the learners, in both terms of the production and the perception of prosodic patterns in emotional communication.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8765
2017-07-21T11:53:53Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8765
2017-07-21T11:53:53Z
Milano University Press
V. 9 N. 1 (2017); 70-82
IL DOPPIAGGIO TELEVISIVO COME STRUMENTO DIDATTICO PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO LS. DALL’ADATTAMENTO CULTURALE DEI TESTI ALLA DIDATTICA DELLA FRASEOLOGIA
Motta, Daria
2017-07-11
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8765
it_IT
L’articolo mostra l’efficacia e la versatilità delle serie televisive angloamericane doppiate in italiano come strumenti per la didattica dell’italiano LS. In particolare si prendono in esame esempi tratti da alcune delle serie più popolari degli ultimi anni, come Grey’s Anatomy, X-Files, CSI e la più recente Scandal. L’importanza glottodidattica degli audiovisivi, specie per quel che riguarda la didattica dell’ascolto e del lessico, è stata oramai ampiamente dimostrata. Nel caso dei prodotti stranieri la ricerca si è concentrata soprattutto sull’uso dei sottotitoli, inter- e intralinguistici, ma poca attenzione è stata riservata agli aspetti peculiari del doppiaggio. Proporre con la mediazione del docente testi doppiati ad allievi di italiano LS può essere utile per un’analisi critica della traduzione, che raffina la consapevolezza linguistica sia in L1 che in L2. Nei confronti delle serie tv gli studenti mostrano spesso più familiarità che col trasmesso cinematografico e ciò influisce positivamente sugli aspetti motivazionali. L’analisi del docente può riguardare le scelte di doppiaggio relative agli aspetti culturali, quali per esempio le aspettative e i pregiudizi del pubblico italiano. Inoltre, il parlato simulato doppiato può essere utile per la didattica del lessico e della fraseologia, il cui senso metaforico è reso più comprensibile dalla contestualizzazione e dal confronto col testo di partenza. TV dubbing as a didactic tool for teaching Italian as foreign language. From cultural adaptation to the didactics of phraseology.The paper focuses on Anglo-American TV series dubbed in Italian, showing their utility as a tool for teaching Italian as a foreign language. Examples taken from some of the most popular series from past seasons will be examined, including Grey’s Anatomy, X-Files, CSI and Scandal. ADV importance in linguistic teaching and (self)-learning has already been shown, especially regarding listening-comprehension and vocabulary. Language teaching research on foreign products has focused especially on subtitles. Less attention has been paid to dubbed language. Analyzing dubbed texts with the teacher can be a useful exercise for students because it strengthens their linguistic awareness both in L1 and L2. Students are more familiar with TV series than with movies, and this aspect reinforces learning motivation. Teacher analysis can regard cultural aspects of the dubbed products, such as audience’s expectations or prejudices. Moreover, the language of dubbed TV series is a good simulation of neo-standard Italian, and therefore it can be a useful tool for considering some peculiar traits of contemporary Italian (focusing on constructions and non-standard verbal use) and for teaching vocabulary and phraseology, as the metaphorical meaning can be better understood in context and in comparison to source text.
oai:ojs.riviste.unimi.it:article/8767
2017-07-21T11:53:53Z
promoitals:ITL2
v2
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8767
2017-07-21T11:53:53Z
Milano University Press
V. 9 N. 1 (2017); 83-97
INSEGNARE LA PRONUNCIA A STUDENTI SINOFONI DI ITALIANO L2 CON IL MINIMAL PAIR FINDER
Calabrò, Lidia
Mairano, Paolo
2017-07-11
url:https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/8767
it_IT
Questo contributo presenta un’esperienza condotta al CLA (Centro Linguistico di Ateneo) dell’Università degli Studi Roma Tre volta a sperimentare come sia possibile insegnare la pronuncia a studenti sinofoni di italiano L2 attraverso il Minimal Pair Finder (MPF). Quest’ultimo è uno strumento online di ricerca delle coppie minime. La sperimentazione ha visto la messa in atto di un’unità di apprendimento creata a partire dal MPF e dal COLFIS, corpus da cui il tool estrapola le parole da ricercare. Dall’analisi della lezione emerge che gli esercizi proposti hanno stimolato gli apprendenti alla riflessione su alcuni aspetti fonetico-fonologici dell’italiano L2, tramite l’ascolto, la collaborazione e la presa di coscienza delle caratteristiche della L2. Un questionario finale ha inoltre dimostrato un buon livello di gradimento delle attività svolte. Teaching pronunciation to Chinese Italian L2 students using the Minimal Pair FinderThis paper focuses on teaching the L2 Italian pronunciation to Mandarin Chinese native learners with Minimal Pair Finder (MPF), an online tool aimed at finding lists of minimal pairs. We will illustrate a teaching intervention conducted at the CLA (Centro Linguistico d’Ateneo – Language Learning Centre) of Roma 3 University. The teaching unit was built from MPF and COLFIS, a corpus of written Italian which constitutes one of the sources for MPF. The analysis of the intervention suggests that such activies encouraged learners to directly observe, listen and discuss phonetic and phonologic aspects of L2 Italian via collaborative tasks. A final questionnaire showed a fairly high level of satisfaction among participants.
8475dc645353c76c1287735ee130da2d