Mondi di Wittgenstein. Metaontologia del "Tractatus" e teoria dei truthmakers di Armstrong
DOI:
https://doi.org/10.13130/2037-4445/3905Abstract
La “svolta ontologica” che contraddistingue l’odierna filosofia analitica ha consentito, attraverso il rigore logico e argomentativo, la ripresa di temi e problemi della bimillenaria tradizione filosofica. In particolare, grazie al confronto con uno dei principali interpreti di tale svolta, David Armstrong, si è analizzata l’ontologia e la metafisica del "Tractatus logico-philosophicus" attraverso le nozioni di: mondo contratto, combinatorialismo e truthmaker. Nel dettaglio, si è “sollevato” il problema riguardo la priorità ontologica tra fatti e oggetti semplici. Tale tensione si è rivelata insuperabile attraverso la sola analisi ontologico-metafisica: da un lato, infatti, ai fini della sensatezza di una proposizione, è stata assegnata la priorità ontologica agli oggetti; dall’altro, invece, gli oggetti si sono mostrati come “semplici finzioni”, frutto di un preciso processo di astrazione dai rispettivi fatti. La radice del problema è stata, pertanto, individuata in questioni di natura metaontologica: solamente attraverso l’analisi del predicato “esiste” è stato possibile superare la tensione sopra indicata. In particolare, grazie alla truthmaking question “cosa, nel mondo, rende vera una proposizione p?”, è stato possibile assegnare il primato ontologico agli stati di cose sussistenti. Al tempo stesso però, simulando il “catalogo universale” di un abitante di uno dei mondi contratti, si è mostrato che la dipendenza ontologica degli oggetti non ne implica necessariamente un’esistenza finzionale. L’articolo, pertanto, conduce un’analisi esegetica e teoretica del "Tractatus" attraverso gli strumenti dell’odierna metafisica analitica.Downloads
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2014-11-07
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Special Issue - Articles
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