Lineamenti del rinnovato processo contenzioso amministrativo ecclesiale. Commento al m.p. Antiqua ordinatione di Benedetto XVI

Autori

  • Manuel Ganarin

DOI:

https://doi.org/10.13130/1971-8543/1255

Parole chiave:

Diritti delle religioni

Abstract

Contributo segnalato dalla prof.ssa Geraldina Boni, ordinario di Storia del Diritto
canonico e dal prof. Andrea Zanotti, ordinario di Diritto canonico nella Facoltà di
Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna, che ne attestano la scientificità
e l’originalità.
In questa uscita se ne pubblica il testo sino al punto n. 3 della Parte Seconda.

SOMMARIO: PARTE PRIMA: CONSIDERAZIONI PRELIMINARI – 1. “Signatura
Apostolica lege propria regitur” (cost. ap. Pastor Bonus, art. 125). Il definitivo
superamento delle Normae speciales e l’adeguata sistemazione della novella
legislazione benedettina nell’articolato sistema delle fonti del diritto – 2. I tratti
distintivi della Lex propria: in particolare, la sua ispirazione pragmatica e
l’evoluzione della “nomenclatura” canonistica in materia di giustizia
amministrativa – 3. La Segnatura Apostolica quale tribunal administrativum. Spunti
per un’interpretazione sistematica del controverso c. 1400, § 2 CIC, conformemente
all’indole definitoria della normativa codiciale ecclesiale – PARTE SECONDA:
DISAMINA DELLA RATIO PROCEDENDI INTERNA AL SUPREMO FORO
GIUDIZIARIO – 1. Prima fase – a) L’interposizione del ricorso entro i limiti di
decadenza posti all’esercizio del diritto fondamentale al giudizio e l’eventuale
concessione della remissio in terminos a favore del ricorrente – b) Contenuto,
allegati e capita nullitatis dell’istanza introduttiva del giudizio – 2. La reiectio in
limine dell’istanza irricevibile. Il controllo essenzialmente formale del Segretario
del Supremo Tribunale della Segnatura – a) La non pertinenza dell’oggetto
sostanziale della domanda – b) Presupposti e condizioni del ricorso di legittimità.
In particolare, la capacitas standi in iudicio e la legitimatio activa della parte
ricorrente – c) L’inesistenza dell’oggetto formale del ricorso – d) La decorrenza del
termine per ricorrere: il c.d. ricorso tardivo – 3. Seconda fase: le attività del
Segretario conseguenti all’accettazione preliminare del ricorso – a) Premessa:
l’identificazione dei soggetti del giudizio e la vexata quaestio relativa al possibile
conflitto interistituzionale fra l’autorità amministrativa ecclesiastica inferiore ed il
competente Dicastero della Curia Romana – b) Ricorrente, resistente,
controinteressato e terzi interventori. Parti principali e parti accessorie del processo
amministrativo – c) Contenzioso amministrativo e collaborazione fra istituzioni
ecclesiali. L’esibizione del provvedimento impugnato e degli acta causae da parte
del Dicastero resistente – d) Il votum pro rei veritate e la peculiare “bidirezionalità”
delle funzioni conferite al Promotore di giustizia – 4. L’attuazione del
contraddittorio processuale nell’espletamento della c.d. istruttoria “documentale” –
5. Il giudizio di ammissibilità del Prefetto in Congresso – a) La divaricazione tra
impostazioni dottrinali e prassi applicativa relativamente al concetto di “manifesta
infondatezza” del ricorso – b) Segue. La riformulazione, de iure condendo, della
diagnosi prefettizia e della struttura “trifasica” del processo contenzioso amministrativo canonico – 6. Terza fase: dalla contestazione della lite alla decisione
del Collegium iudicans – a) La summaria delibatio oralis, il c.d. supplemento
d’istruttoria ed il compimento della fase decisoria – b) Gli effetti tipici del giudicato
amministrativo di rigetto. L’effetto “caducatorio” della sentenza di accoglimento e
la sua incidenza nel sistema delle invalidità dell’atto giuridico canonico – c) Segue.
L’effetto “ripristinatorio” e l’effetto “conformativo” conseguenti all’annullamento
della decisione impugnata – 7. La crisi irreversibile del processo amministrativo. Le
ipotesi di litis finitio previste dal Codex iuris canonici e dalla Lex propria – a) La
morte del ricorrente e la c.d. ”sopravvenuta carenza di interesse” – b) La persistente
inerzia delle parti: la perenzione – c) La rinuncia all’istanza giudiziale – d) La
revoca del provvedimento amministrativo – e) La composizione pacifica della
controversia – 8. La sospensione giudiziale dell’esecuzione dell’atto amministrativo
singolare – a) Vincolatività ed automaticità della tutela cautelare: il ricorso tantum
in devolutivo ed il ricorso etiam in suspensivo – b) I presupposti giuridici e
sostanziali per la concessione della misura sospensiva – c) Il procedimento
incidentale: dal giudizio preliminare del Segretario alla deliberazione del
Cardinale Prefetto

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Pubblicato

2011-07-11

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Articoli