Lineamenti del rinnovato processo contenzioso amministrativo ecclesiale. Commento al m.p. Antiqua ordinatione di Benedetto XVI (parte seconda)

Autori

  • Manuel Ganarin

DOI:

https://doi.org/10.13130/1971-8543/1338

Parole chiave:

Diritti delle religioni

Abstract

Contributo segnalato dalla prof.ssa Geraldina Boni, ordinario di Storia del Diritto canonico e dal prof. Andrea Zanotti, ordinario di Diritto canonico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna, che ne attestano la scientificità e l’originalità.
La prima parte del contributo, sino al punto n. 3 della Parte Seconda, è stato pubblicato nel mese di luglio del 2011.

 

SOMMARIO: PARTE PRIMA: CONSIDERAZIONI PRELIMINARI – 1. “Signatura Apostolica lege propria regitur” (cost. ap. Pastor Bonus, art. 125). Il definitivo superamento delle Normae speciales e l’adeguata sistemazione della novella legislazione benedettina nell’articolato sistema delle fonti del diritto – 2. I tratti distintivi della Lex propria: in particolare, la sua ispirazione pragmatica e l’evoluzione della “nomenclatura” canonistica in materia di giustizia amministrativa – 3. La Segnatura Apostolica quale tribunal administrativum. Spunti per un’interpretazione sistematica del controverso c. 1400, § 2 CIC, conformemente all’indole definitoria della normativa codiciale ecclesiale – PARTE SECONDA: DISAMINA DELLA RATIO PROCEDENDI INTERNA AL SUPREMO FORO GIUDIZIARIO – 1. Prima fase – a) L’interposizione del ricorso entro i limiti di decadenza posti all’esercizio del diritto fondamentale al giudizio e l’eventuale concessione della remissio in terminos a favore del ricorrente – b) Contenuto, allegati e capita nullitatis dell’istanza introduttiva del giudizio – 2. La reiectio in limine dell’istanza irricevibile. Il controllo essenzialmente formale del Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura – a) La non pertinenza dell’oggetto sostanziale della domanda – b) Presupposti e condizioni del ricorso di legittimità. In particolare, la capacitas standi in iudicio e la legitimatio activa della parte ricorrente – c) L’inesistenza dell’oggetto formale del ricorso – d) La decorrenza del termine per ricorrere: il c.d. ricorso tardivo – 3. Seconda fase: le attività del Segretario conseguenti all’accettazione preliminare del ricorso – a) Premessa: l’identificazione dei soggetti del giudizio e la vexata quaestio relativa al possibile conflitto interistituzionale fra l’autorità amministrativa ecclesiastica inferiore ed il competente Dicastero della Curia Romana – b) Ricorrente, resistente, controinteressato e terzi interventori. Parti principali e parti accessorie del processo amministrativo – c) Contenzioso amministrativo e collaborazione fra istituzioni ecclesiali. L’esibizione del provvedimento impugnato e degli acta causae da parte del Dicastero resistente – d) Il votum pro rei veritate e la peculiare “bidirezionalità” delle funzioni conferite al Promotore di giustizia – 4. L’attuazione del contraddittorio processuale nell’espletamento della c.d. istruttoria “documentale” – 5. Il giudizio di ammissibilità del Prefetto in Congresso – a) La divaricazione tra impostazioni dottrinali e prassi applicativa relativamente al concetto di “manifesta infondatezza” del ricorso – b) Segue. La riformulazione, de iure condendo, della diagnosi prefettizia e della struttura “trifasica” del processo contenzioso amministrativo canonico – 6. Terza fase: dalla contestazione della lite alla decisione del Collegium iudicans – a) La summaria delibatio oralis, il c.d. supplemento d’istruttoria ed il compimento della fase decisoria – b) Gli effetti tipici del giudicato amministrativo di rigetto. L’effetto “caducatorio” della sentenza di accoglimento e la sua incidenza nel sistema delle invalidità dell’atto giuridico canonico – c) Segue. L’effetto “ripristinatorio” e l’effetto “conformativo” conseguenti all’annullamento della decisione impugnata – 7. La crisi irreversibile del processo amministrativo. Le ipotesi di litis finitio previste dal Codex iuris canonici e dalla Lex propria – a) La morte del ricorrente e la c.d. ”sopravvenuta carenza di interesse” – b) La persistente inerzia delle parti: la perenzione – c) La rinuncia all’istanza giudiziale – d) La revoca del provvedimento amministrativo – e) La composizione pacifica della controversia – 8. La sospensione giudiziale dell’esecuzione dell’atto amministrativo singolare – a) Vincolatività ed automaticità della tutela cautelare: il ricorso tantum in devolutivo ed il ricorso etiam in suspensivo – b) I presupposti giuridici e sostanziali per la concessione della misura sospensiva – c) Il procedimento incidentale: dal giudizio preliminare del Segretario alla deliberazione del Cardinale Prefetto

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Pubblicato

2011-09-12

Fascicolo

Sezione

Articoli