Una Prefazione nel contesto del 13 novembre

Autori

  • Nicola Colaianni

DOI:

https://doi.org/10.13130/1971-8543/6529

Parole chiave:

Editoriale

Abstract

Come regolarsi verso le minoranze, ordinarsi coesi nelle società multiculturali e multireligiose dei giorni nostri? Domanda angosciosa e drammatica al cospetto dell’orrenda strage di Parigi, che ho negli occhi mentre scrivo. Come gli altri di cui continua la scia sanguinosa, da Charlie Hebdo fino all’11 settembre di New York, quest’ultimo atto terroristico mira a distruggere i valori fondamentali delle nostre società: la dignità della vita, la libertà, la solidarietà, la pace. Guerra, infatti, è la parola che si sente risuonare. “Siamo in guerra”, s’ode da ogni angolo dell’Occidente. “Guerra!”, allora, dev’essere la risposta, innanzitutto nei territori dominati dalle organizzazioni terroristiche: come se dopo la seconda guerra mondiale con la Carta delle Nazioni Unite non avessimo attributo al Consiglio di sicurezza l’azione di polizia internazionale proprio per evitare il “flagello della guerra”. E un atteggiamento bellico anche sul piano interno: tolleranza zero, chiusura dei confini, legislazione dell’emergenza e misure estreme di polizia nei nostri paesi, dove attraverso le comunità d'immigrati, magari ormai di seconda o terza generazione, s'infiltrano i terroristi. La casa bruci

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Pubblicato

2015-11-23

Fascicolo

Sezione

Editoriale