ACME https://riviste.unimi.it/index.php/ACME <p>Acme si propone di contribuire allo studio e all’approfondimento dei settori umanistici della ricerca, sia con l’apporto di maestri riconosciuti, sia valorizzando il contributo di studiosi giovani e promettenti che sappiano approfondire specifiche tematiche filologiche e filosofiche, storiche e artistiche.</p> Milano University Press it-IT ACME 2282-0035 <p>(Estratto del contratto di edizione)</p><p>L'autore concede a ACME il diritto di pubblicare per la prima volta o ripubblicare l’opera entro un anno dalla consegna definitiva e quello perpetuo di distribuirla gratuitamente al pubblico su qualsiasi supporto e in qualunque parte del mondo, ivi compresa la comunicazione al pubblico tramite il sito Web della rivista;</p><p>L'autore mantiene il diritto di creare opere derivate e di riprodurre, distribuire, eseguire o mostrare pubblicamente la sua opera in occasione di docenze, conferenze o presentazioni, o altre opere di natura scientifica e attività professionali esplicitando la pubblicazione su ACME;</p><p>L'autore mantiene il diritto di diffondere ad accesso aperto, tramite il proprio sito web o tramite un archivio istituzionale o disciplinare, l’opera dal momento della sua pubblicazione su ACME;</p><p>L'autore rinuncia, d’accordo con l’Editore, a qualunque eventuale forma di remunerazione accordata dalla normativa nazionale vigente ad autori ed editori per i diritti di reprografia a scopo non di lucro e prestito bibliotecario.</p> Premessa https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21291 <p>“Acme” è arrivata al suo settantacinquesimo anno.</p> Fabrizio Slavazzi Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 5 5 10.54103/2282-0035/21291 La luna di Egesianatte: SH 466-467 https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21292 <p>Della produzione didascalica di argomento astronomico dell’età ellenistica la tradizione manoscritta ci ha consegnato soltanto i Fenomeni di Arato, poema che sin da subito ha goduto di un vasto successo, testimoniato da riscritture, commenti e traduzioni. Poco sappiamo della poesia astronomica non aratea, di cui rimangono sparute testimonianze ed esempi frammentari, tra cui spiccano i cinque esametri sulla luna di Egesianatte (SH 466-467). Il presente contributo intende valutare la posizione di Egesianatte all’interno della poesia didascalica di argomento astronomico, prendendo in considerazione le testimonianze sulla sua produzione astronomica e analizzando tanto il contesto di citazione dei versi, quanto il testo stesso dei frammenti.</p> Matteo Rossetti Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 7 22 10.54103/2282-0035/21292 Umm-el-Breigât (Tebtynis): campagna di scavo 2020 https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21293 <p>Nel corso del 2020 la missione congiunta franco-italiana, costituita dall’Università degli Studi di Milano e dall’Institut français d’archéologie orientale del Cairo (Ifao), ha effettuato la sua abituale campagna tra le rovine dell’antica Tebtynis dal 15 settembre al 7 novembre. Gli scavi sono stati estesi nel settore meridionale dell’insediamento, lungo la grande strada che nei papiri demotici è definita “dromos di Tefresudj(ty?)”. Due case-torri costruite nel II e nel I sec. a.C. sono state portate alla luce; parecchi edifici risalenti all’epoca tolemaica e a quella romana sono stati scavati ed è stata localizzata una piazza. Benché l’area investigata si presentasse parzialmente sconvolta da interventi effettuati all’inizio del secolo scorso, una buona quantità di oggetti e di testi è stata raccolta.</p> Claudio Gallazzi Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 23 46 10.54103/2282-0035/21293 Le Terme Centrali di Porto Torres (SS): rilievo e ricostruzione 3D https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21295 <p>Il contributo mira a presentare metodi e risultati del progetto di restauro virtuale di un settore dell’antica Porto Torres/Turris Libisonis (Terme centrali, via adiacente e botteghe prospicienti - cd. palazzo del Re Barbaro), frutto di un accordo di collaborazione tra la Direzione Regionale Musei Sardegna e l’Università degli Studi di Padova. Il metodo applicato si basa su tecnologie di fruizione in Realtà Virtuale e ha permesso il restauro virtuale, geolocalizzando il modello virtuale 3D on-site: una App comanda la visualizzazione di immagini equirettangolari all’interno di visori VR, permettendo visite guidate “aumentate”. Il lavoro è partito da una raccolta bibliografica ragionata, alla quale è seguita una campagna di rilievo fotogrammetrico da drone (G. Alvito, Teravista); infine, intrecciando i dati raccolti, si è proceduto alla ricostruzione 3D virtuale degli edifici. Le evidenze strutturali oggi conservate sono state integrate nella scena 3D con puntuali confronti coevi (III sec. d.C.), virtualmente ricostruiti e ricollocati in contesti d’uso verosimili, accrescendo così l’affidabilità ricostruttiva. L’intera attività ricostruttiva è stata vincolata a un rigoroso processo di validazione scientifica basato sul metodo dell’Extended matrix e l’esito finale è ora fruibile sia mediante proiezioni tradizionali (off-site, tourismA 2020), sia mediante l’utilizzo di dispositivi mobili VR (on-site, Giornate europee del patrimonio 2020). In queste e altre occasioni si è riscontrata una eccellente risposta del pubblico, agevolato dal virtuale nella percezione e nella comprensione delle evidenze e delle volumetrie antiche.</p> Jacopo Bonetto Daniele Bursich Maria Letizia Pulcini Arturo Zara Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 47 72 10.54103/2282-0035/21295 Due Lari in bronzo da Veleia https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21296 <p>In questo articolo si prendono in esame due Lares bronzei ritrovati negli scavi di Veleia, custoditi presso il locale Antiquarium. Le due statuette, molto diverse tra loro, presentano alcune peculiarità iconografiche: una sembra appartenere a una rara tipologia di Compitales con rhyton e kantharos; l’altra, vicina all’iconografia del Lar Familiaris, presenta gli attributi posti in posizione inversa. Nello studio si cerca di contestualizzare le due statuette nel panorama della piccola bronzistica della Cisalpina, e di approfondire le conoscenze relative a queste due rare iconografie.</p> Dario Anelli Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 73 94 10.54103/2282-0035/21296 I doni di Eustochio e Marcella: Gerolamo e la tradizione saturnalizia https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21300 <p>In questo articolo i doni di cui Gerolamo ringrazia Eustochio e Marcella (epist. 31 e 44) sono riletti alla luce della tradizione classica dello scambio di regali, collegata specialmente ai Saturnalia: infatti, da un lato, essi trovano riscontro negli Xenia e negli Apohoreta di Marziale; dall’altro, Gerolamo, quando ne fornisce un’interpretazione, si conforma a un tipo di ricezione attiva del dono – una sua “decifrazione” –, che talora è attestata nella tradizione antica, specialmente saturnalizia (cfr. e.g. Petron. 56). In termini più generali, Gerolamo realizza un’appropriazione cristiana dello scambio dei regali, offrendo un saggio di come la nuova “aristocrazia della fede”, da lui propugnata, non disdegni di rivivere i “riti” e l’etichetta propri delle élites, con l’intenzione sia di esserne legittimata agli occhi del mondo, sia – forse – di restituirli al loro significato vero.</p> Paola Francesca Moretti Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 95 108 10.54103/2282-0035/21300 Un approccio al fenomeno editoriale dell’almanacco di corte e la guida della città in Italia, Spagna e Portogallo nel Diciottesimo secolo https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21301 <p>L’almanacco di corte e la guida della città – nota anche come «guida dei forestieri» – rappresentano due delle derivazioni più notevoli degli almanacchi europei del diciottesimo secolo per la loro varietà e consolidamento nel tempo. Questa ricerca si propone di indagare le origini europee di questo particolare segmento editoriale, ponendo l’accento sulle sue derivazioni nel contesto dell’Europa meridionale, in particolare in Spagna, Portogallo e negli stati italiani. L’obiettivo principale è quello di evidenziare le somiglianze tra la produzione spagnola, portoghese e italiana nel Settecento, tenendo conto dei criteri editoriali e testuali. Allo stesso tempo, però, questo studio intende anche mettere in evidenza le caratteristiche specifiche dell’almanacco di corte e della guida della città in ciascuno degli stati, al fine di tracciare un ritratto il più completo possibile di questo oggetto tipografico.</p> Claudia Lora-Márquez Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 109 128 10.54103/2282-0035/21301 The Rome Pavilion at the Italian General Exhibition in Turin in 1884: the exposition of Maps and Plans of Rome by Giovanni Battista de Rossi and the City Museum https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21302 <p>Il saggio contribuisce alla riflessione su come le manifestazioni nazionali ottocentesche di più ampio richiamo, come le Esposizioni artistiche e industriali, abbiano favorito la diffusione e la valorizzazione delle scoperte archeologiche. Il caso specifico dell'"Esposizione della Città di Roma", tenutasi durante l'Esposizione di Torino del 1884, viene esaminato come esempio paradigmatico dell'impegno dell'archeologo Giovanni Battista de Rossi per la promozione di Roma nell'Italia unita, utilizzando documenti d'archivio e di stampa dell'epoca. Il padiglione romano a Torino nel 1884, di cui de Rossi era responsabile della sezione medievale, viene presentato come un evento chiave nella divulgazione delle scoperte archeologiche romane dopo il 1870 e come un evento importante nella promozione degli studi di topografia romana fortemente voluti da de Rossi, e che possono essere considerati come il punto di partenza per l'istituzione del Museo della Città di Roma.</p> Chiara Cecalupo Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 129 145 10.54103/2282-0035/21302 Salinas e lo Steri: un nuovo museo per una nuova città https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21304 <p>Attraverso lo studio di due singolari planimetrie inedite e non datate viene fatta luce su una pagina sconosciuta della museologia palermitana: la proposta, mai attuata, di Antonino Salinas, appoggiata anche da Giuseppe Fiorelli e da Paolo Boselli, di trasferire tra il 1887 ed il 1910 tutte le raccolte archeologiche, di arte medievale e moderna dai locali dell’ex convento dei padri Filippini all’Olivella nel complesso medievale di Palazzo Chiaramonte o Steri. L’infelice scelta post-unitaria di destinare l’ex convento a sede del Museo di Palermo, l’Esposizione Nazionale del 1891/1892 ed il “taglio” della via Roma, praticato nei primi anni del ‘900 per la realizzazione della nuova grande arteria cittadina, sono i moventi, che sollecitano gli attori della vicenda a sollevare la questione. La ricerca documentale, che descrive gli eventi sino al 1932, svela molte delle dinamiche e delle problematiche inerenti ai fatti come la possibile costituzione di un nuovo polo museale, una suggestiva area urbana riqualificata, che risulta quasi un intero quartiere dedicato ai musei. Il nuovo progetto espositivo del Salinas è in linea di continuità con la ben nota idea dell’archeologo palermitano di celebrare la “storia delle arti di tutta la Sicilia” ed allo stesso tempo anticipa alcune delle scelte espositive, che saranno adottate in seguito dal Marconi e dall’Accascina: un unicum tra i coevi musei nazionali della penisola.</p> Roberto Graditi Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 147 190 10.54103/2282-0035/21304 Le riviste di Umberto Notari (1903-1922): cultura visiva a Milano tra Futurismo e Novecento https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21305 <p>Obiettivo del contributo è delineare l’attività editoriale di Umberto Notari, poco studiata dalla critica, analizzando alcune riviste fondate a Milano tra 1903 e 1917: il «Verde e Azzurro», «La Giovane Italia», «Gli Avvenimenti» e «Le Industrie Italiane Illustrate». Oltre a rintracciare le collaborazioni con i membri del Futurismo e del gruppo di Novecento, l’analisi di questi periodici mostra in che misura Notari si sia servito delle sue riviste per elaborare pionieristiche strategie pubblicitarie, di comunicazione di massa e di organizzazione del consenso, che hanno avuto molti riflessi nella cultura visiva a lui contemporanea.</p> Carlotta Castellani Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 191 223 10.54103/2282-0035/21305 Eterno ritorno o contemplazione del divenuto, astoricità o sovrastoria: Karl Löwith lettore di Nietzsche e Burckhardt https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21306 <p>Pochi pensatori – o forse nessuno – occupano nella storiografia filosofica di Karl Löwith una posizione strategica tanto rilevante quanto Friedrich Nietzsche e Jacob Burckhardt. Le ricerche löwithiane sono dunque importanti in un doppio senso: tanto come letteratura critica sull’uno e sull’altro autore (e sul loro celebre rapporto), quanto nell’economia complessiva dello stesso pensiero di Löwith. L’articolo proverà a evidenziare tale doppia pregnanza attraverso la ricostruzione di due livelli interpretativi, che non si escludono ma anzi si compenetrano a vicenda. Un primo e più evidente piano, spesso considerato dagli interpreti, illustrerà la lettura löwithiana come un passaggio esistenziale dall’estremismo di Nietzsche alla disincantata moderazione di Burckhardt. A un secondo e meno ovvio livello, la posizione löwithiana sembra in grado di accogliere, almeno potenzialmente, Nietzsche e Burckhardt quali riferimenti complementari, ai fini di una convincente postura nei confronti della storia e del mondo storico.</p> Marco Barbieri Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 225 240 10.54103/2282-0035/21306 La linea dell’orizzonte dell’ethnographic novel tra scrittura autobiografica e Bildungsroman https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21307 <p>Il contributo si propone di indagare lo scandaglio euristico di un mezzo espressivo sempre più frequentato, il graphic novel. In ragione di ciò, analizzare l’ibridazione tra parola e immagine da un lato rispetto all’immediatezza del disegno, dall’altro in relazione al grado di approfondimento psicologico dei personaggi, permette di mettere in luce la possibilità di considerare il romanzo a fumetti come un genere letterario in dialogo con la più classica forma narrativa. Dunque, privilegiare un lavoro di stampo metodologico-teorico può porre delle premesse adeguate a una successiva focalizzazione su un caso di studio. In particolare, «La linea dell’orizzonte». Un ethnographic novel sulla migrazione tra Bangladesh, Italia e Londra dialoga non soltanto con la forma romanzo in generale, ma anche con il reportage narrativo, l’autobiografia e il Bildungsroman, o romanzo di formazione. È evidente che questo stretto dialogo con la critica letteraria non possa non prendere in considerazione, oltre a uno studio dei generi letterari maggiormente in dialogo con La linea dell’orizzonte, anche un’analisi delle peculiarità stilistiche e tematiche presenti nell’ethnographic novel, con particolare attenzione al tema della migrazione.</p> Arianna Mazzola Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 241 251 10.54103/2282-0035/21307 Come fare del cinematografo a Bologna? Pier Paolo Pasolini e il Cineguf tra memoria e storia https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21308 <p>L’articolo si propone di analizzare, alla luce di un esteso scandaglio documentario e di un accurato spoglio delle testate locali, i rapporti fra Pier Paolo Pasolini e il Cineguf bolognese, negli anni in cui lo scrittore fu studente del Liceo Galvani e poi fra gli iscritti alla Facoltà di Lettere, sotto alla guida di docenti come Carlo Calcaterra e Goffredo Coppola. Questa ricerca ha permesso non solo di approfondire la conoscenza della cultura spettatoriale del giovane Pasolini, ma ha anche consentito di ricondurre all’avvio del 1940 la sua prima prova da scrittore per il cinema, e cioè il soggetto Il giovine della primavera, rimasto inedito fino all’uscita dei Meridiani a cura di Walter Siti e Franco Zabagli nel 2001. Proprio uno sguardo inedito alle attività del Cineguf consente infatti di comprendere quanto la vita del circolo poté pesare sulla passione del poeta per il grande schermo, spingendolo a provarsi nelle vesti di sceneggiatore.</p> Tommaso Mozzati Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 253 271 10.54103/2282-0035/21308 Natalia Ginzburg fra la scoperta della vocazione teatrale e l’esigenza di descrivere la problematicità del quotidiano e dell'intimismo domestico: l’esempio di Ti ho sposato per allegria https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21309 <p>L’intento del presente studio è gettare maggiore luce sull’opera drammaturgica di Ginzburg, tenuta a lungo in ombra rispetto al resto della sua produzione letteraria, per collocarla all’interno della drammaturgia italiana, cercando di capire come avviene il suo esordio a teatro. Si prende in esame la prima opera drammaturgica della scrittrice Ti ho sposato per allegria che dà avvio a un’attività di autrice teatrale talmente intensa, che copre il periodo dal 1965 al 1991. Lo studio evidenzia come il teatro per la scrittrice sia la continuazione della vena narrativa con altri mezzi e la possibilità di dare voce a punti di vista diversi. Inoltre si cerca di spiegare perché il teatro dell’autrice sia definito ‘di parola’ o ‘della chiacchiera’ e per quale motivo l’uso delle didascalie nei suoi drammi sia limitato. Si arriva a constatare che il suo è un teatro-cronaca che tende a processare il presente in chiave domestica.</p> Mohamed Naguib Copyright (c) 2023 2023-10-05 2023-10-05 75 2 273 292 10.54103/2282-0035/21309 Jocelyn Herbert e Tony Harrison: parola, scena e maschera nell’Orestea (1981) https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/21310 <p>Nel 2011 il National Theatre di Londra celebrava il trentesimo anniversario della produzione dell’ Oresteia (Agamennon, Choefori e Eumenides) con una grande mostra che raccontava il lungo processo di creazione di uno degli allestimenti più famosi del teatro inglese degli ultimi quarant’anni; si tratta dell’adattamento e della traduzione della Trilogia di Eschilo a opera del poeta e scrittore inglese Tony Harrison, con la regia di Peter Hall (direttore del Teatro Nazionale dal 1973 al 1988) e le scene e le maschere di Jocelyn Herbert. Questa mostra curata da Cathy Courtney, arrivava sette anni dopo la grande esposizione dedicata alla scenografa inglese intitolata Jocelyn Herbert at the National (2004).<br>Il presente saggio racconta il lungo percorso creativo che ha portato alla definizione, oltre che di un’originale traduzione, anche di un particolare allestimento scenico che prevedeva l’uso di maschere per i soli attori uomini, create dalla Herbert, una delle più famose stage designer britanniche. I materiali preparatori sono stati messi a disposizione online negli ultimi anni, grazie a un progetto di digitalizzazione del National Theatre in collaborazione con Google Culture Institute. Proprio alle maschere della Herbert e alle diverse proposte e trattamenti della maschera greca in chiave contemporanea è dedicato un contributo critico finale che le affianca comparativamente sia a quelle del mascheraio e studioso di teatro greco classico Ferdinando Falossi, sia alle maschere video digitali e fotografiche create rispettivamente da Teatrino Giullare e da Marzio Emilio Villa.</p> Anna Maria Monteverdi Copyright (c) 2023 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2023-10-05 2023-10-05 75 2 293 318 10.54103/2282-0035/21310