Storie di piante, di ricerca e di persone nella rappresentazione documentaristica e audiovisiva contemporanea
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-7680/3360Abstract
E’ noto che, ben prima dell’esordio con le pubbliche proiezioni del 28 dicembre 1895 a
Parigi, il cinema aveva già mosso i suoi primi passi. A dispetto di una storia che l’ha
consacrato ai più come mezzo di intrattenimento, quei primi passi erano all’insegna
del supporto alla ricerca scientifica. Il capitolo più conosciuto di questa pre-storia è
forse quello degli studi sulla dinamica delle zampe di un cavallo in corsa che ha fatto la
fortuna del fotografo Eadweard J. Muybridge e ha persino guadagnato una copertina
di Scientific American nell’ottobre 1878. Ma dall’astronomia alla fisiologia, dalla
medicina alla matematica gli esempi non si contano. In botanica, a cavallo tra ‘800 e
‘900, Wilhelm Pfeffer in Germania applicò per la prima volta la ripresa intervallata allo
studio delle piante: è così che movimenti difficilmente percepibili dall’occhio umano
potevano essere osservati e, soprattutto, registrati. In pochi istanti si rivelava all’occhio
dello studioso la storia – lunga giorni, mesi, anni – della crescita di una pianta.