La Redazione ricorda Massimo Campanini

2020-10-10

Un ricordo da parte di Francesca Forte

 

Ciao Massimo,

un saluto senza troppi fronzoli, sobrio e diretto come eri tu, senza retorica. Mi mancherai, come a tanti altri, per molti un punto di riferimento, per me Il punto di riferimento intellettuale. Nessuno come te ha saputo indirizzare tanti giovani studiosi sulla strada degli studi di islamistica, ma anche questo sarebbe riduttivo, il tuo approccio all’Islam come religione, cultura, mondo (din wa dunya, come amavi ripetere) era unico. Se oggi l’interdisciplinarietà è considerata un elemento imprescindibile della ricerca accademica, molto prima che divenisse una moda l’hai sempre praticata: lo sguardo del filosofo, l’accuratezza del linguista, l’analisi dello storico. Grazie ai tuoi lavori pioneristici di traduzione dei filosofi della tradizione arabo islamica hai permesso al pubblico italiano di entrare in contatto diretto con un pezzo importante della propria storia (la storia della civiltà mediterranea), gli studi su Ghazali e Averroè. Ma non ti sei fermato, non ti sei ritagliato una nicchia comoda in cui restare; per te il confronto con il mondo era troppo importante. Lo studio magistrale su Islam e Politica credo possa considerarsi un punto di svolta, di arrivo e di partenza del tuo percorso intellettuale; e poi i viaggi in Egitto, in Tunisia, il dialogo con importanti intellettuali (Hasan Hanafi su tutti) che ancora una volta ci hai permesso di conoscere e apprezzare, il tentativo di far conoscere e divulgare il pensiero islamico contemporaneo. La tua turbolenta carriera accademica, in cui i meritati riconoscimenti sono venuti troppo tardi, ti ha indirizzato anche agli studi storici, la storia dell’Egitto, tradotta in arabo e diffusa anche nel mondo arabofono, rimane da questo punto di vista lo studio più importante. In tutto questo non hai mai smesso la ricerca sul testo del Corano e sul profeta Muhammad e anche in questo hai sempre evitato di essere compilativo preferendo sempre un taglio teorico e uno sguardo acuto e profondamente laico. Nessuno studioso italiano come te ha saputo creare ponti, eri uno punto di riferimento per tanti musulmani, sia italiani che nel mondo arabo, ruolo unico direi nel panorama contemporaneo. Hai animato tante iniziative, intellettuale engagé, sempre di parte e mai neutrale, un taglio spesso provocatorio e sferzante, mai compiaciuto; in fondo non hai mai tradito il tuo spirito gramsciano. Ma a rendere questa perdita davvero dolorosa è la tua generosità come maestro: siamo in tanti ad averti chiesto consigli, suggerimenti, idee, aiuto e non ce lo hai mai negato. Ti ho scritto centinaia di mail, chiedendoti consigli di lettura, di correggere un testo, un aiuto per una lezione da preparare, un suggerimento su come affrontare un argomento… e le risposte sono sempre arrivate, il tempo lo hai sempre trovato perché amavi con passione lo studio e il lavoro di intellettuale. Ovunque vedessi un’opportunità per qualche tuo allievo ti spendevi generosamente, così come nei tuoi numerosi viaggi, convegni, iniziative pubbliche, impegnato ugualmente nella ricerca e nella divulgazione, scrittore instancabile. Sei stato per me un vero maestro.

 

Vedi anche:
Francesca Forte, Massimo Campanini (1954-2020)
in "Revista Española de Filosofía Medieval" 27/2 (2020)