Archivio

  • Per Massimo Campanini
    N. 17 (2022)

    Fascicolo a cura di Francesca Forte e Amalia Salvestrini

    “Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia“
    Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere

  • Narrare il Medioevo
    N. 16 (2021)

    Fascicolo a cura di Amalia Salvestrini

     

    "Quanti sono quei grandi sovrani rimasti sconosciuti perché nessuno ne ha mai parlato? Moltissimi, probabilmente; onde io penso che chi aspira alla gloria dovrà saviamente cercare d'ottenere il favore dei letterati e degli scrittori dato che diversamente, senza cioè la luce che dona l'uomo di lettere, ogni impresa, pur eccellente, è destinata a sparire nelle tenebre e ogni altra forma d'elogio che potresti ottenere sarebbe talmente breve da sembrare che Eco risuoni in un applauso da teatro: è appena iniziato ed è già finito."

    Giovanni di Salisbury, Policraticus, Libro I, Prologo (traduzione U. Dotti)

  • Mistica e conoscenza

    Mistica e conoscenza
    N. 15 (2019)

    Numero doppio: 2019-2020

    “Di che cosa aveva paura? Non era né paura né timore. Era un niente che conosceva troppo bene. Era tutto un niente, e anche un uomo era niente … Alcuni in quel niente ci vivevano e non lo avvertivano mai, ma lui sapeva che era tutto nada y pues nada y nada y pues nada. Nada nostro che sei nel nada, sia nada il tuo nome, nada il regno tuo e sia nada la tua volontà, così in nada come in nada. Dacci oggi il nostro nada quotidiano e nada a noi i nostri nada, come noi li nadiamo ai nostri nada, e non nadare noi in nada ma liberaci dal nada; pues nada. Ave, nulla pieno di nulla, il nulla sia con te. Sorrise e si fermò davanti al banco di un bar con una lucente macchina da caffè a vapore. “Cosa prende?” chiese il barista. “Nada”. “Otro loco mas” disse il barista, e gli voltò le spalle … Adesso, senza pensarci più sarebbe tornato nella sua stanza. Si sarebbe messo a letto e finalmente, alle prime luci dell’alba, si sarebbe addormentato. Dopo tutto, si disse, probabilmente è soltanto insonnia. Chissà quanti ce l’hanno.”
    E. HEMINGWAY, Un posto pulito, illuminato bene, in ID., Tutti i racconti, Mondadori, Milano 1993, p. 423.

  • Filosofie francescane
    N. 14 (2018)

    San Francesco predica agli uccelli

    Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi

    Copertina scelta dalla Bur per il romanzo di Louis de Wohl, Il gioioso mendicante. Vita di Francesco d’Assisi (ed. orig. 1958), splendida testimonianza dei molti modi in cui Francesco ha continuato a percorrere la nostra cultura e la nostra immaginazione
  • Filologia e filosofia
    N. 13 (2015)

    ... Ora ora gioiscono le Arti
    perché voi (Mercurio e Filologia) insieme
    date loro una sacra sanzione
    per cui esse concedono ai mortali
    di avviarsi verso il cielo
    e dischiudono loro il mondo degli astri
    e consentono ai desideri degli eletti
    di sfiorare la sfera dell’etere luminoso.
    Grazie a voi il vigile e nobile Nous
    colma gli abissi del pensiero

    (Marziano Capella, De nuptiis Mercurii et Philologiae 2.126)

  • Il viaggio. Tra il profeta e Dante
    N. 12 (2013)

    Accumulare tesori nel viaggio

    ...

    Sempre devi avere in mente Itaca -
    raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio;
    fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
    metta piede sull’isola, tu, ricco
    dei tesori accumulati per strada
    senza aspettarti ricchezze da Itaca.
    Itaca ti ha dato il bel viaggio,
    senza di lei mai ti saresti messo
    sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

    E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
    Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
    già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

    (Costantino Kavafis)

  • Dopo la carta, dopo la pergamena
    N. 11 (2012)

    Innovare e preservare

     La scrittura, se posta su pergamena, può durare anche mille anni, la stampa invece, poiché è abitualmente prodotta su carta, per quanto tempo potrà durare? Se un volume di carta può resistere duecento anni è già molto. […] senza gli amanuensi la scrittura non potrebbe resistere a lungo, poiché verrebbe corrotta dal tempo e dispersa dal caso […] I testi a stampa infatti essendo su carta saranno destinati a consumarsi in breve tempo. Al contrario, il copista, trascrivendo su pergamena, ha diffuso in tal modo, lontano nel tempo la propria forma e quella di ciò che ha scritto. Se, nonostante tutto, molti scelgono d’impiegare la stampa per diffondere le proprie opere, di ciò giudicheranno i posteri. E se anche tutti i libri del mondo venissero stampati, il devoto amanuense non dovrà mai desistere dal proprio compito, ma anzi dovrà impegnarsi nel preservare su pergamena, mediante la scrittura manuale i libri a stampa più utili, che altrimenti non potrebbero conservarsi tanto a lungo per la natura effimera del materiale cartaceo. […] I codici manoscritti non potranno mai essere paragonabili a quelli a stampa, in particolare perché l’ortografia e l’ornato dei libri a stampa sono spesso molto trascurati, mentre la scrittura è sempre prodotta con estrema cura e attenzione.

    (G. Tritemio 1462-1516, Elogio degli amanuensi)

  • Musica medievale e musica contemporanea
    N. 10 (2010)

     Perché enumerare le isole, che il mare ci offre spesso agli sguardi come tanti monili, ove coloro che con costante proposito di mortificazione rinunziano alle attrattive della sregolatezza mondana, preferiscono vivere nascosti al mondo, e schivare gli scabrosi anfratti di questa vita?

    Perciò il mare è rifugio alla temperanza, palestra di vita mortificata, solitudine austera, porto sicuro, tranquillità nel secolo, vita frugale nel mondo, e inoltre incentivo al raccoglimento per le persone fedeli e consacrate a Dio, sì che le loro salmodie rivaleggiano con il mormorare delle onde che sciabordano lievemente, e le isole echeggiano con il loro applauso alla danza composta dei flutti santi, risuonando degli inni dei cristiani.

    E come potrei descrivere compiutamente la bellezza del mare, che il Creatore vide? Che altro devo aggiungere? Che cos’è il canto del mare se non un’eco dei canti dell’assemblea cristiana?

    Perciò è molto giusto che la chiesa sia paragonata al mare: in principio, all’entrare della folla fedele, essa rigurgita da tutti gli ingressi delle sue onde e poi, mentre il popolo prega tutto insieme, scroscia come il riflusso di onde spumeggianti, quando il canto degli uomini, delle donne, delle vergini, dei ragazzi fa eco ai responsori dei salmi come l’armonioso fragore delle onde. Che dire poi dell’acqua che lava i peccati, allo spirare della brezza salutare dello spirito santo?

    (Ambrogio, Hexaëmeron 3.5.23)

  • Laicità e Medioevo
    N. 9 (2009)

    Pensare la laicità

    Il cristianesimo non ci appare più come la rivelazione della verità che illumina le tenebre delle culture “altre”, liberandole dai loro errori o dalle loro parzialità: è una religione e una cultura che si confronta con culture e tradizioni diverse, e dunque è uno dei termini in gioco nel conflitto tra culture e non, almeno non così ovviamente, la sua soluzione. La società europea è, mediamente, laica e secolarizzata, ma sulla base di una eredità cristiana abbastanza esplicita, e ciò diviene evidente quando ci si misura con persone o gruppi radicati in tradizioni diverse, che avvertono la nostra laicità come profondamente marcata da un’origine religiosa specifica.

    (G. Vattimo, Credere di credere)

  • Tracce di debolezza nel pensiero medievale
    N. 8 (2008)

    Crescete e moltiplicatevi

    Con questa benedizione, a mio avviso, ci hai concessa la facoltà e la potestà di esprimere in molti modi un unico concetto che abbiamo acquisito, e di concepire in molti modi un'unica espressione oscura che abbiamo letto. Così si riempiono le acque del mare, mosse soltanto dalla varietà delle interpretazioni; e così la terra si riempie di germi degli uomini, trasparendo la sua aridità alla brama del sapere, e dominandola la ragione.

    (Confessioni 13.24.37)

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