Tra montaggio e racconto. Il linguaggio cinematografico in 'Cadenza d'inganno' di Giovanni Raboni

Autori

  • Andrea Maletto Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2532-1803/14065

Parole chiave:

Letteratura italiana contemporanea, Poesia, Cinema, Raboni

Abstract

Il rapporto di Raboni con il cinema non si limita agli articoli scritti a cavallo tra anni Sessanta e Settanta per conto di “Avvenire” o, più tardi, come critico del “Corriere della Sera”. Il cinema, infatti, ha anche significativamente influenzato la poesia dell’autore e, segnatamente, la sua seconda raccolta, Cadenza d’inganno (1975). Il presente lavoro propone, dunque, un’analisi delle tecniche di origine cinematografica che si riscontrano in quest’opera e che sembrano averne determinato in vari aspetti le modalità narrative e lo stile. Si tenterà, infine, di spiegare l’utilizzo del linguaggio filmico nel contesto più ampio della ricerca poetica raboniana.

 

Raboni’s relationship with cinema is not limited to the articles written between the Sixties and Seventies on behalf of “Avvenire” or, afterwards, as a critic for the “Corriere della Sera”. Indeed, cinema significantly influenced the author’s poetry as well and, in particular, his second collection, Cadenza d’inganno (1975). Therefore, the paper hereby introduced proposes an analysis of the cinematographic techniques which can be found in this book and seem to play a relevant role in determining its style and narrative methods. Finally, an attempt will be made to explain the use of film language in the broader context of Raboni’s poetic research.

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Pubblicato

2020-07-31

Fascicolo

Sezione

Opera Prima