La scena finzionale della storia. "Maus" di Art Spiegelman
DOI:
https://doi.org/10.54103/2532-1803/22396Parole chiave:
Maus; Spiegelman; graphic novel; linguaggio e immagine;Abstract
Nel 1981 esce Maus, di Art Spiegelman: un graphic novel che presenta, sul piano del rapporto tra linguaggio e immagine, una modalità innovativa e una connotazione autobiografica. La struttura narrativa si compone di diversi livelli, alternando le voci dei narratori. La drammatica vicenda vissuta dal padre di Art a Auschwitz viene rievocata attraverso un racconto i cui personaggi assumono le sembianze di animali. Le modalità narrative corrispondono a livelli temporali distinti, e danno luogo all’inclusione della realtà testimoniale all’interno di un universo finzionale. Parole e immagini costruiscono dialogicamente una narrazione polifonica e rivolgono uno sguardo critico sulla realtà storica dell’Olocausto.
In 1981, Art Spiegelman's Maus was published: a graphic novel with an innovative mode and an autobiographical connotation in terms of the relationship between language and image. The narrative structure consists of several levels, alternating the voices of the narrators. The dramatic event experienced by Art's father in Auschwitz is evoked through a story whose characters take on the appearance of animals. The narrative modes correspond to distinct temporal levels, and give rise to the inclusion of testimonial reality within a fictional universe. Words and images dialogically construct a polyphonic narrative and turn a critical eye on the historical reality of the Holocaust.
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