La cronaca d'arte sul web. Accordo e disaccordo negli spazi dedicati alle mostre d'arte su Webzine, blog e siti di opinione
DOI:
https://doi.org/10.13130/2532-1803/14336Parole chiave:
recensioni mostre, accordo, disaccordo, linguistica italianaAbstract
Questo contributo consiste in un’indagine sugli spazi di recensione dedicati alle mostre d’arte su webzine, blog e siti di opinione. Dal percorso di ricerca compiuto su testi che si occupano di recensire/presentare mostre d’arte sul web sono emersi alcuni dati degni di nota. Diversamente dalle recensioni tradizionali – accademiche e giornalistiche –, che hanno una configurazione ricorrente ben definita, sul web manca nella gran parte dei casi una vera struttura argomentativa; un percorso concepito per mostrare il proprio punto di vista e spingere il lettore a condividerlo fornendo per ciò argomenti fondati e un percorso logico convincente. Sono frequenti gli interventi in cui manca del tutto una componente valutativa e il testo – pur definito dagli autori stessi ‘recensione’ – funge in realtà da segnalazione di un evento. Quando presenti, gli spazi valutativi non sono ben delimitati e spesso consistono in elementi isolati distribuiti a macchia di leopardo nel testo. L’elemento più interessante che emerge è che si dà molto raramente il caso di recensioni anche solo timidamente negative: ad eccezione di casi rarissimi, la parte valutativa, se presente, è praticamente sempre positiva o, al più, contiene debolissime annotazioni negative poco visibili e regolarmente neutralizzate da annotazioni positive.
This contribution consists of a survey on the review spaces dedicated to art exhibitions on webzines, blogs and opinion sites. The analysis of texts that deal with reviewing/presenting art exhibitions on the web has revealed some noteworthy data. Unlike traditional reviews - academic and journalistic -, which have a well-defined recurring configuration, in most of the cases observed there is no real argumentative structure; a path conceived by the author to show his point of view and push the reader to share it, providing for this purpose well-founded arguments and a convincing logical path. There are frequent interventions in which an evaluative component is completely missing and the text - although defined by the authors themselves as 'review' - actually acts as a signaling of an event. When present, the evaluative spaces are not well delimited and often consist of isolated elements distributed in patches throughout the text. The most interesting element that emerges is that there is very rarely the case of reviews even timidly negative: with the exception of very rare review spaces, the evaluative part, if present, is practically always positive or, at most, contains very weak negative annotations that are not very visible and regularly neutralized by positive annotations.
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