I diritti umani e il sesso "debole"

Autori

  • Sandrine Bassin Diringbin Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2531-6710/13264

Parole chiave:

Diritti umani, Africa, Diritti delle donne

Abstract

Secondo Edward B. Tylor, la cultura, o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e ogni altra competenza o abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società. Da questa impostazione è facile dedurre che la cultura è un punto cardine per ogni popolazione, poiché col trascorrere del tempo permette di definire un popolo, rendendolo unico e uguale solo a se stesso. Altrettanto fondamentale risulta essere la tradizione che consiste nel tramandare, di generazione in generazione, quelle usanze proprie della cultura di un popolo che - rappresentando un aspetto essenziale dell’identità culturale e appartenendo alla tradizione di alcune popolazioni - possono comportare una grave violazione dei diritti umani intesi nell’accezione più comune. In questo mio breve saggio cercherò invece di portare uno sguardo diverso sulle motivazioni che perpetuano tali pratiche analizzando come queste sono percepite dalle popolazioni che le tramandano. Sempre adottando una chiave sociologica, cercherò di proporre il concetto di « agency » come approccio e strumento centrale per un cambiamento più profondo e duraturo verso una comprensione, e forse anche un’accettazione, di questi « nostri » diritti umani da parte di quelle popolazioni di impronta squisitamente tradizionale.

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Pubblicato

2020-04-07