Un nuovo solfo-batterio fotosintetizzante Rhodopseudomonas vannielii n. sp.

Autori

  • Vittorio Scardovi Università di Bologna

Abstract

È descritta una nuova specie di solfobatterio fotosintetizzante, Rhodopseudomonas vannielii n. sp., le cui principali caratteristiche sono così brevemente riassumibili:

 

Morfologia e caratteri colturali. — Colonie in substrato inorganico contenenti solfuro di sodio ed a pH 6,5 di colore giallo-verdastro o rosso-violetto, circondate, specie quelle sviluppate in più stretta anaerobiosi, da alone di solfo precipitato.

Cellule in substrato organico a base di autolizzato di lievito molto piccole (massimo 1,5 μ per 0,5 μ) gram-negative, sempre diritte, isolate, mai ramificate, attivamente mobili, molto probabilmente per mezzo di flagello polare; tendenza alla comparsa di cellule più allungate nelle colture più vecchie. Deposito mai mucoso ma sempre sciolto e facilmente disperdibile all'agitazione. Nessun odore particolare. Il liquido colturale è colorato in rosa dopo la deposizione delle cellule. Colore della coltura: da shell pink all'inizio a peach red nelle colture a sviluppo completo. In substrato inorganico contenente solfuro di sodio le cellule sono molto più allungate (14-16 μ) e più spesso regolarmente appuntite all'estremità, isolate, mai ramificate, gram-negative, immobili. Solfo contenuto sotto forma di inclusioni soltanto nelle cellule giovanissime. Assenti forme globose.

 

Caratteri fisiologici. — Preferisce valori di pH inferiori a 7; nei substrati inorganici vegeta ottimamente a pH 6,5 ma può ancora sviluppare a pH 5,5; non sviluppa a pH 7,2-7,5 nelle medesime condizioni. Ottimo di temperatura 22°-23° C; temperature di 25°-27° frenano ed arrestano lo sviluppo. Comportamento di fronte all'ossigeno fortemente influenzato dalla composizione del mezzo; non coltivabile in piena aerobiosi (colture in striscio). La gelatina non è fluidificata.

 

Caratteri biochimici. — Specie strettamente autotrofa potendo sviluppare in assenza di sostanze organiche e di fattori di crescita. Tra i composti inorganici dello solfo soltanto i solfuri sono utilizzati per il processo di fotosintesi. Nessuna delle numerose sostanze organiche studiate (zuccheri, acidi, alcooli ed aminoacidi) si dimostra utilizzabile da questa specie; lo sviluppo in substrati organici contenenti autolizzato di lievito è comunque dovuto alla facoltà che questa specie possiede di utilizzare sostanze organiche per ora non identificate. Il riconoscimento di questa nuova specie offre motivo di proporre taluni emendamenti alla attuale classificazione dei solfobatteri pigmentati fotosintetizzanti: raggruppare le famiglie Thiorhodaceae e Athiorhodaceae nell'unica famiglia delle Rhodobacteriaceae e mantenere distinta da questa la famiglia delle Chlorobacteriaceae. Pertanto, non riconoscendo valida la separazione dei generi comprendenti specie strettamente autotrofe, queste entreranno a far parte dei generi rispettivi in base ai loro caratteri morfologici.

Pubblicato

2022-11-14

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Articoli