Annals of Microbiology https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology <p>Raccolta dei primi numeri digitalizzati della rivista Annals of Microbiology, dal 1940</p> it-IT francesca.cappitelli@unimi.it (Francesca Cappitelli) federica.troiano@unimi.it (Federica Troiano) Mon, 14 Nov 2022 17:22:47 +0000 OJS 3.3.0.13 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Un nuovo solfo-batterio fotosintetizzante Rhodopseudomonas vannielii n. sp. https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology/article/view/19017 <p>È descritta una nuova specie di solfobatterio fotosintetizzante, <em>Rhodopseudomonas vannielii n. sp.</em>, le cui principali caratteristiche sono così brevemente riassumibili:</p> <p><em>&nbsp;</em></p> <p><em>Morfologia e caratteri colturali</em>. — Colonie in substrato inorganico contenenti solfuro di sodio ed a pH 6,5 di colore giallo-verdastro o rosso-violetto, circondate, specie quelle sviluppate in più stretta anaerobiosi, da alone di solfo precipitato.</p> <p>Cellule in substrato organico a base di autolizzato di lievito molto piccole (massimo 1,5 μ per 0,5 μ) gram-negative, sempre diritte, isolate, mai ramificate, attivamente mobili, molto probabilmente per mezzo di flagello polare; tendenza alla comparsa di cellule più allungate nelle colture più vecchie. Deposito mai mucoso ma sempre sciolto e facilmente disperdibile all'agitazione. Nessun odore particolare. Il liquido colturale è colorato in rosa dopo la deposizione delle cellule. Colore della coltura: da <em>shell pink </em>all'inizio a <em>peach red </em>nelle colture a sviluppo completo. In substrato inorganico contenente solfuro di sodio le cellule sono molto più allungate (14-16 μ) e più spesso regolarmente appuntite all'estremità, isolate, mai ramificate, gram-negative, immobili. Solfo contenuto sotto forma di inclusioni soltanto nelle cellule giovanissime. Assenti forme globose.</p> <p>&nbsp;</p> <p><em>Caratteri fisiologici</em>. — Preferisce valori di pH inferiori a 7; nei substrati inorganici vegeta ottimamente a pH 6,5 ma può ancora sviluppare a pH 5,5; non sviluppa a pH 7,2-7,5 nelle medesime condizioni. Ottimo di temperatura 22°-23° C; temperature di 25°-27° frenano ed arrestano lo sviluppo. Comportamento di fronte all'ossigeno fortemente influenzato dalla composizione del mezzo; non coltivabile in piena aerobiosi (colture in striscio). La gelatina non è fluidificata.</p> <p>&nbsp;</p> <p><em>Caratteri biochimici. </em>— Specie strettamente autotrofa potendo sviluppare in assenza di sostanze organiche e di fattori di crescita. Tra i composti inorganici dello solfo soltanto i solfuri sono utilizzati per il processo di fotosintesi. Nessuna delle numerose sostanze organiche studiate (zuccheri, acidi, alcooli ed aminoacidi) si dimostra utilizzabile da questa specie; lo sviluppo in substrati organici contenenti autolizzato di lievito è comunque dovuto alla facoltà che questa specie possiede di utilizzare sostanze organiche per ora non identificate. Il riconoscimento di questa nuova specie offre motivo di proporre taluni emendamenti alla attuale classificazione dei solfobatteri pigmentati fotosintetizzanti: raggruppare le famiglie <em>Thiorhodaceae </em>e <em>Athiorhodaceae </em>nell'unica famiglia delle <em>Rhodobacteriaceae </em>e mantenere distinta da questa la famiglia delle <em>Chlorobacteriaceae</em>. Pertanto, non riconoscendo valida la separazione dei generi comprendenti specie strettamente autotrofe, queste entreranno a far parte dei generi rispettivi in base ai loro caratteri morfologici.</p> Vittorio Scardovi Copyright (c) 2022 https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology/article/view/19017 Mon, 14 Nov 2022 00:00:00 +0000 Nuove forme di Eutorulopis dubia Cif. et Red. Nota II https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology/article/view/19018 <p>Da uno stipite di <em>Eutorulopsis dubia </em>Ciferri e Redaelli in cultura monocitogenetica e coltivato in brodo malto, furono isolati alcuni ceppi morfologicamente un poco diversi dall'originario, sia per la forma e la pigmentazione delle colonie che per la forma e le dimensioni delle cellule. I nuovi caratteri sono risultati stabili anche dopo numerosi passaggi. Uno di questi ceppi, il più interessante, ha cellule dotate di un corto e sottile prolungamento a forma di tubicino ed altre un poco più grosse e quasi sferiche. I ceppi sono ancora in studio e quindi non è possibile dire nulla di definitivo su queste particolari formazioni. Esaminate numerose colonie del ceppo originario provenienti sia da agar che da brodo malto parrebbe risultare che la possibilità di una variazione anche notevole sia insita naturalmente in questo lievito e che forse sia più facile metterla in evidenza quando lo stipite viene tenuto in terreno liquido, anzichè in solido, per ragioni puramente meccaniche.</p> Elisa Corberi Copyright (c) 2022 https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology/article/view/19018 Mon, 14 Nov 2022 00:00:00 +0000 Ancora su nuove forme di Eutorulopsis dubia Cif. et Red. Nota III https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology/article/view/19019 <p>Da uno stipite di <em>Eutorulopsis dubia </em>Ciferri e Redaelli in cultura monocitogenetica, è stato isolato un clone, molto diverso dai genitori. Presenta cellule molto lunghe e la tendenza a restare unito. La pigmentazione del nuovo ceppo era simile a quella del clone originale (rosso).</p> <p>Successivamente, da un mutamento del pigmento (bianco) della coltura originale è stato isolato un nuovo clone esattamente come quello sopra descritto tranne che per il carattere della pigmentazione delle colonie: bianco come quello da cui è stato derivato.</p> Elisa Corberi Copyright (c) 2022 https://riviste.unimi.it/index.php/annalsofmicrobiology/article/view/19019 Mon, 14 Nov 2022 00:00:00 +0000