@article{Blankenborg_2020, title={The Territory without a Map: the Sea as a Narratological Frame and Compass in the "Odyssey"}, volume={1}, url={https://riviste.unimi.it/index.php/aoqu/article/view/14710}, DOI={10.13130/2724-3346/14710}, abstractNote={<p>Il contributo intende dimostrare che il mare nell’<em>Odissea </em>non è tanto il territorio ricostruito dalla mappa del poema, quanto piuttosto la cornice narratologica che “tiene insieme” il poema: il mare, infatti, unisce le singole disavventure di Odisseo. Pertanto il mare nel poema omerico non è solo acqua salata e scura: è il continuum su cui si muove la mente del narratore, alla ricerca di punti di approdo per saldare tra loro racconti ed episodi. Cercando nello spazio virtuale della sua immaginazione, Odisseo presenta le sue disavventure e la loro collocazione remota come isole isolate, e utilizza parimenti il mare come spazio virtuale per inquadrarle. Per il tessitore di trame Odisseo il mare è la sua tela fittizia. E come ricorda l’ammonimento di Tiresia (<em>Od</em>. XI 121-137, ribadito in <em>Od</em>. XXIII 265-283), Odisseo deve in qualche modo fuggire da questa finzione per trovare la pace, anche se non potrà fuggire la morte che verrà proprio da lì.</p>}, number={II}, journal={AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica}, author={Blankenborg, Ronald}, year={2020}, month={dic.}, pages={9–35} }