Salta al menu principale di navigazione Salta al contenuto principale Salta al piè di pagina del sito

Call for Paper: Archiving the technology-based performing arts.

2022-04-25

Archiviare lo spettacolo tecnologico.
Documentare la performance, archiviare sul web e preservare le arti dello spettacolo nell'era digitale è un argomento di grande discussione, come evidenziato dal crescente numero di pubblicazioni e conferenze internazionali, come Open Data-Open Access: New Frontiers for Archives- Digital Platforms for the Performing Arts (Roma, 2019); Performing the Future. Institutions and Politics of Memory (SIBMAS, Varsavia 2020); e Activating the Archive (EYE International Conference, 2018) tra gli altri.

Recentemente centinaia di artisti, critici e curatori digitali hanno redatto un Manifesto: "Media Art needs Global Network Organization" volto a creare una piattaforma internazionale stabile di archivi interoperabili (International Liverpool Declaration). Significativo come modello è il progetto online La Mama Archive nato come "Collective Access Catalogue" per digitalizzare la collezione di video open reel da mezzo pollice sui primi esperimenti Off-Off-Broadway, per archiviare, conservare e rendere questi file liberamente disponibili a ricercatori, studenti e artisti. I

n Italia Donatella Gavrilovich ha recentemente lavorato per il progetto Performance Knowledge Base (PKb 2014, Università di Roma) che si concentra sugli Open Data per le Performing Arts (Connecting the Future Conference, 2019). Ci basiamo anche sugli studi sui Media Archives di Gabriella Giannachi per il MIT-Boston (Archive Everywhere, 2016; Archiviare tutto, Treccani, 2021), sui progetti di conservazione delle Media Arts del gruppo LIMA (https://www.li-ma.nl/lima/) e della Tate Modern (https://www.tate.org.uk/about-us/conservation/time-basedmedia). Le performance sono eventi dal vivo; la transitorietà e l'effimero sono le loro caratteristiche principali, in quanto sono in continua evoluzione e non possono mai essere catturate nella loro interezza, ma lasciano molte tracce.

Peggy Phelan afferma che la performance "diventa se stessa attraverso la scomparsa" (Phelan 1993), allo stesso modo le Digital Performance sono assolutamente irripetibili e generano documentazione effimera (registrazioni video delle prove, rendering 3D, immagini video, design interattivo); a causa dell'obsolescenza del software, dell'hardware e delle infrastrutture di rete, le opere d'arte nate digitali sono oggetto di un costante cambiamento tecnologico (Sabatini 2013). Partendo dallo storico Digital Performance Archive creato da Steve Dixon (1999) come conservare le tracce delle produzioni di teatro e danza dal vivo che hanno incorporato i media digitali? Potremmo superare l'imprecisione delle registrazioni video delle performance dal vivo distinguendo tra "intra-documentario - la registrazione video della performance - e inter-documentario - un corpus documentario più ampio che include annotazioni scritte del movimento, suono e annotazioni grafiche- (Bardiot 2017).


Seguendo Gabriella Giannachi potremmo considerare gli archivi "non solo documenti e siti ma anche opere d'arte, installazioni, musei, piattaforme di social media e ambienti di realtà mediata e mista"? Ripercorrere, rievocare una performance  significa oggi "necessariamente  passare attraverso un atto performativo svolto all'interno delle tracce digitali" (Bardiot 2017); ma cosa implica il riperformare e quindi il reenacting? : "È una nuova forma di performance, che rimanda, e quindi riferisce (dal verbo latino rĕfĕro: riportare) il "fare" a un "fatto" precedentemente agito (...) È interessante considerare il reenactment come una modalità interna alla performance, coerente con la natura della performance, e quindi utile per archiviare la performance stessa, per conservarla e poi trasmetterla a chi non era presente in quel momento. Concentrandoci sui tentativi volti a salvare la performance, dobbiamo prendere in considerazione quelli che per lo più sembrano rispettare la natura intrinseca della performance, digitando propriamente i suoi codici" (Cutugno 2014).

E infine, come archiviare le forme di liveness digitale, le performance online/ fruite in tempo reale dai propri computer - attraverso una prospettiva fenomenologica che tenga conto del rapporto tra le caratteristiche delle tecnologie e le pratiche del loro utilizzo da parte di performer e pubblico? (Gemini 2020)
Questo quarto numero di Connessioni Remote intende mappare i teatri tecnologici attraverso i loro archivi, e le diverse modalità di conservazione e inventariazione e accessibilità.
Il direttore e il vicedirettore della rivista, il comitato scientifico e di redazione incoraggiano la presentazione di articoli e saggi sull'archivio di Giacomo Verde, uno dei più completi archivi di videoteatro degli anni '80 in Italia, non ancora completamente catalogato. Chi fosse interessato a presentare saggi sull'argomento può consultare il sito di Giacomo Verde, scaricare il volume della Milano University press di Anna Monteverdi Vincenzo Sansone e Dalila D'Amico, e contattare Anna Monteverdi per informazioni sui contenuti dell'archivio: Anna.Monteverdi@unimi.it

I contributi possono riguardare, ma non solo, i seguenti temi legati ai teatri intermediali:
- rassegna di studi e ricerche sul tema degli archivi
- saggi sulla conservazione dello spettacolo intermediale
- analisi e identificazione di collezioni archivistiche con valore storico
- archiviazione digitale su piattaforme disponibili per l'accesso al web
- repository online ad accesso aperto
- applicazioni web per la documentazione di performance interattive e digitali
- esempi di ri-performance dello stato dell'archivio
- documentazione di eventi live on line
- casi di studio su artisti e compagnie teatrali
- rielaborazione del concetto di archivio e riutilizzo creativo dello stesso
- esperienze di pubblico a distanza dell'archivio
- percezione e comprensione degli archivi nell'era digitale
- archivi e Ai


Gli autori sono invitati a presentare abstracts di massimo 1000 caratteri spazi inclusi sui temi sopra elencati in italiano o in inglese insieme a 4-5 parole chiave.
Gli abstract devono essere inviati entro il 25 giugno 2022 a rivistaconnessioni.remote@gmail.com


Il Comitato di Redazione selezionerà un massimo di 10 abstracts in base all'innovatività tematica e metodologica per il dibattito critico in corso. Gli autori saranno contattati via e-mail dal comitato di redazione per presentare il testo definitivo attraverso la piattaforma OJS registrandosi online. Gli articoli completi devono avere una lunghezza compresa tra le 30.000 e le 40.000 battute, compresi spazi, note e bibliografia, e devono essere inediti. Gli autori sono pregati di consultare in anticipo le linee guida per la redazione grafica dell'articolo e le norme editoriali. Gli articoli che non seguono queste linee guida saranno respinti. Gli articoli di qualità adeguata e aderenti agli obiettivi della rivista saranno rivisti e sottoposti a refereeing in doppio cieco.
Per ulteriori informazioni: rivistaconnessioni.remote@gmail.com

 

Bibliografia

M. De Marinis, “A Faithful Betrayal of Performance: Notes on the Use of Video in Theatre”. New Theatre Quarterly, 1, 1985.
P. Phelan, Unmarked: The Politics of Performance, London: Routledge,1993.
M. De Marinis, Gli strumenti audiovisivi nello studio della relazione teatrale in A. Ottai, Il teatro e i suoi doppi, Roma, Kappa, 1994.
S. Bay- Chen, “The Paradox of Digital Preservation”. Computer, vol. 34, 2001.
R. Schneider, “Performance Remains”. Performance Research, 6, 2001
M. Reason, “Archive or Memory? The Detritus of Live Performance”. National Theatre Quarterly 19, 2003.
A. Monteverdi, A. Balzola, Le arti multimediali digitali, Milano, Garzanti 2019 (1st ed.: 2004).
M. Reason, Documentation, Disappearance and the Representation of Live Performance. Palgrave Macmillan, New York, 2006.
P. Auslander, “The Performativity of Performance Documentation”. PAJ: A Journal of Performance and Art, Vol. 84, 2006
S. Dixon, Digital performance: a history of new media in theater, dance, performance art, and installation Cambridge, Mass.: MIT Press, 2007.
S. Osthoff, Performing the Archive: The Transformation of the Archive in Contemporary Art from Repository of Documents to Art Medium, New York, U.S.A. and Dresden, Atropos Press, 2009
Clarisse Bardiot. “Noting/Annotating. Documenting the technology-based performing arts”. Art press 2, Paris: Art press, 2009.
D. Sabatini, “Il patrimonio culturale audiovisivo: il Restauro Digitale”. Archeomatica, Tecnologie per i Beni Culturali, Anno I – n. III, 2010.
M. Fleischmann, W. Strauss, Performing data, National Centre for Culture, Warszawa, 2011.
R. Schechner, Performing Remains. Art and War in Times of Theatrical Reenactment, New York, Routledge, 2011
A. Monteverdi, Nuovi media nuovo teatro, Milano, FrancoAngeli, 2011.
C. Flinn, “Archival Activism”. Interaction v. 7, 2011.
L. Gaillet, “(Per)Forming Archival Research Methodologies”. College Composition and Communication, vol. 64, no. 1, 2012
D. Sabatini. Restauro digitale del film Alle origini del teatro (il Mnemodramma). In: Fersen, itinerario ininterrotto di un protagonista del Novecento, Genova, Akropolis Libri-Le Mani Editore, 2012.
C. Fernandes, S. Jürgens, “Video annotation in the TKB project: Linguistics meets choreography meets technology”. International Journal of Performance Arts and Digital Media, 9, 2013.
D. Sabatini. Il teatro nelle Teche RAI in (a cura di) V. Bazzocchi, P. Bignami, Le arti dello spettacolo e il catalogo, Roma, Carocci Editore, 2013.
G. Boutard, C. Guastavino, The Performing World of Digital Archives, in J. Boustany (ed.), La médiation numérique: renouvellement et diversification des pratiques. Actes du colloque Document numérique et société, Zagreb 2013.
C. Cutugno “Archiving Performance: Reenacting Creativity”, Mantichora, n. 4, 2014
S. Bay-Cheng,J. Parker-Starbuck, D.Satz, Performance and Media: Taxonomies for a Changing Field, University of Michigan Press, 2015.
C. Bardiot. “Rekall: An environment for notation / annotation / denotation”. Performance Research, Taylor & Francis (Routledge), 2015,
E. Van Alphen, Staging the Archive: Art and Photography in the Age of New Media, de Gruyter GmbH, Berlin/Boston 2015
N. Pang, K. Khiun Liew, B. Chang (eds), Participatory archives in a world of ubiquitous media, London Routledge, 2015
G. Giannachi, Archive Everything, Boston, Mit, 2016 (ed. it.Archiviare tutto, Treccani, 2021)
T. Sant, Documenting Performance. The Context and Processes of Digital Curation and Archiving, Methuen, London, 2017
M. Leeker, I. Schipper, T. Beyes, Performing the Digital: Performance Studies and Performances in Digital Cultures, Transcript Verlag 2017
C. Bardiot. “Organiser et conserver la mémoire de l’éphémère: les capsules de MemoRekall”. Culture & Musées, 2017.
C. Bardiot. “Éclats: un projet de logiciel pour annoter des captations vidéo”. Hispania, Carnières-Morlanwelz: Lansman, 2017.
C.Rosa, O.Craveiro, P. Domingues, “Open Source Software for Digital Preservation Repositories : A Survey”. International Journal of Computer Science & Engineering Survey (IJCSES) 8, 2017
O. Grau, J. Hoth, E. Wandl-Vogt (eds.) Digital Art through the Looking Glass. New strategies for archiving, collecting and preserving in digital humanities, Edition Donau-Universität, 2019
V. Agnew, J. Lamb, J. Tomann The Routledge Handbook of Reenactment Studies, Key terms in the field, Routledge, Taylor&Francis 2019.
D. Gavrilovich, “Open Data for an International Performance Knowledge base (PKb) and a persistent identifier (ASPA Code)”. Arti dello Spettacolo/Performings Arts n. 6, 2020.
L. Gemini, “Osservare la (digital) liveness: caratteristiche e pratiche della comunicazione dal vivo”. Abracadamat.org, 06-04-2020.