@article{Passalacqua_2010, title={Meir Sternberg, Raccontare nel Tempo (II): Cronologia, Teleologia, Narrativita}, url={https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/789}, DOI={10.13130/2037-2426/789}, abstractNote={<!-- p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 10.3px Garamond} --> <p class="p1">In quest’ultima sezione di <em>Telling in Time (II) </em>l’autore porta a compimento l’analisi condotta sulle condizioni di esistenza del discorso narrativo fornendo una definizione conclusiva delle nozioni chiave incontrate lungo l’intero saggio: narratività, narrazione e universali narrativi (individuati negli effetti di suspense, curiosità e sorpresa). Fornite queste definizioni – che assumono tanta più rilevanza se si considera la notevole diffusione che esse hanno avuto nell’ambito degli studi narratologici – l’attenzione si sposta sulle conseguenze di carattere epistemologico che una tale proposta implica nella configurazione degli studi narrativi e, in particolare, in merito all’adattamento, che non può essere più di tipo realistico, rispetto al proprio oggetto di studio. A conclusione del lavoro, Sternberg specifica la propria proposta: essendo la narratività – ecco, in sintesi, l’argomento finale – il procedimento che qualifica il discorso narrativo attraverso criteri anti-rappresentazionali, transmediali e dialogici, l’indagine critica sulla narrazione deve porsi co- me obiettivo primario quello di analizzare i meccanismi cognitivi e le strategie discorsive che so- no alla base dell’interazione dialogica tra lettore e opera (in modo da ancorare le proprie premes- se sulla specificità stessa del genere narrativo) e, secondariamente, di comprendere come tale procedimento invariante entri in relazione e modifichi, «narrativizzando», i fattori variabili dell’universo narrativo (al fine di stabilire una disposizione gerarchica tra i diversi fattori narrativi).</p>}, number={2}, journal={ENTHYMEMA}, author={Passalacqua, Franco}, year={2010}, month={dic.}, pages={171–206} }