@article{Bottiroli_2018, title={Il desiderio "effrayant" di Julien Sorel}, url={https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/9975}, DOI={10.13130/2037-2426/9975}, abstractNote={Che cosa significa leggere un classico? Quest’articolo distingue due modi, o due vie. Per i contestualisti è sufficiente collocare l’opera nella sua epoca storica, e sottolineare eventualmente la novità che quell’opera ha introdotto. Per la teoria dell’interpretazione, un classico vive nel «tempo grande» (Bachtin), cioè oltrepassa i confini della sua epoca. <br />In questo senso, i grandi scrittori sarebbero ‘universali’. Per l’autore di quest’articolo sarebbe più corretto riconoscere la densità semantica dell’opera d’arte, cioè l’insieme delle sue virtualità. Ma per riconoscere e indagare le virtualità di un classico occorre far riferimento alla teoria, o meglio alle teorie. Nel caso di <em>Le Rouge et le Noir</em>, ci si può limitare ad analisi parziali, che, nella loro consapevole limitatezza, sono legittime. Tut-tavia, chiunque pretenda di offrire un punto di vista complessivo su questo romanzo di Stendhal non può (o meglio non dovrebbe) ignorare, per esempio, le teorie del desi-derio. <em>Le Rouge et le Noir</em> rappresenta un momento fondamentale per la nascita del realismo moderno («serio», come lo ha chiamato Auerbach): ma si può ridurre la rappresentazione della realtà, che esso offre, quasi unicamente al contesto storico-sociale? La verità (l’<em>âpre vérité</em>) che Stendhal promette ai suoi lettori nell’esergo del romanzo è la verità di quegli esseri flessibili che noi siamo: è la verità delle diverse possibilità, o versioni, dell’amore. Non si può leggere un classico senza incontrare il desiderio di essere.<br /><br />What does ‘reading the classics’ mean? This paper identifies a twofold approach to this act. Contextualist critics believe that setting the text within its historical context and shedding light on its innovative aspects suffice to understand it. According to the theory of interpretation, classics embody Bachtin’s «great time», exceeding the limits of their epoch. Great writers would be therefore universal figure. For the author of this paper, a correct approach to literary works acknowledges the density of texts, that is to say the combination of virtual components. In order to investigate classics’ ‘virtuality’, one has to refer to theory, or rather theories. Dealing with <em>Le Rouge et le Noir</em>, critics can provide partial analyses that, in being consciously limited, are certainly legit. However, whoever might want to offer a complete view of Pascal’s novel cannot – or rather should not – ignore, for instance, theories of desire. <em>Le Rouge et le Noir</em> stands out as a fundamental step towards the birth of modern realism («serious», as Auerbach named it). Nonetheless, is it possible to reduce the portrayal of reality it offers to, almost exclusively, its socio-historical context? The truth (l’<em>âpre vérité</em>) Stendhal promises to his readers in the novel’s exergue is the truth about us as flexible beings. In other words, it is the truth about the several possibilities, or potentialities, intrinsic to love. One cannot read classics without discovering the desire to be.}, number={21}, journal={ENTHYMEMA}, author={Bottiroli, Giovanni}, year={2018}, month={giu.}, pages={134–151} }