Ex Chordis https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis <p>Ex Chordis. Rivista di Cultura, Storia, Didattica e Ricerca degli Strumenti ad Arco [ISSN 3034-8781]</p> it-IT cazzato.alessandro@docenticonsba.it (Alessandro Cazzato) rivista.exchordis@docenticonsba.it (Redazione Ex Chordis) Thu, 30 Nov 2023 00:00:00 +0000 OJS 3.3.0.13 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 La “nuova antichità” di Luigi Dallapiccola. Analisi della Tartiniana Seconda MR58a https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22483 <p>Il saggio mira all’analisi della <em>Tartiniana Seconda</em> MR58a per violino e pianoforte di Luigi Dallapiccola. La composizione si inserisce nel panorama di riscoperta della musica strumentale italiana del passato e mutua i temi della <em>Sonata</em> VII B.a1 di Giuseppe Tartini che con Dallapiccola condivide la terra d’origine: l’Istria. Dallapiccola modifica i temi tartiniani unendo l’uso dell’antico contrappunto ai procedimenti seriali, creando una linea violinistica (che già nell’originale tartiniano presentava vari virtuosismi) e una pianistica (non semplice “accompagnamento” ma intrecciata alla prima). L’analisi prende spunto dai suggerimenti di ricerca di Sandro Perotti in merito al tema della <em>ri-scrittura</em>, per proseguire con l’analisi della forma, dei canoni, della sintassi armonica e degli elementi motivici, proponendo degli schemi che riassumono le costruzioni di natura matematica tipiche di Dallapiccola.</p> Irene Tripodi Copyright (c) 2023 Irene Tripodi https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22483 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 Come, pretty babe, un consort song di William Byrd dal testo scabroso https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22515 <p>I <em>consort song</em> – brani vocali con accompagnamento di un <em>consort</em> di viole da gamba – costituirono un genere molto in voga nell’Inghilterra degli ultimi decenni del XVI secolo, in piena età elisabettiana, genere in cui William Byrd eccelse. Tra i <em>consort song</em> che il compositore non pubblicò ce n’è uno, <em>Come, pretty babe,</em> dal testo piuttosto scabroso per l’epoca. Tratta, infatti, della maternità al di fuori del matrimonio. In questa ninna nanna, la madre si rivolge al suo piccolo confidandogli il dolore e l’angoscia per la situazione drammatica in cui versano. Nell’articolo viene data la traduzione del testo letterario, che viene discusso nel contesto sociale dell’epoca. Viene, inoltre, fornito un quadro generale dei <em>consort song</em> byrdiani. Si ipotizzano, altresì, le ragioni che indussero il <em>Brittanicae Musicae parens</em> a non dare alle stampe <em>Come, pretty babe.</em></p> Giambattista Bello Copyright (c) 2023 Giambattista Bello https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22515 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 La produzione cameristica e solistica per archi di Francesco Ricupero. Il caso della Sonata per Violino e Cembalo https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22516 <p>In questo contributo si vuole analizzare la produzione cameristica e solistica per archi di Francesco Ricupero, compositore della seconda metà del Settecento di cui conosciamo pochissime notizie biografiche ma di cui possediamo un’enorme quantità di manoscritti musicali. Studiare e analizzare manoscritti e composizioni sconosciute può essere utile non solo per arricchire il repertorio di uno strumento ma per riportare in auge pratiche esecutive dimenticate e stili nascosti. Pur trattandosi di una produzione secondaria di un compositore pressoché dimenticato dalla storia della musica, risulta essere molto interessante, ricca di spunti e diversa da quanto scritto e composto a Napoli nella seconda metà del Settecento. Tale produzioni merita oggi approfondimenti, edizioni critiche ed esecuzioni. In particolare, analizzeremo la <em>Sonata</em> per violino e cembalo, una composizione molto particolare, composta solo in due movimenti, che mal si inserisce nel repertorio solistico dell'epoca.</p> Eugenio Poli Copyright (c) 2023 Eugenio Poli https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22516 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 Arvo Pärt e l’evoluzione dello stile Tintinnabuli nelle opere per violino. Tabula rasa (1977) e Fratres (1980) https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22519 <p>Il presente saggio è una versione abbreviata e aggiornata del mio lavoro di Tesi Triennale sui principali brani per violino di Arvo Pärt. In seguito al mio diploma accademico di I livello ho avuto un’ulteriore opportunità per conoscere il compositore estone grazie alla mia visita all’Arvo Pärt Centre di Laulasmaa (Estonia) in occasione degli Arvo Pärt Days 2022; motivo per cui ho deciso di approfondire due dei brani già analizzati nel mio precedente lavoro, <em>Tabula Rasa</em> (1977) e <em>Fratres </em>(1980). Il risultato di questo studio è allo stesso tempo specifico e generale; il suo scopo principale è aumentare la conoscenza sulla figura di Arvo Pärt, liberandola da tutti gli stereotipi associati alla sua musica. La sua musica, infatti, è differente da tutto il resto. In via preliminare, il saggio analizza la sua personale tecnica compositiva, affrontando alcuni concetti chiave che torneranno più avanti nelle analisi di <em>Tabula Rasa</em> e <em>Fratres.</em> Poi, durante l'analisi dei due brani in questione, si cercherà di riscontare tecniche musicali ricorrenti nell’uso del violino e nella sua interazione con strumenti differenti.</p> Silvia Zeverino Copyright (c) 2023 Silvia Zeverino https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22519 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 Presentazione https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22391 Corrado Roselli Copyright (c) 2023 Corrado Roselli https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22391 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 Prospettive di studio della performance musicale nella ricerca artistica https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22457 <p>In questo ultimo ventennio, lo studio della <em>performance</em> musicale si sta sviluppando su diversi fronti. All’approccio etnomusicologico, diretto all’analisi della <em>performance</em> nelle tradizioni musicali extraeuropee, si sono affiancati i ‘performance studies’, che hanno portato alla ‘svolta performativa’ e alla ‘svolta artistica’ e, quindi, alla nascita della ricerca artistica musicale incentrata a indagare il processo creativo della <em>performance</em> nella tradizione musicale occidentale. Ma quali sono nello specifico le nuove prospettive di studio della <em>performance</em> musicale rispetto alle domande di ricerca, agli obiettivi, ai metodi e ai risultati della ricerca artistica musicale? Il presente articolo offre una panoramica dei diversi approcci di studio della <em>performance</em> musicale, restringendo il campo ai metodi di analisi della <em>performance</em> di una composizione musicale scritta nell’ambito della ricerca artistica. Nel definire il percorso che determina la trasformazione della pratica musicale in ricerca sulla performance musicale, verranno evidenziate le problematiche relative alla scelta dei metodi, proponendo le divergenze e le convergenze dell’approccio strettamente artistico rispetto all’approccio scientifico. Saranno, quindi, presentati gli obiettivi della ricerca artistica musicale e un metodo misto che integra l’approccio analitico-performativo e l’approccio analitico-empirico. L’applicazione del digitale per la documentazione e l’analisi del gesto del performer sarà tema di discussione per far emergere le potenzialità del dialogo tra arte, scienza e tecnologia, foriero di innovative prospettive per lo studio della <em>performance</em> musicale nella ricerca artistica.</p> Giusy Caruso Copyright (c) 2023 Giusy Caruso https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22457 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 La didattica collettiva per quattro violini come complemento all’insegnamento strumentale https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22472 <p>L’esperienza didattica di tutti i giorni ci porta ad affermare che l’insegnamento del violino può trarre enormi benefici dalle pratiche musicali collettive in <em>ensemble</em> più o meno grandi. Ciò si dimostra particolarmente evidente se consideriamo l’esperienza d’<em>ensemble</em> di quattro violini non accompagnati, formazione storicamente molto legata alla didattica tradizionale: la natura della formazione, infatti, permette di instaurare molteplici confronti, analogie, sfide positive tra i componenti del gruppo, i quali possono vantare o meno le stesse competenze strumentali (gruppo <em>omogeneo</em> o <em>non-omogeneo</em>). L‘esecuzione d‘<em>ensemble</em> per quattro violini, infatti, implica interazioni di natura musicale e sociale tra gli esecutori: la <em>performance</em> musicale d‘<em>ensemble</em> è un affare tipicamente collettivo. Ciò porta a chiedersi: quali sono le basi teoriche a supporto dell’affermazione secondo cui la pratica collettiva è di supporto a quella individuale, e che benefici si riscontrano (e.g. indipendenti in ambito musicale, sviluppo dell’auto-regolazione)? In tale prospettiva, il presente lavoro intende orientare il lettore nell’ampio panorama teorico della didattica collettiva, affrontando il ciclo dell’<em>auto-regolazione</em> nella pratica efficace di studio, i principi dell’<em>apprendistato cognitivo</em> e dell’<em>apprendimento cooperativo</em>, il ruolo benefico di interventi di <em>educazione tra pari</em> in ambito musicale. In fin dei conti, l’obiettivo è approfondire, in ambito didattico, i legami tra pratica collettiva e individuale ed esplorare il potenziale impatto dell’<em>ensemble</em> di quattro violini sulla pratica violinistica individuale.</p> Alessandro Cazzato Copyright (c) 2023 Alessandro Cazzato https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22472 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000 Leroy Jenkins: un violinista in chiave di basso https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22466 <p>Protagonista indiscusso dell’avanguardia nell’ambito dell’A.A.C.M. (Association for the Advancement of Creative Musicians), il violinista afroamericano Leroy Jenkins (1937-2007) è una figura ancora poco studiata. Nella sua opera sintetizza musica sacra, <em>blues, jazz,</em> improvvisazione radicale e musica europea; materiali musicali che si collegano e si scontrano, quasi drammatizzando gli eventi di una vita piena di contraddizioni. Il <em>focus</em> di questo saggio è un approfondimento analitico (ove possibile comparato tra versioni diverse) di alcuni brani di L. Jenkins da cui risulta evidente la sua particolarissima attenzione per la voce del basso; i brani in esame (<em>Looking for the Blues, Through the Ages Jehovah, Bird Eddie and Monk</em>) coprono un arco temporale che va dal 1978 al 1992, periodo in cui parte della sua ricerca musicale si concentra sulle potenzialità degli strumenti elettrici. Gli unici testi di cui disponiamo sono le tracce fonografiche, per cui l'analisi musicale si avvale di due strumenti: la trascrizione in notazione tradizionale e gli schemi formali. L’analisi musicale mostra come il suo pensiero di compositore/improvvisatore non si limiti al proprio strumento. I brani esaminati infatti sono tutti basati su <em>riff</em> o linee di basso, e la loro forma è organizzata in modi sempre diversi. Il suono del suo violino dirige in modo sicuro il flusso sonoro, ma la musica rimane estremamente libera. Questa è forse l’essenza paradossale del cosiddetto <em>free jazz:</em> la coesistenza di anarchia e gerarchia.</p> Carlo Cimino Copyright (c) 2023 Carlo Cimino https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/exchordis/article/view/22466 Wed, 15 Nov 2023 00:00:00 +0000