https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/issue/feed Italian Review of Legal History 2023-12-18T12:22:03+00:00 Claudia Storti segreteria.irlh@unimi.it Open Journal Systems <p>La rivista on line Italian Review of Legal History si propone di costituire per gli studiosi italiani e stranieri uno strumento di intensificazione del dibattito scientifico a livello internazionale sui temi dell’esperienza giuridica italiana, europea e mondiale dall’alto medioevo alla contemporaneità e di offrire loro la possibilità di far conoscere i risultati della ricerca a livello internazionale nella maniera più rapida ed efficace.<br>Ogni due anni sarà aperta la discussione su un tema di particolare interesse e attualità proposto dal comitato scientifico o da colleghi italiani e stranieri, da analizzare in prospettiva storica e nel confronto con i giuristi positivi.</p> https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21911 Notai e diritto a Venezia: sviluppo di una disciplina 2023-12-14T10:02:17+00:00 Silvia Gasparini silvia.gasparini@unipd.it <p>Il saggio segue lo sviluppo della professione notarile a Venezia nella produzione di atti privati (<em>instrumenta</em>) e atti di governo (<em>acta</em>). Nel medioevo, entrambe le attività erano praticate dal clero secolare. Con l’avvento del Commune, venne istituita una Cancelleria per archiviare tanto gli acta quanto gli <em>instrumenta</em>. Un Cancellier Grande laico organizzava il lavoro di segretari membri del clero, che redigevano anche atti privati. Quando i requisiti per l’esercizio del notariato si fecero più severi, fu introdotta un’attenta selezione. I due ambiti del notariato iniziarono a differenziarsi. Nel 1433, una bolla papale proibì al clero di esercitare funzioni segretariali nelle istituzioni secolari. Fu l’inizio di un ricambio nel personale di Cancelleria: i nuovi segretari venivano scelti tra i laici. La cittadinanza veneziana, requisito principale per l’accesso ai posti di Cancelleria, era strettamente disciplinata. Criteri simili vennero applicati ai notai privati: dopo il successo di alcuni esperimenti, da ultimo nel 1514 si istituirono una procedura per l’ammissione alla professione e un Collegio notarile.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21912 Teodolfo Mertel, il giurista di Pio IX, e un’inedita trattazione storico-giuridica sugli statuti comunali 2023-12-14T10:08:13+00:00 Sandro Notari sandro.notari@uniurb.it <p>Teodolfo Mertel, giurista e storico, uomo di Stato e cardinale (Allumiere, 1806-ivi, 1899) ha dedicato un inedito saggio agli statuti comunali. Rinvenuto presso l’Archivio Apostolico Vaticano, lo scritto era destinato a fare da introduzione alla pubblicazione dell’intera collezione degli statuti dei comuni dello Stato Pontificio. La collezione, conservata a Roma, fu notevolmente arricchita e sistematizzata per iniziativa di Mertel nella sua veste di ministro dell’Interno, carica che egli ricoprì dal 1853 al 1858. Mertel inquadra la fonte statutaria nel contesto della vicenda comunale, distingue le varie tipologie di statuti, ne esamina i contenuti con esempi tratti dagli esemplari statutari presenti nella collezione. L’obiettivo dichiarato è la rivalutazione storiografica della fonte statutaria. Mertel si prefigge qualcosa di più della semplice rivitalizzazione storico-erudita della fonte statutaria locale: egli considera gli statuti portatori di uno strato profondo di princìpi da cui traggono origine gli ordinamenti giuridici e le istituzioni politiche moderne. Nella normativa e nell’organizzazione istituzionale dei comuni medievali egli rinviene le radici di alcune nozioni e tecniche costituzionali – ad esempio il principio rappresentativo, la divisione o l’equilibrio dei poteri – che erano al centro della riflessione teorica e del dibattito giuspolitico europeo del primo Ottocento. Il saggio di Mertel si inserisce a pieno titolo nel quadro dell’ampio e vivace dibattito ottocentesco sul ruolo degli ordinamenti comunali medievali nel processo – e nel modello – dell’<em>incivilimento</em>. </p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21913 Alle radici della modernità contemporanea: declinazioni della sovranità e metamorfosi del soggetto nel Novecento europeo 2023-12-14T10:12:59+00:00 Alberto Sciumè sciume@sza.it <p>Il contributo si propone di indagare il rapporto tra società civile e società politica tra Ottocento e Novecento, sino alla nascita della Repubblica e di verificare quanto l’incrinatura di esso influisca sulla stabilità dell’ordine costituzionale producendone la trasformazione. L’indagine viene svolta considerando il rilievo posseduto dalla relazione tra modello costituzionale e paradigma antropologico sottostante e cogliendone, altresì, i riflessi sulle diverse forme che la sovranità progressivamente assume nel tempo del periodo considerato. Il punto di partenza è individuato nella inversione di posizione tra diritto e politica operata dalla Rivoluzione francese, con la soggezione sistematica del primo alla seconda. Il punto di arrivo nella riconciliazione tra il primo e la seconda, operata nel Corso dei lavori della Costituente negli anni tra il 1946 ed il 1947. I paradigmi antropologici che si succedono nel tempo sono quello individualista, quello organicista e quello personalista, il quale ultimo rappresenta la base su cui viene costruita la Costituzione del 1948.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21914 «Un piccolo settlement». Diplomatici, capitalisti e militari italiani a Tianjin (1900-1904) 2023-12-14T10:17:14+00:00 Luigi Nuzzo luigi.nuzzo@unisalento.it <p>Nel 1900 la rivolta nazionalista e anti-occidentale dei Boxer offrì all’Italia l’occasione per soddisfare le proprie ambizioni coloniali anche in Estremo Oriente e per aprire nuovi spazi commerciali. L’articolo ricostruisce le origini della concessione italiana di Tianjin, analizzando il processo di formazione dell’accordo con cui, nel 1902, il Celeste impero cedette all’Italia, «in perpetuità e come concessione», i terreni che aveva precedentemente occupato. Nonostante il recente interesse manifestato dagli studiosi di diritto internazionale e storia globale verso i trattati ineguali, la giurisdizione consolare e più in generale le relazioni giuridiche con la Cina, le concessioni occidentali nei treaty ports cinesi e i relativi lease agreements non hanno ancora ricevuto una particolare attenzione. Al contrario, si trattava di straordinari strumenti di governance che mostravano la continua sovrapposizione tra piano privatistico e piano pubblicistico, spingendo i giuristi a riflettere sui limiti del diritto internazionale e ad immaginare nuove categorie giuridiche per leggere inedite spazialità che non potevano essere ricondotte all’interno di quelle già conosciute di stato, nazione, città.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21915 «Rechtsstaat oder diktatur?» Hermann Heller di fronte al fascismo 2023-12-14T10:20:04+00:00 Riccardo Cavallo riccardo.cavallo@unict.it <p>Il presente lavoro si propone di analizzare le implicazioni giuridico-filosofiche e politico-sociali del fascismo italiano a partire dalle pagine dell’accurato saggio di Hermann Heller, <em>Europa und der Fascismus</em> da cui emerge una feroce critica del positivismo giuridico e dell’irrazionalismo filosofico. Nella travagliata esperienza della Repubblica di Weimar tra i vari studiosi che manifestarono un profondo interesse per l’esperienza fascista, un posto di grande rilievo spetta senza dubbio a questo giurista tedesco. Com’è noto, Heller non fu uno studioso conservatore, ma un pensatore socialdemocratico, anche se la sua concezione del socialismo rimane ancora anomala perché rifiuta i due postulati principali del programma politico del Partito Socialdemocratico Tedesco: l’internazionalismo e il materialismo dialettico. L’originalità della sua critica al fascismo italiano risiede nella sua capacità di aver compreso, in tempi non sospetti, che l’ideologia fascista non fosse basata su un programma politico ben articolato ma un coacervo di idee del tutto eterogenee, all’insegna di una sorta di <em>relativismo intuitivo</em>.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21916 Democrazia diretta e circolazione di modelli: Svizzera e Paesi baltici 2023-12-14T10:24:29+00:00 Maria Paola Viviani Schlein paola.viviani@uninsubria.it <p>L’articolo tende ad individuare in alcuni Stati europei (Svizzera Estonia, Lettonia e Lituania) punti in comune in relazione alla democrazia diretta, i cui istituti potrebbero essere in grado di riportare l’elettorato al voto.<br>Una circolazione di modelli in questo ambito che appare chiara è quella tra la Svizzera, in cui la democrazia diretta è così fortemente presente da essere quasi un tratto distintivo dell’identità nazionale, e gli Stati baltici, proprio nel periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale, quando furono adottate le Costituzioni degli anni ‘20, su ispirazione di modelli già esistenti. In quel periodo, infatti, in cui le neonate Repubbliche baltiche dovevano darsi una Costituzione democratica senza averne avuto alcuna esperienza diretta, esse si ispirarono, da un lato, alla Costituzione di Weimar del 1919, e, dall’altro, alla democrazia diretta svizzera, abbastanza nota anche perché molti esuli dagli Imperi centrali avevano vissuto nella piccola Repubblica alpina o, comunque, ne conoscevano i particolari istituti.<br>Alla base di tale democratizzazione c’erano probabilmente anche alcune delle idee della Rivoluzione francese che, al di là delle Costituzioni dell’epoca rivoluzionaria che avevano avuto vita assai breve, erano comunque transitate nel costituzionalismo europeo.<br>Furono previsti quindi sia il referendum, spesso però promosso dall’alto, che l’iniziativa popolare, oltre alla revoca (di diretta derivazione dalle prime idee discusse in epoca rivoluzionaria) non del singolo parlamentare, bensì dell’intero Parlamento e, in alcuni casi, del Capo dello Stato.<br>In altri casi, e cioè nell’ipotesi di contrasto tra i due massimi organi, il corpo elettorale era chiamato a decidere, non certo in imitazione del modello elvetico, ma piuttosto di quello weimariano.<br>Durante il lungo periodo d’incorporazione nell’URSS (1940-1990), non fu usato nessun autentico strumento di democrazia diretta, salvo la revoca del singolo rappresentante del popolo, del tutto diretta però dall’onnipresente e onnipotente Partito comunista e quindi molto distante da un reale intervento del corpo elettorale. <br>Tale periodo, però, non eliminò il sentimento nazionale né il desiderio d’indipendenza; anzi, per dimostrare l’illegittimità dell’occupazione sovietica, si volle proprio sostenere la continuità con il periodo precedente all’incorporazione anche dal punto di vista costituzionale e legislativo.<br>Molti degli istituti delle Costituzioni degli anni ‘20 relativi alla democrazia diretta sono sopravvissuti quindi in quelle degli anni ‘90, facendo proseguire il legame ideale con la ben viva e funzionante democrazia diretta svizzera. <br>A conclusione delle riflessioni di queste pagine, non si può che notare ancora una volta come il trapianto d’istituzioni giuridiche, specie se a livello costituzionale, spesso porti a risultati che differiscono fortemente dal modello originario, dal momento che si basa su storie, culture, situazioni politiche e sociali assai diverse.<br>Come ultima, importante domanda rimane infine da chiedersi se la democrazia diretta, specie laddove non siano richieste alta affluenza alle urne o maggioranze particolari, sia sempre compatibile con i diritti delle minoranze.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21917 L’accesso dei cittadini di Paesi terzi ai posti di lavoro nella pubblica amministrazione e le prospettive in Italia e in Germania alla luce dell’evoluzione euro-unitaria 2023-12-14T10:28:23+00:00 Paolo Iafrate paolo.iafrate@uniroma2.it <p>L’accesso ai posti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni dei cittadini di paesi terzi è stato introdotto con la Legge 6 agosto 2013, n. 97, al fine di porre termine a due procedure d’infrazione al diritto dell’Unione Europea e avviate dalla Commissione, accesso già in precedenza consentito ai cittadini dell’Unione europea, poi esteso anche ai cittadini di paesi terzi titolari del permesso UE per soggiornanti di lungo periodo (i cd. ‘‘lungo-soggiornanti’’), ovvero titolari dello status di rifugiato, ovvero dello status di protezione sussidiaria.<br>Nel presente studio si analizza la normativa italiana sulla materia, nella sua versione originaria e poi nelle successive modifiche, successivamente si fa riferimento alla situazione riscontrabile in altri Stati membri dell’Unione Europea. Sottostante a questo studio vi è la convinzione che un maggiore impiego dei cittadini stranieri non solo nel settore privato (inclusi i segmenti professionali più elevati), ma anche nei diversi ambiti del pubblico impiego (come si riscontra in parte in Germania) consentirà all’Italia di gestire meglio una società diversificata, valorizzando meglio l’apporto delle diverse provenienze.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21918 Features of legal differentiation of the border sphere in Ukraine 2023-12-14T10:34:09+00:00 Viktor Volodymyrovych Tyshchuk raffaella.bianchi@unimi.it <p>This scientific article is dedicated to the peculiarities of legal differentiation in the border sphere in Ukraine. The article examines legislative and regulatory acts that have regulated the functioning of the border service during different periods of its existence. It also analyzes the process of its formation and development as an important component of Ukraine’s national and state security system. The article discusses its role in ensuring the protection of Ukraine’s state border. Additionally, an analysis of international experience in the field of protecting state borders of European countries has been conducted, which demonstrates the need for clearly defined priorities and appropriate strategies for the development of mechanisms for the protection and defense of shared state borders. The obtained results allowed us to establish that in the majority of European Union (EU) countries, the functions of border control are carried out by law enforcement agencies within the police force. In some countries, such as Malta (and partially in Spain), the control of maritime borders is entrusted to the armed forces. Several EU countries have specialized bodies or agencies (border services) that specifically deal with border-related issues outside the competence of the police. This applies to Finland, Latvia, Lithuania, the Netherlands, Poland, and Switzerland, where border guards have law enforcement powers in certain cases. Additionally, the national services responsible for external border control are often subordinate to various ministries, most of which are ministries of internal affairs, while in other countries, they also include the Ministry of Defense (France, Italy, Norway, Portugal, Spain, Sweden, and the Netherlands).<br>International experience in safeguarding national borders in European countries emphasizes the importance of establishing clear priorities and development strategies for border protection and defense mechanisms. Over a significant period of time, international cooperation in this field has been evolving and actively implemented. Alongside the governing bodies of the European Union, key participants in this process are the border agencies of EU member states that share common borders. They operate based on bilateral and multilateral agreements on cooperation and mutual assistance in border-related matters, as well as international documents pertaining to border security. The article draws conclusions about positive changes in the legal status of the State Border Guard Service of Ukraine that have taken place over the past decade and examines the problems of legal differentiation in the border sphere in Ukraine due to russian aggression. In particular, due to fundamental differences between functions and tasks performed by the State Border Guard Service of Ukraine along different sections of Ukraine’s state border, as well as in connection with russian aggression, the idea of legal differentiation in the border sphere has been proposed. This would involve the creation of a separate military formation called the «Border Defense Forces» in the east and south of Ukraine, which would be integrated into the Armed Forces of Ukraine. In the western part of the country, the State Border Guard Service of Ukraine would remain under the Ministry of Internal Affairs of Ukraine, taking into account global experience in the protection, defense, and security of state borders by other countries.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21919 International legal cases enhancing the scope of environmental protection 2023-12-14T10:46:30+00:00 Sahar Zarei raffaella.bianchi@unimi.it <p>International jurisprudence has a crucial role in the development of international environmental law. There is a close relationship between legal cases and environmental protection in international environmental law. Legal cases address contemporary problems and include new legal principles and rules of international law that can develop the scope (principles, structures and implementation) of environmental protection. In this perspective, judgments, advisory opinions and decisions of the international courts and tribunals, especially the International Court of Justice, have shown that State sovereignty has always been a limitation of the global expansion of environmental protection scope. Moving from absolute State sovereignty to the rule-based equitable and reasonable use of land could be an excellent opportunity to develop this legal field. Environmental protection emerged in the Trail Smelter case of 1941 as an earlier environmental dispute which resulted in the development of the environmental protection concept in other legal cases. Based on selected cases in international environmental law, the research attempts to analyze three stages of the emergence, enhancement and evolution of the environmental protection principle.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21920 Arnaldo Biscardi e il diritto greco. Osservazioni in margine alla funzione giurisdizionale dei tribunali ateniesi, tra gnome dikaiotate ed epieikeia 2023-12-14T10:49:33+00:00 Laura Pepe laura.pepe@unimi.it <p>In un articolo del 1970 Arnaldo Biscardi si sofferma su una controversa clausola del giuramento pronunciato dai giudici popolari di Atene prima della loro presa di servizio, clausola con la quale si impegnano a giudicare sulla base della γνώμη δικαιοτάτη, l’«opinione più giusta». Egli giunge alla conclusione che la γνώμη δικαιοτάτη non è un mezzo per aggirare la legge in nome dell’equità, come pure sostenuto da parte della dottrina; è, invece, lo strumento di cui ogni giudice deve avvalersi per cogliere il significato autentico della legge e l’intento del suo proponente. Gli studi più recenti e solidi svolti sul processo attico partono dagli assunti di Biscardi per confermare che l’esito di un processo nei tribunali ateniesi era conseguenza di una applicazione rigorosa della legge in forza della sua interpretazione più giusta.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21921 La aequitas contributionis como fundamento de la prohibición de enriquecerse con detrimento ajeno en la lex Rhodia de iactu 2023-12-14T10:55:11+00:00 Juan Carlos Prado Rodríguez jprado@usfq.edu.ec <p>Previas consideraciones sobre el entorno del contrato de transporte marítimo de mercancías en la praxis comercial romana, la presente investigación aborda el criterio de la <em>aequitas contributionis</em> y su relación intrínseca con la prohibición de enriquecerse con detrimento ajeno en la lex Rhodia <em>de iactu</em>. En efecto, mediante esta costumbre náutica, los propietarios de las mercancías transportadas que se salvaron del echazón, a raíz del periculum del hundimiento de la embarcación, debían resarcir a aquellos locatarios que perdieron las suyas, al objeto de restablecer la aequitas patrimonial quebrantada entre los locatarios del servicio de transporte por el iactus mercium. Este restablecimiento se efectivizaba a través de las acciones procesales que nacían de la locatio conductio operis estipulada entre los vectores y el magister navis, además del recurso en favor de este último al ius retentionis. Y, con base en los referidos mecanismos, el iudex procedía a determinar (<em>aestimatio</em>) el <em>quantum contributionis</em>.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21923 Presentazione 2023-12-14T11:00:55+00:00 Giuliano Pinto giuliano.pinto@unifi.it <p>Il breve scritto rende conto degli eventi che, a partire dalla riedizione del 1999 degli Statuti del Comune fiorentino del 1322-25, hanno condotto all’edizione, nel 2023.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21924 L’edizione de Gli Statuti della Repubblica fiorentina del 1355 in volgare, a cura di Federigo Bambi, Francesco Salvestrini e Lorenzo Tanzini 2023-12-14T11:05:42+00:00 Rolando Dondarini rolando.dondarini@unibo.it <p>Con un’elegante confezione in tre volumi, Leo S. Olschki Editore di Firenze ha pubblicato nel 2023 Gli Statuti della Repubblica Fiorentina del 1355 in volgare, a cura di Federigo Bambi, Francesco Salvestrini e Lorenzo Tanzini, colmando una prolungata lacuna, già denunciata da molti storici. L'edizione è stata promossa dalla Deputazione di storia patria per la Toscana presieduta da Giuliano Pinto, che nella premessa rileva come si prospetti come un prezioso strumento di ricerca per medievisti e storici del diritto, linguisti, paleografi, diplomatisti e storici dell’arte. Gli statuti del 1355 si presentano con una doppia stesura: quella dello “Statuto del Podestà” e quella dello “Statuto del Capitano del Popolo”. Furono redatti su disposizione della Signoria, cioè del Priorato delle Arti e Gonfaloniere di Giustizia, vale a dire del vertice dell’ordinamento pubblico cittadino.<br />A causa della loro gran mole e delle difficoltà di trascrizione dal volgare in cui fu scritto l’esemplare superstite, occorreva un lavoro di lunga lena iniziato nel 1999 da Francesco Salvestrini, al quale in anni successivi si sono affiancati Lorenzo Tanzini, e Federigo Bambi. Dal lavoro meticoloso dei tre curatori sono derivati i loro saggi introduttivi che con diversi approcci, offrono prospettive indispensabili a comprendere i tanti significati della promulgazione. Salvestrini si è occupato di inserirla nel contesto storico e politico di cui era conseguente e di sondarne motivazioni ed esiti.<br />Tanzini ha prestato particolare attenzione all’analisi delle dinamiche interne alla normativa fiorentina, rintracciandone premesse e scindendo le effettive novità dai lasciti delle normative precedenti. <br />A Federigo Bambi si deve uno studio puntuale e raffinato sul linguaggio giuridico in volgare e la distinzione tra il volgarizzatore dello Statuto del Podestà e quello del Capitano, corredato dalla compilazione nel terzo volume di un ricco e utile glossario.<br />A dare ulteriore rilievo al testo degli statuti fiorentini concorre la data del 1355 che si colloca a pochi anni dalla peste, a metà del secolo, quando il comune fiorentino incrementa l’espansione territoriale (Prato, Pistoia) compiendo ulteriori passi verso uno stato regionale e conferendo alla promulgazione una valenza più ampia dell’ambito cittadino.<br />Gli Statuti del 1355 furono il riflesso di evoluzioni interne ed esterne che conducevano al consolidamento di una burocrazia comunale e continuarono ad essere consultati grazie ad un repertorio tematico ordinato alfabeticamente tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV.<br />Tutto ciò era sostenuto da una rinnovata consapevolezza civica che si basava sulla fierezza della propria storia e sull’identità politica cittadina che attingeva dal guelfismo e dagli ideali repubblicani contro ogni tentazione signorile. La volgarizzazione andava nella stessa direzione accrescendo il valore dello Statuto come riflesso di un’identità locale e condivisa. <br />Le indagini storiografiche su questo corpo statutario sono state a lungo incentrate sull’analisi archivistica, codicologica e paleografica mantenendo una connotazione eminentemente formale. I recenti contributi di Andrea Zorzi e Lorenzo Tanzini hanno portato ad un’analisi organica dei codici e della loro evoluzione nel quadro politico e negli studi della storia di Firenze, inserendo l’applicazione delle norme nella trasformazione del sistema di governo. <br />La scelta di pubblicare i codici del 1355 in volgare è stata dettata dall’intento di rendere fruibile la più ampia redazione statutaria trecentesca fiorentina, mettendo a disposizione degli studiosi testi di particolare rilievo dal punto di vista storico-giuridico, linguistico e filologico.<br />Ne scaturisce una migliore conoscenza della Firenze del Trecento con riferimenti molteplici all’assetto istituzionale, alla partecipazione alla vita pubblica, e a tutti gli aspetti della quotidianità. Questa edizione acquista un grande valore culturale offrendo l’accesso a testimoni cospicui dell’affermazione del volgare anche nei documenti pubblici.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21925 Il volgare protagonista 2023-12-14T11:10:37+00:00 Federigo Bambi federigo.bambi@unifi.it <p>Il volgare della Firenze del 1355 è il protagonista dell’edizione degli statuti di Firenze pubblicata da Olschki nel 2023 e con la sua vividezza fa risplendere la caleidoscopica vita della città medievale.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21926 Gli Statuti del 1355 e le istituzioni comunali nelle trasformazioni del Trecento 2023-12-14T11:13:34+00:00 Lorenzo Tanzini tanzini@unica.it <p>Lo statuto di Firenze del 1355, nella versione Latina come in quella volgare, presenta una grande complessità interna, specchio del ricco ma articolato patrimonio normativo della città. Due aspetti appaiono evidenti e anche apparentemente in contraddizione. Da una parte l’impostazione fortemente autoritaria, che vede il Comune attento a regolare tutti gli aspetti della vita sociale, specialmente in ambito economico e giudiziario. Dall’altro, la grande enfasi sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, che è già presente nella scelta di tradurre il testo in volgare, e viene interpretata dale tante norme sugli uffici amministrativi a partecipazione collegiale. Il saggio esamina questa contraddizione apparente e ne suggerisce la soluzione nel ruolo svolto dallo Statuto come punto di raccolta di sedi normative che fino alla metà del secolo erano rimasti autonomi.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21927 Gli Statuti della Repubblica fiorentina del 1355. Un monumento della cultura politica cittadina nell’Italia del Trecento 2023-12-14T11:16:53+00:00 Francesco Salvestrini francesco.salvestrini@unifi.it <p>Il contributo prende spunto dalla recente edizione degli Statuti in volgare della Repubblica fiorentina del 1355 per proporre alcune considerazioni sulla normativa statutaria cittadina quale strumento di affermazione politica e identitaria delle istituzioni comunali. Il saggio evidenzia come la grande silloge normativa presa in esame costituisca un vero e proprio ‘monumento’ della cultura giuridica locale e ne sottolinea il significato soprattutto come fonte per la storia della società, delle istituzioni e della lingua locali nel pieno secolo XIV.</p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023 https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/21928 Libertà e tirannia in Italia a metà del Trecento. La Signoria dei Visconti e la Repubblica di Firenze nel dibattito sulla libertà tra Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio 2023-12-14T11:19:53+00:00 Claudia Storti claudia.storti@unimi.it <p>L’esame di alcune norme dello statuto della repubblica fiorentina del 1355, recentemente pubblicati in volgare, consente di approfondire i motivi del contrasto tra Petrarca e Boccaccio sulle forme di governo e sulle condizioni che garantiscono la ‘salute’ dei popoli e la loro libertà. <br>Sullo sfondo di inarrestabili guerre e conflitti interni e internazionali, la costruzione dei caratteri delle istituzioni della libera repubblica fiorentina e della tirannide dei Visconti progrediva nell’intreccio dei contributi della scienza giuridica, della legislazione, della cultura, e della propaganda politica.<span style="text-decoration: underline;"><br></span></p> 2023-12-18T00:00:00+00:00 Copyright (c) 2023