Valorizzazione del patrimonio scheletrico umano: una prospettiva su milano

Autori

  • Cristina Cattaneo Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense
  • Daniele Gibelli Università degli Studi di Milano; Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense

DOI:

https://doi.org/10.13130/2035-4797/4893

Parole chiave:

storia, antropologia, archeologia, bene culturale, Milano, Lombardia

Abstract

La storia e il patrimonio culturale di una città si misurano non soltanto attraverso lo studio delle opere d’arte, dei manufatti o dell’edilizia, ma anche attraverso l’esame dei resti delle persone che hanno calpestato il suolo nei millenni passati. Ecco quindi che le decine di migliaia di resti scheletrici rinvenuti in Lombardia nelle numerose necropoli portate alla luce fungono anch’esse da “bene culturale”, seppur in una cornice etica e morale del rispetto e del trattamento dignitoso dei resti umani. Gli scheletri in questo modo raccontano una storia sullo stato di salute, la ricchezza, la cultura e persino la violenza, che può confermare, integrare o a volta smentire le fonti storiche quando queste sono disponibili. Studi preliminari effettuati su scheletri di diverse aree della Lombardia, e in particolare Milano, hanno già dimostrato il potenziale del materiale scheletrico nel far intuire ad esempio un’evoluzione delle malattie infettive dall’epoca romana al medioevo, la multietnicità della Milano di Sant’Ambrogio, il pesante lavoro minorile che pare fosse diffuso già tra i longobardi che popolavano la Bergamasca e la peste del Manzoni che affliggeva i resti trovati sotto le mura spagnole di chi già soffriva di malnutrizione. Come si differenziavano da noi e tra di loro nell’aspettativa di vita, nella malattia, nella violenza interpersonale, nello stile di vita? In questo lo scheletro è un vero e proprio bene culturale.

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Biografie autore

Cristina Cattaneo, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense

Cristina Cattaneo è professore associato di medicina legale e antropologia presso l’Università degli Studi di Milano, e direttrice e fondatrice del LABANOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense. Si occupa di archeologia, patologia forense, antropologia forense. E’ vicepresidente del FASE, Forensic Anthropology Society of Europe – sottosezione di IALM, International Academy of Legal Medicine, ed autrice di più di 200 articoli pubblicati su riviste peer-reviewed e capitoli di libro in materia di archeologia, antropologia fisica, antropologia forense, paleopatologia.

Daniele Gibelli, Università degli Studi di Milano; Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense

Daniele Gibelli è ricercatore di anatomia umana presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute – Università degli Studi di Milano, e membro del LABANOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense. E’ autore di più di 50 articoli pubblicati su riviste peer-reviewed e capitoli di libro in materia di archeologia, antropologia fisica, antropologia forense, paleopatologia.

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Pubblicato

2015-06-11

Fascicolo

Sezione

Atti del Seminario interdisciplinare "Milano Archeologia per Expo 2015", Milano 21, 26-28 Novembre 2014