COSÌ PARLA LA BUONA GIOVINETTA: QUESTIONI DI MORALE E DI LINGUA IN “COME VORREI UNA FANCIULLA” DI IDA BACCINI

Autori

  • Rosa Argenziano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-3597/7577

Abstract

Il periodo postunitario è un momento determinante nella storia linguistica italiana, nel quale si assiste al progressivo e faticoso superamento di una realtà quasi totalmente dialettofona tramite la diffusione dell’italiano di base tosco-fiorentina a strati via via più ampi di popolazione, grazie all’azione sinergica della lessicografia, della manualistica educativa, della letteratura per l’infanzia.
Il presente contributo si sofferma su una figura di primo piano nel processo di italianizzazione linguistica e culturale della nazione, la scrittrice e giornalista Ida Baccini (1850-1911), autrice di opere pedagogiche per l’infanzia tra le quali primeggia per notorietà Le memorie di un pulcino (1875).
Il focus è su uno dei manuali indirizzati dalla Baccini all’educazione delle giovinette, settore particolarmente gravido di contributi nel secondo Ottocento: Come vorrei una fanciulla (1884), che come tutti gli scritti pedagogici del tempo proponeva un modello comportamentale esplicito e veicolava al contempo implicitamente un tipo linguistico all’utenza femminile.
Si fornirà quindi una descrizione delle soluzioni linguistiche del testo - con particolare attenzione al rapporto con le scelte manzoniane - opportunamente messe in relazione con l’impostazione pedagogica conservatrice manifestata dalla Baccini, che appare ancora ben lontana dalle idee emancipazioniste abbracciate in seguito.


Thus speaks the good damsel: morals and language in “Come vorrei una fanciulla” by Ida Baccini 

The post-unification period was a decisive moment in Italian linguistic history, characterized by the gradual and difficult replacement of local dialects with Tuscan-Florentine Italian used by increasingly large numbers of the population, thanks to the synergistic actions of lexicography, educational manuals and children's literature. This paper focuses on a prominent figure in the linguistic and cultural Italianization process: the writer and journalist Ida Baccini (1850-1911). She was the author of pedagogical works for children, among which stands out Le memorie di un pulcino (1875). The paper focuses on one of Baccini’s manuals for the education of young women, a sector which counts numerous late nineteenth century contributions. Come vorrei una fanciulla (1884), like all pedagogical writings of the time, proposed an explicit behavioral model and implicitly conveyed at the same time a specific linguistic style for females. Descriptions of the linguistic solutions in the text - with particular attention on the relationship to Manzonian choices - linked toBaccini’s conservative pedagogical approach, appears very distant from the ideas later embraced by emancipationists.

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Pubblicato

2016-09-21

Fascicolo

Sezione

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