UN MOMENTO DEL RAZIONALISMO LINGUISTICO IN ITALIA: LA GRAMMATICA PER NON UDENTI DI SEVERINO FABRIANI (1845, 1875)

Autori

  • Massimo Prada

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-3597/10949

Abstract

Maturata nel quadro delle esperienze educative di Celestino Fabriani, sacerdote educatore di sordomute nella Modena dell’Ottocento, la sua Grammatica (1845, 1875) rappresenta un frutto maturo del razionalismo linguistico in Italia. Collegata alla riflessione linguistica depositata nelle Lettere Logiche a Marcantonio Parenti (1838) si pone il fine di superare i limiti delle trattazioni prevalentemente descrittive e prescrittive, giudicate inadatte alla didattica differenziale. La grammatica è composta sul modello di quella dei grammairiens philosophes e degli idéologues e, per loro tramite, dei Signori di Portoreale ed è stata data alle stampe nella seconda edizione postuma e definitiva, rivista da un collaboratore, nel 1875. L’interesse di questo testo risiede soprattutto nella particolare attenzione che l’autore vi presta alle esigenze didattiche “speciali” e alle loro ricadute teoriche, fino a fare scelte piuttosto innovative. In particolare, l’autore propone la rifondazione del lessico tecnico di riferimento su basi etimologiche, in modo che esso sia trasparentemente agganciato alle funzioni logiche riconosciute operanti nel linguaggio; si dedica con acribia a descrivere le caratteristiche funzionali di un grande numero di elementi linguistici (lo si nota bene soprattutto nei capitoli dedicati alle rapportanti e alle situanti: questo il nome che egli assegna ad alcune preposizioni e ad alcuni avverbi); si impegna nella razionalizzazione del sistema delle parti del discorso. Dal punto di vista glottodidattico, invece, è notevole soprattutto l’attenzione posta dal F. nei confronti dell’applicabilità didattica del suo modello, di modo che in esso le suggestioni della riflessione razionalista si coniugano alle esigenze di una glottodidattica ancorata alla pratica e sensibile ai bisogni di utenti speciali (e in ciò aperta alle riflessioni e alle sperimentazioni condotte specie in Francia e in Italia dal De l’Épée e dall’Assarotti); il suo è quindi un sistema di compromesso in cui si fondono le metodiche naturali e quelle direttive e orientate grammaticalmente. In senso stretto, tuttavia, il paradigma linguistico proposto dal F. rimane tradizionalistico: gli autori citati nella Grammatica non risalgono ad oltre la metà del Seicento ed essa offre un panorama esaustivo della lingua letteraria, ma non mostra alcun indizio di apertura a forme dell’uso vivo, se non nel comparto lessicale (e quindi in un settore che non le compete in maniera diretta), sia pur non manifestando nella sostanza inclinazioni puristiche. Ciò del resto si spiega tenendo in considerazione il fatto che il religioso si era formato ed aveva operato in un ambiente politicamente e culturalmente conservatore e che gli stessi modelli razionalistici ai quali si ispira appaiono per lo più ancorati, quando mostrano interesse per la didattica, a quadri di tipo classicistico, che convalidano l’archetipo quintilianeo del consensus bonorum.

 

An example of linguistic rationalism in Italy: Severino Fabriani’s grammar for the deaf and dumb (1845, 1875)

Developed in the context of the educational experience of Celestino Fabriani, a priest and educator for the deaf and dumb in Modena in the nineteenth century, his grammar (1845, 1875) is a product of linguistic rationalism in Italy. Linked to the linguistic reflection in Lettere Logiche by Marcantonio Parenti (1838), Fabriani aimed to overcome the limits of predominantly descriptive and prescriptive grammars that were considered unsuitable for differential teaching. The grammar puts the model of Grammairiens philosophes and Idéologues to good use as well as that of the Lords of Port-royal and the second posthumous and definitive edition was printed in 1875. The interest in this text lies in the author’s focus on the need for “special” education and the theoretical implications of this leading to innovative choices. In particular, the author proposed to radically revise the technical lexicon on an etymological basis, so that it was transparently linked to logical linguistic functions. He described the functional characteristics of a large number of linguistic elements and made an attempt at rationalizing the system of parts of speech. From a teaching point of view, Fabriani paid great attention to the applicability of his model, combining rationalism with a language teaching strategy that was sensitive to the needs of special users (and open to reflections and experiments carried out in France and Italy by De l’Épée and Assarotti). It was a system in which natural, direct and grammatically oriented methods were combined. Strictly speaking, the linguistic paradigm proposed by Fabriani remains traditional: the authors cited do not date back beyond the second half of the seventeenth century. He offers an exhaustive panorama of literary language, showing no openness to common use, if not in the lexis, without puristic inclinations. This can be explained by the fact that he had been trained and worked in a politically and culturally conservative environment and that the rationalistic models which inspired him was anchored to a classicistic framework which validated the Quintilian archetype of consensus bonorum.

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QUADERNI DI ITALIANO LINGUADUE 1

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