GLI EDITORI POSTUNITARI E LA DIDATTICA DELL’ITALIANO TRA CARTELLONI E MANUALI

Autori

  • Elisa Marazzi

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-3597/10940

Abstract

Sulla scorta del magistero di Marino Raicich, sostenitore dell’idea che lo studio della didattica della lingua italiana non possa prescindere dall’“acribia degli storici”, né dall’attenzione all’editoria, il contributo intende presentare alcuni esiti delle più recenti ricerche sulla storia dei libri di testo per le scuole elementari. Dalla politica scolastica, che sulla necessità di utilizzare testi didattici insistette progressivamente all’indomani dell’Unità, alle strategie degli editori, che dal semplice testo di lettura si dedicarono a una produzione sempre più variegata, le vicende che condussero alla proliferazione di testi scolastici a fine Ottocento saranno delineate per poi approfondire un caso di studio, quello delle tavole di nomenclatura. Stampate in volume o proposte sotto forma di cartellone didattico, in un intreccio tra pedagogia pestalozziana, object lessons e necessità di insegnare “i nomi delle cose” ai bambini dialettofoni, queste illustrazioni didattiche rappresentarono un grande mercato per gli editori otto-novecenteschi. Questi ultimi, grazie all’importazione e all’imitazione di materiali di produzione svizzera e tedesca, seppero imprimere maggiore varietà all’offerta ottocentesca di sussidi didattici per l’apprendimento dell’italiano.

 

Nomenclature books and wall charts. Publishers’ strategies and Italian language teaching after Unification

The article aims to outline the results of recent works on the history of textbooks for primary schools in the wake of Marino Raicich’s teachings, i.e. the necessity to include a historical perspective concerning publishing in the research on the history of the Italian language. Post-unification literacy policies that aimed to promote the use of textbooks in schools will be briefly described, as well as the new strategies put into practice by publishers, in order to increase and differentiate the offer of textbooks. In such a context, teaching tools containing illustrated nomenclature will be taken into account. Printed in volumes or as wall charts, their use was fostered by an intertwined interest for Pestalozzian pedagogy, object lessons and the need to teach “the names of things” to dialect-speaking pupils. Importing and imitating illustrated nomenclature materials produced in Switzerland and Germany, Italian publishers contributed to diversifying the offer of didactic tools for teaching the Italian language in the 19th century.

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Fascicolo

Sezione

QUADERNI DI ITALIANO LINGUADUE 1