L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero <p>Rivista di studi storico-artistici sul contemporaneo.</p> it-IT uomonero@unimi.it ("L'uomo nero" – Redazione) uomonero@unimi.it ("L'uomo nero" – Supporto tecnico ) Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 OJS 3.3.0.13 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Album di famiglia e scrapbook vittoriani. Fotografia e femminismo nella seconda metà dell’Ottocento https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19852 <p style="font-weight: 400;">Nel contesto vittoriano di metà Ottocento, la possibilità di acquistare e collezionare piccoli ed economici ritratti fotografici diede vita alla moda di realizzare album di famiglia e <em>scrapbook</em> giustapponendo fotografie a disegni a scritture. Le donne aristocratiche che sperimentarono queste pratiche gli attribuirono la forza di uno strumento identitario e di <em>gender politics</em> in cui corpo, performatività e azione costituirono la possibilità di manipolare in modo trasgressivo le dimensioni dello spazio e del tempo. Il saggio approfondisce queste esperienze di tipo fotografico prendendo in esame due casi studio principali: l’album di Lady Charlotte Milles (1835-1927), e quello di Georgina Berkeley (1831-1919), per darne una lettura in cui la storia della fotografia e dell’arte contemporanea intrecciano i <em>gender</em> e i <em>feminist studies</em>. In quest’ottica, il recupero di attività marginali e amatoriali permette di valorizzare sperimentazioni extra-artistiche, quali furono gli <em>scrapbook</em> vittoriani, nel loro aurorale uso concettuale della fotografia. Pur trattandosi di un esercizio circoscritto storicamente e socialmente, gli album realizzati dalle donne vittoriane mostrarono la forza della fotografia nelle sue implicazioni autobiografiche, identitarie e dell’immaginario, con l’obiettivo di negoziare l’invisibilità a cui erano state destinate ma, al tempo stesso, dando vita ad azioni, esperienze e idee che solo l’arte contemporanea avrebbe reso praticabili.</p> Federica Muzzarelli Copyright (c) 2023 Federica Muzzarelli https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19852 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 1956-1964, incontrare l’America a Roma e Parigi. L’evoluzione del linguaggio figurativo di Giosetta Fioroni dalle tele informali agli Argenti https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19872 <p>Alla fine del 1957 Giosetta Fioroni lasciò l’Italia, con l’esigenza di trovare la propria dimensione identitaria all’interno del panorama artistico contemporaneo. Visse fino al 1963 anni di intenso nomadismo tra le sollecitazioni multiformi di Parigi, legata ancora alla tradizione delle avanguardie europee, e la realtà a lei familiare di Roma, che destava il crescente interesse di artisti, critici e collezionisti americani, nonostante gli equilibri precari della Guerra Fredda.</p> <p>Questo studio intende dimostrare come le modalità non continuative del soggiorno francese, insieme alla distanza geografica e culturale dall’ambiente della sua formazione, permisero all’artista di giungere alla sintesi di un nuovo linguaggio figurativo che scardinava, nel fluire dei grafismi, le precedenti abitudini compositive informali. Esplorando e cristallizzando l’aspetto transeunte del ricordo, i <em>disegni</em> e le <em>carte</em> anticiparono dal 1958 elementi pittorici e tecniche che contraddistinsero, in seguito, gli <em>Argenti</em>.</p> <p>Attraverso la ricostruzione delle mostre e delle relazioni internazionali di Giosetta Fioroni, è stato analiticamente indagato, per la prima volta, il ruolo centrale di alcune figure per il suo percorso di maturazione umano e professionale, dai <em>découvreurs de talents</em> delle <em>galeries pilotes</em> Facchetti e Breteau, al collezionista Henry Fara. L’identificazione della persona di Gerard Michel ha consentito, inoltre, di anticipare la data dei primi contatti con la Francia al 1956.</p> Letizia Giardini Copyright (c) 2023 Letizia Giardini https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19872 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 L’implicazione della registrazione videografica negli happenings di Allan Kaprow. Il caso di Print-Out (per George Brecht), Milano, 1971 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19861 <p style="font-weight: 400;">Tra la fine degli anni Sessanta e il principio del decennio successivo la ricerca di Allan Kaprow è nel pieno di una fase per certi versi di transizione e cambiamento, dove nei suoi <em>happenings</em> apre a una sperimentazione che valica quanto enucleato nel carattere dei suoi primi progetti, ossia l’azione pura, e ingloba l’uso di strumentazione tecnologica, in peculiare dialogo con il procedere degli eventi. <br />Nel 1971 il Comune di Milano commissiona la creazione di <em>Print Out (per George Brecht)</em>, un happening <em>per</em> e <em>sulla </em>città, il primo in ambito italiano. Si tratta di uno dei primi lavori in cui l’artista alla realizzazione di un’azione con i partecipanti relaziona direttamente una ripresa in video e successivamente la presentazione del registrato in mostra, articolando così un’operazione <em>sui generis</em>. <br />Tuttavia sia in ambito nazionale sia nelle biografie dell’artista l’evento meneghino avrà poca eco e la mancanza di interesse critico e storico, anche da parte dello stesso Kaprow, lo porterà fin da subito a una sorta di <em>damnatio memoriae</em>. <br />La recente riscoperta di molti materiali legati a esso ha permesso però di condurre una ricostruzione filologica dei fatti. Sulla scia di questo il presente contributo si propone di offrire un riesame di <em>Print Out</em> e, contestualmente, di analizzare come l’artista abbia impiegato la registrazione in video, aprendo, in modo inedito per il suo lavoro, alle possibilità di espansione di significazione ed esperienzialità di un <em>happening</em>-<em>event</em>-<em>activity</em>.</p> Irene Boyer Copyright (c) 2023 Irene Boyer https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19861 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 Attorno al monumento in ricordo di Roberto Franceschi. Metafora, invenzione strutturale e funzionalità nel dibattito della cultura militante di metà anni Settanta https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19857 <p>Il presente contributo si propone di analizzare gli eventi che portarono alla scelta di un maglio industriale quale monumento in ricordo di Roberto Franceschi, studente bocconiano militante del Movimento Studentesco ucciso durante una manifestazione nel 1973. Nel dibattito sorto attorno alla scelta dell'oggetto si confrontarono prospettive culturali antitetiche: da una parte i membri del Movimento Studentesco - supportati anche da una serie di artisti, come Alik Cavaliere - che avrebbero voluto ricordare Franceschi con una scultura di ispirazione realista, dall'altra i "progettisti", tra cui spiccava Enzo Mari, che avrebbero voluto commemorare il giovane attraverso una metaforizzazione dei contenuti cari alla cultura comunista e studentesca di metà anni Settanta: il lavoro e lo studio. Il distacco del monumento dedicato a Franceschi rispetto ai classici attributi di una scultura di stampo realista risulta evidente dal confronto con un altro monumento dedicato negli stessi anni a due "martiri" della Nuova Sinistra, la stele bronzea dedicata a Giannino Zibecchi e Claudio Varalli dallo scultore Nicola Neonato.</p> Andrea Capriolo Copyright (c) 2023 Andrea Capriolo https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19857 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 “Abitare i confini”. Esperienze relazionali a Roma dalle Disordinazioni a Studi Ricerche Contemporanee https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19864 <p>In Italia, le pratiche artistiche relazionali degli anni Novanta presentavano caratteri peculiari rispetto al più noto scenario internazionale. Pur essendo altrettanto caratterizzate dall’attenzione verso aspetti processuali e collaborativi e da un’inedita dilatazione nel tempo e nello spazio, spesso le ricerche italiane incorporavano legami con l’attivismo politico e con la tecnologia, e a volte prevedevano l’adozione di nomi collettivi, reagendo così alle frequenti aggregazioni sorte nei decenni precedenti intorno a esigenze di mercato, più che a un reale sentire comune. Entro questo ritorno a pratiche concettuali e politicizzate si inserivano, a partire dal 1994, le <em>Disordinazioni</em>, azioni “disordinanti” e inaspettate concepite inizialmente da Giuliano Lombardo nello spazio urbano di Roma, seguite dalle esperienze del gruppo dei Giochi del Senso e/o non-senso, poi ribattezzato Studi Ricerche Contemporanee.</p> Sara Molho Copyright (c) 2023 Sara Molho https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19864 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 Aleatorietà e permutabilità nelle ricerche astratto-concrete in Italia. Struttura continua N. 018 di Bruno Munari, Immagini ottenute sostituendo ai numeri i quadrati di Davide Boriani e Random walks by random numbers di Grazia Varisco https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19918 <p>Il dato aleatorio, elemento che entra regolarmente a far parte delle pratiche artistiche con le sperimentazioni dadaiste e surrealiste, viene ripreso e studiato dagli artisti del secondo Novecento. Una figura cardine è John Cage: il suo arrivo in Italia nel 1959 rappresenta una tappa importante per le riflessioni sul caso e non solo. Nel 1961 Umberto Eco scrive <em>La forma del disordine</em>, pubblicato all’interno dell’<em>Almanacco Letterario Bompiani 1962</em>, in cui l’autore mette in evidenza il rapporto tra arte, scienza e aleatorietà. È accompagnato da riproduzioni fotografiche di opere principalmente di arte cinetica e programmata, tra le quali spiccano <em>Struttura continua N. 018</em> di Bruno Munari e <em>Immagini ottenute sostituendo ai numeri i quadrati</em> di Davide Boriani. Il primo è un lavoro composto da elementi modulari metallici che, tramite un sistema a incastro, permette al pubblico di creare infinite composizioni. Il secondo è invece basato sul processo di permutabilità da numero a segno grafico, esplicitato già nel titolo.<br />Tra il 1972 e il 1974, Grazia Varisco unisce aleatorietà e permutabilità con la serie <em>Random walks by random numbers</em>, composta da cinque serigrafie. Associando un colore e una forma arbitrari a numeri casuali usati nella matematica statistica, l’artista ottiene cinque composizioni astratto-geometriche bidimensionali diverse.<br />Tra le tre opere si instaura un dialogo dal punto di vista sperimentale, nonostante la grande differenza tipologica, stilistica e di linguaggio.</p> Irene Cimò Copyright (c) 2023 Irene Cimò https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/19918 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 Storia del Cagnolin Moz-Cova e La favola delle tre ocarine. Due manoscritti illustrati poco conosciuti di Gabriele Mucchi https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/22192 <p>L'Album presenta i manoscritti di due racconti illustrati di contenuto satirico anti-nazista composti da Gabriele Mucchi per i propri nipoti in occasione del Natale del 1944. Le riproduzioni fotostatiche dei manoscritti si conservano nel Fondo Mucchi del Centro Apice dell'Università degli Studi di Milano.</p> Alessandra Ruzzier Copyright (c) 2023 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/22192 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000 L' uomo nero va fuoritema? https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/22201 <p>Seguendo la consueta tripartizione delle sezioni in Monografica, Fuoritema, e Rarità, riscoperte e<br />segnalazioni, nel corso dei suoi vent’anni di onorata carriera “L’uomo nero” ha invitato gli autori a condividere ricerche e riflessioni attorno ad alcuni temi e problemi della storia dell’arte, scegliendo di volta in volta approcci differenti, secondo una molteplicità di metodi.</p> <p>Per questo nuovo numero in edizione elettronica ad accesso aperto, la prospettiva viene ribaltata e il Fuoritema si prende la libertà di diventare il tema del fascicolo, per provare ad annusare l’aria, a vedere cosa succede, verso quali direzioni si muovono certe ricerche, o per lasciare spazio a un “tema libero”.</p> L'uomo nero, Davide Colombo Copyright (c) 2023 L'uomo nero https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://riviste.unimi.it/index.php/uomonero/article/view/22201 Thu, 19 Oct 2023 00:00:00 +0000