Pubblicato
10.12.2018
Parole chiave
- Grazie,
- Venere,
- inni antichi,
- Pindaro,
- Fanocle,
- romanzi ellenistici,
- Lucrezio,
- poesia neoclassica
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Abstract
Mentre si preparava a tenere le sue prime lezioni di eloquenza a Pavia, Foscolo era già profondamente coinvolto nelle letture preparatorie per l'allestimento di una coerente griglia simbolica, da impiegare in un poema sulle Grazie inteso a seguire la strada inizialmente segnata dalla Musogonia montiana. Nel nuovo progetto, tutto incentrato sul genere innodico, confluivano le suggestioni ricavate dai modelli della letteratura greca arcaica ed ellenistica (Pindaro, Fanocle, Longo Sofista) frequentati per l'allestimento del commento alla Chioma di Berenice; quelle provenienti dalle prove di traduzione lucreziana, ma anche dalla lettura di molta trattatistica neoclassica e di alcuni, fondamentali, romanzi settecenteschi di ispirazione erudito-antiquaria (Il Socrate delirante di Wieland). Proprio di qui – e, insieme, dall'esperienza stessa di insegnamento presso la cattedra pavese – emergeva quella nuova e sofisticata immagine pedagogico-civilizzatrice delle Grazie, nella quale il poeta avrebbe presto cercato di sintetizzare in chiave allusiva, la storia, la civiltà, le speranze della patria.