N. 3 (2019): Giosuè Carducci prosatore
Contributi individuali

Mito e demitizzazione dell’amore "totale" nelle lettere di Carducci a Lidia (e di Lidia a Carducci)

Vittorio Roda
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Copertina anteriore del volume "Giosuè Carducci prosatore"

Pubblicato 21.02.2020

Parole chiave

  • Possessività,
  • Egocentrismo,
  • Gelosia,
  • Trasfigurazione,
  • Duplicità

Abstract

Le lettere di Carducci a Lidia (Carolina Cristofori Piva) testimoniano un trasporto amoroso all'insegna di un'intemperante possessività. Quello che domina Carducci è il desiderio d'un possesso assoluto; e tale desiderio ha tra i suoi risvolti più significativi una trasfigurazione della donna amata, che il poeta è portato a rimodellare in base alla propria sensibilità, alle proprie predilezioni, ai modelli offertigli da una immensa cultura. Lidia è dapprima calata negli abiti della musa, della vestale, dell'angelo, della madonna; successivamente, quando nel poeta prevarranno gli aculei d'una tormentosa gelosia, tenderà a trasformarsi in un mostro e finanche in un demonio. Nelle poche lettere di Lidia recentemente venute alla luce si registra la ribellione della donna a tali procedure trasfiguratrici, positive o negative che siano. Carducci, annota Lidia, non conosce la donna che afferma di amare; il suo rapporto con lei è viziato da lenti deformanti che alterano i lineamenti della partner, e che sono il prodotto d'un egocentrismo incapace di valutare la realtà per quello che è.