N. 4 (2020): I "Sonetti et canzoni" di Iacopo Sannazaro
Contributi individuali

La canzone 41 dei "Sonetti et canzoni": "Or son pur solo e non è chi mi ascolti"

Arnaldo Soldani
Università degli Studi di Verona
Tiziano Vecellio, Ritratto di letterato (forse di Sannazaro)

Pubblicato 11.11.2020

Parole chiave

  • Sannazaro,
  • Sonetti et canzoni,
  • canzone 41,
  • Or son pur solo e non è chi mi ascolti,
  • lingua,
  • stile
  • ...Più
    Meno

Abstract

The paper proposes a reading of Sannazaro's canzone 41, Or son pur solo e non è chi mi ascolti. In the first place, it deals with some questions related to the linguistic and stylistic variants delivered by the tradition of the text, aimed at aligning it in substance to Petrarch's model and gradually eliminating the traces of the late fifteenth-century Aragonese koine. Then the paper focuses on the metrical and structural features of the poem, arriving in this way to the analysis of the argumentative processes and the interpretation of the thematic contents. Finally, a derivative chain is proposed with respect to two other songs that present the same metrical scheme, namely the 207 of Rerum vulgarium fragmenta, Ben mi credea passar mio tempo omai, and the VIII of Endimione, the canzoniere of Cariteo, which is in effect the main companion of Sannazaro in the last season of Aragonese Petrarchism, between the fifteenth and sixteenth century.

 

Il contributo propone una lettura della canzone 41 di Sannazaro, Or son pur solo e non è chi mi ascolti. In primo luogo si affrontano alcune questioni relative alle varianti linguistiche e stilistiche consegnate dalla tradizione del testo, mirate ad allinearlo nella sostanza al modello di Petrarca e ad eliminare via via le tracce della koinè aragonese tardo-quattrocentesca. Quindi si osservano i tratti metrici e strutturali della poesia, arrivando per questa via all’analisi dei processi argomentativi e all’interpretazione dei contenuti tematici. Infine, si propone una filiera derivativa rispetto a due altre canzoni che presentano lo stesso schema metrico, ossia la 207 dei Rerum vulgarium fragmenta, Ben mi credea passar mio tempo omai, e la VIII dell’Endimione, il canzoniere di Cariteo, che costituisce a tutti gli effetti il principale sodale di Sannazaro nell’ultima stagione del petrarchismo aragonese, tra Quattro e Cinquecento.