N. 5 (2022): Dante e il prosimetro. Dalla 'Vita nova' al 'Convivio'
Contributi individuali

Elementi di "fiorentinità" nel racconto della 'Vita nova': il caso esemplare del paragrafo XXII

Luca Lombardo
Università degli Studi di Bergamo
Copertina anteriore del volume "Dante e il prosimetro. Dalla 'Vita nova' al 'Convivio'"

Pubblicato 07.12.2022

Parole chiave

  • Florence,
  • Beatrice,
  • Portinari,
  • elegy,
  • vernacular,
  • Firenze,
  • elegia,
  • volgare
  • ...Più
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Abstract

The article explores traits in the Vita nova's intellectual framework that can be considered distinctively Florentine, discussing aspects both of its context – the work's audience and its place of composition – and of its literary contents. The latter comprise not only narrative components such as the story's setting, the identity of its protagonists, and the characteristic anthropological and cultural tenor of the plot's events, but also the stylistic and rhetorical connotations and linguistic features of both its prose and its lyric components. Using this methodology, the essay focuses on an exemplary passage that offers insight into the semantic function performed in the libello by the evocation of specifically Florentine urban and cultural spaces: paragraph XXII's account of the death of Beatrice's father. Here, the book's pervasive expressions of mourning reach their culmination in a sort of "municipal elegy", in a chapter that also offers what is perhaps the most recognizable evocation of the presence of Florence in the whole of the Vita nova.

Il contributo prende in esame quegli elementi di "fiorentinità" che caratterizzano il paradigma intellettuale della Vita nova, tanto negli aspetti che pertengono al contesto, come il luogo di composizione dell'opera e il suo pubblico, quanto negli aspetti intrinseci del testo letterario, a partire dalle coordinate diegetiche, come l'ambientazione del racconto, l'identità dei personaggi, la tipicità antropologico-culturale dei riti descritti, fino alle connotazioni stilistico-retoriche e all'impianto linguistico del dettato prosastico e di quello lirico. Da tale specola metodologica, l'ipotesi di lavoro è verificata su un passo esemplare della funzione semantica assolta dallo spazio urbano e culturale di Firenze nel libello, laddove Dante sembra voler delineare una sorta di "elegia comunale", che attraverso i lutti di cui il racconto vitanoviano è costellato raggiunge nel paragrafo XXII sulla morte del padre di Beatrice il proprio acme espressivo, nonché il punto forse di maggiore riconoscibilità della presenza di Firenze nella Vita nova.