Il tópos del tiranno sconfitto nel De mortibus persecutorum di Lattanzio

Autori

  • Francesca Zappalà Marelli

DOI:

https://doi.org/10.13130/2282-0035/15686

Abstract

Nella mia ricerca ho approfondito il tόpos del tiranno sconfitto dalla giustizia divina all’interno di un testo apologetico attribuito al retore Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio, il De mortibus persecutorum. Si tratta di un’opera poco nota, sulla quale poco si è scritto e indagato. Con questo lavoro mi propongo di analizzare, spiegare e commentare il rabbioso canto di vittoria dell’autore. Un cristiano imbevuto di cultura classica e un appassionante narratore, che attraverso una prosa tacitianamente essenziale descrive le strazianti e dolorose morti toccate a quanti tra gli imperatori romani si sono resi protagonisti di violente persecuzioni anticristiane. In obbedienza a un disegno provvidenziale, i principes si troveranno a essere vittime della loro stessa crudeltà e dei propri vitia, per i quali subiranno la giusta punizione divina; le pene saranno commisurate all’inumanità dei peccati da loro commessi. Da un punto di vista storico-politico, l’opera si inquadra perfettamente all’interno della propaganda costantiniana: Costantino stesso è presentato, infatti, come un princeps tollerante e illuminato dalla giustizia trascendente di Dio, in un processo di cristianizzazione della teologia della vittoria romana. Egli solo sarà capace di rovesciare un governo tirannico anticristiano per donare al mondo quella che Lattanzio definisce con compiaciuta iperbole una pax iucunda et serena.

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Pubblicato

2021-06-04

Fascicolo

Sezione

Saggi