Natalia Ginzburg fra la scoperta della vocazione teatrale e l’esigenza di descrivere la problematicità del quotidiano e dell'intimismo domestico: l’esempio di Ti ho sposato per allegria
DOI:
https://doi.org/10.54103/2282-0035/21309Abstract
L’intento del presente studio è gettare maggiore luce sull’opera drammaturgica di Ginzburg, tenuta a lungo in ombra rispetto al resto della sua produzione letteraria, per collocarla all’interno della drammaturgia italiana, cercando di capire come avviene il suo esordio a teatro. Si prende in esame la prima opera drammaturgica della scrittrice Ti ho sposato per allegria che dà avvio a un’attività di autrice teatrale talmente intensa, che copre il periodo dal 1965 al 1991. Lo studio evidenzia come il teatro per la scrittrice sia la continuazione della vena narrativa con altri mezzi e la possibilità di dare voce a punti di vista diversi. Inoltre si cerca di spiegare perché il teatro dell’autrice sia definito ‘di parola’ o ‘della chiacchiera’ e per quale motivo l’uso delle didascalie nei suoi drammi sia limitato. Si arriva a constatare che il suo è un teatro-cronaca che tende a processare il presente in chiave domestica.
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