La ballata E5 e le sue varianti nel codice degli abbozzi

Autori

  • Giulia Ravera Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2282-0035/7413

Abstract

La ballata petrarchesca Amor, che ’n cielo e ’n cor gentile alberghi (E5), composta per il musico Confortino e destinata alla definitiva esclusione dal Canzoniere, è un componimento profondamente complesso, oltre che caratterizzato da un’intrigante vicenda redazionale. E5 appare infatti imperniata sull’ambiguità tra due poli opposti, amoroso e religioso, in un gioco di contrapposizioni che rende difficile scegliere in via definitiva tra un’interpretazione sentimentale ed una lettura morale o addirittura penitenziale. La ballata è inoltre caratterizzata dall’evidente ed esteso riuso della tradizione lirica ed in particolare dei modelli stilnovistici, non solo e non tanto sul piano degli stilemi e delle immagini, quanto in termini di concezione amorosa. Il rapporto con queste fonti risulta problematico, tra ripresa e negazione, e rappresenta un ulteriore nodo significativo rispetto all’interpretazione del componimento. La graduale evoluzione della ballata, di cui possono essere identificate per lo meno tre versioni distinte, sembra accentuare gli elementi di complessità e le sovrapposizioni semantiche. Infine, l’analisi formale e contenutistica di E5 favorisce la formulazione, pur senza pretesa di certezza, di ipotesi sulle ragioni della sua sorte extravagante

Biografia autore

Giulia Ravera, Università degli Studi di Milano

Giulia Ravera, laureata in Lettere moderne nel 2010, con una tesi dal titolo Guerra in amore. Immagini di violenza dai Provenzali ai Siciliani, dedicata al confronto tra Scuola siciliana e produzione trobadorica in relazione agli usi retorici e stilistici (relatore prof.ssa Claudia Berra), è dottore di ricerca in Storia della lingua e letteratura italiana (tutor prof.ssa Claudia Berra). La sua tesi di dottorato, dal titolo Topoi trobadorici nei Rerum vulgarium fragmenta, discussa nel 2014 e in corso di pubblicazione, si è focalizzata sul ruolo della lezione occitanica nel Canzoniere e sulla capacità di Petrarca di far propria e di rinnovare la tradizione, con particolare attenzione ai generi e agli usi retorici. Collabora ora con la cattedra di Letteratura italiana del dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici dell’Università degli Studi di Milano.

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Pubblicato

2016-07-29

Fascicolo

Sezione

Saggi