Sulla rivista
Nel 1924, con la Riforma Gentile, viene inaugurata l’Università di Milano: la Regia Scuola Superiore di Agricoltura, divenuta nel frattempo Regio Istituto Superiore Agrario di Milano, viene sottratta nel 1935 al Ministero dell’Agricoltura e Foreste e i suoi insegnamenti, nello stesso anno, sono inglobati nella struttura dall’ateneo milanese come Facoltà di Agraria[1]. Ma, prima di allora, la Cattedra di Zoologia Agraria e Bachicoltura del Regio Istituto era rimasta vacante dal giugno 1920 all’ottobre 1927: i vari concorsi erano andati diserti e si era di conseguenza «spenta ogni tradizione di studi entomologici e bacologici a Milano». Le condizioni in cui versava il Laboratorio di Zoologia del Regio Istituto, colpito dall’assenza di personale e dalla scarsa disponibilità di fondi che venivano dirottati per esigenze di insegnamento e arredamento dopo il trasferimento della Scuola Superiore nella nuova sede di via Celoria 2, in Città Studi, migliorano con l’arrivo e l’iniziativa di Remo Grandori[2], biologo e vincitore per la Cattedra di Zoologia Agraria nel 1927. Con difficoltà, Grandori riesce nel giro di due anni a far ripartire un’attività scientifica di modeste dimensioni e ad inaugurare il Bollettino del Laboratorio di Zoologia Agraria e Bachicoltura (questa la titolazione originaria).
Il primo numero della rivista, stampato nel 1930 ma riferito all’annata 1928-29, nasce come «atto di coraggio» e «affermazione»: Grandori intende infatti «dimostrare che anche in povertà qualche cosa si può fare nell’immenso e seducente campo della ricerca scientifica; e che anche limitandosi forzatamente, per penuria di uomini e mezzi, a quegli argomenti che non richiedono vaste e costose attrezzature di sperimentazione, non manca mai, nel campo sconfinato delle Scienze della natura, del bene da fare e del vero da scoprire». La ricerca del vero come «premio e fine a sé stessa», nonostante le difficoltà economiche nel portarla avanti, al fine di «servire il nostro Paese e la causa del progresso scientifico in umiltà e in letizia»: queste sono le premesse che animano la fondazione della rivista, contenitore ultimo delle ricerche dell’Istituto di Entomologia Agraria e Bachicoltura dell’Università di Milano.
Nel corso degli anni, il Bollettino viene stampato da tipografie e case editrici milanesi, parmensi e torinesi, in particolare la Ditta Rosenberg & Sellier, che ne assume la direzione amministrativa fino al 1952 (pur restando sempre di discrezione di Grandori la scelta dei lavori da pubblicare nella rivista): dal numero XVIII in poi, infatti, l’amministrazione della rivista passa alla direzione dell’Istituto di Entomologia Agraria e Bachicoltura dell’Università di Milano.
Remo Grandori sarà il direttore per circa un trentennio dell’Istituto di Entomologia Agraria e del Bollettino; alla sua morte, nell’agosto del 1955, assumerà momentaneamente la direzione della rivista sua moglie, la professoressa Luigia Grandori. Fino a quel momento, il ritmo di pubblicazione aveva finito per assestarsi su due-tre fascicoli l’anno, che componevano il volume unitario: il numero XXII del 1956, uscito in ritardo proprio per la morte improvvisa di Grandori, viene edito in un solo volume, segnando la fine della prima fase del Bollettino, che viene definita “Serie I”. Nel corso di questi anni, il Bollettino cambia per la prima volta ISSN (da 1972-0939 diventa 0366-2403).
Il volume ventitresimo (1957-58), sotto la nuova direzione di Minos Martelli, riparte con la numerazione, inaugurando la “Serie II” del Bollettino, che durerà nel solo formato cartaceo fino al 2009.
Nel 2010, infatti, il Bollettino di Zoologia Agraria passa anche alla versione online, in lingua inglese, sotto l’editore scientifico open access PAGEPress, assumendo l’attuale titolazione, Journal of Entomological and Acarological Research (JEAR), e cambiando nuovamente ISSN (2038-324X nella versione cartacea e 2279-7084 nella versione online). Con questo passaggio, la rivista diventa gold open access: l’archivio ad accesso aperto, contenenti i numeri a partire dal vol. 42, è sul sito di PAGEPress[3]. La rivista è indicizzata su DOAJ[4].
Nel 2021, dal momento che la disponibilità di risorse digitali oltre a preservare e permettere l’accesso aperto ai documenti ha potenzialità sia in termini di comunicazione sia di formazione, inizia un progetto di digitalizzazione e di valorizzazione delle due Serie del Bollettino con fondi del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l'Ambiente dell'Università degli Studi di Milano, in accordo alle politiche di Open Access e Open Science intraprese dall’ateneo. L’obiettivo è di rendere interamente ad accesso aperto e consultabili direttamente online tutti i numeri del Bollettino, compresi i volumi analogici. La Serie I difatti è conservata in sola consultazione presso la Biblioteca di Scienze Agrarie e Alimentari, mentre l’archivio della Serie II è localizzato nel Dipartimento.
[1] https://minerva.unimi.it/permalink/39UMI_INST/i9q3jt/alma991015080939706031
[2] GRANDORI, Remo in "Dizionario Biografico" (treccani.it)
[3] Archives | Journal of Entomological and Acarological Research (pagepressjournals.org)
[4] Journal of Entomological and Acarological Research – DOAJ