L'oggetto del desiderio ha il colore del vuoto

Autori

  • Giovanni Bottiroli Università di Bergamo

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-2426/1198

Abstract

L’oggetto del desiderio non è semplicemente un oggetto empirico; su ciò, con qualche esitazione, potrebbe esistere un consenso generale. Resta la difficoltà di indicare le caratteristiche dell’oggetto del desiderio: che non sono banalmente delle proprietà, e neanche solo delle parti (in senso empirico, come si potrebbe nominarle da un punto di vista mereologico). L’oggetto del desiderio ha uno statuto modale: è un oggetto modalmente diviso, nei registri e nei regimi. Nella dimensione del desiderio, tanto il soggetto quanto l’oggetto sono abitati dal conflitto tra il diviso e l’indiviso. La spinta verso l’indiviso corrisponde a ciò che Freud ha introdotto con la nozione enigmatica di «pulsione di morte». In termini lacaniani, è l’attrazione verso la Cosa (das Ding). E la Cosa vuole coincidere con se stessa, abolendo ogni distinzione. L’oggetto del desiderio non è un dato o una forma empirica, per attraente che sia: l’attrazione che esercita proviene dal caos. Alla pericolosa coincidenza del «vuoto-pieno» (das Ding) il desiderio oppone il vuoto logico della non-coincidenza. Una teoria del desiderio non può fare a meno di una riflessione sui differenti significati del vuoto.

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Pubblicato

01-07-2011

Come citare

Bottiroli, G. (2011). L’oggetto del desiderio ha il colore del vuoto. ENTHYMEMA, (4), 280–289. https://doi.org/10.13130/2037-2426/1198

Fascicolo

Sezione

Teorie del desiderio