Per via di levare. Una nota su psicoanalisi e poesia

Autori

  • Adriano Voltolin Società di Psicoanalisi Critica

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-2426/12606

Parole chiave:

poesia, levare, nascondimento, rimozione

Abstract

Freud paragona, in una celebre metafora, la psicoanalisi alla scultura piuttosto che alla pittura in quanto, mentre la seconda aggiunge qualcosa al fine di raffigurare, la scultura toglie qualcosa per raggiungere il medesimo risultato. È sulla stessa linea di Michelangelo, che aveva detto che il blocco di marmo sul quale lui lavorava conteneva già la statua che lui aveva in mente: si trattava solo di levare quel tanto di più che ne impediva la visione. Ciò che viene cioè mostrato, dal paziente in analisi, è destinato, come il marmo eccedente nella scultura, a coprire quanto di importante vi è pure contenuto, seppur nascosto. Lacan porta all’estremo questo concetto affermando che l’essenza della teoria psicoanalitica è un discorso senza parola. Anche la poesia, è la tesi che qui viene espressa, è un’arte che si esprime per via di levare in quanto la sua essenza è il non dicibile: come mostrano alcuni poeti, tra cui Quasimodo e Verlaine, l’impresa della poesia è sottrarre al nulla l’indicibile. Altrimenti è solo elocutio, l’arte del bel dire: ma questo, per dirla con Verlaine, non è buona avventura ma solo letteratura.

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Pubblicato

16-12-2019

Come citare

Voltolin, A. (2019). Per via di levare. Una nota su psicoanalisi e poesia. ENTHYMEMA, (24), 528–537. https://doi.org/10.13130/2037-2426/12606

Fascicolo

Sezione

Poesia e psicoanalisi – A cura di M. Bonazzi, F.A. Clerici e R. Maletta