«Il potere d’evocazione dei nomi» in "Se una notte d’inverno un viaggiatore"

Autori

  • Silvia T. Zangrandi Università IULM

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-2426/14868

Parole chiave:

onomastica, pseudonimi, nomi-spia, metaonomastica

Abstract

L’interpretatio nominis è da sempre tra gli interessi di Italo Calvino: spie sono i diversi pseudonimi che lo scrittore adottò per sé nel corso degli anni, le indagini ermeneutiche da lui condotte attorno al suo nome, ma soprattutto i ragionamenti riguardanti l’argomento. All'interno del potenziale onomastico offerto dal romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore, non sfugge a chi legge l’accumulo di nomi propri che identificano i personaggi: tra questi sono stati scelti a campione alcuni nomi-spia. Nel romanzo Calvino intrattiene un dialogo anche con la metaonomastica, in consonanza con l’orientamento metanarrativo sviluppato nel romanzo. Lungo la narrazione, infatti, si incontrano diverse considerazioni sull’importanza della nominatio. Calvino pare dirci che tutto ruota attorno al nome proprio perché è attraverso di esso che si viene riconosciuti. È quindi facile concludere che le indagini onomastiche possono indicare un’altra modalità per addentrarsi in questo romanzo.

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Pubblicato

27-12-2020

Come citare

Zangrandi, S. T. (2020). «Il potere d’evocazione dei nomi» in "Se una notte d’inverno un viaggiatore". ENTHYMEMA, (26), 20–32. https://doi.org/10.13130/2037-2426/14868

Fascicolo

Sezione

"Se una notte d’inverno un viaggiatore" quarant’anni dopo