Abstract
Questo articolo si propone di analizzare il contesto storico e musicale in cui il giovane Hindemith, nato in un ambiente di fermento politico e sociale come quello della Germania a cavallo tra XIX e XX secolo, intraprende la strada che lo annovererà tra le più importanti personalità musicali del suo tempo; Hindemith, infatti, è sia un eclettico strumentista che un compositore prolifico e pieno di idee. Ancora lontani dalla sua piena maturità artistica, percorreremo una piccola parte del periodo giovanile del suo percorso, durante il quale, però, il compositore opera il cambiamento forse più radicale della sua carriera. L’impatto della guerra innesca, nella cultura come nella società, dei grandi ripensamenti sull’identità di ogni individuo e di ogni collettività, che, in campo artistico, portano all’avanzata delle avanguardie e a una serie di radicali cambiamenti. Hindemith accoglie le novità apportate dalla generazione precedente aprendo la sua scrittura alle grandi riflessioni sulla forma e sulle possibilità inclusive della tonalità. Di quel periodo, il 1919, vedremo come nella Sonata op. 11 n.4 comincia il graduale allargamento della sua concezione linguistica, in cui si cimenta nel riforgiare le forme della tradizione (specialmente quella tedesca), nel giocare con pochi elementi e al contempo costruire un discorso di grande varietà espressiva e compositiva. Successivamente, in un epoca di grandi cambiamenti e di grande fermento artistico come quella degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, il giovane compositore si trova a operare delle scelte che inizialmente lo inseriranno tra i compositori aderenti all’estetica espressionista, dei quali il maggior esponente è Schönberg che, di lì a pochi anni, sfocerà nella teorizzazione della dodecafonia. Hindemith, però, abbandona presto la direzione presa dal capostipite della seconda scuola di Vienna per intraprendere una strada del tutto personale: la “Nuova Oggettività”.
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