Una teoria della razionalità: il modello BDI
DOI:
https://doi.org/10.13130/2037-4445/2896Abstract
In quest’articolo propongo un’analisi di una teoria della razionalità, il modello Belief-Desire-Intention (BDI), con l’obiettivo di stabilirne la fecondità teoretica. Interpreto il modello come il risultato dell’indebolimento di alcuni principi cardine della teoria della scelta razionale: se questa è di natura normativa e considera agenti altamente idealizzati, il modello BDI è invece motivato dallo scopo di dare una caratterizzazione cognitivamente plausibile delle azioni degli individui e inserisce nella definizione di razionalità aspetti non normativi. Per questa ragione, la teoria BDI introduce il concetto di intenzione e complica la propria ontologia: le intenzioni pongono dei vincoli di consistenza sulla componente motivazionale dell’individuo e fungono da filtro di ammissibilità sulla selezione di altre intenzioni (Bratman, 1987). Presento ed analizzo di seguito due formalizzazioni, sviluppatesi in due diverse aree di ricerca (logica e intelligenza artificiale), dei principi filosofici della teoria: il sistema BDICTL*-W3 (Georgeff e Rao, 1998) ed un esempio di Agent Control Loop (Wooldridge, 2000). La discussione vuole rilevare le peculiarità dei vari approcci alla teoria in oggetto, individuare i nodi concettuali comuni ma anche le specificità di ciascun apporto. Concludo quindi con alcune osservazioni di carattere epistemologico sui vantaggi di un approccio plurale.Downloads
Published
2013-05-07
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Articles
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