Il tempo nella poetica di Ligeti: dalla musica misurata alla musica statica
DOI:
https://doi.org/10.13130/2465-0137/6623Abstract
Abstract
Il rapporto tra tempo e musica è stato da sempre al centro di riflessioni estetiche e filosofiche: oggetto di indagine ad opera di pensatori, teorici e compositori, ha condotto a differenti formulazioni, senza mai approdare ad una definizione univoca. Il presente lavoro si prefigge di offrire un ventaglio delle principali speculazioni di pensiero nate a riguardo, soffermandosi in particolar modo su quella del compositore ungherese György Ligeti. Dalla concezione del tempo "misurato" , caratterizzato da linearità e legato ancora alla tradizione, giungeremo, attraverso la breve parentesi dell’esperienza della musica elettronica e l’influenza esercitata dal pensiero di Adorno, all’idea di musica statica, in cui si assiste ad un tentativo di ingabbiamento del flusso del tempo.
Parole chiave
Concezione del tempo, Ritmo struttura e percezione, Ligeti, Musica misurata, Concezione della forma, Metamorfosi della forma musicale, Musica ricercata, Musica elettronica, Musica statica, Concezione del tempo in Adorno, Tempo spazializzato, Atmosphères
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