«… vel quia fingit amor». Suggestioni elegiache nell’addio a Roma di Rutilio Namaziano
DOI:
https://doi.org/10.13130/2282-0035/13210Abstract
Questo articolo si concentra sulla scena dell’addio a Roma di Rutilio Namaziano, alla cui descrizione è dedicata la prima sezione del De reditu suo, con l’obiettivo di offrire una lettura d’insieme dei differenti dettagli che la compongono. Saranno esaminati in particolare i passi del poema che precedono e seguono il celebre “inno” offerto alla città (i, 47-164): la rappresentazione di questo commiato è infatti compresa fra l’esordio dell’opera, in cui Rutilio
illustra i motivi che lo spingono a fare ritorno in Gallia (soprattutto vv. 19-34), e il brano che, fondendo percezione e immaginazione, delinea la visione di Roma dalla distanza (vv. 189-204). Attraverso un confronto con la tradizione elegiaca, in particolare ovidiana, verrà quindi ripreso e approfondito il paragone, noto alla critica, fra la condizione del poeta e quella di un innamorato costretto ad abbandonare la donna amata: questo accostamento trova infatti interessanti punti di contatto con alcune situazioni rievocate, tra le altre, nelle Heroides. Il contributo si propone pertanto di evidenziare come Rutilio abbia verosimilmente modellato il proprio discidium da Roma su un preciso “schema dell’addio”, caratterizzato da una serie di immagini e motivi già presenti nella poesia d’amore.
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