Jocelyn Herbert e Tony Harrison: parola, scena e maschera nell’Orestea (1981)
DOI:
https://doi.org/10.54103/2282-0035/21310Abstract
Nel 2011 il National Theatre di Londra celebrava il trentesimo anniversario della produzione dell’ Oresteia (Agamennon, Choefori e Eumenides) con una grande mostra che raccontava il lungo processo di creazione di uno degli allestimenti più famosi del teatro inglese degli ultimi quarant’anni; si tratta dell’adattamento e della traduzione della Trilogia di Eschilo a opera del poeta e scrittore inglese Tony Harrison, con la regia di Peter Hall (direttore del Teatro Nazionale dal 1973 al 1988) e le scene e le maschere di Jocelyn Herbert. Questa mostra curata da Cathy Courtney, arrivava sette anni dopo la grande esposizione dedicata alla scenografa inglese intitolata Jocelyn Herbert at the National (2004).
Il presente saggio racconta il lungo percorso creativo che ha portato alla definizione, oltre che di un’originale traduzione, anche di un particolare allestimento scenico che prevedeva l’uso di maschere per i soli attori uomini, create dalla Herbert, una delle più famose stage designer britanniche. I materiali preparatori sono stati messi a disposizione online negli ultimi anni, grazie a un progetto di digitalizzazione del National Theatre in collaborazione con Google Culture Institute. Proprio alle maschere della Herbert e alle diverse proposte e trattamenti della maschera greca in chiave contemporanea è dedicato un contributo critico finale che le affianca comparativamente sia a quelle del mascheraio e studioso di teatro greco classico Ferdinando Falossi, sia alle maschere video digitali e fotografiche create rispettivamente da Teatrino Giullare e da Marzio Emilio Villa.
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