Giorni Muti, Notti Bianche
DOI:
https://doi.org/10.54103/2035-7680/27299Abstract
Giorni Muti, Notti Bianche, che qui presentiamo, è il testo di uno spettacolo teatrale scritto da Carmen Pellegrinelli. Il testo è costruito attraverso le testimonianze dirette dei professionisti del Pronto Soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e si concentra sui loro vissuti in ospedale durante la pandemia di Covid-19 nel marzo 2020. Le testimonianze sono state raccolte durante un laboratorio teatrale organizzato dagli stessi professionisti del Pronto Soccorso, nell’ambito del più ampio progetto “il tempo della cura” (www.iltempodellacura.it). Il laboratorio, condotto da Silvia Briozzo, una professionista teatrale e formatrice, ha avuto l’obiettivo di rielaborare collettivamente le memorie traumatiche dei professionisti della salute legate alla gestione dell’improvvisa diffusione del virus e di costruire una narrazione collettiva dei vissuti che è diventata, in forma di spettacolo, testimonianza per la città.
Lo spettacolo, diretto da Silvia Briozzo ed interpretato dagli stessi professionisti del Pronto Soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha debuttato al Teatro Sociale di Bergamo il 16 marzo 2023, replicando il 18 marzo a Nembro (BG), il 28 marzo nuovamente al Teatro Sociale di Bergamo e il 15 aprile 2023 a Orzinuovi (BS) nel calendario degli eventi di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. La trama del testo, che presentiamo in questa sede, si compone di diversi frammenti. Alcuni sono stralci rielaborati scenicamente da scritti degli stessi medici e infermieri, altri sono invece trascrizioni tratte dalle loro improvvisazioni durante il laboratorio, altri ancora sono rielaborazioni sceniche di storie nel libro-testimonianza dell’operatrice sanitaria del Papa Lorella Barcella L’inferno negli occhi (2021). Inoltre, il montaggio testuale è arricchito da riscritture di frammenti della tradizione classica da Omero, Sofocle, Ovidio e Virgilio che parlano di epidemie di peste durante l’antichità. Infine, il montaggio si completa attraverso una sorta di controcanto corale che si distribuisce lungo l’arco del testo. Si tratta di tre cori tragicomici che raccontano cosa le persone comunemente dicessero prima che scoppiasse la pandemia, dei “tormentoni” durante il lockdown e di quelli successivi dei negazionisti. La drammaturgia testuale è composta quindi dal collage organizzato di tutti questi elementi, legati poi dalla modulazione espressiva dei corpi in scena orchestrata dalla regista Silvia Briozzo.
Il testo dello spettacolo Giorni Muti, Notti Bianche è pertanto una testimonianza in forma drammatica di quello che gli operatori della salute hanno vissuto nel periodo di massima crisi della pandemia, ma anche un resoconto di quanto vissuto dai pazienti, dalle vittime, dai loro parenti e dall’intera comunità. Una testimonianza capace di raccogliere storie, memorie, punti di vista diversi per costruire un orizzonte comune, capace di dare un senso collettivo e condiviso a un’esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel tessuto della città.
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